Il gotico

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
Download:240
Data:16.02.2001
Numero di pagine:5
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
gotico_3.zip (Dimensione: 5.84 Kb)
trucheck.it_il-gotico.doc     32 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Il Gotico

Se il termine “romanico” è stato coniato nell’’800, nel tentativo di dare una definizione dell’arte del XI e XII secolo, e, entro certi limiti può essere ritenuto criticamente valido, il termine “gotico”, con cui si usa indicare l’arte dei due secoli seguenti, è invece privo di qualsiasi significato storico e di qualsiasi riferimento ai goti, popolazione dell’antica Germania ormai da tempo estinta.
“Gotico” è una parola d’origine rinascimentale e vuole significare genericamente “barbaro”, selvaggio distruttore della tradizione classica. È quindi una parola spregiativa con la quale il rinascimento intende contrapporre se stesso, presunto restauratore della grandezza antica, al medioevo.
Perduta la carica polemica nel corso di molti secoli che ci separano dal rinascimento, rivalutata anzi l’arte gotica, soprattutto in seguito agli studi dedicati al medioevo dal romanticismo che giungerà a propugnare la rinascita, la parola serve oggi soltanto a designare i caratteri stilistici di quell'epoca, senza nessun sottinteso, senza nessun pregiudizio positivo o negativo. In questo senso, e proprio perché privo di un preciso significato etimologico, privo cioè della pretesa di definire con una parola la molteplice realtà di quel periodo storico, il termine “gotico” resta in uso per indicare l’arte dell’Occidente europeo fra l’esaurirsi del romanico e il sorgere del rinascimento.
Storicamente l’arte gotica coincide con il costituirsi, dalla crisi dell’impero, delle monarchie nazionali, che organizzano solidamente e burocraticamente lo stato, contrapponendosi al prepotere della vecchia nobiltà feudale e alleandosi alla borghesia cittadina, il cui potere economico è utile all’affermarsi del potere sovrano, così come quest’ultimo, dando assetto stabile e unità alla legge, è utile alla crescita finanziaria della borghesia.
L’organizzazione statale monarchica trova anche giustificazione nei nuovi sistemi filosofici, in particolare in quello di san Tommaso, secondo il quale, riprendendo un’idea artistotelica, “l’uomo è per natura animale sociale” e come tale tende ad aggregarsi in società, “ma non può esservi vita sociale in moltitudine, senza un governo che miri al bene di tutti […] il bene comune è preminente rispetto al bene individuale”.
Al tempo stesso entro l’ambito del regno, e spesso in lotta col sovrano, sopravvivono, come residui del sistema feudale, ducati, marchesati, contee, ossia vaste zone territoriali affidate al governo di un “signore” che accentra in se il potere.
Accanto a queste organizzazioni laiche occorre considerare anche altre comunità potenti che vivono autonomamente e che hanno grande importanza nella vita sociale dell’epoca, le comunità religiose, i cui monasteri, talvolta appartati fuori dai centri abitati, sono autentiche cittadelle autosufficienti e fortificate rette dall’abate o dal priore.
Il gotico dunque è l’arte dei monarchi, dei “signori”, dei monasteri, della borghesia ricca, non della borghesia popolare fondatrice del comune.
Poiché si accentuano lo studio e la ricerca, conducendo alle estreme conseguenze ogni innovazione tecnica, l’arte gotica si sviluppa ampiamente in ogni ramo, dall’architettura alla scultura, dalla pittura alla miniatura, all’oreficeria, alla tappezzeria, all’arredamento. Ma è soprattutto all’architettura che sono dedicati i massimi sforzi, perché è l’architettura che, con la grandezza delle sue costruzioni, con l’arditezza tecnica, esprime il prestigio, la superiorità economica e intellettuale di questa società; non l’architettura della piccola chiesa di quartiere o di campagna. Ma quella delle cattedrali e delle chiese dei grandi ordini monastici, quella dei palazzi ducali, quella delle mura e delle fortezze che difendono la ricchezza della città.

L’ARCHITETTURA GOTICA

L’architettura gotica è inconcepibile al di fuori del quadro della nuova realtà urbana. Col crescere della ricchezza e della capacità di produrla, cresce la popolazione urbana; le officine artigiane si moltiplicano; il congegno del commercio si fa sempre più complesso ogni comunità urbana a specializzare e qualificare la propria produzione, a migliorare e far conoscere le proprie tecniche. Si comincia a curare e a disciplinare l’aspetto delle città, ora più frequentate dai forestieri. Al centro è sempre la cattedrale, altissima tra le basse abitazioni civili: più che “monumento” vuole essere “meraviglia”, portento. Dà la misura delle capacità tecniche, della ricchezza, della cultura della comunità: le sue guglie altissime appaiono di lontano al viaggiatore, come il faro ai naviganti. Il palazzo comunale appare spesso come un’architettura munita: ciò che può avere, con una ragion pratica, un senso simbolico. Le case delle grandi famiglie sono spesso a torre, perché le fazioni sono sempre in lotta fra di loro. Anche quando, l’origine, v’è un tracciato romano a scacchiera, la città medievale gli sovrappone il proprio, più irregolare, più vario: strade raramente dritte, aderenti alla natura e alla pendenza del terreno, con incroci e sbocchi spesso dettati dall’esigenza di smistare il traffico senza farlo passare per il centro. Le mura diventano, anch’esse, un organismo complesso, e non soltanto perché più complesse sono i mezzi d’offesa: hanno bastioni sporgenti e rientranti, cammini di ronda, sporti, ridotti, casseri, torri, e sono congegnate in rapporto all’andamento delle strade cittadine, alla distribuzione delle porte. Il loro scopo è di difendere la città e di proteggere dall’alto il vicino contado, assicurando le comunicazioni anche in caso d’assedio. Al nemico che si avvicina debbono incutere timore, presentarsi come inespugnabili. I dipinti che ciò danno immagini della città le rappresentano sempre con questi elementi rappresentativi: le mura merlate, le porte e, al di là, la cattedrale. Già in alcune chiese francesi della fine del XII secolo v’è un notevole sviluppo in altezza che permette di illuminare la navata con finestre laterali, che diradano la penombra delle volte. In un gruppo di chiese costruite nell’Ile-de-France nella metà del XII secolo, il sistema gotico si precisa in un periodo relativamente breve. Nella volta a crociera si accentuano le linee di forza, che prendono risalto come costoloni o nervature di pietre, mentre le sezioni triangolari così determinate diventano semplici veli di copertura. Rielaborando esempi moreschi gli archi trasversali e quelli delle campate prendono forma acuta od ogivale, ciò che accresce l’altezza permettendo di variare l’ampiezza. L’arco acuto è formato da due archi a tutto sesto che s’intersecano.

L’ARCHITETTURA GOTICA ITALIANA

Il gotico italiano appare più moderato, meno drammaticamente teso del francese e del tedesco: ciò che ha indotto qualche studioso a considerarlo una versione dipendente e attenuata. Non è così: come vedremo, il gotico italiano, nelle sue diverse manifestazioni, da regione a regione, è soltanto una diversa, ma pienamente motivata, interpretazione del sistema. Rientra quindi, di pieno diritto, in una cultura che, ponendosi come cultura occidentale, è l’espressione complessiva delle diverse tradizioni culturali che la compongono.

Esempio