Il naturalsimo attraverso le opere di grandi artisti

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Quadri naturalisti
Gustave courbert-L’atelier è incentrato sull’autoritratto di C intento a dipingere un paesaggio. Dietro la tela appare un manichino in posa innaturale simbolo della disprezzata arte accademica. Lo studio è affollato da una serie di personaggi appartenenti ai più diversi tipi umani e sociali.Seduto in primo piano a sx, un bracconiere fissa i simboli di un romanticismo superato; di fronte a lui, un’irlandese che allatta il suo bambino rappresenta la miseria; all’estrema sx appare un rabbino sul fondo un mercante; più indietro un pagliaccio, un prete cattolico, uno sterratore e un falciatore , un operaio con le braccia incrociate, un becchino e una prostituta. A destra gli amici e i protettori dell’artista : si riconoscono Baudelaire, una coppia di collezionisti, un bambino, simbolo dell’approccio ingenuo e non condizionato verso l’arte, lo scrittore champfleury , in fondo compare il filosofo anarchico Proudhon.Una luce polverosa accentua l’atmosfera di mistero legata alla sensibilità romantica; oltre a rappresentare tutti i generi praticati da courbet l’atelier svela i suoi modelli artistici; il grande formato consente la suggestione della grandezza naturale.
La colazione –edouard manet studiò a lungo il tema e la composizione, elaborando un materiale appartenente alla tradizione storica della pittura. Infatti il tema della “conversazione” di figure nude e vestite in un paesaggio era già stato svolto nel “concerto campestre” di Tiziano; le pose ripetono lo schema del gruppo delle divinità fluviali presenti nel “giudizio di paride” di Raffaello; il motivo dominante nel quadro di Manet è la trasparenza dell’acqua nell’ombra umida del bosco. Egli trasforma le divinità fluviali in eleganti parigini che fanno una scampagnata. Per lui non contava il soggetto quanto il modo in cui trattarlo; rinunciava alla tradizionale pennellata oleosa al disegno, modellando le forme senza l’aiuto della linea; le figure si presentano come zone di colore piatte, senza passaggi chiaroscurali.Non vi è distinzione tra luce e ombra : esistono solo macchie di colore che si giustappongono le une alle altre. Il quadro non avrebbe attirato tante critiche se non fosse stato costruito con questa provocatoria libertà esecutiva e compositiva.
Armonia bianca – claude monet nasce dall’impatto tra la luce accecante del primo sole e la tonalità sorda della pietra della cattedrale che smorza il bagliore dell’alba e lo riflette nell’aria tersa. Il monumento gotico non ha più volume, ma è ridotto a uno schermo obliquo, un “tessuto” di colori creato dalla luce radente del mattino. Il pittore adotta una tecnica rapida, fatta di pennellate rapprese, evita di sfumare i colori e di mescolarvi il bianco e il nero. Le ombre sonorese giustapponendo e sovrapponendo spessi tocchi di colore puro; dalla stratificazionedei colori risulta una matericità che restituisce le vibrazioni; la forma è definita dall’incidenza della luce. La cattedralegotica, con la sua monumentalità e il suo valore di luogo sacro conferisce al dipinto un’intensità mistica; la veduta diviene simbolo di una realtà interiore.
La orana maria – paul gauguin rende immediatamente conto della meraviglia di gauguin di fronte alla natura selvaggia e ricca di colori di tahiti.L’opera è impostata sulla semplice combinazione delle verticali degli alberi e delle figure e delle orizzontali del terreno che si estende in lontananza. La ricca cornice cromatica raggiunge la sua maggiore intensità nel rosso e nel blu dei pareo delle donne e nel giallo delle ali dell’angelo. Il colore luminoso dei personaggi non serve solo a farli risaltare ma anche a inserirli organicamente nel lussureggiante ambiente naturale . gauguin riunisce in questo quadro i misteri delle religioni occidentali e orientali e offre concretamente un paradiso terrestre extra-europeo libero da colpe.
Domenica borghese alla grande jatte – georges seurat E’ un attimo di vita sospeso: i personaggi , strappati al mondo confuso , divengono i protagonisti di un mondo atemporale e astratto: non più persone ma manichini. Questa folla domenicale sembra composta da semplici forme geometriche intercambiabili. Il dato di costume è trasformato da seurat in un autonomo elemento pittorico, anch’esso pensato come un puro volume geometrico. La precisione modulare dell’immagine si fonda su una struttura di base abbastanza semplice: le numerose figure piatte sono distribuite su una griglia geometrica, impostata su linee verticali, orizzontali e diagonali.il naturalismo che si trova in alcuni motivi il realismo con cui è raffigurato il barcaiolo, sono contrastati da atri elementi. Innanzitutto dall’uso di una prospettiva non centralizzata, ma multipla. Altra inconguenza è il vento che soffia da due punti diversi. L’intera composizione è unita dal gioco della luce, modulata dalla scomposizione del colore.

Il quarto stato – pel lizza de volpedo per la realizzazione del quadro l’artista tornò allo studio del modello dal vero elaborando al figura fino a che i contrasti di luce modellassero le superfici in larghe pieghe a definire una decisa ed efficace massa plastica. Le pose nei personaggi maschili sono rese statuarie dalla fermezza del modellato. Alle spalle di questo gruppo vi è una schiera completa di personaggi disposta senza soluzione di continuità su un piano parallelo. La solidità, l’equilibrio e l’armonia della composizione rivelano il lungo esercizio sulla pittura del rinascimento; i modelli antichi vengono, nel quadro, interpretati in modo contemporaneo; il perfetto chiaroscuro conferisce alle forme solida volumetria. Pel lizza ha definito il paesaggio di fondo in modo sommario: si tratta di una natura solitaria; le figure, volgendo le spalle a questo crepuscolo, avanzano verso la luce solare traducendo la contrapposizione esclusiva di questi due valori il complesso di significati simbolici che pellizza aveva delineato. La ricerca formale è di altissima qualità: la tecnica divisionista con cui è condotta tutta la tela raggiunge effetti di estrema sapienza.
Ritratto di madame roulin- vincent van gogh che tiene in mano il cordone con cui dondola la culla è un’immagine simbolica della moglie e della madre, e insieme del potere consolatorio e pacificatore della ninna-nanna.l’idea della donna protettrice è anche riconducibile a motivazioni psicologiche; è evidente l’insicurezza, il senso di solitudine cui l’artista cerca di porre rimedio dipingendo ripetutamente una figura materna che diventa un’immagine sacra di consolazione.van gogh dipinge la figura di madame roulin in modo stilizzato, accentuando le linee nere di contorno al cui interno sono stese ampie campiture piatte di colore puro. La tecnica produce l’effetto di uno smalto cloisonné.il chiaroscuro e le sfumature sono totalmente assenti, e la luminosità è ottenuta con l’accostamento di colori complementari; lo stile, nel suo intento, doveva essere in armonia con il soggetto, con l’idea di una donna veramente sposa e madre.
Il bacio - Gustav klimt la caratteristica principale del quadro è legata all’uso dell’oro, un colore che evoca associazioni magiche e religiose. L’impiego dell’oro accresce anche la ricchezza dei motivi decorativi; lo scintillio di questo prezioso “colore metallo” ne irradia il soggetto e il contenuto; l’uso dell’oro rimanda ad una dimensione ultraterrena. Ma costituisce anche un colore non-colore che klimt sfrutta creando raffinati contrasti.il mantello dell’uomo è caratterizzato da un mosaico di forme geometriche quadrate e rettangolari, mentre l’abito da donna è definito da elementi più morbidi e curvilinei.
L’urlo – edvard munch il soggetto, preso dal terrore, guarda oltre lo spettatore; la sua solitudine è accentuata dalla coppia che cammina in direzione opposta. Del tutto estraniata dalla realtà, la vittima è sopraffatta dalla consapevolezza di un terrore indicibile che viene dall’interno. La struttura a bande fornisce alla composizione una forte intensità e un turbinoso movimento.ciò si può intendere come visualizzazione delle onde sonore, oppure si può riferire a certe rappresentazioni esteriorizzate della forza e dell’energia. Sebbene munch impieghi colori che hanno una certa pertinenza naturalistica, essi sono intensificati espressivamente; quest’uso del colore e il tema dell’urlo, rivolto a una natura sentita come tragicamente ostile , rappresentano una significativa anticipazione dell’esspressionismo.

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