Riforma Luterana e Controriforma

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

STORIA

LA QUESTIONE DELLE INDULGENZE E LA PREDICAZIONE DI LUTERO_
• Con l’umanesimo (1400) e l’assimilazione dei suoi principi la chiesa si avviò smpr più verso la laicizzazione. A giudizio di molti la chiesa aveva rinunciato alla propria identità religiosa, smarrendo l’ispirazione evangelica e perdendo così di vista la missione assegnata da Cristo. Sorsero così movimenti critici nei confronti degli stili mondani, condannando la decadenza dei costumi e il corrompimento delle cariche. Esempio fu Savonarola che per i suoi violenti atti di accusa contro Alessandro VI Borgia, venne da lui scomunicato e mandato al Rogo (1498).
• Un’importante orientamento che si svolse comunque nei canoni della chiesa fu la devotio moderna, i cui aderenti (“fratelli e sorelle della vita comune”) praticavano un cristianesimo fondato sull’interiorità, sulla preghiera individuale, impegnandosi a imitare il modello morale e spirituale rappresentato da Gesù. Si rese interprete dell’esigenza della riforma di carattere morale l’Olandese Erasmo da Rotterdam. Erasmo voleva rendere accessibile la Bibbia a tutti i fedeli, affinché ciascuno ritrovasse in essa l’esempio di Cristo. Nella sua opera più nota, l’elogio alla follia, egli condusse una satira sferzante dei costumi immorali del clero; fu infatti questo uno dei libri proibiti (presente nell’indice dei libri proibiti) indetti dal concilio di Trento.
• Le critiche contro la corruzione mondana della chiesa si rafforzarono con la campagna per la raccolta delle indulgenze. Secondo questa pratica, in cambio di un’offerta alla chiesa si prometteva ai fedeli la remissione o l’abbreviazione delle pene da dover scontare nel purgatorio. Tali andavano poi in parte per la costruzione della Basilica di S.Pietro a Roma, in parte( come nel caso dell’Arcivescovo di Magonza) servivano a saldare i debiti da lui contratti con le persone che lo avevano votato vescovo.
• La campagna contro le indulgenze incontrò in Germania crescenti ostilità e resistenze.
o Sul piano religioso perché non erano mai state definite con nettezza dalla chiesa, se pur praticate da tempo.
o Sul piano economico i contadini poveri non potevano permettersi tali spese.
o Sul piano politico i principi tedeschi non tolleravano dover vedere tale flusso di denaro andare nelle casse del pontefice di Roma(per loro principe straniero)
• In tale contesto intervenne il monaco agostiniano Martin Lutero che affisse sulle porte del Duomo di Wittenberg (1517) le “95 tesi”, affermazioni queste contro la chiesa accusandone il comportamento e non la dottrina. Lutero affermava che solo Dio aveva la facoltà di rimettere i peccati e darne la pena, mettendo in discussione la figura del papa. I punti principali del suo pensiero, che lo portarono poi ad essere considerato eretico furono:
o Giustificazione (salvezza)_ Lutero sostiene che la salvezza è ottenuta unicamente mediante la fede nella grazia di Dio. Quando il cristiano serve il prossimo e si conduce in modo moralmente ineccepibile lo fa liberamente e gratuitamente per piacere a Dio e non utilitaristicamente per ottenere la ricompensa della salvezza
o Servo arbitrio_ Lutero sosteneva che l’uomo dopo il peccato originale non può che essere peccatore. L’uomo non ha la capacità di scegliere tra bene e male, egli è destinato fin dalla nascita. Per Lutero concedere all’uomo la libertà di decidere del proprio destino di salvezza significherebbe limitare la libertà e l’onnipotenza di Dio.
o Per Lutero il fedele era libero di esaminare la Bibbia da sé attenendosi al significato letterale del testo; a differenza della chiesa che imponeva l’interpretazione data dalle autorità ecclesiastiche. In questa prospettiva Lutero si impegnò direttamente nella traduzione in tedesco della Bibbia, affinché il latino ecclesiastico non costituisse un ostacolo. L’esigenza di leggere direttamente il testo biblico spinse molti a imparare a leggere e ciò produsse un notevole incremento dell’alfabetizzazione.
o Sacerdotio universale_ Lutero sostiene che tutti i credenti sono sacerdoti e che non è quindi necessaria alcuna struttura che faccia da tramite fra Dio e i credenti. In conseguenza, Lutero nega il valore dei sacramenti (sprtt quello della confessione), accettando solo quelli istituiti da Gesù ()Battesimo e Eucarestia). Riguardo all’Eucarestia Lutero rifiuta la tradizionale dottrina della transustanziazione (la sostanza del pane e del vino all’atto della consacrazione si compenetrano con quella del sorpo e del sangue) e vi si oppone quella della consustanziazione (la sostanza del pane e del vino nell’eucarestia si affiancano a quella del corpo e del sangue, non compenetrandosi)
o Per Lutero l’autorità politica è stata istituita da Dio, quindi anche i buoni cristiani devono sottomettersi.
o Lutero rifiuta la dottrina tradizionale della separazione tra potere temporale e potere spirituale. Il potere politico ha anche una diretta responsabilità in campo religioso: i re e i principi hanno infatti il compito di assicurare l’affermazione della vera dottrina cristiana negli stati da loro governati.
• La curia romana inizialmente sottovalutò la protesta dei principi tedeschi, ma poi invitò Lutero a ritrattare le tesi sulle indulgenze. Nel 1518 fu accusato di eresia e grazie all’intervento del principe di Sassonia, Federico il Saggio, Lutero dovette solo avere un incontro con il cardinale tedesco. Ma non ritrattò e allargò anzi i temi della propria contestazione. Neanche la Bolla Papale Exsurge Domine (1520, che condannava pesantemente l’eresia tedesca), fermò Lutero, che anzi la diede alle fiamme ribadendo con forza le posizioni dottrinali condannate. Roma reagì a sua volta colpendolo con la scomunica e condannando per eresia Lutero e i suoi seguaci.
• Quando poi Carlo V lo invitò alla dieta di Worms del 1521 Lutero confermò puntigliosamente le proprie posizioni. Trovò quindi rifugio presso il castello di Federico il Saggio e si sottrasse così all’esecuzione della condanna per eresia. Lutero fu però chiaro nel far capire che la sua rivolta non coinvolgeva gli ambiti politico economici. Infatti, non sostenne una rivolta di uncini cavalieri contro la grande aristocrazia ecclesiastica,
• Come non sostenne una ribellione dei contadini tedeschi (1524) di motivo economico. Da Lutero fu anzi sollecitata una dura repressione, messa in atto nel 1525 a Frankenhausen, dove l’esercito dei principi sconfisse in battaglia le bande dei rivoltosi e Thomas Munzer (ex collaboratore di Lutero, a capo della protesta cittadina), venne catturato e giustiziato con centomila contadini.

RADICAMENTO E DIFFUSIONE DELLA RIFORMA. IL CALVINISMO_
• Nel 1526 Carlo V riconobbe ai principi tedeschi la libertà di adesione al luteranesimo. Tuttavia in una successiva dieta del 1529 (avvicinandosi a un’alleanza con il papato) Carlo V tornò al pensiero iniziale, esigendo l’esecuzione di Lutero e imponendo il divieto di ogni forma di proselitismo luterano. Così nella dieta di Augusta (1530) i principi tedeschi aderenti al luteranesimo presentano al’imperatore una sintesi delle posizioni luterane (Confessione Augustana).
• Dopo che i principi aderenti alla riforma si erano riuniti nella Lega di Smarcalda alleandosi con la Francia contro l’imperatore; Carlo V concesse ai protestanti di professare la loro fede. Nel 1555 con la pace di Augusta fu sancita e accettata la divisione religiosa della Germania in base al criterio che i principi tedeschi erano liberi di scegliere a quale religione aderire, mentre i sudditi dovevano adeguarsi alle decisioni del proprio principe.
• Negli stessi anni il movimento di riforma religiosa interessava anche altri paesi. In svizzera ad esempio si sviluppò la dottrina di Zwingli che poneva in primo luogo alcuno punti come la contestazione del culto dei santi (secondo cui era un’espressione di una religiosità superstiziosa) e il sacramento dell’eucarestia (Zwingli considera il sacramento come semplice simbolo della presenza di Cristo nella comunità raccolta in suo nome). Zwingli morì nel 1531 in una battaglia contro una coalizione cattolica.
• Ebbe maggiore risonanza la riforma intrapresa a Ginevra da Giovanni Calvino. Anche nella sua dottrina era ridotta l’importanza dei sacramenti: la messa e la celebrazione dell’eucarestia, erano concepite da Calvino come un rito in memoria dell’ultima cena, e veniva negata la presenza reale di Cristo nel pane e nel vino. È fondamentale il punto (come in Lutero) della predestinazione (incrocio tra giustificazione e servo arbitrio) e della negazione dell’efficacia delle opere (non sono le opere buone a salvare l’uomo ma unicamente la fede in Dio).
• Ciò non significa che esser non abbiano alcun valore. È anzi grazie alla grazie di Dio che fa operare bene l’uomo. Il bene operare viene quindi concepito come un segno o una prova della grazie divina.
• A Ginevra Calvino istituì e organizzò in prima persona una chiesa riformata (le cui linee generali furono fissate nelle “Ordinanze ecclesiastiche” del 1541. Calvino distingue tra
o Chiesa invisibile (cui partecipano tutti i predestinati)
o Chiesa visibile (dove gli eletti recano viva testimonianza della vera dottrina) che si ispira al modello della comunità degli apostoli, dove ognuno svolge il proprio compito.
• Dalle “Ordinanze” di Calvino derivò uno stretto controllo dell’autorità ecclesiastica su tutta la vita politica e civile di Ginevra, regolata sulla base di principi religiosi. Numerosi furono i seguaci di Calvino che in Francia vennero chiamati Ugognotti e in Inghilterra Puritani.
• Nuovo movimento interessò stavolta l’Inghilterra dove il re Enrico VII chiese l’annullamento del matrimonio, volendo divorziare. Non avendo il consenso del papa Enrico non ebbe scrupoli a sposare ugualmente un'altra donna, e fu per questo raggiunto da una scomunica. Per tutta risposta, con l’Atto di Supremazia del 1534 il re si proclamò al capo della Chiesa d’Inghilterra.
• Per quanto la chiesa anglicana sia stata influenzata dal luteranesimo e dal calvinismo, rimase invece simile a quella cattolica per la liturgia e per il carattere gerarchico dell’organizzazione ecclesiastica.

REAZIONE CONTRO LUTERO E RINNOVAMENTO DELLA CHIESA_
• Per combattere e opporsi alle dottrine protestanti la chiesa reagì con condanne e scomuniche. La necessità di avere una struttura ecclesiastica compatta ed efficace, per combattere il protestantesimo, favorì una profonda riorganizzazione della chiesa intorno a un forte centro propulsore (Inquisizione, papa, curia romana). La reazione contro la riforma protestante caratterizza le vicende della chiesa romana, e per questo tale periodo della storia ecclesiastica viene definito Controriforma.
• Tuttavia, le profonde trasformazioni sono dovute anche a autonome spinte all’interno della chiesa. È per questo che tale periodo viene anche definito Riforma Cattolica.
• Un aspetto importante del rinnovamento cattolico fu la ricerca di un rapporto diretto con Dio attraverso un percorso di ascesi (percorso di rinuncia alle cose terrene e di elevazione, alla ricerca di un rapporto privilegiato con Dio). Un esempio fu la spagnola Teresa d’Avila che, entrata nel 1536 nell’ordine carmelitano, si dedicò a riformarlo. I conventi delle carmelitane scalze da lei promossi, offrirono un modello per tutti i conventi di clausura dell’epoca della controriforma (prevedendo unicamente la preghiera ed il completo distacco dal mondo esterno)
• Teresa d’Avila si inserisce in una più generale tendenza al rinvigorimento degli ordini tradizionali e al fiorire di nuovi ordini religiosi
o I frati predicatori DOMENICANI si impegnarono con vigore nella lotta contro l’eresia luterana.
o I FRANCESCANI conobbero nuove proposte di rinnovamento, alcune rimasero all’interno dell’ordine, altre furono l’origine di un nuovo ordine: i cappuccini.
o I CAPPUCCINI proponevano una severissima osservanza della povertà francescana.
o I TEATINI (1524) noti per l’elevata cultura e l’impegno nella predicazione.
o I BARBABITI (1530) attivi nel campo dell’educazione.
o I FATEBENEFRATELLI (1540) dediti all’assistenza dei malati.
o Gli ORATORIANI (1552) noti per l’assistenza e la formazione dei giovani.
• Il più potente degli ordini di nuova formazione fu la Compagnia di Gesù, il quale fondatore è Ignazio di Loyola. I gesuiti si impegnarono inizialmente nella predicazione rivolta ai ceti popolari, attenta agli aspetti morali conformemente alle prescrizioni della devotio moderna. I gesuiti si specializzarono nell’attività missionaria e nella formazione dei giovani, istituendo collegi fondati e gestiti dai gesuiti (qui venivano avviati i novizi della compagnia e i figli dell’aristocrazia laica) Ad attrarre i giovani erano la qualità degli insegnanti e l’originale piano di studi (Ratio studiorum) che prevedeva prima della formazione teologica un quinquennio di studi letterali e umanistici e un triennio di filosofia (che comprendeva anche le scienze).
• Il rapido successo della compagnia è legato a:
o Alla spregiudicatezza con cui spesso i gesuiti si muovevano per realizzare la propria missione
o All’organizzazione interna rigidamente accentrata e strutturata gerarchicamente secondo il modello militare con a capo un “generale” nominato a vita.
o All’assoluta sottomissione al papa, nei confronti del quale i gesuiti proclamavano un’obbedienza cieca.
• Un’altra manifestazione innovatrice fu quella di
o Erasmo da Rotterdam (critico nei confronti del malcostume ecclesiastico,rifiutava le tesi teologiche più radicali del protestantesimo e auspicava che le parti in conflitto ritrovassero un terreno di dialogo e pacificazione)
o Juan de Valdès (rifiutava la polemica luterana ma negava il valore degli aspetti esteriori della vita religiosi, ponendo l’accento sulla coscienza individuale del rapporto con Dio)
• Questo atteggiamento venne condiviso da esponenti di primo piano dell’aristocrazia e del mondo intellettuale come dai cardinali Pole e Morone, entrambi per decenni ai vertici delle istituzioni ecclesiastiche e tra i membri più influenti della collettività dei cardinali. Coloro che intrapresero questo pensiero furono definiti “spirituali”, essi erano quindi sensibili ad alcuni aspetti della predicazione protestante e si opponevano alla rottura dell’unità dei cristiani promuovendo il dialogo con i riformatori.
• Un’interpretazione diametralmente opposta fu offerta dai cosiddetti intransigenti, il cui esponente era Carafa. Questa corrente riconosceva l’esigenza di una riforma della chiesa, di una maggior severità dei costumi, e di una più efficace organizzazione, ma a tutto ciò associava anche l’energia nella difesa del patrimonio dottrinale ricevuto dalla tradizione cattolica e per la lotta alle dottrine luterane e calviniste e la repressione degli eretici. Lo strumento usato per l’attuazione di questo programma divenne la Congregazione del Sant’uffizio, supremo tribunale dell’Inquisizione romana.
• Il Sant’Uffizio agì contro gli eretici e contro orientamenti di pensiero interni alla chiesa romana colpendo sprtt le correnti spirituali: Pole e Morone furono sottoposti a processo d’inquisizione e Morone fu addirittura incarcerato per quasi due anni a Castel Sant’Angelo.

IL CONCILIO DI TRENTO_
• L’evento più rappresentativo della risposta cattolica alla Riforma protestante fu il concilio di Trento, convocato da papa Paolo III Farnese nel 1545 e durato fino al 1563. Con l’esplosione della protesta luterana, la convocazione di un concilio era apparsa come la via maestra. La convocazione del concilio era stata sollecitata dall’imperatore Carlo V e bloccata dalle resistenza degli intransigenti (che non erano disponibili a venire a patti con il nemico) e l’avversione dei papi (che temevano l’indebolimento del ruolo del pontefice e della sede romana).
• Quando infine nel 1545 il concilio fu aperto il conflitto tra cattolici e protestanti attraversava in quel momento una fase molto acuta, i protestanti infatti rifiutarono di intervenire al concilio con propri rappresentanti; il concilio non potendo realizzare la pacificazione si trasformò in uno strumento di lotta contro i protestanti.
• Furono infatti confermate le tesi
o Dei sette sacramenti (fu ribadito che nell’eucarestia è veramente e realmente presente il corpo e il sangue di cristo; fu riaffermato il valore del sacramento del sacerdozio, contro la tesi del sacerdozio universale)
o Della dottrina della giustificazione attraverso la fede e le opere
o Del libero arbitrio dell’uomo
o Della validità della Bibbia latina e la necessità di una sua corretta interpretazione, coerente alla tradizione della chiesa.
o Del culto dei santi.
• Il concilio assunse inoltre importanti decisioni
o sull’organizzazione della chiesa, rafforzandone la gerarchia con al vertice il papa, poi i vescovi, il clero e i fedeli.
o Introdusse l’obbligo della residenza dei vescovi nelle loro diocesi e dei parrochi nelle loro parrocchie con la sollecitazione di compiere visite pastorali alle comunità diocesane.
o Vennero istituiti i seminari per la formazione del clero.
o Un altro aspetto fu la moralizzazione della vita religiosa con l’obbligo per il clero di una vita modesta e integra.
• Da un lato il concilio trovò forti proteste, ma l’attuazione pratica dei decreti conciliari (promulgati nel 1564) vide in prima fila alcuni vescovi, che si impegnarono per realizzare nelle loro diocesi quanto stabilito a Trento.
• Esemplare in questo senso fu il ruolo svolto dal cardinale Carlo Borromeo, che restaurò la sua chiesa, promosse seminari per la formazione del clero, e ristabilì la magnificenza dei cerimoniali per richiamare il popolo alle sue funzioni religiose.
• Una dura battaglia fu combattuta da un lato con la repressione più dura dei gruppi protestanti, dall’altro con la ricerca degli strumenti più efficaci per legare i fedeli al culto cattolico. In Italia (come in molte parti della Francia e della Spagna) la repressione fu durissima e condusse in poco tempo alla completa eliminazione della presenza protestante nella penisola.
• Lo strumento principe della repressione dell’eresia su il Sant’Uffizio, istituito da Papa III nel 1542. La congregazione del Sant’Uffizio coordinava i lavori dei tribunali dell’inquisizione romana; essa istruiva processi per eresia spesso sulla base di confessioni estorte con terribili torture o ottenute in confessionale (i sacerdoti dovevano mettere a disposizione dei tribunali le informazioni assunte in confessione e negare l’assoluzione a chi si rifiutasse di riferire conoscenze su presunti eretici) usando la confessione come strumento di potenza. Dopo la conclusione del processo, i condannati erano affidati al “braccio secolare” (forza armata) per l’esecuzione della condanna.
• L’inquisizione perseguì appartenenti a tutti i gruppi sociali tra cui ricordiamo Campanela, Bruno e Galileo Galilei.
• Un altro fondamentale strumento di repressione in campo culturale fu L’Indice dei Libri Proibiti, istituito da Paolo IV nel 1559. In esso venivano segnalati tutti i libri di cui la lettura era proibita, perché il contenuto espressamente eretico o sospetto di eresia.
• La repressione ecclesiastica si indirizzò anche contro le forme tradizionali di culto e in genere di cultura popolare che apparivano in contrasto con la religione. Ne fecero in particolare le spese numerose donne, accusate in quanto streghe, di avere rapporti con il diavolo.
• Dopo il concilio di Trento la ripresa della chiesa cattolica comportò anche un intenso sforzo di elaborazione culturale: la chiesa si impegnò anche a ristabilire un dialogo con la cultura laica.

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