Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia Dell'arte |
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Data: | 23.11.2001 |
Numero di pagine: | 5 |
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Arte precolombiana
Non essendo possibile, per la varietà di forme con cui essa si presenta, dare un quadro generale dell'arte precolombiana, descriveremo qui sommariamente le principali manifestazioni delle singole aree culturali rimandando per una trattazione più particolareggiata alle voci specifiche.
La vita nomade degli Eschimesi dell'America settentrionale spiega le piccole dimensioni degli oggetti di uso comune eseguiti con i pochissimi materiali a disposizione come l'osso, l'avorio, il legname trasportato dalle acque. Tuttavia essi ornarono con elegantissimi disegni curvilinei o con vivaci scene realistiche i loro utensili, ed eseguirono in età preistorica sulle rocce di una regione dell'Alaska pitture in una tecnica rudimentale, con figure piccole ma ben delineate; numerose anche le statuine a tutto tondo in avorio o legno.
La produzione artistica più antica della costa nord-occidentale è costituita da rozze sculture su pietra e da petroglifi che precorrono in alcuni particolari gli intagli in legno della successiva età storica. All'epoca dei primi contatti con i bianchi gli artisti si dedicavano principalmente alla scultura in legno a tutto tondo, raggiungendo un altissimo livello qualitativo. Molte delle sculture erano dipinte con risultati di perfetta armonia, specialmente nei pali totemici e nelle facciate delle case.
Lo stile è prevalentemente figurativo e riproduce immagini umane ed animali, spesso associate, accentuandone le caratteristiche individuali. La scultura in legno era prerogativa degli uomini, che intagliavano anche casse, pipe e maschere cerimoniali.
Le donne abili nell'intreccio di canestri, fabbricavano bellissime coperte con motivi analoghi a quelli della scultura. Nelle grandi pianure dell'interno gli Indiani, dopo aver adottato il cavallo e le armi da fuoco dei bianchi, accentuarono il loro nomadismo, abbandonando l'agricoltura per dedicarsi alla caccia. E questa fornì loro la materia prima fondamentale, cioè la pelle, per pitture, prima a semplici motivi geometrici, quindi celebranti imprese belliche e venatorie in uno stile naturalistico che ricorda le pitture paleolitiche europee.
A carattere geometrico restò la decorazione di abiti, coperte, mocassini, bisacce. Nell'area sud-occidentale degli Stati Uniti, comprendente il Nuovo Messico e l'Arizona, si sviluppò la cultura Anasazi che può essere suddivisa in una fase più antica o dei cestai, caratterizzata da canestri policromi e da ceramiche decorate geometricamente, e in una seconda fase, detta Pueblo, che iniziò verso il VII sec., caratterizzata da grandi edifici, da mosaici di turchesi, da una perfetta ceramica, in seguito ornata in stile realistico, con rappresentazioni di uccelli, rettili, insetti, divinità mascherate. Le abitazioni erano scavate nelle rocce o cinte da mura. nucleo ideale dei villaggi è ancor oggi la kiva, camera cerimoniale sotterranea dalle pareti decorate con affreschi di soggetto mitologico, sul cui pavimento viene eseguita, durante i riti, una pittura con sabbie colorate avente carattere magico. Nell'America centrale le culture indigene più arcaiche dette ''di mezzo'', localizzate nella valle del Messico, sono conosciute solo da frammenti di ceramica decorata, da rozze statuine in argilla e da tracce di opere murarie.
Coeva ad esse fu la cultura olmeca, che ebbe sede nella regione di Vera Cruz, con una plastica raffinata, caratterizzata da statue colossali, maschere e figurine in giada. Seguì la cultura dei Toltechi che durò ca. cinque secoli (VII-XII d.C.), durante la quale si sviluppò un'architettura di dimensioni monumentali, e si perfezionò la tecnica della modellazione in creta. Alla fine del periodo tolteco iniziarono le incursioni dei feroci Chichimechi che, a partire dal 1300 ca., furono sopraffatti dagli Aztechi, il cui impero durò fino alla conquista spagnola. Essi, pur non creando stili propri, edificarono, per scopi religiosi e politici, grandiose architetture a forma di piramide circondate da immensi recinti sacri, ornati di monumentali bassorilievi e sculture. Curarono principalmente la tessitura, l'intaglio, il mosaico di pietre preziose, i lavori in piuma, la ceramica. Nel Messico meridionale, a Monte Albán, fiorirono gli Zapotechi (650 a.C. - 1521 d.C.), che perfezionarono la lavorazione dei metalli, mentre in una vasta zona, che va dalla penisola dello Yucatán fino all'Honduras si sviluppò la civiltà dei Maya. La sua manifestazione più elevata fu l'architettura, il cui grado di perfezione permise la costruzione di grandi centri religiosi dotati di templi, palazzi, piramidi, monasteri, osservatori astronomici. Gli edifici hanno piante complesse, soffitto a pseudovolta, architravi lignei finemente scolpiti. La città più antica fu Tikál, ma particolare sviluppo ebbero Copán e Chichén-Itzá, dai templi piramidali dedicati al serpente piumato. Il suggestivo realismo delle sculture e del rilievo maya nasce da profonde ragioni simboliche, mentre la pittura appare più decorativa per l'uso di colori vivaci, sia nell'affresco (dove le figure riprodotte nelle più varie posizioni sono sempre di profilo e le scene rappresentano cerimonie, sacrifici, vestizioni di sacerdoti), sia nei codici, sia nella ceramica. Nell'America meridionale le civiltà più elevate fiorirono nella zona del versante pacifico detta andina, avente come centro l'odierno Perù, mentre nelle altre regioni si ebbero manifestazioni di livello culturale molto basso. L'archeologia ha potuto ricostruire l'evoluzione dell'arte della zona andina, che si è svolta in una serie di fasi successive, caratterizzate dal Bennett in sette periodi. Il periodo preceramico (3000-1200 a.C.), con centro nella valle di Chicama, ebbe un'economia basata sull'agricoltura, con produzione di tessuti, ma senza uso di vasi in ceramica.
Il I periodo (1200-400 a.C.) fu caratterizzato dalla formazione di grandi centri religiosi; si affermarono culture locali a Chavin e Cupisnique; l'architettura è semplice e grandiosa, nella scultura predomina il motivo del demone-felino; i vasi hanno una patina scura e lucida, ed il loro becco serve anche da impugnatura. Il II periodo (400 a.C. - 400 d.C.) vide il predominio dello stile Chavin, ma si svilupparono le culture locali di Salinar, Paracas, Chancay, notevoli per le loro innovazioni nella ceramica e nella tessitura. Il III periodo (400-1000) fu caratterizzato da un ulteriore sviluppo delle culture regionali, fra cui eccellono quelle mochica e nazea.
La prima, originatasi nelle Ande centrali, è famosa per i vasi che rappresentano con crudo realismo teste e figure umane e per i templi a piramide. Anche maggiori furono i risultati raggiunti in campo monumentale dai Nazea, che nella ceramica preferirono invece decorazioni astratte e stilizzate. Essi perfezionarono anche l'arte tessile. Il IV periodo (1000-1300) vide costituirsi l'impero panperuviano di Tiahuanaco, con un grande incremento dell'architettura religiosa, il cui monumento più noto è la Porta del Sole dal frontone decorato a bassorilievi. la ceramica e la tessitura raggiungono un'altissima perfezione tecnica nell'uso dei colori. Nel V periodo (1300-1438), estintosi l'impero di Tiahuanaco, risorgono ad un livello più basso gli stili locali (Chimú, Ica) nella ceramica, nei tessuti e nell'oreficeria. Nel VI periodo (1438-1532) gli Inca fondano il più grande impero politico dell'America precolombiana; lo stile è di nuovo unitario anche se di qualità non altissima, l'influenza artistica peruviana si estende su una vasta area, fino al Cile a S, al confine argentino a E, alla Costa Rica a N.