La catalasi

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Categoria:Scienze
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Metabolismo dell'alcool nell'organismo
Quando è ingerito in dosi moderate, l'alcool viene ossidato grazie ad un meccanismo fisiologico. Un enzima secreto dal fegato, l'alcooldeidrogenasi, ossida l'alcool in presenza di una sostanza (cofattore) chiamata NAD (nicotinamidodinucleotide) e lo trasforma in acetaldeide, poi in acido acetico. Questa reazione libera 7 calorie per grammo d'alcool che sono utilizzabili fisiologicamente per un totale di 600-700 calorie, ossia la metà dei consumi basali dell'organismo. La quantità di alcool che può cosi essere ossidata in un'ora per chilogrammo di peso e che si chiama coefficiente d'etildeidrogenazione, varia da 60 a 80 mg. Questa quantità non è modificata nè dal lavoro mucolare nè dal freddo. Si può dunque valutare in 100 o 120 g la quantità di alcool tollerabile (cioè circa un litro di vino a 12°) che un adulto di 70 kg circa può consumare in più riprese nell'arco di ventiquattro ore. Quando è assorbito in dosi maggiori o quando si tratta di un alcolizzato o di un soggetto denutrito, l'alcool viene bruciato da un altro meccanismo ancora poco conosciuto e diventa pericoloso per l'organismo. In effetti, questo meccanismo mette in opera un'ossidazione (cioè una distruzione) di acidi nucleici e di aminoacidi provenienti dalla massa muscolare. Il prodotto di quest'ossidazione è l'acqua ossigenata che, sotto l'influsso di un enzima, la catalasi, ossida a sua volta l'alcool. Questo meccanismo, che moltiplica per cinque la velocità d'ossidazione dell'alcool, provoca una perdita proteica.
I radicali liberi: che cosa sono e come vengono prodotti
I radicali liberi sono prodotti di "scarto" che si formano naturalmente all'interno delle cellule del corpo quando l'ossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione).
Se sono in quantità minima aiutano il sistema immunitario nell'eliminazione dei germi e nella difesa dai batteri.
Dal punto di vista biochimico, i radicali liberi sono molecole particolarmente instabili in quanto possiedono un solo elettrone anziché due (anione superossido O2-, idrossile OH-, diossido di azoto NO2, ossido nitrico NO-, idrogeno H-, ossigeno O+, ossigeno singoletto O2+, ecc.). Questo li porta a ricercare un equilibrio appropriandosi dell'elettrone delle altre molecole con le quali vengono a contatto, molecole che diventano instabili e che a loro volta ricercano un elettrone e così via, innescando un meccanismo di instabilità a "catena". Questa serie di reazioni può durare da frazioni di secondo ad alcune ore e può essere ridimensionata o arrestata dalla presenza dei vari agenti antiossidanti.
Durante il metabolismo cellulare, per azione degli enzimi citoplasmatici o mitocondriali, come l'enzima superossido dismutasi (SOD, zinco dipendente), i radicali liberi prodotti vengono trasformati in perossido di idrogeno (acqua ossigenata), tossico e dannoso per le strutture cellulari. A sua volta il perossido di idrogeno, grazie all'enzima catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GSAPx, selenio dipendente), viene ridotto in ossigeno e acqua. L'ossigeno e l'acqua possono ora essere escreti dal corpo attraverso l'urina, il sudore e la respirazione.
Gli ulteriori radicali liberi presenti possono essere resi meno attivi grazie all'azione degli agenti antiossidanti che, interagendo con l'elettrone mancante, permettono ai sistemi enzimatici della cellula di neutralizzarli.

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