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Categoria: | Scienze |
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Testo
L’IDROSFERA
Origine dell’idrosfera
L’origine dell’acqua salata è dovuta allo scioglimento dei sali minerali, causato dall’erosione delle rocce. Prima quindi, c’era solo acqua dolce.
A proposito dell’origine dell’acqua dolce ci sono due ipotesi:
1) ipotesi magmatica → il vapore acqueo proveniva da esalazioni vulcaniche
2) ipotesi meteorica → il vapore acqueo era già presente nell’atmosfera
I mari e gli oceani
Il bilancio idrico è il confronto tra le acque in entrata e quelle in uscita.
P = ET + I + F
P = precipitazioni, che sono appunto le acque in ingresso
ET = evaporizzazione delle acque
I = acque che si infiltrano nel suono (costituendo le acque di falda)
F = acque a scorrimento, come i fiumi.
Le acque di falda e quelle a scorrimento hanno un deflusso (D) che corrisponde all’acqua che finisce in mare.
A livello planetario il processo deve essere in pareggio, ma per ogni latitudine potrà esserci un valore che prevale. Per esempio nel deserto ci sono poche precipitazioni al contrario delle latitudini marine.
VEDERE PAG 220 per ciclo dell’acque e altre cose.
LEGGERE la struttura dei fondali oceanici.
SALTARE pagine 230 – 231
Proprietà chimico-fisiche delle acque marine
La composizione chimica è formata da:
• cloruro di sodio
• cloruro di magnesio
• solfato di magnesio
• bromuro di magnesio
• solfato di calcio
• solfato di potassio
• carbonato di calcio
VEDERE paragrafo 6 sul libro e i grafici pagine 233 e 235
Il moto ondoso: teoria di Gerstner e le teorie attuali
Il mare è soggetto a delle forze interne ed esterne:
• interne = le proprietà chimico-fisiche, l’attrito e la forza di coesione tra le particelle
• esterne = la pressione atmosferica, la gravità e il vento
Forze esterne + interne determinano delle sollecitazioni sulla superficie e quindi dei movimenti.
Il moto ondoso è un movimento irregolare.
Causa principale: il vento.
Oltre al vento però ci sono altri fattori: la forza di gravità, la pressione atmosferica e le forze di coesione tra le molecole di acqua.
Bisogna però anche tener conto della turbolenza, un fenomeno che da importanza ai rapporti tra l’atmosfera e il mare, due fluidi soggetti alle stesse leggi, come appunto al fenomeno della turbolenza.
Turbolenza = movimento delle particelle sia di acqua che di aria che non si muovono di moti laminari ( filetti paralleli tra loro che si muovono in modo uniforme e regolare).
I moti della turbolenza sono irregolari, infatti la velocità delle particelle varia da punto a punto e ci sono delle componenti del moto trasversali alla direzione principale. Tutto ciò poiché il vento è incostante.
Secondo studiosi recenti, solo conoscendo la turbolenza si può capire come avviene il fenomeno del moto ondoso. Ci sono comunque delle teorie che permettono di spiegare il moto delle onde, basate sullo studio di una singola particella d’acqua e prendendo come unica causa il vento.
Se mettiamo un oggetto galleggiante (sughero), in alto mare, notiamo che questo oggetto tende a innalzarsi e abbassarsi, ma non si sposta nonostante la velocità del vento. Inoltre, si occupano di spiegare la curva dell’onda.
VEDERE FOTOCOPIA: La prima teoria formulata nel 1802 da Gerstner dice che le onde non trasportano materia ma solo energia cinetica e sostiene che le onde si propagano con un movimento circolare.
La particella compie un movimento circolare e si muove su un piano verticale verso il basso; essa trasmette il movimento anche alle particelle che si trovano al di sotto e a lato. Man mano che si scende in verticale il raggio del cerchio diventa minore a causa dell’attrito e quando colpisce il terreno sottostante, viene spinta verso l’alto. Man mano che ci si avvicina alla costa l’attrito con il fondo modifica la forma delle orbite, fino a che l’onda si rovescia completamente in avanti.
Trocoide: linea geometrica definita come curva descritta da un punto posto all’interno di un cerchio, che a sua volta scivola su di un piano.
Questo modello di Gerstner è superato per quanto riguarda il profilo dell’onda superficiale; viene usato a livello didattico ed è considerato valido per spiegare il movimento delle particelle in profondità.
Nuova teoria: ora si preferisce parlare della moderna teoria del moto ondoso. Questa teoria non considera una sola particella, ma considera globalmente il mare e non prende in considerazione solo il fenomeno del vento, ma anche quello della turbolenza. Per spiegare il moto ondoso in superficie si parla di micropressioni cioè di addensamenti di particelle gassose che creano degli addensamenti di masse d’aria in alcune zone, mentre in altre zone, chiamate limitrofe, si hanno delle rarefazioni. Questa distribuzione così irregolare delle particelle d’aria si riflette poi sull’acqua. Queste pressioni di piccola scala determinano microalte e microbasse pressioni. Questa distribuzione delle molecole d’aria si risente anche sulla superficie del mare. Poiché la coesione di molecole di aria e di acqua è diversa, nelle zone in cui si hanno addensamenti la superficie del mare tenderà ad abbassarsi; nelle zone di bassa pressione (rarefazione) ci sarà l’innalzamento. Si vengono, così, a creare quelle che noi chiamiamo “onde microbariche”.
Quando interviene il vento, in un primo momento abbiamo delle specie di increspature, poi agisce su di esse spingendole tangenzialmente e accrescendole; si formano così le onde forzate che si irradiano dal centro di perturbazione in modo concentrico propagandosi per inerzia sempre più lontano fino a uscire del campo di azione del vento(onde libere). Le onde libere hanno un profilo simile alla sinusoide. Il moto tenderà a smorzarsi o se cessa il vento o per l’attrito.
Finchè la velocità del vento è inferiore a 4 Km/h permangono le onde microbariche (perché la tensione interna dell’acqua si opprime alla forza del vento), ma quando la velocità del vento aumenta, queste depressioni (increspature), cominciano ad allargarsi.
Quando l’angolo che la cresta forma è minore di 120° il vento al largo subisce un rinforzo, la parte superficiale dell’acqua può acquistare una maggiore energia cinetica, può accavallarsi su se stessa e generare il frangeste a largo.
Le onde continuano a propagarsi per inerzia nel momento in cui non c’è più vento, sono quindi dette onde libere, al contrario delle onde forza, in presenza di vento.
Ora vediamo il moto ondoso in profondità.
Esso si trasmette fino a una profondità di mezza lunghezza d’onda.
Si può considerare il modello di Gerstner per quanto riguarda le onde di profondità. Il movimento della singola particella tende a ridursi, come anche il diametro, a causa della viscosità dell’acqua. Se guardiamo la figura 2b, notiamo che quando la profondità è pari a mezza lunghezza d’onda, le particelle che decrescono di dimensioni, man mano tendono a schiacciarsi diventando ellittiche. Se il fondale è più alto della mezza lunghezza d’onda non abbiamo più un movimento circolare delle particelle ma esso tende a smorzarsi. Se il fondale è più basso di mezza lunghezza d’onda, il movimento continua. Questo è confermato da dati sperimentali e dai sottomarini. Se un sottomarino viaggia ad una profondità che è superiore a mezza lunghezza d’onda viaggia indisturbato dall’azione del moto ondoso. In profondità, non solo le particelle tendono a schiacciarsi, ma si verifica anche un fenomeno per cui queste compiono delle traiettorie aperte.
Per effetto dell’attrito, la base dell’onda viene rallentata rispetto alla parte superiore e finisce per ricadere in avanti e creare il frangente a riva e si forma la schiuma.
Successivamente, l’acqua torna indietro e quindi si ha il fenomeno della risacca a causa della pendenza della costa. Durante la risacca, l’acqua che torna indietro si scontra con quella che arriva creando un altro frangente.
Il frangente ha caratteristiche diverse a seconda del tipo di costa.
Se l’onda incontra una costa alta e rocciosa, l’impatto con cui si scaglia su questo ostacolo è maggiore, quindi anche il potere erosivo dell’onda è maggiore.
Se l’onda incontra una costa bassa e sabbiosa l’effetto del frangente è molto più attenuato e creerà una striscia di schiuma.
In tutti e due i casi, le onde arrivando a costa diminuiscono di velocità e lunghezza e aumentano di altezza.
Le onde quando incontrano un ostacolo sono soggette alle leggi dell’ottica; esse subiscono 2 fenomeni:
• Riflessione: se la costa è alta → l’onda in arrivo va ad urtare con la costa alta e ritorna indietro. L’onda riflessa va a comporsi con l’onda in arrivo e l’effetto dell’onda riflessa, annulla quello dell’onda in arrivo. si determina, così, un’oscillazione verticale della massa d’acqua.
• Rifrazione: se la costa è bassa → si ha il fenomeno della rifrazione, cioè l’onda che torna indietro varia la sua direzione.
Se la costa è bassa, l’onda arriva e si verifica il fenomeno dell’attrito, quindi man mano che l’onda avanza in questa direzione una parte che si trova ancora in mare aperto, tende a mantenere la stessa velocità, invece l’altra parte che è a contatto con il fondale risente dell’attrito. Il risultato è che l’onda tende a deviare direzione e a disporsi parallelamente alla costa.
Questo fenomeno è evidente nei promontori.
Le maree secondo Newton e secondo Darwin
MAREE
Le maree sono movimenti oscillatori e periodici del livello del mare.
Esistono 3 tipi di maree:
1) maree miste: maree che presentano due massimi e due minimi (due alte e due basse maree), che hanno un’ampiezza diversa e le ritroviamo nell’oceano pacifico
2) maree diurne: maree che presentano un massimo e un minimo (un’alta e una bassa marea) nell’arco del giorno lunare (24 ore e 50 minuti), tipiche del golfo del Messico.
3) maree semidiurne: maree che presentano due massimi e due minimi che hanno la stessa ampiezza e sono tipiche dell’oceano atlantico.
Queste differenze sono causate da:
- profondità
- forma del bacino
- configurazione della linea della costa
- attrito che il fondo esercita sulla massa d’acqua
- forza d’inerzia
- massa d’acqua
Cause del fenomeno delle maree
Il fenomeno delle maree è stato studiato sin dai tempi più antichi dai greci e romani perché la maggior parte di essi erano dei grandi navigatori; quindi hanno dovuto tener conto di questo fenomeno cercando di studiarlo e dargli un’interpretazione, ma nessuno è riuscito prima della formulazione della legge di gravitazione universale di Newton a dare una spiegazione corretta. Gli antichi si erano già resi conto che le maree dipendevano dalla luna ma non riuscivano a comprenderne il significato; in realtà esse non dipendono solo dalla luna ma anche dal sole e dagli altri pianeti che esercitano nei confronti della terra un’attrazione gravitazionale.
Newton dirà successivamente che proprio perché la luna è attratta dalla terra e la terra è attratta dalla luna, si spiega il fenomeno delle maree. Newton nel spiegare il fenomeno delle maree non è proprio convincente perché ritiene ci sia la presenza dell’alta marea nel polo opposto rispetto al punto in cui si trova la luna.
Per spiegare la teoria delle maree di newton bisogna considerare che la terra sia ricoperta uniformemente da uno stato d’acqua, poi immagina che la terra sia immobile (quindi non soggetta a rotazione) e poi considera come unico corpo che influenza la terra, la luna.
Newton dice che per effetto della forza di attrazione gravitazionale, le acque vengono richiamate in questo punto e quindi, nel punto A, si registrerà un innalzamento del livello marino (fenomeno dell’alta marea); al contrario nel punto B e B’ avremo il fenomeno della bassa marea. Newton dice, però, che anche nel punto A’, punto diametralmente opposto ad A, si ha l’innalzamento del livello del mare. Per lui, l’innalzamento del punto A’ è dovuto all’acqua che rimane indietro.
Questo discorso appare poco convincente
Ora sappiamo che, con ulteriori studi sulla forza gravitazionale, la classica formula che esprime la forza di attrazione è: F = K (m*m1)/d2. Per quanto riguarda i rapporti di attrazione gravitazionale tra terra e luna, questa formula è stata riveduta: F = 2K (m/d3).
Nei primi del 900, il figlio di Darwin formula una teoria alternativa che ancora oggi viene ritenuta valida. Disegno pag 244
Darwin immagina che la terra sia ricoperta da uno strato uniforme di acqua (come sosteneva Newton) e considera, non la terra e la luna come due corpi celesti indipendenti ma considera la rotazione del sistema terra-luna e dice che la terra e la luna sono solidali nella loro rotazione, vanno considerati insieme e questa rotazione avviene attorno ad un baricentro gravitazionale che non è posto tra la terra e la luna perché la terra ha una massa superiore a quella della luna e di conseguenza questo baricentro ( che si trova rispetto alla superficie terrestre a ¾ dal raggio) è posto a circa 1600 Km di profondità dalla terra. Quindi il sistema terra-luna ruota attorno all’asse che passa per il baricentro.
Se questo sistema terra-luna è in rotazione, non c’è solo da considerare la forza di attrazione gravitazionale, ma si deve considerare anche la forza centrifuga.
Attualmente le maree si studiano mediante un’analisi matematica che non tiene conto soltanto dell’attrazione della luna e della forza centrifuga ma tiene conto di tutta un’altra serie di fattori che sono: attrazione del sole, il profilo del fondo, la forza del vento, la forza di Coriolì e la forza d’attrazione degli altri corpi celesti più vicini alla terra. Quindi, noi non avremo una situazione omogenea, cioè due punti di alta marea e due punti di bassa marea, ma avremo una situazione che varia da punto a punto a seconda delle condizioni del fondale, della costa, a seconda della presenza o meno del vento etc. per questo motivo dobbiamo considerare alcuni di questi fattori come fattori fondamentali per capire il fenomeno delle maree. Per esempio la teoria di Darwin tiene conto che questo asse passante per il baricentro sia perpendicolare al piano dell’eclittica, ma noi sappiamo che l’asse di rotazione non lo è; per questo motivo, il fenomeno di alta e bassa marea si sposta di latitudine. Poi abbiamo detto che questo fenomeno non è solo determinato dall’attrazione lunare ma anche dall’attrazione del sole; quindi noi avremo due situazioni
1) Quando c’è l’allineamento terra, luna, sole, il fenomeno dell’alta marea sarà amplificato per la presenza della forza di attrazione solare che tenderà ad aumentare il livello dell’alta marea, cioè avremo un alta marea massima o anche marea sigiziale o acque vive.
2) Se si forma un angolo di 90° tra l’allineamento terra-luna e quello terra-sole, si avrà un innalzamento nel punto terra luna ma anche il sole esercita una forza di attrazione ma il livello non sarà così elevato come quando si ha la marea di sigizio. Si parla di marea di quadratura o acque morte.
Altro fattore importante è l’attrito con il fondo.
L’attrito con il fondo dipende dal tipo di fondale. Se il fondale è sabbioso, l’attrito si fa sentire in misura maggiore; se, invece, il fondale è roccioso l’attrito è minore. Questo determina un ritardo dell’ora in cui dovrebbe arrivare la marea. In una situazione più frequente (oceano atlantico) si hanno 4 variazioni del livello del mare ( alta, bassa, alta, bassa marea); l’intervallo tra un’alta e una bassa marea avverrà ogni 6 h e 12’. In realtà si possono verificare dei ritardi perchè l’acqua è frenata dall’attrito col fondo; quindi, a seconda delle caratteristiche del fondale in quella determinata località si ha la cosiddetta ora di porto.
Altro fattore da considerare è l’azione del vento.
Se il vento ha un andamento costante( venti costanti, alisei) e se spirano con forte intensità, l’azione del vento può sommarsi all’azione della marea. Questo fenomeno è molto evidente a Venezia. Il fenomeno dell’acqua alta a Venezia viene amplificato dal vento che spira dall’ex Jugoslavia verso la città stessa.
Alle foci dei fiumi, a seconda del tipo di costa, la variazione del livello può cambiare molto da posto a posto. Pensiamo alle coste atlantiche; in Francia c’è un fenomeno che viene chiamato Mascaret. La foce dei fiumi che si dirigono verso il mare aperto, viene chiamata foce ad estuario. Quando si verificano situazioni simili e si ha contemporaneamente il fenomeno dell’alta marea, si crea come un fiume d’acqua che dal mare va verso l’interno della costa cioè come se l’uscita dell’acqua dal fiume venisse ostacolata dall’azione contraria della forza del mare che spinge l’acqua dal mare verso l’interno determinando l’innalzamento delle acque marine.
Nello stretto di messina abbiamo dei vortici che si hanno perché abbiamo due situazioni opposte nel mar ionio e nel mar tirreno. Avendo due maree opposte si creano due alte maree di entità diversa che creano dei vortici o mulinelli perché l’acqua tende a muoversi verso lo ionio per effetto dell’alta marea e contemporaneamente, per effetto dell’alta marea dello ionio tende a muoversi verso il tirreno; quindi si creano due forze contrapposte che per effetto della forza di coriolì creano questi vortici.
Le maree esercitano una forza frenante nei confronti della rotazione terrestre.
Le correnti
Le correnti sono dei flussi d’acqua che seguono sempre una certa direzione e hanno un andamento irregolare e costante. Esse servono a rimescolare il calore e a ridistribuire i nutrienti.
Per quanto riguarda la distribuzione del calore, le correnti hanno la stessa funzione del termosifone, che contiene acqua riscaldata. La capacità termica dell’acqua, infatti, è 800 volte superiore a quella dell’aria. Le correnti calde che si originano all’equatore, ridistribuiscono questo calore sia al nord che al sud perché si muovono verso i due poli e cedono questo calore all’atmosfera mitigando il clima e il trasporto dei nutrienti verso la superficie.
Le correnti possono essere di tre tipi.
Le correnti superficiali e la teoria di Ekman
Correnti orizzontali (superficiali o di deriva): sono anche dette correnti di deriva, perché vanno alla deriva e si muovono seguendo il gradiente di densità. Queste correnti sono dei fiumi d’acqua all’interno dell’oceano che mantengono le proprie caratteristiche invariate; per es hanno una loro temperatura, una loro salinità, un loro colore. Hanno una velocità media che varia dai 2 agli 8 Km/h, hanno una larghezza compresa tra i 50-150 Km, hanno una profondità di 100m.
Le cause di queste correnti sono: il vento (causa principale) e la forza di coriolì. Le altre cause che concorrono a determinare le correnti sono: la diversità di densità, la pressione atmosferica, la radiazione solare e l’attrito (aspetto più importante).
Se osserviamo le correnti si può notare una concordanza tra la direzione degli alisei che sono venti che spirano da est verso ovest e la direzione delle correnti stesse (quelle equatoriali. (se osserviamo la carta a pagina 252 notiamo che, nella fascia equatoriale abbiamo due correnti che si muovono nella direzione degli alisei (una per l’emisfero nord e una per l’emisfero sud) da est verso ovest. Arrivati in corrispondenza delle grandi masse continentali dell’ america, sono costrette a deviare per effetto della forza di Coriolì e per questo tendono ad assumere un movimento circolare che è orario nell’emisfero nord e antiorario nell’emisfero sud. In realtà, il fenomeno delle correnti è un po’ più complesso. C’è una teoria che permette di spiegare tutti gli altri fattori che concorrono a determinare il fenomeno delle correnti. Questa teoria è stata formulata nel 1902 da Ekman e si basa su studi di idrodinamica e su modelli matematici. Egli considera una massa d’acqua profonda 100 m e la scompone in tanti piani ( piastrelle), sovrapposti tra loro che sono in movimento uno rispetto all’altro.
Spiegazione fotocopia:
Ekman dice che nella prima piastrella agisce la forza del vento che viene deviata dalla forza di coriolì. Immaginiamo di essere nell’emisfero boreale, questa direzione dovrebbe subire una deviazione verso destra di circa un angolo retto; questo effetto viene smorzato dalla forza di attrito con la piastrella sottostante. La direzione del moto sarà compresa tra la direzione del vento e la direzione della forza di coriolì che formerà un angolo di circa 45°. Nel momento in cui la piastrella di sopra è a contatto con la piastrella di sotto si genera , per attrito, un movimento della piastrella sottostante e quindi la direzione del moto originaria sarà quella della piastrella di sopra. La piastrella numero 2 riceve una spinta nella stessa direzione della piastrella numero 1, però intervenendo di nuovo la forza di coriolì dovrebbe essere deviata di 90° verso destra, ma nuovamente interviene l’attrito con la piastrella 3 sottostante che modifica questo angolo, arrivando a 45°. Si ripeterà lo stesso processo di piastrella in piastrella, ma poiché l’attrito, man mano che si scende, diminuisce, si arriverà ad una profondità (100 m) in cui esso si annulla del tutto.
Se consideriamo ( fig b) le diverse direzioni del moto notiamo che questa direzione assume un andamento a spirale; infatti questa teoria prende il nome di spirale di ekman. Se noi consideriamo il flusso medio di questo strato di Ekman, possiamo dire che la direzione del flusso medio sarà perpendicolare alla forza del vento e che al di sotto dei 100 m la forza di attrito si annulla completamente.
Le correnti si possono distinguere in funzione della temperatura in correnti calde e in correnti fredde.
Le correnti calde sono quelle che si originano all’equatore e che sono responsabili della distribuzione di questo calore ai poli. Ma, arrivate ai poli, si raffreddano perché hanno ceduto tutto il loro calore e poi sono costrette dalla forza di coriolì a deviare nuovamente e a tornare di nuovo all’equatore; ma nel momento in cui ridiscendono portano un po’di aria fredda all’equatore [vedi cartina pag 252]. Un ciclo completo si ha soltanto nell’oceano pacifico perché è l’oceano più ampio e non ci sono delle masse continentali che disturbano l’andamento di questa circolazione; se osserviamo l’oceano atlantico, poiché la Groellandia insieme all’Europa del nord crea una sorta di canale, di imbuto, la circolazione rimane ugualmente a forma di cerchio ma è un po’ articolata rispetto a quella dell’oceano pacifico.
In corrispondenza dell’equatore, si hanno le controcorrenti: scorrimenti di masse d’acqua che si muovono in senso opposto rispetto al corso principale delle correnti; questo perché si origina con lo stesso fenomeno del meccanismo delle ruote dentata. Questo perché quando si creano le correnti equatoriali e quelle determinate dalla spinta degli alisei ( che si muovono da est verso ovest, esse vanno a sbattere contro le masse continentali e qui tendono ad invertire la loro direzione creando dei vortici. Questi vortici fanno tornare indietro la corrente, invertendo la loro direzione; quindi una parte fluirà verso l’emisfero nord e quello sud e una piccola parte di acqua tenderà a tornare indietro e a scorrere parallelamente alla direzione originaria
Le correnti profonde
Profonde, di gradiente, di densità: correnti che si muovono sempre in senso orizzontale, ma in profondità; se esse sono profonde vuol dire che è avvenuto uno spostamento dalla superficie verso il basso, quindi ci sarà una zona in cui la corrente diventa discensionale e al contrario ci sarà un punto in cui la corrente sarà ascensionale.
Le correnti equatoriali discendenti, sono calde e hanno un’alta densità perché c’è molta evaporazione e quindi ci sarà una concentrazione salina maggiore. Le correnti si muovono seguendo un gradiente di densità; se all’equatore la densità è maggiore tenderanno a partire dall’equatore e spostarsi verso i poli. Ai poli, la temperatura è diminuita e l’acqua passa allo stato solido; ma il ghiaccio è costituito solo da acqua solida e i sali vengono espulsi dal processo di cristallizzazione dell’acqua e quindi in proporzione aumenterà la concentrazione salina nell’acqua liquida perché si sottrae dalla soluzione il solvente e si ottiene un’elevata concentrazione salina. Queste correnti essendo fredde e più dense tendono ad appesantirsi e a scendere sul fondo ritornando all’equatore. Arrivati all’equatore la loro temperatura aumenterà e per effetto dell’acqua in superficie ci sarà un richiamo d’acqua per compensare le zone in cui si è creato un vuoto. Le correnti profonde si muovono in senso opposto rispetto a quelle superficiali.
Correnti ascendenti. Un fenomeno interessante è quello che si verifica sulle coste del Perù : il fenomeno dell’up-welling. Sulle coste del perù (fascia equatoriale) si trovano gli alisei che tendono a spostare la massa d’acqua da est verso ovest. Se il vento si muove da ovest verso est, vicino alla costa si viene a creare un vuoto d’acqua e per colmare questo vuoto, dell’altra acqua proveniente dal fondo tende a risalire. Non solo, le correnti portano in superficie dell’acqua a temperatura inferiore , ma portano anche i nutrienti come l’azoto e il fosforo che vengono ad accumularsi sul fondo , vengono smosse e portate in superficie.
Il fenomeno dell’up-welling ha un’influenza importante sulla pesca. Quando si verifica la disastrosa corrente del Mignon, corrente calda che si muove in superficie e che ha direzione opposta (da ovest verso est). Si ha un’ inversione della pressione atmosferica che invertono la direzione dei venti e la direzione della corrente. La corrente del Mignon è calda e blocca la corrente fredda che è responsabile dell’up-welling e così, non risalendo più nutrienti i pesci muoiono sia per l’assenza di sostanze nutritive, sia perché la corrente è calda. Si avranno pesci lessi che si accumulano sul fondale, si decompongono liberando sostanze tossiche ottenendo così la morte di tutto l’ecosistema marino
Le correnti locali
Correnti dei mari interni (locali).
Sono sia orizzontali che verticali.
Sono correnti di piccola scala. Le cause per cui si formano sono molto diverse e possono dipendere: dalla conformazione del mare, da piccole differenze di temperatura, densità, salinità. Queste correnti hanno un effetto mitigante sul clima locale. Un’altra causa di queste correnti sono i venti locali. Come esempio si può parlare delle correnti del mar mediterraneo. Noi sappiamo che mar mediterraneo è un mare quasi chiuso perché ha soltanto un’apertura corrispondente allo stretto di Gibilterra. Il mar mediterraneo data la sua posizione è soggetto ad un’intensa evaporazione e questo crea un deficit d’acqua in superficie. Questo deficit d’acqua è compensato dall’introduzione di una corrente a temperatura più bassa che proviene dall’oceano atlantico. Questa corrente deve superare l’ostacolo della soglia di Gibilterra. Sotto Gibilterra c’è un rialzamento del fondale che ostacola un afflusso d’acqua dall’oceano atlantico. Però se non ci fosse questa corrente, il mar mediterraneo tenderebbe col tempo a ridursi.