Il Molo e la Zecca

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Antonio Canaletto
1738-1740 circa
Olio su tela, 110,5 x 185,5 cm
Milano, Musei del Castello Sforzesco

Esistono altre due versioni identiche di questo dipinto.
Il dipinto rappresenta il soggetto del Molo verso ovest in una prospettiva molto ampia, un Bacino che giunge ad abbracciare la punta della Dogana e il canale della Giudecca, mostrando in lontananza, all’estrema sinistra, la cupola della chiesa del Redentore.
Come in altre vedute del genere, così come in quelle che utilizzano lo stesso soggetto come “scenario”, ad esempio l’ingresso degli ambasciatori a palazzo Ducale, la tela presenta, con precisione topografica, la successione degli edifici prospicenti il Bacino: dalla Libreria di San Marco alla Zecca, ai Granai di Terranova al Fonteghetto della Farina; dal lato opposto, la basilica della Salute.
Talvolta il soggetto include uno scorcio del palazzo Ducale a destra, come nella tela della Galleria Sabauda di Torino, una versione ripresa dal ponte della Paglia, peculiare sia per il drammatico trattamento di luce e ombra, tipico del periodo giovanile, sia per la deformazione prospettica del palazzo, che appare smisuratamente allungato nel tentativo di coferire profondità alla scena.
Il dipinto, confrontato con lavori precedenti, manifesta la transizione che sta avvenendo in Canaletto verso quella che viene definita “conquista della luce”, in cui i toni bruni si fanno meno evidenti e i contrasti cromatici meno esasperati, a vantaggio di un’atmosfera rarefatta, tendente all’azzurro e inondata di luce solare.
Il Canaletto rappresenta un momento qualsiasi della vita di Venezia. I gondolieri armeggiano intorno alle loro imbarcazioni, alcuni mercanti posizionano i propri banchi a fianco della Zecca e della Libreria Sansoviniana, due bambini giocano in riva al molo, dei passanti si soffermano a chiacchierare. L’atmosfera è quella di una giornata tersa, con il sole che illumina nitidamente sia le architetture sia i personaggi.
La consueta esattezza prospettica del disegno viene ulteriormente accentuata dalla chiarezza dei colori,come se osservassimo la scena non tanto dal vivo quanto piuttosto attraverso le limpide lenti di una camera ottica.
È proprio questa chiarezza descrittiva che rende famoso Antonio Canaletto anche negli ambienti culturali di tendenza illuministica.
L’opera può essere apprezzata sia nell’insieme che nei dettagli, difatti si può notare nella globalità un’atmosfera giogiosa, e nel particolare la freschezza e il naturalismo con il quale vengono individuate le varie figure.
Per questa tela il Canaletto utilizza una tecnica a piccole pennellate per ottenere così effetti di luce maggiori: ci si sta avviando verso l’era dell’impressionismo.

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