saggio arnold hauser

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Categoria:Storia

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Testo

Delinea le caratteristiche generali dell’ età paleolitica a partire da:
a. Un inquadramento cronologico
b. Le definizioni di paleolitico
c. Gli insediamenti umani
d. L’ analisi degli aspetti artistici, facendo riferimento alle definizioni maggiormente significative riportate nel saggio di
Arnold Hauser

Possiamo definire con la parola Paleolitico un arco di tempo molto grande che va dalla comparsa dell’uomo sulla terra fino alla data dell’ ultima glaciazione, 10'000 anni fa. Data la sua ampiezza temporale però, questo periodo è stato diviso in tre parti:
a)Paleolitico inferiore,che va dalla comparsa dell’ uomo a 80'000 anni fa
b)Paleolitico medio, che va da 80'000 anni fa a 40'000 anni fa
c)Paleolitico superiore che va da 40'000 anni fa alla fine del paleolitico (10'000) anni fa. L’elemento che caratterizzò particolarmente quest’ epoca fu certamente la comparsa dell’ uomo sulla terra.
Circa 4 milioni di anni fa comparvero sulla terra i primi esemplari di ominidi: gli Australopitechi, chiamati così da Raymond Dart,lo scienziato che li scoprì.Questo nome deriva dal latino australis (meridionale) e pithekos(scimmia).
Tuttavia gli scienziati hanno diviso gli australo-pitechi secondo la corporatura ma anche la collocazione temporale in vari gruppi.L’ultimo e più evoluto di questi gruppi era quello dell’ Homo Abilis, caratterizzato da un’ inclinazione all’ uso di strumenti per la caccia,come pietre o bastoni.Possiamo datare l’ Homo Abilis intorno ai 4 milioni di anni fa.
300'000 anni più tardi si sviluppò l’ Homo Erectus, diffuso fino 300'000 anni fa.
L’ Homo Erectus era caratterizzato da elementi che lo distinguevano dalle scimmie in maniera evidente:primo tra questi aspetti la postura eret-
ta ma anche la forma del cranio, più grande ma ancora di forma semi-scimmiesca.
Da 250'000 anni fa l’ uomo si è cominciato a parlare di Homo Sapiens, che era quasi del tutto simile all’ uomo odierno, ma con dei ritardi nella crescita. Questi causavano una dipendenza dai genitori molto lunga. Contrariamente a tutte le altre forme d’ uomo precedenti,l’Homo Sapiens sviluppa una memoria, che gli consente di tramandare informazioni ai discendenti. Conosceva anche il fuoco, con cui arrostiva il cibo. Dall’ Homo Sapiens si passò poi all’ Homo Sapiens Neanderthalis (100'000 anni fa) che sapeva tendere imboscate fino all’ Homo Sapiens Sapiens(40'000 anni fa)cioè l’uomo moderno,formatosi al tramontare del paleolitico.
Il Paleolitico è il lunghissimo periodo preistorico che occupa tutto il pleistocene, da quando l’ uomo è apparso sulla terra sino alla fine delle glaciazioni.
Dal punto di vista letterale, Paleolitico è una parola che deriva dal greco “èèèèèèè” che significa “antico” e “”””””” che vuol dire “pietra”.
Con il termine pietra antica si indica una pietra della quale l’ uomo ha una concezione di materiale utile per i suoi utensili ma che è lavorata rudimentalmente.All’ inizio le prime pietre sono lavorate per percussione diretta e la parte utile è molto ridotta ma poi, con l’ evoluzione, la parte utile aumenta sempre di più.
Il Paleolitico è detto anche età della pietra scheggiata perché i manufatti in pietra venivano ottenuti mediante una tecnica di scheggiatura, anziché di levigatura come nei successivi periodi.Nel Paleolitico si distinguono vari sottoperiodi, caratterizzati dal modo di ottenere manufatti di pietra: la fase più arcaica detta Paleolitico inferiore,quella successiva il Paleolitico medio e la terza, il Paleolitico superiore,quando si sviluppò l’ arte preistorica.
Con l’ evoluzione e i diversi tipi di uomo la lavorazione della pietra subì un graduale miglioramento. Per prima cosa la scheggiatura divenne bifacciale, poi col tempo si arrivò alla ripetizione della scheggiatura in modo da staccare dalla pietra delle sottili scaglie,ottenendo un oggetto regolare di forma ovale.Altro metodo era quello di far saltare via dalla roccia delle punte molto taglienti in modo da ottenere punte per oltre due metri di taglio utile. Tutte queste tecniche erano però il frutto di un’ esperienza che veniva tramandata tramite un linguaggio che non era però largamente articolato.Precedentemente al linguaggio un altro elemento aveva già radicalmente modificato le abitudini di vita dell’uomo: il fuoco.
I più antichi focolai rinvenuti sono databili intorno a 400'000 anni fa.
Con la scoperta del fuoco l’ uomo lascia la vita nomade senza rifugi per stabilirsi, anche se non in maniera permanente, in luoghi che la natura gli offre, come le caverne, dove ci si può riparare dal gelo e difendersi dalle belve, coadiuvati dalle fiamme.Nei primi insediamenti umani invece non c’ era una concezione di “casa” ma si usavano degli anfratti per ripararsi dalle intemperie. Questi insediamenti erano sempre in prossimità di corsi d’acqua e gli uomini non avevano ancora la possibilità di modificare l’ ambiente a loro piacimento, ma solo di sfruttarlo fino a che trovavano risorse utili. Con l’ evoluzione l’uomo apprende tuttavia alcuni metodi di modifica che sfrutta per la sua sopravvivenza..
Con l’ Homo Sapiens si hanno finalmente i primi edifici costruiti usando materiali che l’uomo ha trovato nei luoghi circostanti o resti degli animali cacciati.Queste capanne sono formate da ossa o pali piantati nel terreno coperti da pellicce in funzioni di pareti e tetto.
Data la possibilità, grazie ad armi e trappole sempre più evolute, di cacciare grossi animali gli uomini cominciarono a trovare metodi di conservazione del cibo per i momenti di difficoltà.Prede come il mammut o l’ orso delle caverne erano molto ambite e si ritiene che, oltre che per il freddo,questi animali si siano estinti per le cacce assidue. Possiamo quindi considerare questa estinzione come un segno di modifica dell’ ambiente da parte dell’ uomo.
Intorno a 30-20'000 anni fa i gruppi umani sono così evoluti da poter sviluppare una capacità artistica e cominciano ad incidere piccoli oggetti in osso o ad eseguire dei graffiti sulle pareti delle caverne. Una delle caratteristiche principali di questi graffiti è che, a differenza dei disegni delle popolazioni primitive odierne o dei disegni dei bambini non rappresentano le immagini con una visione soggettiva, ma illustrano in maniera fedele alla realtà degli animali o degli ambienti. Tale fenomeno è detto da Hauser “naturalismo mimetico” (dal greco ( “ ” “imitazione”). Questo naturalismo era spinto dalla volontà di formare un alter ego dell’ animale rappresentato quindi un animale che non rispecchiava la realtà era sbagliato, senza senso e non aveva utilità.
“L’uomo primitivo dipinge però non più di quello che può afferrare con un’ occhiata in un momento determinato” cioè non ha alcuna capacità di immaginazione ma si attiene a quello che vede.
I graffiti avevano un significato magico che in molti casi era un’ “azione reale con uno scopo reale”. Infatti il cacciatore disegnava una gazzella perché una gazzella sulla parete avrebbe dovuto essere una gazzella in più da cacciare.L’ uomo primitivo però non aveva alcun concetto di religione e sicuramente non credeva in dei o nella vita ultraterrena. L’arte quindi serviva solo a procurare cibo.
L’ aspetto magico dell’ arte è dato dall’ uccisione in effige,cioè dalla rappresentazione di animali trafitti atti a propiziare la caccia.
Tuttavia l’ uomo primitivo ha una concezione chiusa del mondo che lo circonda perché
se per esempio vede un determinato posto con dell’ acqua tutti i posti con l’ acqua sono in quel modo e lo stesso vale per gli animali: se un qualunque animale è scovato in una certa posa tutti gli animali hanno quella posa. Si crea inoltre un assioma dell’ interdipendenza dei simili, cioè la memorizzazione di fenomeni esterni spesso però casuali durante un avvenimento: se in una battuta di caccia si è preparata una trappola disponendo gli oggetti in un determinato ordine e la caccia va a buon fine allora tutte le trappole dovranno essere fatte così. Anche se aveva funzioni magiche e propiziatorie dobbiamo però considerare quest’ arte tendente al naturalismo, all’ imitazione, seppur meccanica, della realtà e non certo astratta della realtà.

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