Gli stati regionali italiani del XV secolo

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Gli stati regionali italiani del XV secolo

Il conflitto fra i magnati, affiancati dal "popolo grasso", formato dai nuovi ceti di mercanti, e il "popolo minuto", ma soprattutto l'insorgere delle contese tra le grandi famiglie, cui si intrecciт e sovrappose la lotta fra le opposte fazioni legate al papa e all'imperatore (guelfi e ghibellini), compromise in modo irrimediabile l'equilibrio dell'istituzione comunale. A volte, dalle lotte sociali, emerse vittorioso il popolo; altre volte, stanco della lotta, esso consentм a lasciarsi guidare da una oligarchia altoborghese; sovente le grandi famiglie feudali trionfarono costruendo piccoli potentati. Nel Nord, incominciarono ad affermarsi, sul gracile organismo cittadino, le signorie di potenti famiglie, quali i Visconti a Milano, i Carraresi a Padova, gli Scaligeri a Verona, i Gonzaga a Mantova, i Malatesta a Rimini, i Montefeltro a Urbino. Costituitesi verso la metа del XIII sec., nel corso di alcune decine d'anni si diffusero in quasi tutto il centro e il nord d'Italia, a eccezione di Firenze dove, nel 1293 (Ordinamenti di giustizia), il ceto nobiliare venne escluso dal potere, a favore prima del popolo minuto poi dell'aristocrazia guelfa. Nel Sud, intanto, la sollevazione antifrancese dei Vespri siciliani (1282) favoriva l'intervento degli Aragonesi, conclusosi, dopo una lunga guerra (pace di Caltabellтtta, 1302), con l'assegnazione a Federico d'Aragona della Sicilia (Regno di Trinacria) e agli Angioini del Regno di Napoli. Anche i territori dello Stato della Chiesa si divisero in una serie di signorie e comuni, dopo che il fallito tentativo di Bonifacio VIII d'imporre la superioritа del papa al re di Francia, Filippo il Bello, aveva provocato l'intervento francese e il trasferimento della sede papale ad Avignone ("cattivitа avignonese", 1309-77).
Il paese assunse cosм l'aspetto di una entitа politica confusa, in cui convivevano regni in declino, comuni deboli e preoccupati di conservare la loro libertа, signorie in formazione. Nel nord d'Italia i Visconti, signori di Milano dal 1277, conquistarono l'intera Lombardia; alleati ai Francesi, occuparono Verona, Padova, Pisa, Siena, Bologna. Il dominio dei Savoia si accrebbe, sotto Amedeo VIII (1391-1431), e divenne ducato (1416); Genova viveva in uno stato di permanente instabilitа, pur avendo sconfitto Pisa (Meloria, 1284) e Venezia (Cщrzola, 1298). In quest'ultima cittа, si era andata consolidando nel frattempo l'aristocrazia mercantile e iniziava l'espansione territoriale, con l'annessione di Treviso (1339). Verona viveva l'effimera gloria della dinastia scaligera (1311-1406). Firenze, tormentata da una grave crisi bancaria, vide l'ascesa dei Medici, con Cosimo (1434), dopo un periodo di torbidi e lotte sociali, culminato nel 1378 nella rivolta dei cardatori di lana (tumulto dei ciompi) che costituisce uno dei primi episodi di rivolta dei lavoratori salariati.
Per quanto riguarda lo Stato della Chiesa, dopo il fallito tentativo di Cola di Rienzo (1347-54), proclamatosi tribuno del popolo, di instaurare un governo popolare e nazionale, la riconquista dello Stato, da parte del cardinale Albornoz, aprм la strada al ritorno di papa Gregorio XI. Solo dopo lunghi conflitti interni alla Chiesa, caratterizzati dallo scontro fra i papi sostenuti dai Francesi e i papi romani (grande scisma d'Occidente, 1378-1417; piccolo scisma 1431-49), lo Stato Pontificio potй riprendere la sua influenza in Italia. Nel Sud, infine, Roberto d'Angiт (1309-43), divenuto capo del partito guelfo, estese il suo protettorato e il suo dominio su tutta l'Italia centromeridionale, ma sotto i suoi successori lo splendore della dinastia decadde e, dopo un susseguirsi di lotte, il regno passт alla dinastia aragonese, con l'ascesa al trono di Alfonso V (1442).
Lo stabilirsi nel Sud di una nuova dominazione straniera, tesa all'accaparramento delle risorse e conseguente a una lunga guerra che aveva devastato le campagne, concorse ad aggravare il divario col Nord, in cui le lotte intestine e le guerre si accompagnavano all'ininterrotto sviluppo di una dinamica borghesia capitalistica che potй superare anche le carestie, le crisi e le pestilenze comuni a tutta l'Europa occidentale, cosм come la crisi demografica.
I banchieri italiani dominavano ancora quasi per intero la finanza e l'economia europea, l'attivitа artigianale delle cittа centrosettentrionali si imponeva su tutto il continente. Furono proprio questi successi economici a costituire il tessuto del Rinascimento, mentre avveniva il passaggio dalle signorie a Stati di dimensione regionale, a cominciare dal Ducato di Milano, creato nel 1395 da Gian Galeazzo Visconti. Il Rinascimento italiano impresse un nuovo stile di vita e una nuova cultura nell'Europa del XV sec. Per l'arte, la letteratura, la filosofia, la scienza si trattт di un secolo privilegiato, cui corrispose un quarantennio di sostanziale tranquillitа politica, reso possibile dall'equilibrio stabilitosi, di fatto, e consacrato dalla pace di Lodi del 1454, fra le maggiori potenze italiane (Milano, Venezia, Firenze, Stato della Chiesa, Regno di Napoli), nessuna delle quali poteva ormai sperare di imporre la propria egemonia. Ciт fu perт anche un elemento di debolezza che impedм l'unificazione del paese e la formazione di uno Stato nazionale, esponendo l'Italia economicamente prospera e politicamente divisa alle mire di conquista dei grandi Stati nazionali europei costituitisi nel corso del Quattrocento.
Mentre negli altri paesi d'Europa, particolarmente in Francia e Inghilterra, lo sviluppo della borghesia fu piщ graduale e favorito dal potere centrale, permettendo il formarsi dei grandi Stati nazionali moderni, in Italia la stessa vitalitа dello sviluppo borghese, assai maggiore che nel resto d'Europa, portт al consolidarsi di una pluralitа di centri contraddistinti da un forte particolarismo, impedendo la realizzazione dell'unitа nazionale. Anche la mancanza di tradizioni militari dei nuovi ceti borghesi subentrati all'aristocrazia feudale limitт la capacitа di resistenza alla penetrazione straniera. Essa iniziт nel 1494, quando Carlo VII, re di Francia, si costituм una rete di alleanze riuscendo a impadronirsi del Regno di Napoli, da lui rivendicato in quanto erede degli Angioini. Una lega ispano-asburgica, cui si associarono l'Inghilterra e gli Stati italiani, costrinse i Francesi a ritirarsi dalla penisola (1495), ma la lotta per il possesso dell'Italia proseguм con Luigi XII di Francia (1498-1515) e Milano venne occupata nel 1500. Gli Elvetici, alleati dei Francesi, si insediarono sul Ticino e, col trattato di Blois (1505) che mise temporaneamente fine alla lotta, iniziт il predominio spagnolo sull'Italia. Napoli passт alla Spagna, con il consenso francese, mentre Cesare Borgia, appoggiato dal padre, papa Alessandro VI, e da Luigi XII, riusciva per qualche anno a unificare i territori compresi fra la Romagna e le Marche (1499-1503).

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