la stroria dell'800

Materie:Appunti
Categoria:Storia
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Data:14.02.2006
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Testo

Lo sviluppo demografico cominciato agli inizi del ‘700 continua con ritmo crescente nella seconda metà del sec. La rivoluzione agricola si estende e si approfondisce . Le nuove dottrine agronomiche rivoluzionano l’agricoltura. E’ questo il periodo in cui si diffonde la fisiocrazia . Essa individua nel possesso e nella coltivazione della terra e nela conduzione capitalistica dell’azienda terriere l’unica vera fonte di ricchezza delle nazioni. Nascono in vari paesi europei accademie per lo studio dell’agricoltura . Nello stesso tempo l’aumento di ricchezza prodotto dalle proprietà terriere gestite in modo capitalistico permetteva investimenti in altri settori , gettando le basi dello sviluppo industriale. Inoltre in Inghilterra esistevano altre favorevoli condizioni naturali ed economiche, come un impero coloniale che da un lato permetteva una abbondante importazione a basso costo di prodotti e dall’altro garantiva un enorme mercato.La rivoluzione industriale inglese riguarda tre settori principali: l’industria tessile, le miniere, la metallurgia e segna l’inizio di una serie di innovazioni tecniche prodotte da un incredibile sviluppo tecnologico. I processi di meccanizzazione del lavoro portarono a profonde trasformazioni sia nell’organizzazione dell’attività produttiva, sia nella mentalità quotidiana. Per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro si afferma la tendenza alla sua divisone e specializzazione , teoria proposta dall’economista Adam Smith , primo teorico dell’incremento della produttività del lavoro attraverso la sua crescente divisone e specializzazione , nonché il primo ideologo del capitalismo. Né in Francia né tanto meno in Italia vi fu nel settecento uno sviluppo industriale paragonabile a quello inglese.
Un altro fenomeno caratteristico della modernità che si rivela nella seconda metà del ‘700 è la tendenza alla mondializzazione dei conflitti. Lo rivela chiaramente la guerra dei Sette anni, che si inserisce nella contesa fra inglesi e francesi per il controllo delle colonie , dal’India ai Carabi NOrdamericani . I conflitti insomma si estendono dall’Europa all’Asia all’America. IL periodo che va dalla fine della guerra dei Sette anni allo scoppio della rivoluzione francese è quello delle riforme che i vari principi cercano di introdurre eni loro Stati. E’ il fenomeno del dispotismo illuminato. Ne restano escluse l’Inghilterra, in cui vigeva ormai da un secolo un regime liberale e parlamentare e la Francia in cui la vige la monarchia. L’Italia gode di un cinquantennio di pace, favorito dalla marginalità del nostro paese ma anche dalla sostanziale neutralità dei vari governi della penisola nei grandi conflitti europei. La politica delle riforme è imboccata nel nostro paese dalle nuove dinastie degli Asburgo, dei Lorena dei Borbone. Il dispotismo illuminato effettuò sì alcune riformae seguendo i suggerimenti degli intellettuali, ma mirò anche a consolidare il potere assoluto dei sovrani. Le iniziative dei principi furono insomma di tipo paternalistico e investirono soprattutto il rapporto tra Stato e Chiesa favorendo prima l’espulsione dei gesuiti da diversi Stati europei e allontanando l’istruzione dal monopolio della chiesa favorendo lo sviluppo di una scuola pubblica.Le uniche due grandi nazioni che non vennero toccate , per ragioni diverse, dalle riforme e cioè l’Inghilterra e la Francia, dovettero subire profondi processi rivoluzionari che portarono al distacco delle colonie americane dalla madrepatria inglese e all’istituzione di una Repubblica liberale. Nella insurrezione antibritannica delle colonie americane si affermano per la prima volta le nuove ideee illuministiche in campo economico e politico. Il successo della rivoluzione americana contribuì a dare maggiore slancio e diffusione ai principi di libertà, di eguaglianza e di fraternità che si affermarono in Europa solo con la Rivoluzione francese. Quest’ultima ebbe uno spiccato carattere politico: eliminò il potere assoluto dei sovrani, i privilegi terrieri e di classe. VI è quindi il trionfo della borghesia e delle sue esigenze.

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