Post-Impressionismo (Cézanne, Van Gogh, Gauguin)

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Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

POST-IMPRESSIONISMO : Caratteristiche generali
⇒ Pag 724
Con le “tendenze post-impressioniste” si indicano quegli orientamenti artistici che si svilupparono in Francia, poi nel resto d’Europa, e furono fondamentali per lo sviluppo delle Avanguardie storiche e per la nascita dell’arte del Novecento. I caratteri comuni ai Postimpressionisti (Cézanne, Seurat, Gauguin, Van Gogh)furono: il rifiuto della sola espressione visiva, la tendenza a cercare la solidità dell’immagine, la sicurezza del contorno, la certezza e la libertà del colore. Ma tutti i Postimpressionisti ebbero inizi impressionisti.

⇒ Pag 726 - Paul Cézanne
Studiò nel collegio di Bourbon dove ebbe come compagno Emile Zola, al quale restò legato per anni. Passò alcuni anni a Parigi per dedicarsi alla pittura; qui entrò in contatto con i pittori Impressionisti e partecipò anche alla loro prima esposizione (1874), ma nel 1879 si allontanò. Le sue opere degli inizi degli anni Ottanta mostrano già significative differenze rispetto al movimento impressionista. Da questo apprese il dipingere en plein air e la ricerca della massima luminosità di colori. Il disegno è deciso e realizzato con linee ondulate, talvolta al disegno a matita si aggiungevano macchi di acquarello. Gli acquarelli sovrapposti l’uno all’altro, dopo che la pennellata sottostante si era già asciugata, impediva ai colori di mischiarsi e la loro sovrapposizione creava i vari piani determinanti lo spazio. L’artista lasciava bianco il foglio nei punti colpiti direttamente dalla luce. Il successo arrivò tardi per Cézanne, che per tutta la vita cercò invano di farsi accettare dai Salon ufficiali.
opera
La montagna Sainte-Victoire
grandezza
73 x 91 cm
Data di
realizzazione
1904-1906
Tipo di opera
Olio su tela
Esposizione
odierna
Philadelphia Museum of Art,
Philadelphia
Soggetto
Il paesaggio che vedeva da bambino
⇒ Pag 728 – La montagna Sainte-Victoire
Negli ultimi anni l’artista si ossessionò dal paesaggio che era abituato a vedere da bambino, quello dominato dalla montagna Sainte-Victoire. Questi la dipingerà innumerevoli volte se sempre in modo diverso. Nel dipinto l’artista ricercherà la profondità senza prospettiva geometrica, ma attuata tramite colori. La natura è vinta e svelata, sezionata e poi ricomposta, l’aria e il cielo assumono anche i colori delle case e degli alberi.

⇒ Pag 738 – Vincent Van Gogh
Uomo istintivo, dai sentimenti forti e violenti, fu aiutato dal fratello Theo agli inizi. La consapevolezza di essere incompreso, l’ansia di capire se stesso e di trovare i modi attraverso cui esprimere la propria interiorità, la ricerca di un ben definito ruolo umano e professionale seguite dagli insuccessi, dai rifiuti e dall’isolamento, lo fecero piombare in una profonda depressione, che si sviluppò in una forma di alienazione mentale e che lo portò al suicidio nel 1890. I suoi studi furono incostanti, studiò anatomia, disegno prospettico, prese lezioni di pittura, studiò nell’atelier dei Fernand Cormon dove conobbe Henri de Toulouse-Lautrec. Entrò in contatto con Monet, Degas, Renoir e Seurat. Importante fu l’amicizia con Gauguin che si concluse per le differenti opinioni artistiche.
I primi disegni hanno funzione di esperimentazione di tecniche grafiche, anche se la scelta dei soggetti rispecchia inevitabilmente lo stato d’animo dell’artista.
opera
I mangiatori di patate
grandezza
81,5 x 114,5 cm
Data di
realizzazione
1885
Tipo di opera
Olio su tela
Esposizione
odierna
Rijksmuseum Vincent Van Gogh,
Amsterdam
Soggetto
La cena di cinque contadini
⇒ Pag 740 – I mangiatori di patate
Preceduto da versione preparatorie, fu il primo capolavoro eseguito durante gli esordi olandesi. In una povera capanna cinque contadini stanno consumando il loro modesto pasto composto da patate e caffè nero, immersi in un’oscurità appena rischiarata dal lume di lambada a petrolio. Le mani nodose e i volti spigolosi sono elementi essenziali del dipinto. I colori terrosi si limitano all’ocra, marrone e verde cupo, e danno l’impressione di un dipinto monocromo. La messa a nudo della povertà mostra un artista compassionevole e disposto ad affrontare i temi sociali più impressionanti.
opera
Autoritratti
Data di
realizzazione
1887-1889
Tipo di opera
Olio su cartone
Soggetto
Autoritratto di Van Gogh
⇒ Pag 740 – Autoritratti
Fu però l’impatto con i dipinti impressionisti e divisionisti che rivelò a Van Gogh un nuovo mondo di colori. Questi istintivamente prese simpatia con il movimento divisionista. L’Autoritratto con il cappello di feltro grigio risale al 1887. La giacca ed il volto sono trattati con rapidi tocchi di colore accostati l’uno all’altro, il modellato è ottenuto con il variare dell’inclinazione delle tante linguette di colore che seguono una disposizione raggiata. Anche il fondo (azzurro e violetto) è composto da pennellate di media lunghezza. I fissi occhi inquieti, le labbra serrate, l’estrema magrezza, fanno trasparire il carattere instabile dell’artista: questi era un artista impulsivo e impaziente, capace di eseguire un numero impressionante di opere in brevissimo tempo e sul medesimo soggetto.

opera
Campo di grano con volo di corvi
grandezza
50.5 x 100.5 cm
Data di
realizzazione
1890
Tipo di opera
Olio su tela
Esposizione
odierna
Rijksmuseum Vicent Van Gogh,
Amsterdam
⇒ Pag 742 – Campo di grano con volo di corvi
Poco prima di suicidarsi l’artista dipinse con rabbia, solitudine e disperazione questa opera, realizzata con una violenza mai vista prima di allora: una tempesta, quasi presagio di lutto, si sta per abbattere su un campo di grano tagliato da tre viottoli dai quali si leva uno stormo scomposto di corvi neri. Il campo di grano è stato trattato con frustate di giallo e il cielo è incupito dal nero delle nubi minacciose. Pare che l’artista guardasse impotente l’evento che si compiva sotto i suoi occhi.

⇒ Pag 734 – Paul Gauguin
La sua vita fu un viaggio continuo fra Europa, Sud America e Oceania. Studiò a Orléans e a Parigi, nel 1865 iniziò a viaggiare per mare toccando i più importanti porti del mondo. Cominciò a dedicarsi alla pittura negli anni Settanta e nel 1880 partecipò a tutte le mostre degli Impressionisti. Si trasferì varie volte, Panama, Martinica, Tahiti. Visse assieme a Van Gogh. Anche per questo artista gli inizi furono impressionisti, ma già dal 1888 il suo modo di dipingere cambiò. I colori erano dati da ampie campiture piatte, egli faceva uso solo dei colori primari (rosso, giallo, blu).
opera
Il Cristo giallo
grandezza
92 x 73 cm
Data di
realizzazione
1889
Tipo di opera
Olio su tela
Esposizione
odierna
Albright-Knox Art Gallery,
Buffalo
⇒ Pag 735 – Il Cristo giallo
Il dipinto raffigura delle donne brètoni nei loro costumi tradizionali, inginocchiate ai piedi della scultura di uno dei tanti crocifissi nei quali è facile imbattersi nelle campagne della Bretagna. Le colline sono gialle, gli alberi di un rosso vivo e il Cristo, contornato in nero e verde, è totalmente giallo. L’artista recupera la bidimensionalità, importante è il ruolo del colore. Assieme all’antinaturalismo si sottolinea l’essenzialità del personaggio e delle figure. Sintetìsmo è il termine usato da Gauguin di fianco all’Impressionismo. Nel 1889 infatti organizzò una mostra del “Gruppo impressionista e sintetista” che in definiva opposto al Neoimpressionismo.

opera
Da dove veniamo? Chi siamo?
Dove andiamo?
grandezza
139 x 374.5 cm
Data di
realizzazione
1897-1898
Tipo di opera
Olio su tela
Esposizione
odierna
Museum of Fine Arts, Boston
⇒ Pag 737 – Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
Fu dipinto prima del tentativo di suicidio. Questa è una tela di grandi dimensioni, molto esteso quasi simile ad un fregio classico, che avrebbe dovuto essere una sorta di testamento spirituale. I bordi superiori della tela recano la firma, la data di realizzazione e il titolo. Alcuni significati simbolici sono evidenti, altri sono rivelati nella lettera dell’artista: la nascita, la vita, la morte sono rappresentate da un bambino, da giovani donne e da una vecchia. La figura eretta, e unica figura maschile, sta cogliendo un frutto da un albero: questa è la figura più luminosa di tutto il dipinto e può rappresentare l’uomo che coglie la parte migliore dell’esistenza, ma può rinviare al concetto religioso del peccato. Il dipinto cerca, quindi, una sintesi tra religione occidentale e religione orientale (l’idolo sullo sfondo). La vecchia stanca pare riflettere sulla sua vita passata, sui rimorsi e sui rimpianti.

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