Il castello medioevale

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Testo

Il termine “castello” deriva dal latino castellum ("piccolo accampamento fortificato) e nell’Europa medievale, era la residenza fortificata di un signore feudale.
IL CASTELLO MEDIOEVALE
In un periodo storico segnato da estrema instabilità politica e continue guerre, i castelli rispondevano principalmente allo scopo di proteggere i loro abitanti dagli attacchi militari dei nemici: dovevano perciò presentare una struttura architettonica massiccia, in grado di resistere a prolungati assedi. Costruito prima in legno poi in pietra, nacque semplicemente come mastio, una torre circondata da una palizzata. In seguito si formò attorno ad esso un piccolo agglomerato urbano, dominato da una rocca e da una chiesa e chiuso da una cinta muraria e da un fossato, accessibile solo attraverso un ponte levatoio.
Essi però non erano solo un luogo dove rifugiarsi in tempo di guerra, ma anche il simbolo del potere di un signore potente: stendardi a brillanti colori sventolavano dalle torri, mentre la luce del sole mandava lampi dall’armatura dei soldati di guardia sulle mura.
Secondariamente, essi assolvevano anche ad altre funzioni: potevano ospitare una prigione, custodire in una stanza segreta il tesoro del signore, essere dotati di un buon arsenale con macchine da guerra, avere ambienti destinati alle funzioni amministrative.
Forma e struttura di un castello non seguivano regole precise: i costruttori adattavano il progetto al territorio, alla disponibilità di mezzi e alle esigenze militari del momento; con l’evoluzione dei metodi d’assalto, furono costruite ulteriori difese sempre più resistenti.
Alte mura e solide torri erano le difese principali. Respingevano gli assalitori, mentre dai parapetti, gli “orli merlati”, i soldati sorvegliavano il territorio circostante da una posizione sicura. Ogni castello cercava di trarre il massimo vantaggio dalla conformazione naturale del terreno: erano costruiti al margine di dirupi inespugnabili, da cui dominavano i territori circostanti, o sull'ansa di un fiume, dove la conformazione orografica offriva una difesa naturale, o semplicemente in posizione sopraelevata, solitamente su colline disabitate, affinché gli assalitori dovessero affrontare un ripido pendio per raggiungere la fortezza.
Un esempio di castello costruito in una posizione strategica è Château Gaillard (XII secolo), eretto da Riccardo I Cuor di Leone a Les Andelys, in Francia, situato su un'altura a picco sulla Senna.
Il castello medievale si andò arricchendo nel tempo di elementi via via sempre più conformi alla sua funzione sia difensiva sia abitativa.
Il terrapieno e le mura
I castelli più antichi, eretti in epoca tardoromana, consistevano in una struttura in legno eretta su un'altura naturale o su un terrapieno; il più delle volte il complesso era inoltre circondato da una trincea.
A partire dal X secolo furono costruite intorno ai castelli palizzate e mura, che divennero nel tempo sempre più spesse; la sommità della cinta muraria si andò articolando in apparati a sporgere, con parapetti a merli e feritoie, dai quali i soldati potevano scagliare sul nemico lance, frecce e munizioni di vario tipo. Agli angoli vennero inoltre eretti bastioni, massicce strutture poligonali con possenti muraglie a scarpata.
Il torrione o mastio
I normanni diedero forte impulso allo sviluppo dell’architettura militare: a loro si deve l’introduzione del cuore difensivo del castello, il torrione al centro della corte, detto anche mastio, o maschio, o dongione. Questa grossa torre fortificata, di altezza solitamente compresa tra i 12 e i 15 metri, dotata di mura molto spesse e finestre di piccole dimensioni, era destinata a ospitare e proteggere gli abitanti del castello qualora gli assalitori fossero riusciti ad aprirsi un varco nelle mura esterne: le scorte alimentari e le munizioni qui conservate avrebbero permesso la loro sopravvivenza per molti giorni.
Inizialmente a pianta rettangolare, i torrioni assunsero presto una forma circolare, più robusta. All'interno si trovavano appartamenti privati e locali amministrativi; nel corso del XIII secolo tali ambienti furono spostati in altri edifici affacciati sulla corte, mentre i torrioni diventarono più piccoli e massicci.
I fossati
Le trincee, scavate tutt’attorno ai castelli più antichi, vennero gradatamente sostituite da ampi e profondi fossati, asciutti o riempiti d'acqua. Un ponte levatoio, che poteva essere alzato o abbassato dall'interno del castello, permetteva di superare il fossato con facilità. La porta nelle mura, al di là del ponte, era difesa da una saracinesca di legno rinforzata da travi di ferro, che poteva essere alzata verticalmente in un apposito alloggiamento ricavato nel muro sovrastante.
LA DIFESA
Quando un castello era attaccato, si sollevava il ponte levatoio e iniziava un furioso combattimento a colpi di frecce infuocate, arieti, recipienti pieni di liquidi fiammeggianti come la pece, calce e animali morti (lanciati col trabucco, una particolare catapulta dalla grande portata).
L’arma di difesa principale era la balestra, che era molto potente perché uno dei suoi dardi poteva perforare un’armatura; era inoltre molto precisa e si poteva usare in uno spazio ristretto.
All’interno, si attendevano rinforzi o si sperava che i nemici se ne andassero, mentre gli assedianti aspettavano che gli abitanti del castello morissero di fame o di malattie.
La contesa si poteva anche risolvere con la stipulazione di un accordo formale, simile ai moderni trattati di pace.
IL SISTEMA FEUDALE
Il signore del castello non possedeva il territorio, ma si guadagnava il diritto di usarlo e di costruirvi il castello prestando giuramento di fedeltà al barone, un signore di maggiore importanza, o al re. Egli s’impegnava inoltre a prestare servizio come cavaliere se il re chiedeva il suo aiuto in caso di guerra.
La gente che viveva nel territorio del signore era sotto il suo controllo, e veniva protetta in cambio di tasse, tributi e/o lavoro. Gli abitanti erano organizzati in nuclei famigliari soggetti ad un capofamiglia, debitamente registrato; quasi mai erano ammessi vagabondi o singoli individui, per salvaguardare l’ordine interno. Essi erano per la maggior parte servi della gleba, indissolubilmente legati alla terra: non potevano, infatti, lasciare i possedimenti del signore. Alcuni abitanti erano invece uomini liberi, e le loro condizioni erano migliori di quelle dei servi: fra l’altro potevano trasferirsi presso un altro castello. Nell’ordine della gerarchia sociale v’erano poi i cavalieri, uomini cui il signore, non potendo amministrare da solo tutti suoi possedimenti, conferiva parte di questi ultimi; i baroni, nobili molto ricchi che giuravano obbedienza al re in cambio di ingenti porzioni di territorio; il re, che comandava tutto il paese (anche se spesso era soggetto al potere di baroni rivoltosi).
GLI ABITANTI
I villaggi medievali erano, per la maggior parte, abitati da circa 500 persone, o anche meno. Le case dei contadini erano in genere raggruppate su due o tre strade intorno alla chiesa, ma a volte, nei territori collinari o boschivi, erano sparpagliate.
Ogni villaggio aveva un pozzo o un ruscello comune dove prelevare l’acqua, e talvolta un mulino a vento per macinare il grano e un forno per cuocere il pane. Spesso questi appartenevano al signore, che tassava i contadini per l’uso.
I contadini
Le case dei contadini erano circondate da campi, divisi in strisce: i più benestanti avevano più strisce in ogni campo. Altri avevano solo un piccolo appezzamento di terreno, oppure neanche un po’. Essi passavano buona parte del giorno a lavorare, nei loro possedimenti o in quelli del signore, che potevano essere vicini a quelli degli agricoltori o in un’area separata.
I contadini si aiutavano l’un l’altro dividendosi le attrezzature costose, come carri e aratri, e i cavalli e i buoi necessari per spingere questi ultimi. Era di vitale importanza che l’intero villaggio lavorasse insieme per raccogliere i prodotti velocemente, prima che venisse la pioggia: se il raccolto si fosse rovinato, tutti sarebbero rimasti a digiuno quell’inverno.
Mucche, pecore e cavalli pascolavano nelle zone prative dietro ai campi coltivati, prima del raccolto; in seguito erano più liberi. In autunno, i maiali venivano mandati nei boschi a cibarsi di ghiande.
Altri mestieri
Oltre ai contadini, tante erano le occupazioni che impegnavano gli abitanti del castello. Tra le più importanti:
• il sarto: la povera gente si cuciva i vestiti da sé, mentre i ricchi mercanti e i nobili incaricavano i sarti di cucire per loro vestiti eleganti. Lavoravano in botteghe sempre umide, quindi soffrivano spesso di disturbi di stomaco, alle ossa e tossi croniche;
• il medico: ricchi e rispettati, le loro cure erano rozze e contribuivano ben poco alla guarigione: esse erano una combinazione di astrologia, erbe, dieta, salassi e preghiere. Per determinare la causa della malattia, esaminavano le urine del paziente;
• il mugnaio: i contadini dovevano macinare il grano al mulino del signore, pagando una quota di farina che andava da 1/16 a 1/24 del totale, oppure l’equivalente in danaro;
• il fabbricante di candele: le candele erano una fonte importante di luce artificiale e l’artigiano che le fabbricava era molto impegnato quando il signore si trovava al castello. Una grande famiglia poteva arrivare a bruciare 45 kg di cera in una sola notte d’inverno, ossia 1300 candele;
• il fabbricante d’armature: le armature erano molto costose, quindi non si sostituivano dopo un incidente; il fabbricante d’armi ribatteva le ammaccature. Egli necessitava della forza di un fabbro e dell’abilità di un sarto;
• il fabbricante di balestre: il suo lavoro era molto importante; era uno degli artigiani più esperti e veniva pagato il 50% in più di tutti gli altri;
• la filatrice: le donne filavano attorcigliando il filo su una conocchia, un lungo bastone; ma dal 1300 in poi si usò il filatoio, la prima macchina per risparmiare lavoro, basata su un moto rotatorio continuo e su una cinghia di trasmissione;
• l’esperto di birra: per valutare la bontà della birra, l’esperto ne versava un po’ su una panca di legno e ci si sedeva sopra; la birra superava la prova se, dopo mezz’ora, i pantaloni non si erano attaccati alla panca (la birra scadente, contenendo molto zucchero, incollava i pantaloni; chi la produceva era messo alla gogna);
• il buffone: era la distrazione preferita e godeva di alcuni privilegi. La sua veste variopinta era una caricatura degli abiti alla moda. Egli raccontava storielle buffe e cantava canzoni grossolane sul proprio conto.
ALIMENTI
I ricchi abitanti del castello si cibavano di molte carni diverse: oltre ai piatti di pesce, manzo, maiale e agnello, durante un banchetto comparivano volatili di ogni dimensione, serviti in torte o arrosto.
Il buffone dilettava i commensali prima, durante e dopo il pasto. I cuochi non usavano il sale per insaporire i cibi, ma si usavano molto le spezie, che erano molto care: un’oncia di pepe costava ad un manovale almeno un giorno di salario!
Libri di galateo fornivano informazioni su come comportarsi ad un banchetto.
Le forchette erano poco usate, v’erano solo coltelli e forse cucchiai. Tale carenza di posate, insieme alla poca cura dei denti, spiega perché gran parte del cibo venisse macinato.
I poveri dovevano accontentarsi di una dieta semplice e monotona: mangiavano soprattutto pane e minestra (spesso una zuppa di legumi) con un po’ di pancetta, latte e formaggio.
DIVERTIMENTI
Vivere al castello significava freddo, scomodità, ma mai noia: c’erano sempre incarichi da svolgere e, terminato il lavoro della giornata, il signore e la famiglia si dedicavano alle distrazioni. Quelle preferite erano la caccia e i tornei.
Si cacciava in molti modi, alcuni in uso ancor oggi. Il più nobile era quello con il falcone. Il cacciatore si serviva di uccelli predatori, come anche il gheppio, che piombavano dall’alto a catturare gli uccelli più piccoli. Era diffusa anche la caccia con i cani. Falchi, cani e altri animali da caccia erano tenuti in grande considerazione e conducevano una vita migliore della povera gente: i primi vivevano stando appollaiati sul polso del padrone e lo seguivano ovunque, anche nei banchetti o in chiesa.
Tuttavia, i tornei erano il divertimento più affascinante. Organizzati in occasione di matrimoni, nascite e solennità religiose, all’inizio erano un’imitazione della guerra, con i cavalieri rivali che combattevano su una vasta area; ma i raccolti venivano distrutti e nobili guerrieri morivano, quindi i re cercarono di proibirli. I tornei divennero così più umani: i cavalieri si lanciavano uno contro l’altro a cavallo, e, quando si avvicinavano, abbassavano le lunghe lance cercando di sbalzare di sella l’avversario. Essi passavano sempre alla destra degli avversari, quindi il lato sinistro dell’armatura era molto più rinforzato dell’altro.
I cavalieri partecipavano in questi tornei principalmente per dimostrare la propria dignità e il proprio onore. Essi si presentavano con un’armatura decorata e dorata, un elmo con pennacchio, stendardi, gualdrappe assistiti da due gentiluomini, da un armaiolo e da servitori in livrea. Dell’armatura non si sa molto: gli elmi dovevano essere molto spessi, per far fronte all’impatto della lancia del rivale, e dotati di una placca di rinforzo sotto la fessura per gli occhi. Inoltre i cavalieri indossavano un lungo e robusto guanto, chiamato manifer.
I CASTELLI MEDIOEVALI ITALIANI
La penisola italiana è particolarmente ricca di castelli medievali: basti citare, a titolo d’esempio, i castelli di Verrès (XIV secolo) e di Fénis (XI secolo), in Valle d'Aosta; il castello di Ivrea, fatto edificare, a partire dal 1358, da Amedeo VI di Savoia; il castello del Buonconsiglio a Trento, composto di due costruzioni, delle quali la più antica, quella del Castelvecchio, risale al XIII secolo.
Di estrema importanza sono inoltre i castelli pugliesi edificati da Federico II, a Bari, Lucera e Gioia del Colle e, soprattutto, il bellissimo Castel del Monte, a pianta ottagonale, fatto erigere dall'imperatore tra il 1240 e il 1250, nelle vicinanze di Andria, sulle colline delle Murge.
Vanno infine ricordati i castelli della Pianura Padana, tra cui quelli di Pavia, Belgioioso, Angera, Fontanellato e Roccabianca (questi ultimi parzialmente ricostruiti in età moderna).

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