Il Petrolio

Materie:Appunti
Categoria:Scienze

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Testo

Formazione:
Il petrolio si forma sotto la superficie terrestre per la decomposizione di organismi animali e vegetali che vivono sui fondali oceanici, i resti organici si mischiano alle sabbie e al limo dando origine a grossi depositi di materiali organici.
La formazione del petrolio iniziò milioni di anni fa e col continuo accumularsi di sedimenti si sono formati giacimenti giganteschi e siccome la densità del petrolio è minore di quella dell’acqua, tende a salire in superficie ma spesse volte viene trattenuto da rocce porose dette anche trappola e dopo molto tempo forma il giacimento petrolifero e quando invece sale in superficie senza essere trattenuto, forma giacimenti in superficie che sono più o meno delle macchie bituminose ricche di gas.
Sondaggi:
Per individuare giacimenti pronti all’estrazione, bisogna cercare zone dove il petrolio abbia avuto abbastanza tempo di formarsi (il tempo può variare de decine a centinaia di milioni d’anni) e inoltre si deve verificare che nel giacimento ci sia una grande quantità di petrolio, che tutto il petrolio sia raggiungibile perché montare un impianto di estrazione ha elevati costi e questi sondaggi vengono fatti con macchine moderne che inviano ultrasuoni per cercare di individuare un pozzo e capirne la sua consistenza e quando si sono raccolti tutti i dati e un giacimento sembra buono si interviene con una trivellazione esplorativa per vedere se davvero la realtà conferma le previsioni.
Trivellazioni:
Quando si decide di trivellare un giacimento, solitamente si usa il metodo “a rotazione” che prevede un elemento sulla superficie terrestre, il Derrick, che ospita l’inizio e il motore della trivella mentre la parte sotterranea è la trivella: ha una punta perforante e per farla scendere sotto terra vengono aggiunti dei tubi metallici di prolunga dal Derrick.
Quando la trivella perfora il pozzo petrolifero capita che oltre al petrolio, nel pozzo ci sia anche molto gas che è sotto pressione e essendoci uno sfogo, sale verso l’alto e a volte esce dal Derrick ma ci può essere anche la reazione contraria, infatti il gas che mantiene il petrolio sotto pressione nel pozzo si libera e il petrolio senza alcuna pressione scende nel terreno e c’è il rischio che si perda e la trivellazione fallisca.
Man mano che si estrae il petrolio la pressione che lo spinge verso l’alto finisce e bisogna ricorrere a operazioni di pompaggio ma quando diventano troppo costose si procede a iniezioni di acqua, gas o vapore.
Le iniezioni d’acqua fanno si che il petrolio rimasto sul fondo salga e ne faciliti il recupero facendolo galleggiare, le iniezioni di gas o vapore sono operate obliquamente al foro di estrazione e sono così forti i getti che spingono il petrolio fermo nuovamente verso l’alto.
Trivellazioni in mare aperto:
Le trivellazioni in mare vengono fatte con apposite trivelle montate su piattaforme galleggianti o poggianti sul fondale, capaci di resistere alle onde e ai venti e anche qui il Derrick serve a tenere l’impianto di trivellazione ma la differenza è la profondità raggiunta dalla trivella che a volte arriva anche a 6500 mt sotto la superficie dell’oceano.
Raffinazione:
Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze chimiche e calore per separarlo da acqua e particelle solide in esso contenute e per separarlo dal gas naturale residuo; dopo questi passaggi viene trasportato nelle raffinerie per mezzo di autocisterne, oleodotti, su navi o con ferrovia.
Ingegneria petrolifera:
L’industria petrolifera si avvale del lavoro di numerosi specialisti, che coprono quasi tutti i campi della scienza e dell’ingegneria.
L’equipe che effettua l’esplorazione comprende geologi specializzati nei rilevamenti di superficie, impegnati nel ricostruire la configurazione dei vari strati sedimentari del sottosuolo allo scopo di trovare qualche eventuale indizio sulla presenza di trappole petrolifere.
I geologi studiano le “carote”, campioni di terreno per affermare la presenza di petrolio, i sismologi
studiano le onde emesse dalla terra, inoltre geochimici, fisici, chimici, biologi e matematici collaborano alla ricerca con sofisticate apparecchiature.
Volumi di produzione e riserve:
Il petrolio greggio è forse la materia più utile e versatile in assoluto.
Verso la metà degli anni ottanta nel mondo si producevano 53,4 milioni di barili al giorno; l’Unione Sovietica era il maggior produttore mondiale di petrolio con circa 11,8 milioni di barili al giorno, seguita dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita.
Le riserve attuali ammontano a 700 miliardi di barili di cui 320 in Medio Oriente.
Previsioni:
Nei prossimi anni saranno scoperti nuovi giacimenti e tecnologie sempre più sofisticate permetteranno di incrementare la percentuale di petrolio estratta dai giacimenti già noti. Le riserve saranno comunque sufficienti per soddisfare i fabbisogni energetici dell’umanità fino ai primi decenni del XXI secolo; gli esperti sono scettici sul fatto che la scoperta di nuovi giacimenti possa far superare di molto quella data.
Tutto ciò fa pensare che in futuro l’umanità avrà bisogno di fonti energetiche alternative.
Le opportunità di cui disponiamo sono limitate pensando al consumo che se ne fa;
gli esperimenti per la raffinazione dell’argilla petrolifera e gli esperimenti per la produzione di petrolio sintetico non hanno dato frutti e si sa che il costo delle nuove risorse sarà alto e quindi si può trarre come conclusione che l’unica vera risorsa davvero presente in grandi quantità e che non richieda grandi costi è il carbone.

Il petrolio è un liquido oleoso denso, infiammabile e di colore che varia dal giallo al nero ed è composto principalmente da idrocarburi fossili.
È molto presente nel sottosuolo terrestre ed è usato come combustibile nell’industria chimica.
Il petrolio viene usato per le macchine a combustione interna ma coi suoi derivati si usa anche per la produzione di medicinali, fertilizzanti, generi alimentari, materie plastiche, materiali da costruzione, vernici, tessuti e per la produzione di energia elettrica.
La civiltà di oggi dipende in gran parte dal petrolio perché la maggior parte dei mezzi si muove a benzina per cui quando negli anni 70 il petrolio iniziava ad essere più raro, le compagnie petrolifere alzarono il prezzo del petrolio.

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