Gauguin

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

PAUL GAUGUIN (1848 – 1903)

La sua vita è un moto perpetuo tra Europa, Sud America e Oceania. Appena dopo la morte del padre, infatti, si trasferisce in Perù, dove trascorse la prima infanzia. A 17 anni iniziò a viaggiare per mare, come marinaio e come militare. Dopo il congedo si stabilì a Parigi, lavorando come agente di cambio.
Nel 1883 fu costretto ad abbandonare gli affari a causa di una crisi economica che colpì la Francia. In questo modo egli poté dedicarsi alla pittura totalmente, alla quale si era già accostato partecipando alle mostre degli Impressionisti.
Desideroso di una vita semplice, nel 1885 si trasferisce in Bretagna, poi andò a Panama, e infine rientrò in Francia, e per un breve periodo visse con Van Gogh. Successivamente si stabilì a Pont-Aven. Vendette tutto e si trasferì a Tahiti, poi ancora a Pont-Aven, e, infine alle Isole Marchesi, dove morì disperato, stanco e malato, in carcere per essersi opposto alla politica razzista del governo.
Anche per Gauguin gli inizi furono impressionisti, ma dal 1888 la sua pittura era completamente mutata. I colori erano dati per campiture piatte, e faceva uso di colori primari.

L’onda
Fra le forme artistiche alle quali fu sensibile c’è la pittura giapponese. Come nella stampa giapponese, l’incresparsi delle onde e i gorghi sono trattati al pari di giochi lineari; la schiuma sfrangiata è bordata da una sottile linea scura, mentre le linee curve segnano i movimenti dell’acqua.
Tuttavia la spiaggia è rossa e l’acqua giallo e verde: colori non naturali. Questa visione antinaturalistica è una delle caratteristiche di Gauguin, che riproduceva la realtà non come la vedeva, ma come la sentiva.

Dall’amico Emile Bernard, apprese il cloisonnisme, che consiste nel contornare con un segno nero le cose dipinte, a similitudine del cloisonné, impiegato nelle vetrate gotiche.
Questa forte linea di contorno assume un valore espressivo: mette in risalto ciò che viene dipinto, e sostituisce i valori spaziali. Infatti, il colore uniforme (senza sfumature) rende piatto il dipinto.
C’è quindi il recupero della bidimensionalità.

Il Cristo giallo
È un esempio di queste idee. Raffigura delle bretoni inginocchiate ai piedi di una scultura di un crocifisso.
Le colline sono gialle, gli alberi rosso vivo, il Cristo, contornato in nero e verde, è giallo.
È evidente il recupero della bidimensionalità e l’importanza del colore, poiché non corrisponde a quello oggettivo. Da sottolineare l’essenzialità del paesaggio e delle figure, semplificate, sintetiche.
Sintetismo è il termine che affiancò a Impressionismo.

Aha oe feii? (Come! Sei gelosa?)
È nell’isolamento dei mari del Sud che la sua pittura riesce a dare il meglio di se stessa.
Questo soggetto è tratto da un fatto a cui Gauguin aveva assistito: due sorelle, che, dopo aver fatto il bagno, parlano di amori di ieri e di progetti di domani.
Sulla sabbia rosa, nei pressi di un’acqua i cui riverberi sono interpretati come chiazza di colore.
Una donna è distesa in pieno sole, l’altra è quasi completamente in ombra.
Fra le due, si sviluppa un contrasto immediato: i due corpi sono fusi in una massa compatta, metà della quale è chiara, e l’altra scura; al perizoma rosso della ragazza al sole, corrisponde la veste rossa poggiata a terra della fanciulla con la ghirlanda.
La natura è resa in maniera antinaturalistica.
Se pure mancasse la scritta esplicativa, ci accorgeremmo che tra le due si sviluppa un colloquio che diviene enigmatico.

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
Poco prima di un tentativo non riuscito di suicidio, lo dipinse come una sorta di testamento spirituale.
Si tratta di un dipinto più estese in lunghezza che in altezza, perché Gauguin voleva dare l’impressione di un fregio classico.
I bordi superiori recano a destra la firma e la data, a sinistra il titolo, su un fondo giallo-oro, per farlo sembrare un affresco con gli angoli consumati, realizzato su una parete d’oro.
Ci sono alcuni significati simbolici evidenti: la nascita, la vita, la morte, rappresentate da un bambino, da giovani donne e da una vecchia.
Le suggestioni a cui ci induce il dipinto possono condurci comunque a interpretazioni più vicine possibile alla sensibilità di ognuno. A ciò siamo legittimati dal titolo, che propone i grandi quesiti della storia dell’umanità.
Sono queste, forse, le riflessioni delle figure in rosso.
La figura che coglie un frutto, la più luminosa e l’unica maschile in tutto il dipinto, può rappresentare l’uomo che coglie la parte migliore dell’esistenza, come può anche rinviare al concetto ebraico-cristiano del peccato: il dipinto, quindi, cercherebbe la sintesi tra elementi religiosi occidentali e credenze orientali (l’idolo azzurro sullo sfondo).
La vecchia stanca, pare riflettere sulla vita passata; tuttavia le parole sono vane, e non risolvono i problemi, come simboleggiato dall’uccello bianco che tiene con gli artigli una lucertola.

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