Friedrich

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Caspar David Friedrich
Nacque a Geisfwald (in Pomerania) nel 1774 da una famiglia di umili origini. Il suo primo maestro di architettura lo indusse ad iscriversi all’accademia di Copenhagen , che poi grequentò dal 1794 al 1798. in questi anni si dedica soprattutto al disegno architettonico com piante, rilievi e prospettive di monumenti antichi. Solo in uin secondo tempo iniziò a dipingere, prima con l’acquerello e con una serie di seppie dedicate alle stagioni e ai periodi della vita umana e poi dal 1807 dipinge a olio.di indole malinconica e contemplativa, era solito viaggare molto spesso verso casa (si era infatti trasferito a Dresda nel 1798). nel 1817 fu nominato membro dell’accademia di Dresda, ottenendo un cospicuo stipendio, ma questo non lo indusse ad abbandonare il suo ascetico stile di vita, che lo portava a circondarsi solo degli strumenti per dipingere e per vivere. Dal 1835 iniziò il declino del pittore, amareggiato dall’incomprensione della critica e del pubblico e assalito da vicissitudini famigliari. Morì a Dresda nel 1840.
L’abbazia nel querceto
• In quest'opera di Friedrich si coglie un tema molto caro allo spirito romantico: la visione delle rovine con tutto il loro fascino legato al senso del tempo che passa.
• In una luce, che ricorda un'alba nordica, si intravedono degli alberi scheletrici e un muro con una finestra in stile gotico, ultimo resto di un'antica abbazia distrutta e trasformata in cimitero.
• In basso si intravedono dei monaci con una bara sulle spalle, che stanno probabilmente accingendosi a seppellire un loro confratello morto.
• Il tema delle rovine non è infrequente nella pittura settecentesca di periodo preromantico, basti ricordare artisti quali Gian Paolo Panini o Hubert Robert.
• ad ispirare l'opera è il senso della morte e del disfacimento, che non riguarda solo le persone, ma anche le cose che loro fanno, quali gli edifici, che sembrano dover sfidare i tempi ed invece anch'esse inesorabilmente si polverizzano. Un lavoro lento che compiono il tempo e la natura, quest'ultima quasi inesorabile nel riprendersi le pietre e i materiali che le erano stati tolti per plasmare gli edifici.

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