Arte greca

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Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

L'ARTE GRECA
La religione greca vede l' essere umano come un dio: è quindi una religione antropomorfa. L 'uomo è d'ispirazione per rappresentare il dio. Ciò chiarisce il valore fondamentale che i Greci davano alla vita, e la loro concreta concezione della realtà. L 'opera d'arte greca è sempre un fare organico, ubbidisce alle leggi che lo regolano, è alla costante ricerca dell'equilibrio fra le varie parti. La bellezza greca è alla base dello studio della civiltà greca. Il mondo greco ha infatti un culto religioso della bellezza. La bellezza è intesa dai Greci come suprema armonia di qualità morali, intellettuali e fisiche. La storia greca abbraccia un millennio, diviso in questi periodi:
1) periodo del medioevo ellenico (o di formazione), dall'XI all'XIII secolo a.C.
2) periodo arcaico ,da arkaios (= precedente). Erodoto chiamava così il periodo a lui precedente. Comprende dall'VIII- VII sec. a metà del V sec.
3) età classica (periodo aureo) dalla metà del V sec. alla fine del IV (deriva dal latino classicus: armonia, equilibrio ). Il termine classico è relativamente recente: infatti alcuni storici del XVII e del XIX secolo hanno indicato con questo temine la perfezione della forma artistica e il carattere di universalità.
4) ellenismo, dalla fine del IV sec. alla fine del I
Dalle varie tribù greche è nata un' arte omogenea, unitaria, (pag. 31 libro ), dove per omogenea si intende un arte non monotona. Di quest'arte abbiamo un'infinita varietà di manifestazioni, a causa anche dei loro estesi insediamenti, anche in paesi con climi diversi.
ACROPOLI= da akros (alto)
Parte alta della città e da polis ( città)
Intorno al 1000 a.C. la civiltà micenea era in fase di disgregazione, la povertà e la semplicità di vita del tempo possono al massimo permettere delle piccole fusioni in bronzo e l'arte si esprime meglio nella decorazione dei vasi. Questo è un periodo di raccoglimento, dove vi è bisogno di ordine e di controllo. In questo periodo il segno è geometrico, e la forma umana è stilizzata, più avanti essa diventa sempre più naturale. I vasi e le piccole statue di questo periodo sono stati ritrovati nelle tombe, prima in Corinto e poi in Attica.
Il termine Dypilon deriva da una località situata nella necropoli di Atene. Un esempio di questo stile, ci è fornito da un' anfora ritrovata in una tomba. Essa serve per contenere i liquidi; è realizzata in stile geometrico con ritmi circolari per tutto il corpo, fitti e regolari si alternano nella distribuzione e sembrano frasi più alte alternate a frasi più basse ruotanti intorno ad un'asse centrale ideale. Il compianto, al centro, è in perfetta simmetria a destra e a sinistra. In quest' opera non viene ignorato il passato miceneo infatti vi è la partizione dello spazio in valori ritmici e geometrici e il ciclo è chiuso, geometrico, ordinato.
IL TEMPIO GRECO
Il tempio era l' opera più utilizzata dai greci, non era un luogo di riunione come oggi è la chiesa, bensì era la casa del dio, un luogo dove era contenuta l' immagine (simulacro ) del dio, in conformità con la concezione greca: antropomorfa. Oggi l'altare è nella chiesa, sul presbiterio ( =luogo elevato), e tutti possono vedere l'esposizione dell'ostia, cioè il sacrificio. Allora, invece, l'altare era all'esterno del tempio, in un luogo sacro (temenos), dove poteva accedere solamente il sacerdote, e quindi il sacrificio era celato agli occhi dei fedeli. La parola altare deriva dal latino ara.
Il tempio greco era rettangolare, molto semplice e si è evoluto molto nei secoli.

cella o naos (megaron)
gradinata se sull’ultimo gradino ci sono colonne- stilobate (da stilo: colonna) ; se c'è un muro- toicobate
La gradinata è sempre composta da tre gradini, che si chiamano krepidoma.

Statua del dio.
Questo è lo schema del primo tempio greco: in Antis. Poi il naos si evolve ed abbiamo il Doppio in Antis:

L'ORDINE ARCHITETTONICO
L' ordine architettonico è la più grande novità che i Greci introdussero nell' arte del costruire. Secondo un ordine architettonico la facciata del tempio segue ben precise regole.
L' ordine architettonico consiste in severe regole geometrico -matematiche mediante le quali le dimensioni di tutti gli elementi del tempio sono messe in rapporto tra loro in modo fisso e uniforme. Ciò significa, ad esempio, che poSta come unità di misura il diametro di base di una colonna, la sua altezza sarà data da un multiplo del modulo, e così via per quanto riguarda le dimensioni e le distanze di tutti gli altri elementi. Nel tempio greco NULLA E' CASUALE. Il tempio è costruito su base umana, tutto è in rapporto, tutto corrisponde ad armonia combinata con I' azione.
Così disse Vitruvio, un famoso architetto romano. " La progettazione dei templi si basa sulla simmetria, il cui metodo deve essere scrupolosamente osservato dagli architetti. La simmetria nasce dalla proporzione che in greco viene definita analoghia. La proporzione consiste nella commisurabilità delle singole parti di tutta I' opera, sia tra loro, sia con I' insieme. Questa commisurabilità si basa sull'adozione di un modulo fisso e consente di applicare il metodo della simmetria". L ' ordine architettonico può defInirsi una struttura unitaria formata da un insieme organico di elementi strutturali e decorativi proporzionali fra loro.
La misura base della proporzione è data dal raggio o dal diametro della colonna, misurato all'imoscapo, cioè nella parte inferiore del fusto. Tale misura è chiamata modulo e serve a dimensionare gli altri elementi. Ad esempio per I' altezza del fusto si usa un certo numero di moduli, per quello del capitello un altro numero. ..A sua volta il modulo viene suddiviso in un certo numero di parti le quali servono per dimensionare anche le più piccole modanature ( sporgenze che formano in profilo ). Le modanature sono elementi sagoma ti che si pongono all ' estremità di piani, di comici o di altri membri architettonici. La loro funzione consiste nel dare movimento al membro architettonico al quale sono applicate e soprattutto nel collegare armonicamente due elementi vicini. Le principali modanature classiche studiate e descritte dai trattatisti del ‘500 (Serlio, Vignola, Palladio e Scamazzi) sono:
I) listello o pianetto
II) tondino, astragalo o bastoncino
III) ovolo diritto o quarto di circolo
IV) guscio o cavetto
V) gola diritta
VI) gola rovescia
VII) scozia
VIII) toro o bastone
ORDINI ARCHlTETTONICI
Gli ordini architettonici sono 5 :
I) dorico
II) corinzio
III) composito
IV) ionico
V) tuscanico
La critica attuale considera fondamentali solo due ordini: il dorico e lo ionico. Gli altri sono visti come derivazione dei due fondamentali, e precisamente: il corinzio derivazione dello ionico, il tuscanico dal dorico, il composito fusione dello ionico e del corinzio.
Un ordine architettonico si suddivide in tre blocchi, ognuno formato da tre elementi
zoccolo
I) piedistallo dado

cimasa ( architettura romana e rinascimentale )
base
2) colonna fusto

capitello
architrave
3) trabeazione fregio
cornice
L'ORDINE DORICO
I Greci hanno usato maggiormente gli stili dorico, ionico e corinzio. Di questi il più greco è quello dorico. Questi tre stili sono accomunati dall'uso di una proporzione con rapporti proporzionali e matematici .L' ordine dorico nasce nella Grecia continentale, ed è al di fuori di ogni influenza asiatica, e si diffonde anche nella Magna Grecia. E' il più antico e il più maestoso; è usato solo per i templi, e i primi esempi del suo impiego risalgono all'inizio dell ' epoca arcaica. La colonna è compoSta da un elemento verticale e un capitello uniti fra di loro mediante un elemento circolare.
.Gli architetti cercano di imitare la corteccia dell'albero con delle scanalature (nell'ordine perfetto esse vanno da 16 a 20). Queste colonne non erano monolitiche, ma erano divise in sezioni ( chiamate tamburi o rocchi) collegate da un perno centrale, nei templi più ricchi, questo era in bronzo. Le colonne erano collegate anche esternamente con dei "blocchi", se questi erano orizzontali, erano detti ramponi, se verticali caviglie. Gli architetti per poter spostare i blocchi creavano sull' esterno della colonna delle impugnature. La rastremazione delle colonne non era uniforme, verso 1/3 dell'altezza vi era un lieve rigonfiamento, detto entasi, che aveva la funzione di correggere la percezione visiva della colonna da lontano, che altrimenti sarebbe sembrata troppo sottile. Tutto ciò che è parallelo, grazie ad una legge ottica noi lo vediamo unirsi all ' orizzonte. La realtà si trasforma per soddisfare il piacere ottico.
Sulle colonne erano presenti delle scanalature, fra di loro uguali, di forma semi-cilindrica, che erano disposte in modo da formare degli spigoli vivi ( cioè privi di ogni arrotondamento ). Gli architetti creavano le scanalature nei cantieri. Questo comporta che, quando la colonna è colpita dal sole vi è una evidentissima individuazione di fasce di luce alternate a fasce d'ombre, il che contribuisce a conferirle un ulteriore senso di solidità).
Il capitello è formato da due elementi sovrapposti chiamati èchino (inferiore) e àbaco (superiore). L'èchino, avendo una forma tondeggiante, ha preso nome da ECHIMOS = dal greco riccio di mare. Convesso: cum vessare: opprimere, spingere, si dice di un oggetto che presenta un rigonfiamento curvilineo verso l' esterno; contrario: cum cavus: in relazione a un oggetto o elemento architettonico la cui superficie si presenta incavata rispetto a colui che guarda.
Sopra l'echino l'abaco, dal greco ABAX = tavola, a forma di dado schiacciato. L 'insieme degli elementi strutturali e decorativi che si appoggiano sul capitello prende il nome generico di trabeazione, dal latino TRABEA: trave, tutto ciò che è portato.
La trabeazione è formata dall' architrave, dal fregio e dalla cornice. La trabeazione consiste nell ' elemento orizzontale portato, la colonna nell ' elemento verticale portante.
Nell'ordine dorico il fregio era composto da metope e triglifi. Nel fregio i triglifi sono alti 1 1\2 la loro larghezza. Sotto il listello sporgente dell' architrave tenia e regolo hanno un appendice che sostiene le gocciole, formate da piccoli tronchi di cono. Al di sopra di ogni triglifo e sull ' asse di ogni metopa, sotto il piano inclinato del gocciolatoio è posta una tavoletta con tre file di sei gocce chiamata mutulo. La cornice, composta da un gocciolatoio e da una modanatura, sostiene la gronda che a volte è interrotta da delle teste leonine in funzione di docce. Nei primi templi la trabeazione era alta la metà della colonna, poi si ridusse a un terzo. L 'intercolumnio all'inizio era uguale al diametro della colonna, poi la sua misura si ridusse a 1 diametro e mezzo .
I TEMPLI DORICI
Il primo tempio in ordine di tempo è la Basilica: venne chiamato impropriamente in questo modo da alcuni archeologi del XVIII sec. poichè durate gli scavi, non trovarono la cella. Sembrava infatti uno spazio rettangolare (tribunale). Successivamente furono rilevate tracce dell'altare (m.21x6) che testimoniarono lo scopo religioso della Basilica. All'interno furono poi anche trovate alcune statuette. Questo tempio, che è anche il più arcaico, venne costruito nel VI sec. E fu probabilmente dedicato o a Demeter e a Persepone, o a Poseidon. Costituisce uno dei più importanti monumenti della città. E' periptero ennastilo, misura 28m x 61,50 (26 x 56 senza krepidoma). La cella, a causa di 9 colonne, è divisa in 2 navate. Il colonnato centrale era composto da 8 colonne (oggi solo 3). Anfiprostilo con pronaos in antis, aveva le colonne basse e fortemente rastremate: il diametro misurato al sommoscapo misurava 1,46m. mentre quello misurato all'imoscapo era di 96cm. Ora le colonne non sorreggono più l'architrave. Il capitello ha l'echino schiacciato e convesso. Il collarino è profondamente incavato, l' entasi piuttosto accentuata.
Il secondo in ordine di tempo è il tempio di Cerere, dedicato alla dea Cerere, è stato eretto negli ultimi decenni del VI sec. Misurava 34,50 x 16m., era composto da un unico vano, la cella era preceduta da un unico pronaos. Era periptero esastilo e in esso si nota l'evoluzione strutturale che porta al tempio di Nettuno. La trabeazione del frontone raggiunge quasi l'altezza del colonnato e a una certa distanza all'esterno c'era l'altare.
Il terzo tempio, quello di Nettuno, è stato eretto verso la metà del V sec. E' il tempio che meglio esprime i valori classici delle modanature. Periptero esastilo con pronaos in antis, misura 25 x 60m. L' altare, più piccolo, misura lO x 3m.
ORDINE IONICO
L' ordine ionico è quasi contemporaneo a quello dorico, ma a differenza del dorico ha origini orientali. Le sue origini risalgono a quando gli ioni si insediarono nell ' Asia Minore e fondarono alcune grandi colonie, tipo Mileto, Efeso... I continui scambi culturali tra le colonie ioniche e le civiltà orientali portarono allo sviluppo di un nuovo ordine architettonico, quello ionico appunto. Quest'ordine non rimase però limitato alI' Asia Minore, infatti nel VI sec. a.C. lo troviamo in alcune isole greche, come Samo e Lesbo, e successivamente in Attica.
La colonna ionica
Base
Come nell ' ordine dorico la colonna è formata da base, fusto e capitello. Per la prima volta la
colonna poggia su una base, e ciò conferisce a tutta la struttura un maggiore slancio. La base assume t'orme diverse in relazione alle epoche, ma la più conosciuta di queste basi è la base attica. Questa è composta da tre elementi sovrapposti: due tori e una scozia, o trochilo. n toro è una modanatura convessa a profilo semicircolare, e deriva dal latino TORUS = cordone attorcigliato. La scozia invece è una modanatura concava e deriva dal greco SKOTIA = tenebra, oscurità. Questo nome dal fatto che è incavata e quindi rimane in ombra. L' insieme dei due tori e della scozia è chiamato speira. Nella base attica la scozia serve a raccordare i due tori.
Fusto
Il fusto ionico è più slanciato di quello dorico, e corrisponde a 9 diametri, l'intercolumnio varia da 2 a 3 diametri. n fusto ionico è meno rastremato di quello dorico, e non è presente l'entasi. Sulla colonna sono ora presenti 24 scanalature, i cui spigoli non sono vivi ma circolari, distanti fra loro circa 113 della scanalatura stessa. Questa distanza è chiamata pianuzzo e contribuisce ad accentuare la leggerezza e la grazia dell ' ordine ionico.
Capitello
L 'elemento che più di ogni altro identifica l'ordine ionico, è senza dubbio il capitello. Questo deriva dai capitelli egiziani e assiri. n capitello ionico più prossimo a quelli orientali è probabilmente il capitello eolico di Neandria, (sec. VII a.C.) derivato dal fiore del giglio. Strutturalmente il capitello ionico è derivato da quello dorico, frapponendo fra l' echino e l'abaco un altro elemento detto pulvino (secondo Vitruvio questo avrebbe preso spunto dalle stuoie di canapa arrotolate ). L' echino è piccolo e decorato a ovuli, ed è per gran parte nascosto dalle volute che compie il pulvino. Questo ha un profilo di tipo curvilineo, in modo da raccordarsi meglio alla trabeazione. Dato che, al contrario del dorico, il capitello ionico ha delle parti non necessarie, diremo che un capitello anti-costruttivo. Non bisogna però prendere questo termine in modo assoluto, infatti le volute, anche se molleggiano nell'aria, aiutano a sostenere la trabeazione. La proporzione tipica della distanza tra le due volute è 2 volte il diametro orizzontale della voluta stessa. Generalmente le volute fanno 1,5 giri, ma possono compierne anche 2 o 3. n centro di queste volute è costituito da un piano circolare indietreggiato, detto occhio della voluta. Questo può essere liscio, ma più spesso è decorato. L 'angolo ascellare è sempre occupato da delle foglie di palma stilizzate. I primi capitelli , erano a 2 facce e a 2 fianchi. Il capitello è separato dal fusto per mezzo di una modanatura detta astragalo: è a sezione semicircolare e può essere intagliata a perline. Una curiosa caratteristica dello stile ionico è che, a causa del suo particolare capitello, non può essere utilizzato negli angoli del tempio. Per rimediare a questo non piccolo difetto, si dovette inventare lo ionico angolare, che consiste nell'inclinare le due volute secondo un altro asse.
La trabeazione
La struttura generale è simile a quella dorica, ma la ionica è più bassa. Generalmente la sua altezza è Y4 della colonna, a volte anche meno. Mentre l'architrave dorico è monolitico, quello ionico è tripartito, formato da tre lastroni, disposti in modo che risultino aggettanti uno sull ' altro. L' architrave termina in cima con una sagoma formata da due modanature, un listello e una gola rovescia, detti cimasa dell'architrave. Il fregio. non è diviso in parti; come nel dorico, ma è una decorazione continua. Nei primi templi ionici il fregio era formato da continue lastre marmoree, senza decorazioni, poi inizieranno a essere decorate con animali, e verranno chiamate zooforos. La cornice sporge meno di quella dorica; il timpano è raramente decorato, e il gocciolatoio è parallelo alle falde del tetto. A coronamento del frontone vi sono anche qui gli acroteri, e anche l' ordine ionico usa le antefisse.
Per concludere, il tempio ionico, al contrario del dorico, è rivolto ad oriente.
Dal VI sec. a.C. lo ionico è stato usato molto, ma abbiamo pochi resti. I caratteri di quest' ordine sono la leggerezza, la grazia, la serenità, mentre il dorico impersonava l'austerità.
ORDINE CORINZIO
Mentre gli ordini dorico e ionico possono dirsi sostanzialmente contemporanei quanto a sviluppo e diffusione,l' ordine corinzio risale ad almeno un secolo dopo (V sec.a.C ) e raggiunge la sua massima diffusione solo in età ellenistica (cioè a partire dal IV sec a.C) .l'aggettivo "corinzio "(dalla città di Corinto,una delle più potenti e importanti poleis del Peloponneso),indica la località nella quale questo nuovo ordine nasce e inizia a svilupparsi. II termine Corinzio venne all’ architettura greca, dal capitello ,inventato,secondo la testimonianza di Vitruvio,da un certo Callimaco,orefice di Corinto,attivo nel V sec.,il quale ne avrebbe concepito l'idea vedendo sopra una tomba un canestro contenente gli oggetti appartenuti ad una fanciulla.Esso era ricoperto con una mattonella e circondato da foglie d'acanto,cresciute spontaneamente intorno. I primi capitelli corinzi realizzati da Callimaco furono di metallo e non servirono che come ornamento,ma presto se ne impossessò l'architettura e nacque l'ordine corinzio. la leggenda non ha altro valore storico che quello di stabilire l'epoca del suo impiego,coincidente appunto con il tempo in cui Callimaco operò in Corinto. Carattere precipuo dell’ordine corinzio è l’eleganza,che Vitruvio avvicina alle qualità estetiche di una fanciulla; in realtà è ispirato al desiderio di un maggior fasto e ricchezza. Quasi isolato esempio di questo ordine è la cosiddetta Tholos di Epidauro, specie di tempio destinato alla premiazione degli agonali. Il monumento, esternamente dorico, aveva nell’interno colonne di ordine corinzio, i cui capitelli furono imitati nell’arte romana. Gli elementi dell’ordine corinzio sono gli stessi dei due ordini precedenti, variano solo nei particolari decorativi: la base della colonna corinzia riprende quella ionico attica, ma a volte può essere ulteriormente rialzata tramite l’adozione di un plinto (dal greco plinthìos, mattone quadrato), consistente in un dado di pietra molto schiacciato. Il fusto è maggiormente snello, percorso verticalmente da una serie di 24 scanalature a spigolo smussato, uguali, per numero e forma, a quelle della colonna ionica. Ciò che maggiormente caratterizza l’ordine corinzio rispetto ai precedenti è il capitello, riccamente scolpito a imitazione di un canestro di vimini dal quale fuoriesce una duplice serie di foglie d’acanto. Le foglie hanno frastagli semplici o complessi, a seconda del gusto dell’autore; esse sono divise in cinque lobi, con occhielli triangolari, assai vicini all’estremità; da ogni punta inizia una profonda nervatura che va fino alla base, producendo, per mezzo di piani inclinati, un buon effetto di chiaroscuro. Strutturalmente il capitello è costituito da una campana rovesciata sulla quale è disposta armonicamente la decorazione scultorea. Le foglie hanno quasi una logica derivazione dal fusto della colonna: quelle costituenti il secondo ordine sono alternate rispetto alle prime e dietro a queste si dipartono gli steli formanti, ai lati di ogni faccia dell’abaco, le volute. Al centro, tra le volute minori, passa uno stelo portante il fior, disposto nel mezzo, sopra o sotto ogni faccia concava dell’abaco. La trabeazione, la cornice e i timpani, infine sono del tutto simili, per forma e proporzione a quelli ionici. Nel complesso l’ordine corinzio risulta essere il più raffinato e snello fra gli ordini architettonici greci. la colonna(base e capitello inclusi), misura ben 10 moduli,il che rappresenta una proporzione quasi al confine con la gracilità.Ciò fa scrivere a Vitruvio che il "terzo stile ,definito corinzio,imita la bellezza della figura delle fanciulle,che per la loro tenera età hanno membra così sottili da prestarsi ad aggraziati effetti ornamentali ".La trabeazione è alta 2 diametri.Nel suo complesso e l'ordine meno usato dai Greci che lo considerarono eccessivamente stravagante.
LA SCULTURA
La scultura è suddivisa in periodi per facilità di studio anche se non c'è una data ben precisa che determina uno stile. Gli stili della cultura sono:
- Scultura dorica
- Scultura ionica
- Scultura attica
Durante il passaggio alI' arte classica, vi è un periodo di interposizione durante il quale si evidenziano due stili principali:
- Le sculture della scuola di Egina
- Stile severo
- Periodo classico o aureo
Durante il periodo classico vi sono delle personalità importantissime: Mirone, Policleto, che ha dettato le regole della statuaria e Fidia nel V sec., Scopa o Skopas, che viene paragonato a Michelangelo, Prassitele e Lisippo nel IV sec. Dopo il periodo classico vi sono:
Le sculture della scuola di Olimpia Scultura ellenistica Le scuole sono:
- Scuola di Alessandria
- Scuola di Rodi
- Scuola di Pergamo
Il periodo dorico è semplificato, il carattere è essenziale e sintetico e si cerca di trovare un rapporto equilibrato tra piani e vuoti nella ricerca dello stile architettonico. Il dorico è uno stile modellato e rude e poi che il volume è ottenuto con piani paralleli, vi è un' assenza di forti piani chiaroscurali. In rapporto agli architetti dorici vi è una grande semplicità compositiva. Ad Argo ci sono maestri e scuole: Ploymedes, Kleopis e Byton.
2,16m figura maschile del kouros (kouroi) rappresenta il figlio di Cilippe, forme tozze, rozze, ma con grande forma espressiva.
Zeus capo Artemision: sproporzione, braccia corte, polpacci evidenziati, testa sovradimensionata (più grande), l'insieme è molto frontale, la forma è squadrata e vi è un senso di maestosa gravità. Le arcate sopracciliari sono molto evidenziate e gli occhi, a mandorla, sono di derivazione egizia. Le labbra sono increspate e il sorriso è sintomatico di serenità e di imperturbabilità. Si tratta del tentativo di portare la naturale curvatura della bocca e degli occhi sul piano del viso. L 'addome ha la forma di un trapezio (campaniforme) per suggerire la forma della cassa toracica. Le ginocchia sono poco realisti che e vi sono delle incisioni circolari che evidenziano la rotula. E' un' opera ricollegabile alI ' arte Egizia. La Statua, vista di fronte, è come un bassorilievo staccato dal fondo. I muscoli pettorali sono uguali a due anse e corrispondono alle clavicole. Alle curve che delimitano inferiormente il torace, corrisponde l'eguale e l'opposta curva dell'attacco delle braccia al busto e quello delle gambe alI ' inguine.

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