Delacroix, Goya, Gericault, Friedrich

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

ROMANTICISMO
Il romanticismo si diffonde tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800 e assume caratteri molto diversi in relazione ai contesti in cui nasce e si sviluppa.
Romanticismo francese:
THEODORE GERICAULT
Figlio di un avvocato, nasce a Rouen nel 1791. Trasferitosi a Parigi con la famiglia, studiò al Lycee Imperial. Abbandonati gli studi, fu allievo di Guerin, un pittore neoclassico e conobbe anche Delacroix.
Divenuto pittore indipendente nel 1816 si presenta al concorso Prix de Rome, ma non vinse. Fece un viaggio di studio a Roma dove conduce una vita irrequieta e bohemien. La sua poetica si trova tra neoclassicismo e romanticismo con però una maggiore propensione alla sensibilità romantica.
Morì nel 1824.
LA ZATTERA DELLA MEDUSA (1819, olio su tela, Louvre)
Un dipinto molto grande di 5x7 m il cui soggetto è tratto da un fatto di cronaca ( tipico del romanticismo rappresentare eventi storici, Gericault sceglie un evento contemporaneo, la gente sarà sconvolta quando verrà esposto al Salon nel 1819). Mostra i pochi scampati al naufragio della nave francese Medusa, inabissatasi al largo delle coste africane nel 1816, nel momento in cui avvistano in lontananza la nave che li porterà in salvo. Questa zattera è rimasta abbandonata in mezzo al mare dal momento che si era allontanata dalle scialuppe dove c’erano i nobili e i ricchi. È una denuncia ai nobili. Si salvano solo in 15-16 su 150 e per sopravvivere si mangiano.
Le funi che tengono l'albero che sorregge una vela, disegnano una sorta di piramide.
La stessa figura geometrica è determinata dagli uomini legati fra loro dalle braccia che si toccano, si sfiorano o sorreggono, e culmina con il personaggio che sventola un panno bianco e rosso.
I corpi sono modellati come se fossero statue e sono colpiti da una luce che dà loro solidità, riprende da Michelangelo la muscolatura.
Gli sguardi degli uomini dei due gruppi nel fondo e le loro braccia sollevate in un gesto di aiuto e di soccorso sono rivolti verso il puntolino che , all'orizzonte, indica la nave della salvezza, in primo piano i cadaveri invece sono testimonianza della lunga sofferenza patita.
A sinistra un giovane morto quasi del tutto nudo è sorretto e trattenuto da un vecchio ammantato di rosso e dal nobile volto pensoso che rappresenta “l’uomo filosofo” nella tipica posizione del filosofo meditabondo. Guarda dalla parte opposta della speranza. Dipinge a macchie di colori.

ALIENATO CON MONOMANIA DEL COMANDO MILITARE (1822-1823, olio su tela)
Il suo psicologo, vedendo i bozzetti di G. lo invita a realizzare dei ritratti dei pazienti che avrebbe conservato lui stesso così da aggiungerli alla loro cartella clinica. Ritrae un paziente con la mania della gloria militare. L’uomo ha il naso affilato, un’espressione ansiosa che esprime la sua paura di essere prevaricato. La medaglia ci dice che era un comandante dell’esercito, ha uno sguardo sospettoso e diffidente, la camicia voluminosa, importante e pomposa. E’ evidente il chiaroscuro (bianco-grigio), il viso è a macchie (testimonianza di una patologia). Gericault riesce a trasmettere attraverso i colori, l’espressività del volto e la resa delle espressioni e dei volumi un uomo un tempo potente e ora malato.
EUGENE DELACROIX
Nato il 1798 a Charenton-Saint-Maurice, studiò al Lycee Imperial di Parigi e fu allievo di Guerin dove conobbe Gericault.
Si staccò dalla poetica neoclassica e fu uno dei maggiori pittori del romanticismo francese.
Del romanticismo la sua arte incarna, malinconia, desiderio di cambiamento, avversione per l'accademismo , il riferimento a fatti storici del medioevo.
Fece un soggiorno in Marocco nel 1832 dove scoprì i colori accesi tipici del cielo nordafricano.
Dal Marocco riporto numerosi bozzetti e tessuti dai quali trasse aspirazione per le sue opere durante tutta la sua vita. Ripropone colori esotici anche in contesti non esotici.
Morì a Parigi nel 1863.
Il disegno di Delacroix è immediato, nervoso e fortemente espressivo, vi sono rapidi accenni paesaggistici, si può dunque parlare di un disegno essenziale. Crea forti contrasti chiaro scuri. Si rifà ai rinascimentali italiani che ha modo di vedere al Louvre come Michelangelo e Tiziano e proprio da Tiziano riprende il colore a macchie.
LA LIBERTA’ GUIDA IL POPOLO (1830, olio su tela, Louvre)
Nel 1830 a Parigi vi sono i moti rivoluzionari contro il re Carlo X che vuole indire un nuovo modo di fare le elezioni, in modo tale da restaurare il proprio governo.
Dunque per riprendersi il potere Carlo X abolisce la libertà di stampa e cambia il sistema di elezione a proprio vantaggio, il popolo parigino insorge contro il re ( le tre gloriose giornate).
Delacroix raffigura in modo "romantico" questo avvenimento, vi è una ripresa innegabile di alcuni elementi dell'opera della zattera di Gericault, ad esempio la piramide, che qui è rappresentata di due uomini uno a destra e l'altro a sinistra della donna che rappresenta la Libertà.
Viene rappresentata la drammaticità dei corpi per terra, l'unità del popolo francese che segue Libertà rappresentata da una fanciulla povera con un berretto frigio, armata, e con la bandiera in mano, avanza portando avanti, appunto, l'ideale di libertà, e invita il popolo a seguirla.
Per rafforzare ancora di più l'immagine della Libertà prende spunto da una statua greca come modello, la Venere di Milo.
A destra della fanciulla troviamo un bambino/ragazzo armato al quale è stata rubata l'infanzia, mentre a sinistra troviamo tre uomini che stanno a rappresentare le diverse classi sociali parigine.
L'uomo con il cilindro è il borghese ed ha il volto di Delacroix, affianco ad esso poi c'è il militare e lo studente cioè l'intellettuale.
Oltre a riprende la struttura piramidale di G. riprende anche i colori, limitati e continuamente colpiti dalla luce.
Domina una stesura a macchie del colore in tutto il disegno e le figure sono vivacizzate da un contrasto tra luci ed ombre.
Ritrae Libertà mezza nuda per idealizzare la figura, cioè renderla mitica riprendendo modelli greci che in genere sono rappresentati nudi come appunto il modello da cui prende spunto ,la Venere di Milo.
Sulla destra in fondo c'è una torre che rappresenta Notre Dame che serve per contestualizzare l'avvenimento storico che per l'artista era fondamentale.
LE DONNE DI ALGERI (1834, olio su tela, Louvre)
Nel 1832 si reca nel nord Africa, in Marocco, per conoscere nuovi mondi e gusti esotici.
Un uomo in Marocco, amico di Delacroix, lo fa entrare nel suo arem così che il pittore possa rappresentare una scena all'interno del posto.
Le donne sono in un atteggiamento naturale, sono rilassate, probabilmente per l'effetto del narghilè diffuso in quei luoghi e sono vestite a festa per farsi rappresentare dall'artista occidentale.
Stanno in posa, la luce entra da sinistra, colpisce le vesti delle donne creando degli effetti cromatici particolari ed armonizzando le figure.
Lo specchio che si trova sulla parete sinistra riprende uno stile rococò. Le figure sono fortemente in primo piano, caratteristica romantica tipica anche di Gericault.
GOYA
Nasce vicino a Saragoza nel 1746 e muore a Bordeaux nel 1828.
Si sposa e ha 8 figli di cui gliene muoiono 7. Nel 1773 tornò a Madrid e iniziò a lavorare per Carlo IV, come pittore di corte, l’enorme prestigio di cui godeva, lo mise al riparo dagli intrighi di corte. Nel 1792 diventa praticamente sordo e da quel momento cambia modo di dipingere: prima i temi erano frivoli ora i toni diventano cupi. Per tutta la vita da una parte sarà attratto dall’illuminismo. È anticlericale. Dall’altro però c’è come un’attrazione per l’ignoto come si può notare nel “Volo delle streghe” dove ci sono le streghe che dilaniano ma al lato a destra c’è un asino per denunciare l’ignoranza.
LA FAMIGLIA REALE DI CARLO IV (1800-1801, olio su tela, Madrid, Museo del Prado)
Si stacca dalla tradizione neoclassica per avvicinarsi al realismo.
È un dipinto di rappresentanza. I personaggi sono disposti in tre gruppo collocati in modo da disegnare sul pavimento una sorta di ampia “esse”. Nel gruppo al centro balza in rilievo la figura della regina, moglie di Carlo IV, e vera e propria padrona di ogni iniziativa di corte. Nel gruppo di destra primeggia, tronfio della sua persona, con faccia da ebete e pacioccona, il re Carlo. Il re, coperto di insegne e di decorazione, con una giacca esosa, sembra più un docile burattino che il sovrano di uno degli Stati più potenti del mondo. Proprio in questa contrapposizione fra re e regina si può notare la sottile ironia dell’autore.
In fondo, a sinistra, nella semioscurità della sala, si intravede Goya in atto di dipingere un soggetto ignoto (molto probabilmente noi)
Goya è un maestro del colore, riesce a rendere il raso e la seta degli abiti. Gli abiti e le ricche decorazioni sono realizzate con l’uso di pennellate estremamente libere.
3 MAGGIO 1808 (1814, olio su tela, Madrid, Museo del Prado)
In questo dipinto storico, G. riporta il dramma della rivolta antinapoleonica, vissuta in prima persona quando assistette all’eroica resistenza del popolo madrileno contro le truppe francesi. In questa tela vengono per la prima volta riprodotti avvenimenti contemporanei, solo 3 anni di differenza. Il dipinto raffigura una delle tante fucilazioni.
A destra troviamo il drappello di soldati, i volti di questi non vengono raffigurati; vengono rappresentati come un gruppo compatto e minaccioso, come se fossero automi programmati per combattere e non esseri umani.
A sinistra vi sono i partigiani, ammassati e rappresentati con un realismo carico di pietà. Il patriota , con la maglia bianca e le braccia alzate, esprime, nel volto, il tumultuare dei sentimenti: la disperata paura della morte, che non abbiamo mai visto negli impassibili eroi della pittura neoclassica.
In basso troviamo i cadaveri dei partigiani già fucilati.
Alcune fisionomie sono grottesche, le figure sono poco definite e vengono focalizzati gli occhi e la bocca.
La cupezza dei toni ha valori sia naturalistici della tetra ambientazione notturna, sia psicologici dell’angoscia soffocante della scena.
Usa la luce in modo enfatico, tutto è illuminato dalla luce di una lanterna. Sullo sfondo lontano si vede il profilo della martoriata Madrid.
Questo dipinto è caratterizzato dalla frammentarietà delle pennellate, dalla povertà della tavolozza, dall’espressività dei personaggi e dalla voglia di cogliere e bloccare l’attimo irripetibile. Goya sarà precursore dell’ impressionismo e dei colori intensi e delle forme stilizzate dell’espressionismo.
CASPAR FRIEDRICH
Caspar Friedrich è un pittore protestante, fortemente religioso, caratteristica che si denota nei suoi dipinti.
La figura è sempre vista di spalle o molto piccola, immersa nella natura. Il messaggio è che l’uomo è piccolo rispetto alla natura, creata da Dio.
VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA (ca 1818, olio su tela, Amburgo, Kunsthalle)
Rapprestenta un personaggio di spalle che dalla cima di un dirupo osserva l’orizzonte lontao attraverso lo squarciarsi delle nebbie.
L’uomo ha raggiunto il massimo delle sue capacità, ovvero la cima della montagna.
La luce positivia, la nebbia rappresenta l’infinitezza.

Esempio



  


  1. monica

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