Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Data: | 16.10.2006 |
Numero di pagine: | 4 |
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RIVOLUZIONE INGLESE
La rivoluzione inglese comincia prima della fine della guerra dei 30 anni (verso gli anni quaranta) e in seguito ad essa si afferma un modello politico a carattere liberale (al contrario dell’Europa, dove si affermerà la monarchia assolutistica).
Carlo I Stuart (1625-1649) venne giustiziato dal Parlamento inglese dopo aver messo in atto una politica assolutistica. Si avvalse dell’aiuto del ministro della politica interna, Stradford, per istituire un tribunale straordinario (dove non esisteva la difesa o i diritti), che decideva la morte per i nemici politici del re. Inoltre istituì delle tasse speciali e illegali (il Parlamento, che aveva diritto di veto sulle tasse, non lo poté fermare): i nobili che si ribellavano o venivano giustiziati o invasi dall’esercito del re nelle loro terre.
Laud, ministro degli affari religiosi, impose alla Scozia presbiteriana (movimento a ispirazione del cattolicesimo) come religione ufficiale quella anglicana (che significava imporre l’autorità del re). Gli scozzesi si ribellano e per sedare la rivolta Carlo prova a mandare i suoi cavalieri, ma non riesce. Il re dunque convoca il Parlamento per avere il diritto di istituire tasse speciali per formare un esercito. Il parlamento accetta solamente se le sue condizione vengono rispettate: abolire il tribunale speciale e abolire l’idea di assolutismo intrinseca nella politica di Carlo, ripristinando le prerogative e i poteri del Parlamento. Carlo dapprima scioglie il Parlamento per far rinunciare ai Parlamentari le loro stesse condizioni, ma accorgendosi che la borghesia e l’aristocrazia non cedono è costretto a riconvocare il Parlamento. In questa nuova seduta le richieste sono quelle di abolire il tribunale speciale, rendere conto del proprio operato al Parlamento (Grande Rimostranza) e di giustiziare Stradford: uccidere il primo ministro era come chiedere a Carlo di rinunciare all’assolutismo. Carlo I accetta le condizioni, ma nel 1642, approfittando delle grandi divisione che si erano instaurate nel Parlamento, cerca di arrestare tutti i parlamentarti; il colpo di stato però fallisce, il re è costretto a rifugiarsi a Nottingham e la guerra dilaga in tutta l’Inghilterra (alcuni nobili si allearono al re altri al Parlamento). Il conflitto armato a Londra era capeggiato da due eserciti: l’esercito del re, i Royalist (anglicani che difendevano il re e il suo progetto assolutistico: se avessero vinto in Inghilterra si sarebbe instaurata una Monarchia Assoluta) e l’esercito del Parlamento guidato da Oliver Cromwell, i Ironsides (che difendevano il Parlamento e affermavano di volere un re subordinato al potere del Parlamento: si sarebbe instaurata una Monarchia Costituzionale). Era presente inoltre un esercito di ribelli che volevano l’abolizione della monarchia e l’instaurazione di una Repubblica. Il re, fuggito in Scozia, viene portato dagli stessi scozzesi in Parlamento e Cromwell decide di giustiziarlo. Cromwell, che aveva ottenuto il potere politico poiché era a capo dell’esercito vincitore, vide un pericolo nei ribelli estremisti repubblicani, che volevano ridistribuire le ricchezze, e li espelle. L’Inghilterra diventa una RES PUBLICAE, chiamata “common wealth”, fondata sulla religione puritana. Nel 1653 Cromwell si nomina Lord Protettore e accentra tutto il potere nelle sue mani: la sua dittatura era fondata sull’esercito che aveva vinto la rivoluzione.
Nel 1658 Cromwell muore, viene ripristinato il Parlamento e gli succede il figlio, incapace però di comandare. I Levellers approfittano del periodo di instabilità politica per ribellarsi; il Parlamento, per evitare la presa di potere dei ribelli, richiama Carlo II dalla Francia, figlio di Giacomo I e restaura una monarchia. Carlo II, come il padre, è un sovrano dalle vedute assolutistiche e si allea con Luigi 14esimo, re di Francia. Nel 1685 muore e il fratello Giacomo II diventa re. Il nuovo sovrano voleva instaurare un potere assolutistica e rinstaurare il Cattolicesimo in un’Inghilterra puritana. Il Parlamento, non contento del comportamento del re, prende accordi con Guglielmo D’Orange, nobile olandese sposato con una figlia di Giacomo II, per farlo diventare re. Tra il 1688-1689 scoppia la Gloriosa Rivoluzione non violenta, dove il Parlamento difende il suo potere e il protestatesi mo incoronando Guglielmo e destituendo Giacomo II.
Guglielmo III prima di diventare re deve prestare giuramento al Parlamento dove si impegnava a rispettare tutte le prerogative di esso e il suo potere legislativo. Nasce dunque una monarchia parlamentare o costituzionale, dove il re è subordinato al Parlamento (il gabinetto dei ministri infatti doveva rendere conto del suo operato al Parlamento). Nascono i due più importanti partiti Inglesi: i Whigs, liberali, e i Tories, conservatori.
I Puritani:
- il puritanesimo, nonostante fosse una fede di minoranza, vinse l’esercito anglicano di Carlo I: si scagliarono infatti contro assolutismo e anglicanesimo.
- i puritani volevano uno stato laico e tollerante (infatti aprirono le università a tutte le persone di religione diversa). Affermarono uno “stato limitato”, cioè lo Stato non poteva intromettersi o influenzare la coscienza o la religiosità del popolo. Questa idea si insinuò anche nel settore economico: tutelarono il privato.
- i puritani, nonostante affermassero di essere contrari alla democrazia, portarono in America il principio democratico (la democrazia religiosa passò anche a livello politico).