Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia Dell'arte |
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Download: | 308 |
Data: | 12.06.2007 |
Numero di pagine: | 1 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Max Ernst
Pittura al di là della pittura
Nato a Brühl, nei pressi di Colonia, il 2 Aprile 1891; studia Filosofia all’Università di Bonn. Dedicatosi totalmente alla pittura, aderisce dapprima al movimento Dada e successivamente, sotto la spinta dei suoi interessi per la psichiatria, abbraccia il surrealismo. Nel frattempo si trasferisce a Parigi. Nel 1933 è iscritto nelle liste di proscrizione naziste (elenchi di persone esiliate) e nel 1939, allo scoppiare della seconda guerra mondiale, viene internato in un campo di prigionia francese per stranieri indesiderati. Nel 1941 si reca negli Stati Uniti. Nel 1953 è di nuovo in Francia, dove rimane sino alla sua morte avvenuta l’1 Aprile 1976.
Fu lui a mettere a punto le tecniche del “frottage” e della “decalcomania”. (si ottiene premendo un foglio su un altro precedentemente dipinto o colorato. L’immagine che ne risulta è altro da quella di partenza). Esordì con quadri espressionisti; creò quadri collages dove convivono oggetti e figure eterogenee che creano situazioni ambigue e surreali.
Au premier mot limpide
Alla prima parola chiara
È un olio su gesso montato su tela.
Affascinato dalla lettura dell’Interpretazione dei sogni di Freud, Max Ernst ha prodotto un’opera carica di simboli onirici e allusioni erotiche. È facile leggere le dita incrociate come le gambe affusolate di una donna e la loro congiunzione al dorso della mano come inguine. Il fatto che alle dita/gambe sia precariamente connesso il filo/M induce a pensare ad una storia a sfondo sessuale espressa simbolicamente.