Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Data: | 19.04.2001 |
Numero di pagine: | 3 |
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ADOLF HITLER
Adolf Hitler fu un uomo politico tedesco (nato a Braunau, Austria superiore, nel 1889 e morto a Berlino nel 1945). Figlio di un doganiere austriaco, rimasto orfano si trasferì a Vienna (1906) per studiare pittura, ma non fu ammesso all'Accademia di belle arti e conobbe la miseria. Arruolato nell'esercito bavarese (1914), caporale, fu ferito sulla Somme (ottobre 1916) e colpito dai gas nella zona della Fiandre (ottobre 1918). Un suo superiore, Gottfried Feder, lo mise in contatto (luglio 1919) con il partito dei lavoratori tedeschi, piccolo gruppo di estrema destra diretto da Anton Drexler. H. entrò ben presto nel comitato direttivo, scrivendo nel settimanale del partito, il Völkischer Beobachter di Monaco. Organizzò nel frattempo, il 24 febbraio 1920, in una birreria di Monaco, la prima riunione pubblica, esponendo in venticinque punti il suo programma, su base pangermanista e razzista. Dotato di facile eloquenza, nel 1921 eliminò Drexler; il suo partito, ribattezzato da H. (che ne divenne presidente) «partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori», si sviluppò in Baviera col favore della reazione seguita alla caduta della repubblica spartachista. L'importanza delle SA (Sturmabteilung), formazione paramilitare del partito, gli procurò la direzione del Kampfbund (Lega delle associazioni combattentistiche), costituitosi nel settembre 1923. Incarcerato e condannato l'anno dopo a cinque anni di fortezza per alto tradimento, della prigionia si giovò per dettare a Rudolf Hess, anch'egli incarcerato, gli elementi del Mein Kampf, sua autobiografia e vangelo politico. Dopo il periodo 1924-1929, poco favorevole agli estremisti grazie alla prosperità industriale, l'hitlerismo ebbe un nuovo impulso dalla crisi economica del 1929. Le elezioni del 1930 diedero al partito sei milioni e mezzo di voti con 107 deputati, grazie alla propaganda frenetica ma efficace del suo capo, che fece breccia tra i disoccupati e i borghesi malcontenti. Il 30 gennaio 1933 H. veniva chiamato dal presidente tedesco Hindenburg alla cancelleria, includendo dapprima nel governo solo due rappresentanti nazisti (Göring e Frick), ma ben presto mirando a impadronirsi totalmente del potere. Cominciò con lo sciogliere il Parlamento: le nuove elezioni (5 marzo 1933), grazie ad una campagna finanziata dai magnati della Ruhr e contrassegnata dalle violenze delle SA e dall'incendio dei Reichstag (attribuito ai comunisti), diedero ai nazisti il 44% dei voti. I conservatori uscirono a poco a poco dal ministero, mentre l'alta finanza e la Reichswehr venivano messe in allarme dall'atteggiamento delle SA, decise a monopolizzare il potere a proprio beneficio. H. risolse allora di sbarazzarsi dei suoi indocili sicari, e la notte del 30 giugno 1934 (la «notte dei lunghi coltelli») fece massacrare dalle SS (Schutzstaffeln, Sezioni di sicurezza) Röhm, i capi delle SA e altri avversari politici. Poco dopo (2 agosto) moriva Hindenburg e H. riunì nelle sue mani la presidenza del Reich e il cancellierato, assumendo il titolo di Reichführer. La ricostruzione nazista partì dalla soppressione dei partiti e dei sindacati, dall'istituzione di una polizia di Stato (Gestapo) e di campi di concentramento per gli avversari del regime e, poi, degli Ebrei. Il 1° settembre 1939 la Germania scatenava la seconda guerra mondiale invadendo la Polonia, dopo aver effettuato tra il 1936 e il 1939 tutta una serie di annessioni (Renania, Austria, Boemia-Moravia e Lituania). Scampato, durante la guerra, a due successivi attentati (marzo 1943 - luglio 1944) H., logorato dalle sconfitte continue, era ormai solo un malato di nervi. Il 30 aprile 1945, mentre i russi erano alle soglie di Berlino e gli anglo-americani avanzavano rapidamente da ovest, si uccise con un colpo di rivoltella, o più probabilmente, si avvelenò: i suoi seguaci ne bruciarono il corpo.