Ravenna

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

LA BASILICA DI SAN VITALE
Iniziato nel 525 e consacrato nel 547; questo edificio elabora e trasforma i precedenti occidentali e orientali portando alle estreme conclusioni il discorso artistico iniziato poco dopo l’editto di Costantino (313). Ottagonale, con cupola inglobata e nascosta nel tiburio, si presenta all’esterno in laterizio (=materiale da costruzione, costituito da argilla lavorata e cotta), con la consueta semplicità disadorna. Ogni faccia è collegata con quella attigua mediante contrafforti (= elemento di rinforzo architettonico applicato a un muro, con la funzione di assorbire e scaricare la spinta in corrispondenza di un arco o di una volta interni all’edificio) e, a sua volta, si suddivide in settori per mezzo di lesene (=semipilastro addossato alla parete, per sostenere) e di una sottile cornice dentellata. Si accede all’interno mediante due porte: l’una in asse, l’altra, invece, obliqua rispetto all’abside. Di conseguenza anche l’ardica (=portico anteriore delle basiliche ravennesi), invece di essere tangente al lato frontale dell’ottagono, si dispone obliquamente toccando un angolo del perimetro. La pianta è apparentemente semplice: un deambulatorio (=ambiente di passaggio, sorta di corridoio che nelle chiese cristiane circonda il coro formando un prolungamento delle navate centrali) ottagonale a due piani, che racchiude un ambiente centrale dello stesso disegno, posti fra loro in rapporto aureo. Tutto contribuisce ad alleggerire il peso delle masse strutturali: i pulvini che staccano l’arco e soprattutto i capitelli che assumono la forma di cesti traforati. La luce penetra da diverse angolazioni, determinando un gioco luministico che appare imprevedibile. La luce colpisce all’interno i marmi dei pilastri.
Mosaici: restano quelli delle lunette del presbiterio (=il luogo riservato al clero) e dell’abside, che costituiscono un ciclo completo di grande importanza dal punto di vista artistico. I temi raffigurati trattano il profondo significato della messa come rinnovarsi del sacrificio di Cristo. Nelle lunette del presbiterio sono raffigurate le scene del Vecchio Testamento.
GIUSTINIANO E TEODORA: Giustiniano e il suo seguito, 546-548, mosaico / L’imperatrice Teodora e il suo seguito, 546-548, mosaico.
Sulle pareti dell’abside sono raffigurati: l’imperatore Giustiniano, accompagnato da soldati, dignitari e dal clero (vescovo Massimiano) e, a destra, l’imperatrice Teodora con il suo seguito. I sovrani sono rappresentati nell’atto di offrire i vasi liturgici per la celebrazione della cerimonia religiosa di consacrazione della basilica. La presenza dei monarchi conferma la stretta dipendenza politica, religiosa, artistica di Ravenna da Bisanzio e conferisce a San Vitale l’autorità di “chiesa palatina”.
IL RITRATTO DI MASSIMIANO
Il ritratto è molto individuato, deriva dalla realtà: il volto smagrito, l’ampia curva del cranio calvo, i chiari occhi sbarrati, le rughe profonde dalle narici agli angoli della bocca, tutto indica la forza autoritaria, l’intensa concentrazione, la matura coscienza di chi sta per compiere il rito.
La rigorosa frontalità dei mosaici e la disposizione su un'unica linea annullano la volumetria, cancellano l’esistenza fisica delle figure.
LA BASILICA DI SANT’APOLLINARE IN CLASSE
È una delle meglio conservate dell’età paleocristiana.
L’esterno, in mattoni, è semplice e strutturato geometricamente in modo da rendere visibile la divisione interna a tre navate. Nella parte posteriore l’abside sporge nitidamente, affiancata da due cappelle. Il campanile cilindrico, a finestre monofore, bifore e trifore, è stato costruito tra il IX e il X sec. L’interno illuminato diffusamente e unitariamente dalle grandi finestre, è diviso in tre navate secondo un preciso rapporto proporzionale. Dei ricchi marmi che ornavano l’interno si conservano solo quelli delle colonne venate.
DECORAZIONE DELLA CONCA ABSIDALE; 533-549, mosaico
Vi è rappresentato Apollinare, primo vescovo di Ravenna, in atteggiamento orante, affiancato da 12 pecore simboleggianti gli , con lo stesso numero degli apostoli di Cristo, il gregge cristiano, ovvero i fedeli ravennati. Tutto qui è simbolo; la figura umana è quasi completamente scomparsa. Al vertice compare la dextera Dei (la mano di dio simbolo della sua volontà), in asse con il montante della croce e con sant’Apollinare.
IL MAUSOLEO DI TEODORICO, prima del 526; pietra d’istria
Questo edificio piuttosto spoglio, caratterizzato dal prevalere della massa muraria, costituisce un’eccezione nell’ambito della civiltà ravennate. Eretto fuori dalle mura cittadine, consta di due decagoni sovrapposti, sormontati de una cupola monolitica. La costruzione sintetizza e rielabora nel suo insieme caratteri romani, orientali e anche barbarici, rispondendo al programma politico di Teodorico.
OSPITALITÀ DI AMBRAMO E SACRIFICIO DI ISACCO, basilica di San Vitale.
Il centro della scena è occupato da tre personaggi seduti all’ombra di un albero, immediatamente a sinistra e immediatamente a destra è rappresentato Abramo in due atteggiamenti diversi, all’estrema sinistra e all’estrema destra della scena sono rappresentati Sara(sx) e Isacco (dx). L’artista mette in evidenzia un ariete in primo piano, i tre pani sul tavolo, il cibo offerto da Abramo e il grande albero. In cielo sono raffigurate le fronde dell’albero e una nube dalla quale spunta una mano. La raffigurazione degli elementi è stilizzata, in quanto riproduce gli aspetti essenziali della realtà, si fa uso di tre colori. La luce è parte integrante del colore.

LE BASILICHE ROMANE
Basilica dedicata a San Pietro, martire della persecuzione neroniana tra il 64 e il 67. l’edificio è stato voluto da Costantino e iniziato nel 324 sopra la sepoltura del santo.
Testimonianza grandiosa dell’architettura paleocristiana a Roma sono le basiliche di Santa Sabina e Santa Maria Maggiore, entrambe del V sec.
Santa Sabina può darci un’idea abbastanza precisa delle caratteristiche fondamentali di un edificio cristiano di questo periodo. È una basilica a tre navate, la maggiore delle quali conclusa da un grande abside semicircolare. L’impianto longitudinale è reso evidente da linee prospettiche convergenti nell’abside senza interruzioni o deviazioni. Le colonne sono scanalate, rudentate(= riferito a colonna o pilastro con rudente, ovvero un elemento decorativo) e sormontate da archi invece che dall’architrave.
Ulteriore leggerezza è data dalla relativa strettezza dell’intercolumnio(= spazio intercorrente tra due colonne) e dell’arco che prende slancio del breve piedritto di sostegno. Al di sopra di ogni arcata vi è una grande finestra, le finestre circondano l’ambiente su tutti i lati, illuminandolo uniformemente.

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