Materie: | Scheda libro |
Categoria: | Storia |
Download: | 1123 |
Data: | 01.12.2009 |
Numero di pagine: | 4 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Download
Anteprima
liberazione-gigante-louis-de-wohl_1.zip (Dimensione: 8.98 Kb)
trucheck.it_la-liberazione-del-gigante,-di-louis-de-wohl.doc 29 Kb
readme.txt 59 Bytes
Testo
La liberazione del gigante, Louis de Wohl
1. La trama (storia di Piers e di Tomaso)
2. Come viene descritto Federico?
3. Qual è il contesto storico?
4. Quali sono i luoghi delle vicende?
1. Il romanzo “La liberazione del gigante” può essere seguito sotto il punto di vista di due personaggi principali, uno immaginario e l’altro reale: Sir Piers e Tomaso d’Aquino. La storia di Piers permette di seguire le vicende iniziali di Federico II quand’egli giunge al monastero di Santa Giustina. I vari episodi del cavaliere non tengono sempre fede alla devozione per l’imperatore, anzi, spesso vanno proprio contro la volontà imperiale. Piers incarna le vesti del cavaliere che segue i suoi ideali, valutando cosa sia più giusto fare, seguendo spesso anche le decisioni dettategli dal cuore , ormai pieno dell’amore per Teodora, sorella di Tomaso. Quest’ultimo interpreta invece il ruolo del monaco che, attraverso la filosofia aristotelica, riesce a rendere così chiari ed evidenti gli ideali cristiani. A differenza di Piers, Tomaso è un personaggio storico realmente esistito e, nonostante non si abbiano fonti attendibili riguardo al suo legame di sangue con Landolfo, Teodora, Adelasia e Marotta, pare proprio che sia per davvero fratello di Rinaldo dì Aquino, noto esponente della Scuola Siciliana fondata da Federico. La figura di Tomaso è una figura che dedica la sua vita alla devozione per Cristo e per la vita domenicana, nonostante la madre non abbia mai condiviso la sua scelta pienamente. Oltre ad essere un frate domenicano molto importante, Tomaso è un filosofo davvero straordinario, che abitualmente teneva lezioni nelle università di Parigi. Il percorso di Tomaso è un percorso lineare, di sofferenza per il troppo amore verso Dio; percorso che poi lo porterà alla morte pacifica.
2. Federico II di Svevia è l’imperatore “stupor mundi” e “anticristo” per eccellenza. Era un uomo dotato di grande intelligenza e di grande potere; la sua cultura e la voglia di conoscere lo portarono così al contatto con la tradizione araba, prettamente dettata dall’Islam. È un uomo che ha un seguito che non passa certo inosservato e ama circondarsi delle cose più varie: ballerine orientali, elefanti, giraffe. Il suo corteo non è di certo composto di soli cristiani, ma anche da saraceni. Non bada alla supremazia religiosa del tempo, anzi, la deride del tutto, facendo mettere a disposizione un monastero per la sua breve permanenza, oppure incendiandone uno. Non si pone problemi nel parlare in pubblico della sua idea religiosa e preferisce non considerarsi “una pecorella bianca del gregge”: lui è il leone, il papa l’agnello. Molti avrebbero messo a repentaglio la propria vita per servire l’imperatore, o per paura o per vera convinzione. È così sicuro della sua forza di potere che combina anche matrimoni con persone che non sono nemmeno legate a lui con un rapporto di sangue; la sua è una vera e propria supremazia globale. Nonostante sia un uomo tanto intelligente, per fortuna o per intuito sovrannaturale, è convito di morire “sub flore” e difatti, morirà poi a Castel Fiorentino.
3. Le vicende narrate sono ambientante in un periodo che varia tra il 1220 e il 1260, anni in cui Federico si vede più volte scomunicato dal papa (Gregorio IX e successivamente Innocenzo IV) e in cui intraprende più volte conflitti con la Chiesa. Nel 1237 l’imperatore sconfigge anche i comuni del nord Italia e nel 1242 occupa Roma e rapisce i prelati che stavano giungendo nella città, per impedire il concilio che si sarebbe tenuto proprio contro di lui. Le vicende si protraggono anche dopo la morte di Federico II, quando Carlo d’Angiò ottiene la corona di Sicilia, dopo la scomunica di Manfredi, e anche dopo l’ultima crociata che vede la Francia e l’Inghilterra impegnate in oriente contro i musulmani.
4. I luoghi più importanti del romanzo sono il monastero di Santa Giustina, dove si apre lo scenario imperiale e viene introdotta la figura di Sir Piers; l’Abbazia di Montecassino, luogo in cui si incontra il piccolo e ancora giovane Tomaso d’Aquino; il castello di Roccasecca, dimora principale della famiglia d’Aquino, e Monte San Giovanni, seconda residenza famigliare; Napoli, sede della prima università frequentata da Tomaso e poi porto di partenza per la fuga in Spagna di Teodora e di Ruggero; Roma e la strada che conduce ad essa, dove l’imperatore decise di attaccare Viterbo per pareggiare delle antiche discordie; Parma, sede prescelta per il matrimonio tra Teodora e Ruggero San Severino e dove avvenne il primo attacco all’imperatore da parte dei fedeli; Lione, luogo in cui si tenne il Concilio contro Federico II; Parigi, postazione stabile di Tomaso con il suo gruppo di frati dominicani e località d’incontro tra Sir Piers e Principe Edoardo d’Inghilterra; Capua, residenza di suor Maria di Getsemani, nonché Marotta, nel monastero di San Benedetto; Egitto, campo di battaglia dei crociati, tra i quali spiccavano Sir Piers e il suo fedele scudiero Robin; Castel Fiorentino, tomba “sub flore” di Federico II; Verona, la prigione di Landolfo e di Rinaldo; Anagni, paese in cui si tenne il Concilio per provare ad abolire gl’ordini mendicanti; El Mohar, cittadina del Medio Oriente in cui Ruggero morì, Sir Piers e Robin si salvarono grazie alle truppe di Edoardo che combattevano gl’infedeli; e infine Magenza, ultimo crocevia d’incontro tra Teodora e Sir Piers e morte per Tomaso.