Il Tergesteo

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Data:13.02.2001
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Testo

Alessia Sergon

A Trieste tra il 1840-1842 viene eretto, al posto di un’antica fabbrica ( la Dogana Vecchia), un palazzo commissionato dalla sua omonima societа di Azionisti “ Tergesteo”. Com’era consuetudine a quel tempo l’edificio prende un nome classeggiante. Il Tergesteo viene situato in una parte della cittа favorevole; infatti la sua posizione centrava la vita culturale ed economica triestina: tra piazza della Borsa e piazza del Teatro.
Nel progetto si parlava giа del suo utilizzo: la parte superiore del pianterreno doveva venir occupata da botteghe ed una caffetteria; la parte inferiore fino al primo piano composta da porticali e gallerie, destinata a riunioni di negozianti. Tre piani innalzati sopra il pianterreno per le abitazioni, destinate a famiglie distinte. Venne scelto il progetto di Francesco Bruyn, si pensa che la scelta sia dovuta ai problemi economici in cui era venuta a trovarsi la societа. Si trattava, infatti, del progetto piщ spoglio, un compromesso tra quello di Andrea Pizzala ( autore nel 1832 della Galleria de Cristoforis di Milano, la prima in Italia con copertura di ferro e vetro) e di Andrea Buttazzoni. Il palazzo dunque risultт di una forma quadrangolare, attraversato interamente da una galleria a crociera con le pareti decorate da lesene e coperta da un doppio spiovente in ferro e vetro. La caratteristica delle due facciate principali sono i grandi portali d’ingresso, che ricordano gli archi trionfali degli antichi romani. Per avere un distacco dalla severitа dell’edificio le facciate principali sono concluse da gruppi marmorei di: L.Zandomeneghi e A. Bianchi, che mostrano allegoricamente la vocazione commerciale di Trieste. La scultura di Zandomeneghi rappresenta il Commercio, l’Industria e la Navigazione. Anche la galleria compensт la scarsitа estetica dell’edificio. Fu la prima ad avere una pianta a crociera, adatta come luogo di passeggio, d’incontro, centro commerciale e servizi. Aderisce completamente all’Ecletismo, per la sua abbinazione di tradizionale classicismo delle pareti e la modernitа nella copertura in ferro-vetro. Importante и il riferimento alla Galerie d’Orlйans di Parigi, poichй mette in luce le implicazioni esistenti tra il Tergesteo e l’architettura europea. Questo rapporto dichiara la disponibilitа della cittа alle nuove idee provenienti d’oltralpe e l’intraprendenza dei committenti. Il collegamento tra il prototipo francese, la galleria milanese e quella Triestina, si basa sul fatto che l’architetto milanese Pizzala viaggiт a lungo e, come detto all’inizio, il progetto di Bruyn prese spunto, per la parte interna, proprio da quello di Pizzala. Purtroppo giа nel ‘43 venne tolta la disposizione ai cittadini della galleria, poichй la societа dei Commercianti ne trasferм, nel ‘44, la sede della Borsa. Nel 1957, anno in cui si riaprм’ l’accesso al pubblico, la galleria venne restaurata: una nuova copertura di vetrocemento, impostata piщ bassa di quella precedente. La sua funzione era ora quella originaria di strada coperta e di salotto pubblico, tipico delle gallerie dell’Ottocento.

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