il romanico lombardo emiliano

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

IL ROMANICO LOMBARDO-EMILIANO

1. Impianti planimetrici:
Le chiese sono d’impianto basilicale a 3 navate con o senza transetto, generalmente con un’unica grande abside; l’unità spaziale della grande aula centrale, che era il tratto caratterizzante degli edifici di tradizione paleocristiana, lascia però il posto ad una concezione modulare dello spazio: la navata è costituita dalla somma di più campate (spazi quadrati coperti da volte a crociera) e dunque risulta scandita da grandi archi trasversali che la segmentano e imprimono un ritmo più sostenuto al percorso dall’ingresso alla zona presbiterale che racchiude l’altare.

2. Forma degli alzati:
l’introduzione della copertura in volte in muratura implica una radicale ridefinizione di tutto l’alzato, che deve sostenere pesi e spinte enormemente più impegnativi di quelli comportati dalla copertura di travature lignee: le sequenze di colonne classicheggianti tra le navate lasciano il posto a robusti pilastri cruciformi o compositi, le mura perimetrali si ispessiscono e vengono ulteriormente rafforzate all’esterno da contrafforti, specie lungo i fianchi dell’edificio, per evitare di indebolire la muratura. Alle facciate a salienti si alternano le facciate a capanna della quale è prototipo la basilica di S. Ambrogio a Milano.

3. Materiali da costruzione:
i paramenti murari sia esterni che interni lasciano generalmente a vista i materiali da costruzione: nella fascia geografica prealpina vengono impiegati conci di pietra (vedi Brescia il Duomo Vecchio e l’uso del medolo), nell’area padana l’uso della pietra si limita agli elementi portanti mentre per le rimanenti pareti si utilizza il mattone, in varia misura intonacato. Talvolta per le facciate si adottano soluzioni più eleganti rispetto al resto dell’edificio: nella chiesa di S. Michele a Pavia e nel Duomo di Modena un paramento in pietra particolarmente pregiata, nella chiesa di S. Zeno a Verona anche lastre di marmi di vari colori.

Vedi esempi di S. Ambrogio a Milano e del Duomo di S. Geminiano a Modena (pag. 197)
(vedi WILIGELMO pag. 209)
fotocopie di: S. Michele a Pavia
S. Zeno a Verona
S. Fedele e S. Abbondio a Como

Esempio