I Muschi

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I MUSCHI

I muschi appartengono al gruppo delle Cormofite - lo stesso del quale fanno parte anche le piante superiori, come gli alberi - e alla classe delle Briofite. Attualmente nel mondo se ne conoscono circa 14.000 specie con un ciclo vitale e caratteristiche strutturali simili. Li possiamo trovare sulle cortecce degli alberi, sui muri umidi, sul terreno dei boschi.
Essi si distinguono nettamente da tutti gli altri tipi di piante: il loro ciclo vitale comprende una regolare alternanza di generazione sessuata, caratterizzata dalla presenza di foglioline (gametofito), e di generazione non sessuata (sporofito) che segue la fecondazione ed è dipendente dal gametofito su cui si sviluppa. Questo particolare ciclo vitale è caratterizzato dalla dominanza della generazione del primo tipo (gametofito) e non viene riscontrato in altre piante terrestri, escluse le altre briofite, ma limita notevolmente la crescita delle piante e la loro capacità di competizione.

Semplicità anatomica

La semplicità anatomica del muschio non è sempre così marcata come si può pensare: alcune specie hanno raggiunto un certo grado di differenziazione dei tessuti, e quindi una “suddivisione del lavoro “ nell’organizzazione interna e nelle funzioni, che è forse più avanzata di quanto non lo sia in alcune piante vascolari acquatiche. Prevale, comunque, un certo grado di semplicità. Inoltre, mancano nei muschi tre fattori importanti che sono invece presenti nelle piante vascolari: lo sviluppo dei condotti acquiferi (tracheidi e vasi) e dei tessuti di sostegno (strutture lignificate); il cambio vascolare che dia al fusto la capacità di aumentare la circonferenza; infine, un sistema radicale vero e proprio del tipo di quello che è presente in tutte le piante vascolari. I muschi riescono a sopravvivere anche in habitat molto secchi (come le crepe dei muri) perché possono entrare in uno stato di quasi totale essiccazione per varie settimane e quindi riprendersi subito con le prime piogge. Non avendo delle vere radici con le quali penetrare nel terreno, sono però in grado di assorbire con i rizoidi l’acqua piovana che bagna la superficie alla quale aderiscono. Ecco allora spiegato il motivo per il quale le pianticine del muschio non sono mai isolate, ma appaiono sempre riunite in gran numero in modo da formare un cuscino compatto: questo, funziona proprio come una grande spugna, conservando a lungo l’umidità dalla quale trarre il nutrimento.

Duecento milioni di anni

I muschi, inoltre, sono in grado di sfruttare ogni occasione di crescita: le loro spore, facilmente trasportate dal vento, necessitano soltanto di una superficie libera e di condizioni ambientali adatte alla germinazione e allo sviluppo delle piantine. Tuttavia, nelle zone aride o semiaride, la loro presenza è trascurabile, mentre possono svilupparsi molto in zone erbose, nella savana e in certe foreste piovose e perennemente umide, soprannominate “foreste muscose”. Nelle grandi foreste di conifere delle zone boreali dell’Eurasia e del Nord America, la presenza dei funghi è rilevante; mentre più a Nord ancora, dalla taiga fino alla tundra artica, i muschi, assieme ai licheni, diventano gli elementi vegetali più importanti. Purtroppo sono pochi coloro che sanno dell’esistenza di molte specie di muschi; mirabile è anche il fatto che molte di queste specie vegetali esistano da almeno duecento milioni di anni! La flora muscosa attuale può essere considerata la discendente di un passato molto remoto, benché non si sappia ancora di preciso quali forme siano state eliminate nei vari passaggi storico-geologici. A causa della particolare struttura e biologia dei muschi, gli studiosi di botanica hanno sempre incontrato molte difficoltà nel farne una completa classificazione. Il loro impegno attuale e futuro sarà perciò ancora quello di fissare, in modo chiaro e definitivo, i confini dei moltissimi generi, famiglie e specie.

Principali funzioni

Per isolare
Particolari muschi venivano utilizzati per chiudere fessure e fenditure delle abitazioni. Si ha testimonianza di un siffatto uso del muschio come metodo di isolamento fino al Neolitico, soprattutto nel caso di costruzioni in legno. E c’è dell’altro: i muschi rappresentano un materiale poco infiammabile, infatti all’inizio prendono fuoco ma poi si spengono subito! Non è sbagliato quindi considerare i muschi come il primo metodo di prevenzione degli incendi nelle capanne dei nostri antenati.
Per imballare
Diverse specie di muschio, del tipo Neckera, venivano utilizzate per avvolgere gli oggetti, per esempio gli alimenti, grazie alla loro struttura relativamente lunga e piatta – simile alla carta -
Per asciugare
Molti muschi possiedono una elevata capacità di assorbimento e si prestano perciò molto bene alle attività che richiedono un qualche tipo di asciugatura. Si tratta di una caratteristica conosciuta soprattutto dai Vichinghi e dalle altre popolazioni alto medioevali. Anche in epoche precedenti si utilizzava già il muschio di torbiera (sfagno) in ambito sanitario.
In medicina
Nel Medioevo si credeva che le piante potessero curare gli organi umani ai quali esse assomigliavano. La struttura di alcune epatiche in effetti ricorda in qualche modo un pezzo di fegato. Proprio per questo essi venivano utilizzati nella cura delle malattie del fegato ed hanno mantenuto fino ad oggi il loro nome. Quasi fino alla prima metà del 20. secolo i muschi di torbiera venivano utilizzati nella preparazione di compresse per le ferite (2. guerra mondiale) ed all’interno dei pannolini per i neonati per le loro due qualità principali, la capacità di assorbimento e l’essere asettici.
Diverse qualità di muschio
Muschio piatto (Neckera complanata):
si tratta del muschio più importante ritrovato assieme all’Uomo venuto dal ghiaccio. Ne venne ritrovato un intero fascio di fusticini a foglioline lunghi fino a sei centimetri, sulla sopravveste e sui gambali.
Normalmente si trova su rocce calcaree poste in penombra, in parte anche sui tronchi d’albero. In Val Senales compare nella parte inferiore della valle spingendosi a nord fino a Certosa.
Muschio ondulato (Neckera crispa):
questo tipo compare spesso insieme con il muschio piatto. E’ altrettanto conosciuto per esser stato ritrovato in numerosi siti archeologici. Si tratta di un tipo più grande e più grosso, legato in modo maggiore alla presenza di calcare. Al giorno d’oggi il muschio ondulato in Val Senales si trova in forma rara e solamente in alcune zone a pochi chilometri a nord di Juvale.
Muschio stratificato (Hylocomium splendens):
questo muschio cresce spesso in grandi quantità nei boschi di conifere. Può venire raccolto molto facilmente ed altrettanto facilmente utilizzato per i suoi morbidi fusticini a foglioline che non si disgregano. La diffusione in loco si estende dalla valle fino a sopra il limite naturale del bosco.
Muschio rosso (Pleurozium schreberi):
questo muschio si trova per lo più con il tipo precedente e possiede qualità simili. Per la sua struttura molle e soffice si presta molto bene ad essere utilizzato come materiale isolante. In Val Venosta il muschio rosso si trova tanto a valle che sui terreni d’alta montagna.
Muschio di torbiera (Sphagnum sp.):
sulle vesti dell’Uomo venuto dal ghiaccio venne ritrovato solamente un piccolo pezzettino di muschio di torbiera per cui non si può essere sicuri che egli lo abbia utilizzato per un qualche preciso scopo. I muschi di torbiera sono strettamente legati agli ambienti umidi. Oggi giorno, ad esempio, si sviluppano nelle zone umide sopra Certosa.

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