Arte romanica

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

L’arte Romanica prende spunto dall’arte romana, e sottolinea i forti legami con l’antico. Nel XIX secolo è stato coniato il termine romanico ad indicare una stagione artistica ricca e feconda nel XI e XII secolo. Per quanto riguarda l’architettura si possono individuare due linee di tendenza: la tarda antichità legata a quei fatti artistici che avevano cercato una sintesi tra cultura classica e primo cristianesimo; situazioni dove vengono elaborate forme architettoniche più prossime alla monumentalità solida e austera dell’architettura tardo-imperiale. Ancora più articolato è il quadro delle arti figurative, che presenta temi iconografici e linguaggi svariatissimi. Nel duomo di Pisa abbiamo 3 fasce sovrapposte con elementi classici. Torviamo un tetto a cassettoni piano; delle arcatelle molto esili per funzione decorativa; righe di marmo bianco e grigio. Il San Miniato di Firenze presenta delle linee arcitettoniche rese in maniera evidente, superfici piane, uso del marmo di colori diversi per far notare i diversi elementi architettonici. Per quanto riguarda la pittura in toscana sono prive di ombre, prevale il valore simbolico, si torna alla bidimensionalità dell’arte bizantina, ma solo per quanto riguarda la pittura. Nella basilica di S.Marco a Venezia si richiama l’architettura orientale, è rivestita con mosaici a fondo d’oro, i mattoni sono rivestiti con marmo bianco.
Nel romanico lombardo-emiliano le chiese sono di impianto basilicale a tre navate, con o senza transetto. La navata è costruita dalla somma di più campate (spazi quadrati coperti da volte a crociera) e risulta scandita da grandi archi trasversali che la segmentano e insieme imprimono un ritmo più sostenuto al percorso dall’ingresso alla zona presbiteriale che racchiude l’altare. L’introduzione della copertura in volte in muratura implica una radicale ridefinizione di tutto l’alzato, che deve sostenere pesi e spinte enormemente più impegnativi. Al posto delle colonne classica, si trovano robusti pilastri (cilindrici, cruciformi o compositi), le mura perimetrali si ispessiscono e vengono ulteriormente rafforzate all’esterno da contrafforti, il numero e le dimensioni delle prese di luce si riduce notevolmente, specie lungo i fianchi dell’edificio, per evitare di indebolire la muratura; alle facciate a salienti si alternano le facciate a capanna. Nella fascia geografica prealpina vengono impiegati conci di pietra, nell’area padana l’uso della pietra si limita agli elementi portanti mentre per le rimanenti parti si utilizza il mattone, talvolta per le facciate si adottano soluzioni più eleganti rispetto al resto dell’edificio.
L’arte romanica:la struttura dell’ arco fa gravare il peso solo sui pilastri, attraverso i costoloni. La grande novità dell’arte romanica è la differenziazione dai sistemi di copertura a quelli di sostegno. Lo spazio è frammentato, diviso da tante volte, per quanto riguarda la struttura del soffitto. Gli archi trasversali sono a tutto sesto. In pietra massiccia noi troveremo gli archi e le volte, ma non le vele, che invece sono di materiale più leggero. Tra gli archi e le volte si trovano le vele. I pilastri sono compostiti o a fascio accostando diversi elementi architettonici, ed è un elemento decorativo, ma soprattutto strutturale. Ogni elemento del pilastro sorregge un elemento della volta,in modo da creare il perfetto equilibrio. Il matroneo è una sorta di balconata che guarda la navata centrale e che ha funzione liturgica per le donne che assistevano alla messa, ma anche statica. Le campate sono gli spazi ricoperti da una volta a crociera (più leggere rispetto a quelle a botte). I pilastri esterni servono a rafforzare il peso (spinta e controspinta per rendersi in equilibrio). Gli elementi di sostegno sono: costoloni, pilastri, archi trasversali e contrafforti. La luce entra frontalmente dall’alto e dalle finestre della navata centrale, che servono a mettere in risalto la via della navata centrale per arrivare all’abside, ma servono anche ad indicare la materia di cui la chiesa è fatta (effetto chiaro-scuro). L’interno e l’esterno hanno la stessa consistenza. La materia è lo strumento della salvezza, la materia non è peccato, tutti hanno un compito molto importante, da colui che produce i chiodi, a colui che dipinge gli affreschi, tutti hanno lo stesso valore. La basilica di Sant’ Ambrogio si presentava come risultato di due diversi interventi costruttivi, piuttosto lontani fra loro, l’originario edificio paleocristiano, preceduto da un vasto atrio quadriportico (che poi venne tolto poiché tutti venivano battezzati da bambini) e la parte presbiteriale e absidale. Nell’atrio i quattro bracci porticati sono coperti da volte a crociera quadrate, che scaricano il loro peso esternamente sulla muratura perimetrale. Le arcate che si aprono verso l’interno del porticato sono sottolineate da una doppia ghiera. I conci di pietra bianca si alternano ai mattoni ravvivando cromaticamente l’ insieme. I pilastri sono muniti di capitelli progettati individualmente, alcuni con tralci vegetali, altri con animali reali o mostruosi, di significato simbolico. Le arcate del loggiato superiore presentano una doppia ghiera, questa volta in pietra, con motivi ad intreccio realizzati a bassorilievo. La facciata è a capanna, affiancata da due torri campanarie, quella di destra risalente all’epoca della ristrutturazione della parte presbiteriale (campanile dei monaci) e quella di sinistra (campanile dei canonici). Il ciborio è la parte che copre l’altare. Nel duomo di Modena (1099) troviamo la presenza di contrafforti, una galleria di arcatelle, le finestre sono trifore, troviamo il triforio che è un finto matroneo perché le donne non potevano salirci. L’altezza è esattamente pari alla larghezza, ha profilo a salienti ed è spartita verticalmente in tre parti da contrafforti. La porta d’ingresso centrale è preceduta da una sorta di balconcino con colonnine che poggiano su leoni silofoni che reggono le colonne (Protiro). Ci sono delle lastre nella pietra d’ingresso centrale e in quelle laterali. Accanto al portale sono murate due lastre con Storie della Genesi. Gli episodi messi in scena sono complessivamente dodici. Nella prima lastra dopo l’immagine dell’Eterno, viene rappresentata la creazione di Adamo, segue la creazione di Eva, che esce dal fianco di Adamo, conclude la prima lastra l’episodio del peccato originale, con i progenitori l’uno a fianco all’altro. Eva ha già teso la mano verso il frutto proibito e si volge a guardare Adamo. La rappresentazione è sintetica.

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