I monumenti a Reggio Emilia

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

Voto:

1.5 (2)
Download:155
Data:12.02.2001
Numero di pagine:6
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
monumenti-reggio-emilia_1.zip (Dimensione: 19.18 Kb)
trucheck.it_i-monumenti-a-reggio-emilia.doc     79 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

GIARDINI PUBBLICI

L'impianto del giardino, vasto polmone verde ricco di alberature di pregio, si è sviluppato intorno al 1850 sull'area occupata dall'antica cittadella, la fortezza difensiva costruita nel 1339 dai Gonzaga, allora signori di Reggio. Qui è collocato un importante reperto archeologico di epoca romana, il “Monumento ai Concordi”, sepolcro funebre romano rinvenuto a Boretto, col busto di Caio Concordio Primo e suoi familiari. Tra siepi ed alberi ad alto fusto, tra piante rare e ampie zone di verde, sono pure collocati busti e statue dedicate a personaggi reggiani quali i poeti Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo, una fontana monumentale dedicata all’abate benefattore Ferrari Bonini, sculture raffiguranti le “Quattro Stagioni” provenienti dalla villa ducale di Rivalta. Il complesso del parco, circondato da importanti spazi culturali ed espositivi costituisce un importante unità ambientale perfettamente in sintonia con la città.

TEATRO MUNICIPALE

Nello spazio urbano occupato dall'antica cittadella, fu costruito dal 1852 al 1857 fu progetto dell'architetto modenese Cesare Costa. La realizzazione è stata affidata ad artisti e artigiani reggiani. La facciata è divisa in due piani secondo uno schema architettonico di ispirazione classica. L’apparato decorativo segue un programma riferito alle glorie del teatro greco (nei medaglioni sotto il colonnato esterno), nel teatro latino (nel vestibolo), quelle del teatro italiano (nel soffitto della sala di spettacolo). Sulla platea si affacciano quattro ordini di palchi, in corrispondenza dei quali si trovano i camerini, un tempo utilizzati per riposarsi durante le lunghe rappresentazioni. Tre sono i sipari: il sipario di Alfonso Chirici che inaugurò il teatro; il sipario-comodino di Giovanni Fontanesi e l'ultimo del pittore Omar Galliani. Nato come teatro d'opera, il teatro municipale offre una notevole attività produttiva nel campo della musica lirica e classica, del balletto, della danza. Dispone inoltre di una biblioteca e di una discoteca storica aperte al pubblico. Dal 1980 è intitolato all'attore reggiano Romolo Valli.

TEATRO ARIOSTO

Costruito nel 1740 sul disegno di Antonio Cugini era il teatro della cittadella, così intitolato poiché si trovava nei pressi dell'antico baluardo difensivo voluto dai Gonzaga (alla fine del 1339) durante il loro dominio a Reggio. Distrutto da un incendio nel 1851 fu poi ricostruito rispettandone le linee originali. La decorazione interna della cupola, di gusto tardo liberty, è stata eseguita da Anselmo Govi nel 1927, ispirandosi a versi tratti dall'Orlando Furioso. Da allora il teatro fu dedicato a Ludovico Ariosto, il grande poeta nato a Reggio Emilia nel settembre 1474. Il teatro Ariosto ospita principalmente rappresentazioni di prosa.

MUSEI CIVICI

In via Spallanzani 1 è la sede principale dei civici musei nel medioevale convento dei frati minori di San Francesco. Sono intitolati a Lazzaro Spallanzani, il grande scienziato di Scandiano morto alla fine del 700, i cui reperti costituiscono il più antico nucleo collezionistico del museo. All'ingresso, incastonati alle pareti, importanti frammenti di pavimenti a mosaico, attribuiti alla prima metà del XII secolo provenienti da diverse chiese reggiane ed altri di epoca romana rinvenuti in scavi effettuati all'inizio di questo secolo. Nella sezione Paletnologica si trova la collezione originaria di Don Gaetano Chierici relativa al nostro territorio ed ordinata cronologicamente dal Paleolitico all'alto medioevo. Altri importanti collezioni: zoologia, anatomia, numeristica, galleria dei marmi e pietre scolpite, cimeli del Risorgimento, materiale sulla resistenza. Al piano superiore la galleria Fontanesi espone dipinti, ceramica, Argenti, tessuti, armi.

GALLERIA PARMEGGIANI

Intitolata ad Anna e Luigi Parmeggiani, ha sede in un palazzo dal portale ispano/ moresco bella XV secolo, fatto arrivare pietra su pietra dalla Spagna. Raccoglie una collezione formata in Francia, nell'ambito del mercato d'arte, fra gli ultimi anni dell'800 e i primi decenni di questo secolo, ad opera di L.Marcy, di Leon Y Escosura, di Cesare Detti e infine di Luigi Parmeggiani, che la sistemò nell'attuale sede e la cedette al comune di Reggio Emilia nell'anno 1934. Contiene raccolte di: armi e coltellerie europee; oreficeria, smalti e gioielli., costumi europei dal XVII al XIX secolo; scultura in pietra e in legno policromato; dipinti italiani, spagnoli e fiamminghi dal XV al XVIII secolo; nuclei di serrature, maniglie, chiavi, ventagli, bronzetti ed altri esemplari di arti minori; marmi di decorazione architettonica e di arredo; tessuti europei dal XVI al XVIII secolo.

PIAZZA FONTANESI

Un angolo dal sapore antico: piazza Fontanesi, ampio spazio armonioso, alberato, su cui si affacciano molte botteghe di antiquariato, e dove si danno settimanalmente appuntamento durante la stagione estiva numerosi appassionati di antiquariato e di mercatini.
Vi scorgeva anticamente a cielo aperto, il canale del Secchia le cui acque consentivano il funzionamento di attività per la lavorazione della seta, per la concia delle pelli, per la fabbricazione di candele di sego. Il corso d'acqua, ora indicato con formelle di colore azzurro sul plateatico della piazza, scendeva lungo l'attuale via Guazzatoio sul cui sfondo si innalza il bastione, unico spezzone rimasto delle duecentesche mura che accingevamo la città.

CHIESA DI SAN NICOLO’

La chiesa è inglobata nel complesso del palazzo Zoboli, fra via Roma e via San Nicolò, che fu di proprietà della famiglia Zoboli cui appartiene Filippo, vescovo di Comacchio, vissuto nella seconda metà del 400. La facciata del palazzo, in cotto, mostra ancora le caratteristiche del prospetto quattrocentesco. La chiesa, fondata nel 1186,passo di proprietà all’abate Filippo Zoboli che ne ottenere il patronato. La chiesa fino alla fine del secolo scorso è sempre stata indipendente dal vescovo di Reggio. Due sono gli ingressi: uno da via Sessi, con un finto portale affrescato, che immette direttamente in chiesa e uno da via San Nicolò che accedere al bel chiostro quattrocentesco, con eleganti capitelli in arenaria. Il rifacimento dell'interno, ad una sola navata, è stato eseguito dall'architetto reggiano Prospero Mattioli nel 1720. Nel transetto sinistro vi è la statua in marmo di Filippo Zoboli, eseguita nel 1554 dal Clemente.

CHIOSTRI BENEDETTINI DI SAN PIETRO

I due chiostri appartenevano ai Monaci benedettini che officiavano l'annessa chiesa di San Pietro. Il chiostro piccolo fu realizzato nel 1524 da Bartolomeo Spani e da Leonardo Pacchioni. Il chiostro grande fu edificato nel 1584 da Prospero e Francesco Pacchioni. Il chiostro piccolo presenta un impianto tipicamente rinascimentale. Sono visibili alcuni dipinti ma purtroppo gran parte delle decorazioni sono state ricoperte da uno strato di calce negli anni cinquanta. Il chiostro grande si presenta ad una visione scenografica imponente colle facciate percorse dall'alta loggia e fittamente decorate con statue e finestre. Da parte dell'amministrazione comunale è incorso il progetto di restauro e recupero dei chiostri, già saltuariamente utilizzati per attività culturali.

CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA

La chiesa di San Giovanni Evangelista, San Giovannino, risultava già esistente alla fine del XII secolo. La sua ricostruzione, compresa la cupola, fu ultimata nel 1563. Le pitture all'interno della chiesa sono del 600. Nel vano absidale, ai lati, vi sono due grandi tele del pittore bolognese Alessandro Tiarini, firmate e datate, eseguite appositamente nel 1624. Rappresentano a sinistra il martirio di San Giovanni, e a destra il transito di San Giovanni. Importanti anche le finte prospettive architettoniche della volta della chiesa, opera di un famoso quadraturista bresciano, Tommaso Sandrini. Nella seconda cappella a sinistra vi è un'imponente gruppo di otto statue a grandezza naturale, in terracotta, che raffigurano il mortorio di Cristo. Le statue sono attribuite all'artista modenese Guido Mazzoni.

CHIESA DEI SANTI GIROLAMO E VITALE

Di sicura suggestione è la visita alla chiesa dei santi Girolamo e Vitale, frutto della più mature esperienza progettuale barocca. Il nucleo della chiesa è molto antico re. Nel 1400 passa alla confraternite di San Girolamo che nel cureranno la ricostruzione affidando l'incarico, nel 1646, a Gaspare Vigarani, famoso architetto e scenografo che ha lavorato anche alla corte di Luigi XIV di Francia. Interno è particolarmente originale poiché è costruito da tre oratori collegati tra loro da corridori e scale di marmo una delle quali conosciuta come scala santa, sul modello di quella di Roma. Una chiesa, rettangolare, è posta sul porticato anteriore, l'altra, detta la rotonda, è articolata su due ordini di colonnati sovrapposti, decorati con statue di santi in stucco; infine la sotterranea dove è stato per ricostruito un sepolcro ad imitazione di quello di Gerusalemme.

MAURIZIANO

A tre chilometri dalla città, lungo la via Emilia in direzione di Modena, è il Mauriziano, a villa quattrocentesca in riva al Rodano dove il poeta Ludovico Ariosto, nato l’8 settembre 1474 dalla reggiana Daria Malaguzzi soggiornò per lunghi periodi. Nei suoi versi ricorda spesso questi luoghi con dolce nostalgia. Alla villa si accese varcando un arco in cotto del XVI secolo, e percorrendo un lungo viale alberato. L’ala più interessante dell'edificio è quella orientale in quanto conserva ancora strutture del XV secolo e dove possono ammirare il camerino dei poeti, il camerino degli Orazi e Curiazi e il camerino dell’Ariosto con affreschi cinquecenteschi raffiguranti scene di caccia, paesaggi, giardini, scenario amoroso, episodi di storia e figure di letterati, e in piena sintonia con il gusto cortese e letterario dell'epoca.

Esempio