L'Italia Napoleonica

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Categoria:Storia

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L’ITALIA NAPOLEONICA

Agli inizi del 1799 gran parte del territorio della penisola (Lombardia, Liguria, Emilia e Romagna, Marche, Umbria, Lazio e tutto il Meridione) viene a far parte delle Repubbliche cisalpina, ligure, romana, partenopea; il resto del territorio viene annesso alla Francia che si estende così al Piemonte e alla Toscana, oppure viene annesso all’Austria, cui il trattato di Campoformio tra Napoleone e l’Austria (1797) cede Veneto, Istria e Dalmazia in cambio del riconoscimento della Repubblica cisalpina. Solo il Ducato di Parma e Piacenza resta sotto l’antica dinastia dei Borbone, e la Sardegna, sotto quella dei Savoia.
Nel corso del 1799 l’esercito astro-russo, coalizzato contro la Francia e le sue Repubbliche sorelle, invade la penisola e restaura uno dopo l’altro gli antichi regimi. Questa restaurazione (riportare le cose ad una condizione originale) dura molto poco. Nel 1800 l’esercito Napoleonico scende di nuovo in Italia, dove si ricostruisce la Repubblica cisalpina che nel 1802 viene rinominata Repubblica Italiana e nel 1805 viene trasformata in Regno d’Italia, acquisendo dall’Austria i territori del Veneto, dell’Istria e della Dalmazia. Primo re d’Italia è Napoleone, viceré il figliastro Eugenio di Beaurnais.
Nel 1802 sui territori della Toscana viene creato il Regno di Etruria. Nel 1805 la Francia annette i territori della Repubblica ligure, del Ducato di Parma e Piacenza; nel 1809 toccherà all’Umbria e al Lazio di entrare a far parte dell’Impero francese: Roma verrà dichiarata “libera città imperiale”.
Al sud il Regno di Napoli, occupato dai francesi nel 1806, viene affidato al fratello di Napoleone Giuseppe; quando, due anni dopo, questi assumerà la Corona di Spagna, il trono passerà a un cognato di Napoleone, Gioacchino Murat.
Fuori dal controllo napoleonico restano le isole: la Sicilia, governata dai Borbone sotto la protezione delle truppe inglesi, e la Sardegna, rimasta ai Savoia.

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