Orto botanico Padova

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Testo

L’ORTO BOTANICO DI PADOVA
Cenni Storici :
L’orto botanico di Padova, fondato nel 1545, è il più antico Orto Botanico Universitario del mondo.
Fu istituito, su delibera del Senato della Repubblica Veneta, per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei ”semplici”, cioè di quei medicamenti che provenivano direttamente dalla natura. Per questa ragione i primi Orti Botanici si chiamarono Giardini dei Semplici.
Regnava allora grande incertezza circa la identificazione delle piante usate in terapia dai celebri medici dell’antichità e frequenti erano errori e frodi, con grave danno per la salute pubblica. L’istituzione dell’Orto, sollecitata dal lettore dei Semplici Francesco Bonafede, avrebbe facilitato gli studenti a riconoscere le vere piante medicinali dalle sofisticazioni.
Il primo “ custode ” dell’Orto, Luigi Squalermo detto Anguillara, fece piantare un gran numero di piante ( circa 1800 ).
A causa dei continui furti notturni, nonostante le gravi pene previste( multe, carcere, esilio) per chi avesse arrecato danni all’Orto, fu costruito un muro circolare di recinzione.
L’Orto fu continuamente arricchito di piante provenienti da varie parti del mondo e specialmente dai paesi dove la Repubblica di Venezia aveva possedimenti o scambi commerciali. Per questo Padova ha avuto un posto preminente nell’introduzione e nello studio di molte piante esotiche.
L’Orto è stato testimone dell’evoluzione della Botanica da scienza applicata alla medicina alle varie branche attuali. Annesse all’Orto si costituirono la biblioteca, l ’erbario e vari laboratori, talvolta sacrificando anche delle serre. Come analoghe istituzioni universitarie italiane e straniere, l’Orto Botanico di Padova svolge una intensa attività didattica e divulgativa, varie attività di ricerca e si interessa alla conservazione di specie rare e minacciate.Nel 1997 l’Orto Botanico è stato iscritto sulla Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Alla fine del ‘500 si volle che il segno dell’Orto fosse anche marcato da molte fontane alimentate da un gigantesco idroforo a ruota, soprattutto per garantire l’irrigazione. L’attuale aspetto del palazzo principale risale ai secoli XVII e XVIII.
Nel 1704 poi, furono realizzato i quattro cancelli e i portali di ingresso con grandiosi acroteri di rosso ammonitico sovrastati da piante in ferro battuto.
Nella prima metà del ‘700 lungo il perimetro esterno il muro fu ingentilito da una balaustra in pietra d’Istria su cui furono collocati vasi e busti di importanti personaggi.
Appartengono allo stesso secolo la statua di Teofrasto presso la porta sud e quella di Salamone ( firmata da Antonio Bonazza ), punto locale della porte est e della fontana delle quattro stagioni, completata anche da quattro busti settecenteschi in marmo di Carrara.
Nell’Orto si contano tre meridiane: una cubica, una sferica e una cilindrica. Nella prima metà dell’800 vengono realizzate le serre e il teatro botanico; sul cornicione vengono collocati i busti di eminenti botanici fra cui Carlo Linneo.
Una delle serre è ancora originale con le colonnine e archi in ghisa.
D A I E R I . . . . . . . . . . . . . . . . .
Le architetture :
La prima parte del ‘500 vide a Padova uno straordinario impegno di edilizia pubblica con una nuova potente cinta muraria bastionata e la realizzazione da parte del bergamasco Andrea Moroni dei più importanti monumenti pubblici come la Basilica di Santa Giustina in Prato della Valle, il Municipio, l’Università.
Con precedenti così augusti, l’Orto Botanico, non poteva essere solo uno spazio in cui coltivare, acclimatare e mostrare piante, doveva essere anche un “ monumento”.
La tradizione vuole che allo stesso Moroni la Serenissima abbia affidato la realizzazione dell’Orto Botanico pensato da Daniele Barbaro, patrizio veneziano, ambasciatore della Repubblica, uomo di grande cultura e traduttore del De Architectura di Vitruvio. Gli furono d’esempio gli Horti Conclusi medievali, mentre il forte segno architettonico fu conferito dalla perfezione del cerchio col quadrato inscritto, divisi in quattro parti da due viali orientati secondo i punti cardinali.
L’Orto fu realizzato immediatamente, tanto che fu inaugurato nello stesso 1545 e l’ostensio, cioè le lezioni pratiche, vi furono impartite dall’anno successivo.
In ogni quarto le “ particelle ” in cui coltivare le diverse specie, erano composte fra loro in differenti eleganti geometrie.
Alla fine del ‘500 si volle che il segno dell’Orto fosse anche marcato da molte fontane alimentate da un gigantesco idroforo a ruota, soprattutto per garantire l’irrigazione. L’attuale aspetto del palazzo principale risale ai secoli XVII e XVIII.
D A I E R I . . . . . . . . . . . . . . . . . .... .. . . .
Nel 1704 poi, furono realizzato i quattro cancelli e i portali di ingresso con grandiosi acroteri di rosso ammonitico sovrastati da piante in ferro battuto.
Nella prima metà del ‘700 lungo il perimetro esterno il muro fu ingentilito da una balaustra in pietra d’Istria su cui furono collocati vasi e busti di importanti personaggi.
Appartengono allo stesso secolo la statua di Teofrasto presso la porta sud e quella di Salamone ( firmata da Antonio Bonazza ), punto locale della porte est e della fontana delle quattro stagioni, completata anche da quattro busti settecenteschi in marmo di Carrara.
Nell’Orto si contano tre meridiane: una cubica, una sferica e una cilindrica. Nella prima metà dell’800 vengono realizzate le serre e il teatro botanico; sul cornicione vengono collocati i busti di eminenti botanici fra cui Carlo Linneo Una delle serre è ancora originale con le colonnine e archi in ghisa.
Gli alberi :
Fino al 1984 è vissuto un Vitex agnus – castus la cui presenza è testimoniata dal 1550 ma, forse, era più vecchio dello stesso orto, perché questa specie era usata dai Benedettini in quanto si riteneva avesse capacità afrodisiache. La pianta più antica vivente è ora una palma di S. Pietro piantata nel 1585; essa viene chiamata “Palma di Göethe” da quando il sommo poeta tedesco nel 1786, dopo averla studiata, espresse la sua intuizione evolutiva nel saggio del 1790 su La Metamorfosi delle piante; questa palma si trova in una sua serra all’interno del Hortus Sphaericus dove vivono anche altre piante arboree importanti, risalenti alla metà del ‘700 , il ginkgo e la magnolia ritenute tra le più antiche d’Europa.
All’esterno, nell’Arboretum, vive dal 1680 un gigantesco platano col fusto cavo a causa di un fulmine.
Col Prefetto ( 1760 – 1793 ) Giovanni Marsili, sulle aree esterne al Hortus Cinctus, viene realizzato un Arboretum; esso viene, poi, copletato dal Prefetto Roberto de Visiani con l’impianto di importanti conifere (cedri e pini), delle due magnolie d’ingresso e la realizzazione di un monticello (Belvedere) con sentieri sinuosi secondo un disegno di parco all’inglese.
Nell’Arboretum è presente un tronco sezionato di olmo (Ulmus minor) vissuto nell’Orto fino al 1991 su cui sono evidenziatigli anelli annuali di crescita. Esistono ancora gli annosi cipressi calvi originari delle paludi della florida e della Luisiana e due esemplari di Metasequoia glyptostroboides, specie conosciuta solo fossile fino al 1942, e trapiantata nel nostro Orto nel 1961.
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Le collezioni :
In conseguenza della limitata disponibilità di serre, le collezioni vive dell'Horto sono collocate prevalentemente all'aperto. Il numero delle piante coltivate è attualmente di circa 6.000 esemplari e la loro collocazione segue prevalentemente criteri tassonomici, utilitaristici, ecologico-ambientali e storici. La collezione sistematica è concentrata nelle quattro maggiori aiuole centrali e ordinata secondo il sistema di Engler basato sui rapporti filogenetici delle famiglie rappresentate.
Tra le collezioni a finalità utilitaristica, particolare significato riveste la raccolta di piante medicinali. Ciascuna pianta è contrassegnata da un cartellino che riporta il nome scientifico e le principali proprietà terapeutiche.
È stata recentemente allestita una raccolta di piante velenose con finalità spiccatamente didattiche. Molte di queste piante velenose si trovano anche nel settore delle piante medicinali, in quanto, a dosi opportune, possono esplicare una benefica attività nella cura delle malattie.
Nell’Orto Botanico sono presenti, tra l'altro, anche collezioni di piante con caratteristiche particolari che vengono coltivate all’aperto o in serra.
• Piante Insettivore : le piante insettivore compiono la fotosintesi regolarmente. Esse sono caratteristiche di terreni particolarmente poveri di azoto per cui sono costrette a procurarselo dalle proteine di alcuni piccoli insetti. A questo scopo hanno elaborato particolari modificazioni delle foglie che funzionano come trappole per la cattura delle prede e possono essere attive o passive. Trappole attive sono per esempio le foglie della dionea che si chiudono attivamente ripiegandosi lungo la nervatura centrale quando i sensibili peli di cui sono rivestite intercettano la preda. Trappole passive sono invece le foglie delle drosere su cui si possono osservare dei peli ghiandolari che secernano un muco vischioso e odoroso che attira le prede e le intrappola ( viene chiamata anche carta moschicida).

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• Piante Medicinali e Velenose : all’interno del Hortus Cinctus nei settori VIII e IX si trova una collezione di piante medicinali. Questa collezione ha un particolare significato storico perché ricorda anche lo scopo originario per il quale l’Orto Botanico fu istituito . Le piante contenute nelle varie “parcelle” hanno un cartellino che ne indica, oltre il nome, le proprietà farmaceutiche. In un altro settore vengono coltivate alcune delle più comuni piante velenose.
• Piante dei Colli Euganei e piante rare del Triveneto : questi due settori sono di recente costituzione e rispondono a uno dei ruoli fondamentali degli Orti Botanici: far conoscere al pubblico le piante più caratteristiche presenti nel territorio dove si trova l’Orto e collezionare, conservare e studiare le piante minacciate di scomparsa.
• Piante introdotte in Italia dall’orto Botanico : davanti alle serre sono coltivate alcune piante che furono introdotte per la prima volta nell’Orto Botanico di Padova e da questo poi diffuse in tutto il territorio nazionale. Sui cartellini è segnato anche l’anno di introduzione. Tra queste sono l’acacia, la patata, il girasole, il gelsomino, etc.
Gli ambienti:
Le piante, più di ogni altro organismo vivente, sono legate all’ambiente. L’evoluzione ha giocato un ruolo essenziale nell’adattamento di ogni vegetale ai particolari luoghi dove cresce e si riproduce. Le caratteristiche ambientali sono determinate essenzialmente dal tipo di suolo, dalla temperatura, dalla quantità di acqua e dall’irradiamento solare. Nell’Orto sono stati ricostruiti alcuni ambienti naturali dove vengono coltivate le piante che li caratterizzano.
• Macchia Mediterranea : è la vegetazione caratteristica delle coste di tutto il bacino del Mediterraneo con clima caratterizzato da estati calde e aride e inverni miti. La macchia si presenta come un insieme fitto di cespugli, arbusti e alberi sempreverdi: inoltre si trovano molte piante rampicanti, spesso spinose, che contribuiscono a renderla impenetrabile.
• Giardino Alpino : al di sopra del bosco montano si presenta la zona caratteristica dell’ambiente alpino, con una distesa di detriti rocciosi tenuti insieme proprio dalle radici delle piante di questo ambiente; esse hanno l’aspetto di arbusti o piccoli alberi contorti come il pino mugo, il ginepro nano, ecc.
Gruppo:
Bossan Giulia
Caldari Marianna
Camporese Elisa
Cominato Erika
De Biasia Valentina

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• Ambiente d’acqua dolce: nelle numerose vasche dell’Orto sono coltivate le piante acquatiche. Queste, pur appartenendo a famiglie diverse, presentano adattamenti analoghi a causa delle condizioni determinate dall’ambiente acquatico.
• Piante Succulente: nella buona stagione viene ricostruito un ambiente desertico, proprio di quelle che vengono chiamate piante grasse.
• Serre delle Orchidee: davanti al giardino alpino c’è una serra chiamata delle orchidee. É ombreggiata e al suo interno esiste un’alta umidità atmosferica. Questo microambiente caldo umido permette la coltivazione delle piante proprie delle foreste tropicali.

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