cappella brancacci

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte
Download:160
Data:09.01.2007
Numero di pagine:4
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
cappella-brancacci_1.zip (Dimensione: 24.78 Kb)
trucheck.it_cappella-brancacci.doc     61 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Cappella Brancacci
Vai a: Navigazione, cerca
La Cappella Brancacci, situata all'interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze rappresenta uno degli esempi più elevati di pittura fiorentina del Rinascimento.
Essa è frutto della collaborazione di due dei più grandi artisti dell'epoca Masaccio e Masolino da Panicale; inoltre contribuì alla sua realizzazione anche Filippino Lippi. Committente del ciclo di affreschi, a cui si deve anche la scelta del tema, fu Felice Brancacci. Il tema del Ciclo di affreschi è la salvezza dell'umanità operata dal Signore attraverso Pietro. I lavori iniziarono intorno al 1422 da Masolino e dal suo aiutante Masaccio il quale continuerà da solo dopo la partenza di Masolino per l'Ungheria (1425).
In Masolino si vede continuare la pittura del Medioevo mentre si vede emergere la personalità di Masaccio che applica alla pittura le nuove teorie rinascimentali, come un uso molto bello ed elegante della prospettiva. I primi affreschi non permettono di stabilire bene la predominanza di un artista sull'altro, i due si influenzano a vicenda, ma dopo la genialità e la novità di Masaccio vengono alla luce.
lavorando a fianco, Masaccio e Masolino, abbiano smussato ulteriormente la notevole diversità, sino a raggiungere quel traguardo di grande equilibrio tra i disegni. Masaccio, sostituì il vecchio maestro, ma per ragioni ancora ignote, non portò a termine i lavori. Gli affreschi furono completati solo fra il 1481 e il 1485 da Filippo Lippi. Masaccio dette il meglio del suo talento: il carattere altamente drammatico delle scene e la grande naturalezza delle sue raffigurazioni, prive di qualsiasi ornamento superfluo fanno di Masaccio il primo, grande artista del Rinascimento italiano. I due cicli di affreschi che decorano la cappella sono dedicati al peccato originale e alla vita di San Pietro.
Nella volta erano i quattro evangelisti e a partire dai lunettoni le storie di san Pietro organizzate su tre registri, a cui fanno da premessa gli affreschi col Peccato originale e la Cacciata dei Progenitori, nella parete di fondo sotto la bifora Crocifissione di Pietro; le scene sono racchiuse in una finta architettura di paraste corinzie reggenti una cornice dentellata.

Oridine iconografico: I = Peccato originale II = Cacciato dei Progenitori III e IV = La Navicella, oppure la Vocazione di Pietro e Andrea, distrutti V = il Tributo. VI = La guarigione dello zoppo e la resurrezione di Tabita VII = Il pianto di San Pietro, distrutto VIII Pasci i miei agnelli, distrutto IX = Predicazione di san Pietro X = Il battesimo dei neofiti XI = San Pietro che risana con l'ombra XII = La distribuzione dei beni e la morte di Anania e Saffira. XIII = San Pietro visitato in carcere da san Paolo XIV = San Pietro liberato dal carcere XV = La resurrezione del figlio di Teofilo e san Pietro in cattedra XVI = La disputa con Simon Mago e la crocifissione di Pietro XVII = Crocifissione di san Pietro, distrutto

La decorazione iniziò con gli Evangelisti della volta di mano di Masolino, proseguì o con il lunettone della parete sinistra con la scena o della Navicella o della Vocazione di Pietro e Andrea di mano di Masolino e sulla parete di fondo Il pianto di Pietro dopo il triplice rinnegamento di Masaccio. Al secondo livello iniziò la decorazione o dalla parete di sinistra dove Masaccio affrescò la Cacciata dei Progenitori e il Tributo e Masolino sulla parete di fondo La predica di san Pietro; o dalla parete di destra sempre del secondo livello dove Masolino dipinge il Peccato originale e la Resurrezione di Tabita, mentre Masaccio nel fondo dipinge il Battesimo dei neofiti.
Nel 1425 Masaccio porterà a compimento le scene con San Pietro che risana con l'ombra, La distribuzione dei beni, la Crocifissione nella parete di fondo e buona parte de La Resurrezione del figlio di Teofìlo e San Pietro in cattedra nella parete di sinistra, tutte al primo livello.
La morte di Masaccio nel 1428 e l'esilio di Felice Brancacci nel 1436, segnano l'abbandono della decorazione, nel 1460, i frati carmelitani distrussero la Crocifissione di san Pietro sotto la bifora, inserendovi l'altare con la Madonna del popolo, tavola duecentesca. La decorazione venne completata nel 1481 da Filippino Lippi, con le scene di San Pietro visitato in carcere da san Paolo a sinistra nel primo livello e le due scene della parete di destra con La Liberazione di san Pietro e La disputa con Simon Mago e la crocifissione di san Pietro. Nel 1781 un incendio ne annerì la cromia che venne restaurata nel 1988 riportando all'originale cromia gli affreschi.

Schema della divisione dei lavori Leggenda: M=Masaccio m=Masolino da Panicale

Schema attuale della cappella Brancacci, Leggenda M=Masaccio m=Masolino da Panicale F=Filippino Lippi M*Completata da Filippino Lippi M**=Perduta resta frammento con soldato romano.
Le fonti del complesso sono i Vangeli, gli Atti degli Apostoli e la Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Analisi stilistica degli affreschi di Masaccio:
• La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre: La coppia è inserita saldamente sul terreno, su cui si proiettano le ombre della violenta illuminazione che modella i corpi, i gesti sono carichi di espressionismo. Adamo piangente si copre il viso con la mano, in segno di vergogna mentre Eva si copre con le braccia e urla, in segno di dolore. Riferimenti in Eva all'antico (Venere pudica) o a Giovanni Pisano (La Temperanza del pulpito nel Duomo di Pisa). Il chiaroscuro fornisce dei corpi volutamente massicci, sgraziati, realistici.
• Il tributo: tre scene diverse nello stesso affresco (il gabelliere che esige il denaro in centro, a sinistra Pietro che prende la moneta dal pesce, Pietro a destra che la da al gabelliere), diversa unità temporale, ma uguale unità spaziale: prospettiva unica, ombre determinate con la stessa inclinazione dei raggi del sole, montagne che sfumano all'orizzonte. Personaggio massicci, scultorei grazie al chiaroscuro, espressioni vive.

Esempio