L'affermazione della dignità dell'uomo

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Testo

Leggendo la carta di Nizza, nel capo I, dedicato alla dignità, leggiamo: “la dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”, o “Ogni individuo ha diritto alla vita” e ancora “ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica”. Per noi che viviamo in una società democratica questi concetti ci appaiono scontati ma in realtà il cammino dell’affermazione della dignità umana è stato lungo e non sempre facile. Ma cos’è la dignità? La dignità umana è il sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità e di ritenere importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione. Si può considerare senza dubbio come un valore supremo, perché se la vita è un bene che prima o poi si deve abbandonare, la dignità umana rappresenta un valore che si vuole conservare anche al di là della vita e della morte.
Quest’importantissimo sentimento nel Medioevo era soffocato poiché tutto ruotava intorno alla religione e alla figura di Dio: l’uomo era subordinato a Lui e alla sua volontà. E’ testimonianza di ciò l’ingente numero di chiese medioevali: ogni villaggio cercava di costruire chiese più belle e suntuose di quelle dei paesi vicini poiché si credeva che con l’anno mille sarebbe giunta l’apocalisse. Un simbolo del forte senso religioso è la nascita dei monasteri: i monaci erano i detentori del sapere poiché copiavano a mano tutti i codici antichi. L’enciclopedia medievale è proprio rappresentata dai mosaici, dalle statue, dalle pitture e dai libri conservati nelle chiese e nei monasteri.
La società medioevale può essere definita cosmopolita: si ebbe un’apertura verso i popoli orientali da dove si apprende il culto del lusso, l’importanza della filosofia e della matematica. Nasce anche la figura del pellegrino: persone che si spostano costantemente per fare visita ai luoghi sacri della cristianità come ad esempio Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostela. Proprio nel Medioevo nascono le città che erano sedi sia culturali, poiché vi sorgevano le università, sia religiose, poiché erano sedi del vescovo, ma anche sedi politiche ed economiche.
Con l’Umanesimo la visione oggettiva che vedeva Dio al centro dell’universo comincia a cambiare. Gli umanisti, non solo ritornarono ai classici antichi senza riadattarli alla loro mentalità e mantenedo i loro precetti integri, ma costruirono un mondo nuovo accentuando i valori individuali. Questo movimento nacque a Firenze, sotto il regno di Lorenzo dei Medici e fu proprio qui che operò Pico della Mirandola, uno tra i più importanti umanisti. Nel suo “manifesto del Rinascimento” egli afferma che Dio ha dato all’uomo la possibilità di scegliere la propria natura, secondo la sua volontà.
Un altro simbolo del cambiamento in corso è l’introduzione della prospettiva di Filippo Brunelleschi: essa rappresenta una nuova visione del mondo.
Un altro importantissimo umanista e pensatore olandese, vissuto tra il 1466 e il 1536, è Erasmo da Rotterdam. Egli si definì cittadino europeo poiché visse da Parigi a Basilea, senza una fissa dimora. Nel suo poema “l’elogio della pazzia”, egli si scaglia contro il potere della Chiesa, che interessandosi del potere temporale, sovrasta i legittimi proprietari senza compiere la sua vera funzione di guida delle anime.
Un seguace del pensatore olandese, l’inglese Tommaso Moro, commentatore di Pico della Mirandola e autore di “Utopia”, proprio nella sua opera critica l’assenza dell’uguaglianza sulla proprietà privata e della libertà di religione. Egli si chiede: . Infatti, non accettò lo scisma di Enrico VIII dalla chiesa cristiana che portò alla nascita della chiesa anglicana e per questo fu ucciso: se Tommaso Moro avesse vissuto nella nostra epoca, avrebbe sicuramente potuto criticare il comportamento del re inglese senza essere condannato.
L’Umanesimo è solo la fase introduttiva della vera e propria conquista culturale e sociale che investì l’Europa nel 500: il Rinascimento. Molti, come Buccard, si chiedono se, tra l’umanesimo e il Rinascimento ci sia una frattura.
Fatto sta che il Rinascimento trasformò tutta la cultura del tempo: dall’arte alla letteratura, dal dalla scienza alla fisica all’astronomia, dalla filosofia alla politica. Anche la società cambiò: nacque una nuova classe sociale. Nel 1492 la scoperta del Nuovo Mondo portò all’incontro\scontro tra Indios ed Europei. Gli Indios vennero decimati e così si procedette con la tratta dei neri: milioni di africani vennero portati a lavorare in America come schiavi. Il problema della schiavitù, una macchia indelebile nel cammino della dignità umana, cominciò ad accentuarsi nel 1700, insieme al bisogno di libertà, uguaglianza e fraternità che gli europei sentivano.
Nel 1787, a Praga, venne rappresentato per la prima volta Il don Giovanni di Mozart: questi era l’espressione dei mutamenti che stavano per accadere. Don Giovanni era un libertino che voleva poter scegliere della propria vita e del proprio destino, senza limitazioni.
Due anni più tardi, nel 1789, gli ideali portati in scena da Mozart sfociarono nella rivoluzione francese: i rivoltosi chiedevano totale dignità e diritti, non volevano essere dei sudditi, come erano stai fino a quel momento, ma dei cittadini . Il 26 agosto 1789 venne redatta la dichiarazione dei diritti dell’uomo, un passo verso la dignità umana.
Rimaneva comunque il problema della schiavitù che venne affrontato prima nel 1792 con la carta dei diritti dell’uomo, dove si affermava la soggettività e non l’oggettività dell’uomo, e poi fu definitivamente abolita nel 1814 dal Congresso di Vienna.
Le guerre mondiali fecero sentire il forte bisogno della pace. I totalitarismi nati nel primo dopoguerra avevano portato solo a miseria, conflitti etnici e guerra. Dopo il 1945, nasce nei cittadini una nuova consapevolezza: si sente il bisogno di una pace e una serenità duratura, lontana dalla morte e dalla sofferenza della guerra.
Altiero Spinelli compose il celebre Manifesto di Ventotene, contro la guerra nel quale affermava che il viaggio verso la pace era lungo e difficile ma necessario.
Come simbolo della fine dei contrasti, il presidente francese Mitteran e quello tedesco Kohl, sistrinsero la mano davanti nel cimitero delle vittime di guerra, mettendo fine ad un contrasto storico che durava dal 1870, dalle lotte franco prussiane.
L’ultimo segno della nuova libertà conquistata e della caduta delle dittature dell’Europa dell’est è la caduta del muro di Berlino nel 1989.
L’ultimo passo verso la dignità umana è stata la carta di Nizza del 7 dicembre 2000 , dove sono elencati tutti i diritti fondamentali e universali, validi a tutti gli europei, a prescindere dalla nazionalità e riguardanti il campo sociale, sanitario e umano dell’uomo. Questo documento conserva però una debolezza; alcuni diritti, come l’autodeterminazione e il ruolo dell’individuo nella società sono stai trascurati, ma, poiché la carta è aperta a modifiche, si spera che questi diritti possano essere ripresi e valutati diversamente.

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