Roma- San Lorenzo fuori le mura

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

La Basilica di SAN LORENZO FUORI LE MURA

La basilica di San Lorenzo fuori le mura è comunemente nota sotto la denominazione di San Lorenzo al Verano divenne la più splendida tra i sepolcri dei martiri a Roma. Verso il 330 Costantino poi eresse una vera e propria chiesa, nella quale si ebbero continue opere di abbellimento nel V secolo ad opera di alcuni papi quali Zosimo, Sisto III (che aveva arricchito di lastre di porfido e cancelli un altare eretto presso la tomba già dalla fine del IV secolo) e Ilaro, che prescelsero quel luogo per la loro sepoltura. La costruzione di un battistero e di alcuni oratori contigui rese sempre più ricco e importante il santuario. Si giunge così al tempo di papa Pelagio II (579-590) il quale, vista la basilica costantiniana fatiscente per infiltrazioni di acqua e minacciata dalle frane della contigua collina, decide un rinnovamento radicale costruendo una nuova chiesa, non rifacimento di quella costantiniana ma indipendente sopra la tomba del santo. Per rendere l'edificio più sicuro e luminoso il Papa pianeggiò la zona, e per renderlo più bello si servì anche di molto materiale di spoglio tratto da monumenti imperiali. A tre navate con matronei, la costruzione lasciò intatta, dietro l'abside, un'area catacombale retrostante a quella della tomba del Santo e la rese visibile attraverso grandi finestre aperte nell'abside stessa. Sia la basilica di Pelagio che quella costantiniana suscitano cure e abbellimenti dei Pontefici, quali Adriano I e Leone IV, finché dalla meta del IX secolo cadette in disuso la basilica “maior”. Sempre venerata, arricchita d’opere fino al Seicento, la basilica subì dal 1864 al 1870 ingenti lavori di restauro per volere di Pio IX. Di recente sono stati eseguiti ingenti lavori di restauro(1946-49) resi necessari dal bombardamento del 16 luglio 1943 che aveva distrutto gran parte della navata centrale e del portico della chiesa onoriana, con qualche danno nella basilica pelagiana.
Alla basilica, costituita dall'unione delle chiese di Pelagio II e di Onorio III, si giunge oggi dal largo piazzale d’accesso fatto ampliare da Pio IX, al cui tempo risale anche la colonna sormontata dalla statua bronzea di S. Lorenzo, opera di Stefano Galletti (1865). Introduce alla chiesa il portico Opera dei Vassello. Sotto il portico si conservano tre sarcofagi: uno, rinvenuto dall’archeologo Giovan Battista De Rossi negli scavi ottocenteschi, con scene bibliche appena abbozzate attorno al busto di una defunta, un altro del raro tipo " teglato ", a tetto, con gli spioventi segnati da travature che terminano con protomi leonine, databile all'XI secolo. Infine il terzo, forse adattato a sepoltura di papa Damaso II (1048). Le tre pareti del portico sono rivestite di affreschi della seconda meta del XIII secolo, opera di Maestro Paolo e del figlio Filippo, come diceva Sulla parete sinistra e narrata, in otto riquadri, suddivisi in due file, la storia dell'altare privilegiato: questa parte della decorazione ha sofferto moltissimi guasti ed è stata ridipinta.

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