Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Data: | 12.11.2001 |
Numero di pagine: | 4 |
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Testo
Nel 1642 scoppia la guerra civile: la camera dei Comuni riesce a mobilitare la protesta popolare a proprio favore, facendo leva sulla difesa di una religiosità contraria a quella ufficiale; il re assorbe quella fascia d’aristocrazia intimorita dal radicalismo rivoluzionario; molti oscillano tra realisti e parlamentari, secondo l’andamento degli eventi. Nel 1643 la guerra civile si allarga, coinvolgendo gli Scozzesi – alleati dell’esercito parlamentare – e gli Irlandesi – alleati del sovrano. Se inizialmente i Cavalieri di Carlo dimostrano la loro supremazia militare, in seguito gli eserciti parlamentari (New Model Army), grazie alla maggior disponibilità finanziaria e alla forza degli Ironsides di Cromwell , riescono a ribaltare la sorte della guerra sconfiggendo ripetutamente le milizie del re (1644-1645).
Le vittorie militari del Parlamento non chiudono la rivoluzione, anzi aprono una complessa e tormentata situazione che segna il passaggio di potere nelle mani del nuovo esercito guidato da Cromwell, d’ispirazione libertaria e egualitaria. La nuova fase politica (1645-1649), caratterizzata dal prevalere del radicalismo religioso dei militari, innesca dissidi di notevole entità all’interno del movimento parlamentare, mettendo anche in evidenza forti differenziazioni di natura religiosa. Nel parlamento, infatti, predominano i puritani presbiteriani che intendevano mantenere la Chiesa in una posizione subalterna rispetto all’autorità politica e utilizzarla come strumento di potere; l’esercito di Cromwell invece era formato da esponenti puritani indipendenti, radicali che rifiutavano l’organizzazione presbiteriana della Chiesa per rivendicare la libertà di aggregarsi alla comunità parrocchiale preferita. Questi argomenti furono alla base di un dibattito generale, indetto dall’assemblea dell’esercito, per discutere dell’atteggiamento politico da osservare. In questa riunione trovarono spazio le rivendicazioni piu’ radicali: quelle dei livellatori che volevano uno Stato repubblicano e democratico fondato sul riconoscimento del diritto di voto a tutti gli uomini liberi e non legati al re che avessero compiuto ventun anni; e gli zappatori che proponevano l’abolizione della proprietà privata in nome di un’antica e mitica uguaglianza sociale. Cromwell cercò di mantenere posizioni di mediazione con il Parlamento e, se rifiutò lo scioglimento dell’esercito, non accettò le richieste egualitarie avanzate dai gruppi piu’ radicali della truppa. Fra esercito e Parlamento si apriva un conflitto che rischiava di vanificare i risultati ottenuti dalla rivoluzione.Tuttavia nel corso del 1645 il Parlamento prosegue nello smantellamento degli organi centrali della monarchia e attua piani di riforme. Dopo un ennesimo tentativo realista sventato dall’Esercito dei Santi (1648) e dopo la “Purga di Pride” (1648), volta ad epurare i presbiteriani piu’ intransigenti, Carlo I viene condannato a morte (1649) lasciando esterrefatta l’Europa intera: è una sentenza di condanna del diritto divino dei re. Il Parlamento, composto da puritani indipendenti schierati con Cromwell, dichiara la fine della monarchia, abolisce la camera dei Lords e instaura la Repubblica.
La Repubblica di Cromwell,incapace di trovare consensi su base istituzionale, non tarda a manifestare i suoi aspetti autoritari e di stabilità. Esito di una guerra civile nella quale si sono manifestate esigenze diverse e contrastanti, la Repubblica risulta fin dal suo inizio una soluzione precaria.Avviata una forte azione repressiva contro i movimenti di dissenso interno, sistemata con la forza la situazione in Irlanda e in Scozia, nel 1651 l’intera Gran Bretagna è nelle mani di Cromwell, che tuttavia non riesce a legittimare il suo operato attraverso il consenso generale.La necessità di dare al paese una stabile forma di governo indusse Cromwell e gli altri ufficiali dell’esercito ad elaborare un documento, l’Instrutment of Government (Strumento di Governo ,1653), nel tentativo di definire una normativa valida come base costituzionale per la repubblica. La suprema autorità era riconosciuta in un Lord Protettore, carica accordata a Cromwell. Ma la soluzione dittatoriale sopisce molti degli impulsi democratici e verso la fine degli anni ’50, in un clima di forte tensione, molti sono coloro che ipotizzano il ripristino degli antichi organismi.
Nel 1658 Oliver Cromwell muore lasciando al figlio Richard il difficile compito di procedere nel Protettorato. Privo però dell’autorità e del prestigio del padre, l’erede di Cromwell non riuscì ad impedire il ritorno di Carlo II Stuart. Infatti, dopo due anni di forte instabilità, l’intervento del generale Monck , consentì allo Stuart di riprendere posto sul trono di Londra.
Fu una restaurazione senza fratture in un clima di conciliazione nazionale , non un ritorno all’assolutismo ma un modo per restituire ad un paese ormai lanciato nei traffici internazionali ( i governi della restaurazione proseguirono la stessa linea mercantile tracciata da Cromwell, riconfermando quindi l’Atto di Navigazione,con il quale si stabiliva che il trasporto di merci in partenza o in arrivo in Gran Bretagna doveva essere effettuato esclusivamente su navi nazionali) l’equilibrio e l’ordine necessari.
Il Parlamento continua a difendere i propri diritti, depositario di quelle libertà incancellabili conquistate dalla rivoluzione (l’Habeas corpus act del 1679). Il ruolo e la forza del Parlamento inglese sono d’altra parte confermati dai fatti della Gloriosa Rivoluzione del 1688, quando il cattolico Giacomo II, successore di Carlo II, viene sostituito da Guglielmo d’Orange, grazie all’abilità giuridica dei Parlamentari che riescono a realizzare il proprio progetto senza fratture violente e senza coinvolgere il popolo. L’Inghilterra di fine secolo si apre così ad una nuova fase, fissando le basi per una moderna società pluralista, attuata grazie alla realizzazione di una monarchia costituzionale in cui sono garantite le libertà fondamentali della società civile. I principi fondamentali su cui si regge la nuova monarchia degli Orange sono sanciti nella Dichiarazione dei diritti (1689), documento fondamentale per l’evolversi del costituzionalismo.