Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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L'espansione italiana in Africa orientale
Al principio del XX sec., l'impero coloniale italiano aveva le modeste proporzioni delle colonie dell'Eritrea e della Somalia, povere di risorse naturali. Il governo italiano pensт allora a un nuovo campo d'azione, piщ redditizio almeno dal punto di vista strategico: la Tripolitania e la Cirenaica, appartenenti all'Impero ottomano che peraltro si disinteressava alla loro amministrazione. Con notevole abilitа diplomatica l'Italia si assicurт libertа d'azione nei confronti della Francia mediante l'accordo segreto del 14 dicembre 1900, completato da quello del 10 luglio 1902, in cambio del riconoscimento dei diritti francesi nel Marocco. Al tempo stesso la diplomazia giolittiana potй ottenere il tacito accordo delle altre grandi potenze (dall'Austria-Ungheria, in occasione del rinnovo della Triplice Alleanza il 28 giugno 1902), sicchй quando, il 28 settembre 1911, l'Italia inviт un ultimatum all'Impero ottomano seguito dalla dichiarazione di guerra, potй senza eccessivi contrasti occupare Tripoli e, quindi, (20 ottobre) Bengasi e proclamare l'annessione dei rispettivi territori. Il conflitto si prolungт oltre il previsto, ma rimase circoscritto politicamente: per indurre la Turchia a cedere, nell'aprile-maggio 1912 l'Italia occupт provvisoriamente Rodi e altre isole dell'Egeo (Dodecaneso), e finalmente le ostilitа ebbero termine con la pace di Losanna, firmata a Ouchy il 18 ottobre 1912, proprio mentre scoppiava la prima guerra balcanica. In base a tale pace Tripolitania e Cirenaica passavano sotto l'amministrazione italiana, riconosciuta ben presto da tutte le potenze, ed esplicitamente nell'ultimo rinnovo della Triplice Alleanza il 5 dicembre 1912, mentre il Dodecaneso veniva mantenuto in pegno temporaneo, a garanzia dello sgombero delle forze turche dal Nord Africa. In realtа la pacificazione di tali zone non fu facile: soprattutto durante la prima guerra mondiale la potente confederazione senussita, partendo da Cufra, ridusse l'occupazione italiana alle sole coste. Ma la sconfitta della Turchia nel conflitto 1914-1918 non solo permise all'Italia di rafforzarsi nella nuova colonia ma, in base agli accordi di San Giovanni di Moriana (19 aprile 1917), di ottenere il sud dell'Anatolia, da Smirne a Mersina, con centro ad Adalia. La riscossa kemalista e i rovesci greci in Anatolia fecero cadere l'idea di una espansione italiana in Turchia, ma il successivo trattato di Losanna del 1923, confermando gli accordi del patto di Londra (26 aprile 1915) e quelli del trattato di Sиvres (10 agosto 1920), lasciт definitivamente all'Italia Rodi e il Dodecaneso che, elevati a colonia nel 1930 con il nome di Isole italiane dell'Egeo, appartennero all'Italia fino al 1947, anno in cui passarono alla Grecia. Nel frattempo, instauratosi in Italia il governo fascista, una nuova fase espansionistica si apriva, anche perchй una corrente dell'opinione pubblica era influenzata dal colonialismo africanista che faceva capo alla rivista Gerarchia: dal 1925 ebbe cosм inizio la riconquista completa della Libia, contro i Senussi: sotto il comando del generale Graziani, l'azione ebbe un energico impulso e portт all'occupazione di Cufra (1931) e alla distruzione degli ultimi centri di ribellione (1933). L'opera di colonizzazione potй cosм incominciare, sviluppandosi nel quadro della nuova colonia della Libia, formata (1934) dall'unione dei due ex governatorati della Cirenaica e della Tripolitania, rimasti sino allora divisi (giа dal 1929, comunque, Cirenaica e Tripolitania avevano un governatore comune). Verso l'Africa orientale, gli sforzi del governo fascista portarono all'annessione dei territori dell'Oltregiuba, ceduti dal governo britannico di MacDonald (1924) e incorporati nella Somalia italiana a compenso della mancata assegnazione all'Italia di parti dei territori appartenenti alle ex colonie tedesche. Infine, a partire dal 1934, Mussolini decise l'annessione dell'Etiopia, ritenendo di potersi assicurare la neutralitа dell'Inghilterra e quella della Francia, il cui capo del governo, Pierre Laval, aveva consentito a rettifiche di frontiera a favore dei possedimenti italiani, tanto nella Somalia Francese (Costa dei Somali) quanto nel Tibesti (accordi di Roma del 7 gennaio 1935). L'incidente di Ual Ual, alla frontiera della Somalia Italiana, servм di pretesto: nonostante l'opposizione della Societа delle Nazioni e delle grandi potenze, l'Italia iniziт la penetrazione militare in Etiopia il 2 ottobre 1935. Occupata Addis Abeba il 5 maggio 1936, il 9 maggio Vittorio Emanuele III venne proclamato imperatore d'Etiopia e Mussolini proclamava ufficialmente l'"Impero". La stessa Societа delle Nazioni, piegandosi di fronte al fatto compiuto, abolм il 4 luglio le sanzioni e l'Italia cominciт a inviare coloni nei nuovi possessi. In questo momento (1937-1940) l'Impero coloniale italiano contava oltre 15 milioni di abitanti, con 120.000 Italiani circa, mentre altri 100.000 coloni venivano stabilendosi in Libia, accanto a un milione e mezzo circa di musulmani. L'Italia, nei pochi anni che ebbe a propria disposizione, costruм buoni porti, un'ottima rete stradale, ospedali, acquedotti, scuole, e inoltre incrementт le costruzioni urbane, favorendo l'inizio dell'industrializzazione: particolarmente prospera l'agricoltura in Cirenaica (altopiano del Gebel) e in Tripolitania. Tutti questi positivi risultati, riconosciuti dagli stessi ex nemici dell'Italia dopo la seconda guerra mondiale (tanto che la pacifica convivenza di Italiani, sia in Etiopia sia in Libia, и stata possibile senza sensibili contrasti), vennero annullati dall'entrata dell'Italia nel conflitto (giugno 1940). Le vicende belliche fecero perdere all'Italia l'Impero coloniale: dapprima l'Africa Orientale, quindi la Libia. Nel dopoguerra l'ex Impero coloniale italiano si dissolse: l'Etiopia, riacquistata l'indipendenza, si annettй l'Eritrea, dapprima come Stato federale (1952), quindi come provincia (1960); il Dodecaneso passт alla Grecia (1947); la Libia, occupata e amministrata dagli Inglesi fino al 1951, divenne da tale anno un regno indipendente sotto la dinastia dei Senussi. Col trattato di pace di Parigi (1947) l'Italia accettт la perdita delle sue colonie conservando soltanto, come intermediaria dell'ONU, il diritto di amministrare la Somalia e di guidarla sulla via dell'indipendenza, compito assolto nel giugno 1960.