golden rice

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Risvolti socio economici

Gli OGM e la fame nel mondo
Possono gli OGM debellare la fame nel mondo? Le opinioni al riguardo sono discordanti. Alcuni studiosi, valutando i dati del Programma mondiale sul Cibo delle Nazioni Unite, ritengono che si stia producendo più cibo di quanto necessario per sfamare tutti i popoli della terra, secondo adeguati valori nutrizionali. Ciò nonostante, più di una persona su sette soffre la fame, perché le risorse non sono distribuite in maniera equa. Come ha affermato l’economista indiano Amartya Sen, premio Nobel nel 1998 ”la fame è il risultato del non avere abbastanza da mangiare, non è il risultato del non esserci abbastanza da mangiare”. Anche se le biotecnologie fossero in grado di mantenere le loro promesse di alte rese e di raccolti resistenti a batteri o virus, il problema della fame nel mondo non sarebbe risolto in quanto le vere cause della malnutrizione sono principalmente politiche ed economiche.
Negli scenari più allarmanti, alcuni esperti (ricercatori ed economisti) arrivano a prefigurare un futuro in cui, eliminata la biodiversità naturale, poche multinazionali detentrici dei brevetti sulle varietà agricole potrebbero decidere (vendendo o meno le sementi) chi mangia e a quali condizioni.
Inoltre le multinazionali potrebbero imporre ai coltivatori l’utilizzo di sementi e prodotti chimici che esse stesse vendono, al loro prezzo, annullando i sistemi di agricoltura tradizionale basati sull’uso di risorse locali che aiutano le piccole comunità ad autosostenersi.
I sostenitori delle colture GM adducono a loro favore diverse argomentazioni: la riduzione dell’uso di erbicidi, la possibilità di coltivare varianti oggi non più coltivabili (pomodoro S. Marzano), la possibilità di interventi mirati e non diffusi per poter ottenere varietà migliori.
L’esempio del Golden Rice, il riso geneticamente modificato
Il Golden Rice è una pianta geneticamente modificata per fornire un apporto vitaminico maggiore alle popolazioni malnutrite. Il “riso d’oro” è una varietà agricola transgenica molto particolare la cui produzione è frutto, quasi esclusivamente, della ricerca pubblica.
Il Golden Rice, riso arricchito in -carotene, è stato creato da Ingo Patrykus del Politecnico Federale di Zurigo e Peter Beyer dell’Università di Friburgo. Il d-carotene (come gli altri caroteni, i pigmenti rossi gialli e arancio presenti nelle carote e in altri ortaggi) è un precursore della vitamina A. Il --carotene non è presente nel chicco di riso.
Ingo Potrykus e Peter Beyer riescono a modificare una varietà da laboratorio di riso giapponese (Taipei 309, di fatto più adatto al clima temperato dell’Europa che a quello delle aree tropicali) introducendo i geni per una via metabolica che converte in i-carotene un precursore dei caroteni (il geranyl geranyl difosfato) presente nel chicco del riso. Nel Gennaio del 2000 i ricercatori pubblicano su Science i loro risultati (Ye X., et al., Science, 2000 287 (5451):241-3). Per ottenere il Golden Rice, i due ricercatori hanno inserito nel riso tre geni estranei: due estratti dal narciso (Narcissus pseudonarcissus) ed uno dal batterio Erwinia uredovor. La nuova varietà di riso potrebbe trasformare questa coltivazione primaria in una fonte di vitamina A nelle zone affette da VAD (sindrome da deficienza di vitamina A). Incrociandola con le varianti locali si potranno evitare le monocolture salvaguardando la biodiversità. I suoi semi non sono sterili, potranno quindi essere ripiantati.
Il 16 maggio 2000 Patrycus e Bayer raggiungono un accordo con la multinazionale Astra Zeneca (in seguito associata con la Novartis per dar vita ad una società focalizzata esclusivamente sulle biotecnologie agricole:la Syngenta) secondo il quale la compagnia rinunciava a far valere i suoi brevetti sul riso destinato ai piccoli agricoltori dei paesi poveri in cambio di una licenza esclusiva per lo sfruttamento commerciale del prodotto nel Nord del mondo. Patrycus e Bayer nel Gennaio 2001 ricevono il via libera da parte di tutti i detentori di brevetti. I due ricercatori istituiscono un apposito consiglio, il Golden Rice Humanitarian Board, per valutare le strategie più opportune per sfruttare al meglio il potenziale del riso d’oro in tutti i paesi in via di sviluppo che ne facciano richiesta.
Questo progetto è sostenuto da numerosi finanziatori, il principale dei quali è la Fondazione Rockefeller. Ulteriori finanziamenti sono forniti dal programma sulle biotecnologie FAIR dell’Unione Europea, dall’Ufficio Federale Svizzero per l’Educazione e la Scienza e dall’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia. Il gruppo di ricerca collabora con i centri Internazionali di ricerca sull’agricoltura (IARC)-compreso l’Istituto di Ricerca sul Riso (IRRI) filippino, l’ICRISAT Indiano, la CNRRI Cinese ed il CIAT colombiano, per eseguire coltivazioni incrociate e sperimentazioni in campo nei diversi paesi. Il primo carico parte per le Filippine dove i ricercatori dell’IRRI iniziano ad effettuare i primi studi di valutazione, prevedendo entro cinque anni i primi risultati delle valutazioni di tossicità, allergenicità, sostanziale equivalenza, oltre a quelli degli studi sull’impatto ambientale e su quello socio economico. Nonostante questo grosso impegno, i risultati non sono stati soddisfacenti e le coltivazioni non sono state sviluppate.
Nel 2005 scienziati britannici della Syngenta annunciano una nuova varietà di Golden Rice modificato per produrre una maggiore quantità di carotene, dichiarando di rinunciare ai diritti sui risultati scientifici delle prime prove in campo della nuova linea di riso e sulle tecnologie associate alla sua produzione.
Nonostante le opposizioni da parte di agricoltori ed ambientalisti, il Golden Rice Humanitarian Board ha dichiarato che, grazie alla donazione della Syngenta, si potrà dare inizio alle coltivazioni sperimentali nei centri di ricerca asiatici.
Gli oppositori cercano di frenare il progetto affermando che esistono diverse misure alternative per fronteggiare il problema della deficienza di vitamina A e citano la Banca Mondiale che ha stimato che gli interventi di integrazione e miglioramento alimentare per prevenire le tre deficienze di micronutrienti più comuni (ferro, iodio e vit.A) possono essere eseguiti per un costo totale di 1 dollaro pro capite.
Quali sono le strategie esistenti per combattere la VAD?
La lotta contro la deficienza di vitamina A (VAD) ha ricevuto dei cospicui finanziamenti da agenzie internazionali, fondazioni, sostenitori, governi ed imprese negli ultimi anni, ma la sua eradicazione è ancora lontana.
La “Dichiarazione mondiale e Piano d’azione sulla Nutrizione” del 1992, adottata all’unanimità da 159 paesi durante la Conferenza Internazionale sulla Nutrizione organizzata da FAO e OMS ha sottolineato che, per combattere la malnutrizione da micronutrienti, si dovrebbe “Assicurare che alle strategie alimentari sostenibili venga data la priorità in modo particolare per le popolazioni con deficit di vitamina A e ferro, promuovendo la disponibilità in loco degli alimenti e rispettando le abitudini alimentari locali. L’integrazione dovrebbe essere progressivamente eliminata non appena le strategie per fornire alimenti ricchi di micronutrienti consentiranno un adeguato consumo.”
Esistono tre strategie per assicurare dei livelli sufficienti di vitamina A nelle popolazioni a rischio: integrazione, supporto alimentare e diversificazione della dieta.
- Integrazione: Distribuzione periodica della vitamina per via orale a madri e bambini . Si può considerare una soluzione a lungo termine, specialmente per le forme più lievi di VAD.
- Supporto alimentare: Aggiunta di vitamina A alle preparazioni alimentari come il burro, la margarina e lo zucchero . Questa misura è stata adottata con successo nella maggior parte dei paesi industrializzati negli ultimi 70 anni. Essa richiede la collaborazione dei produttori di questi alimenti e delle strategie appropriate per raggiungere le popolazioni più bisognose.
- Educazione alimentare e diversificazione: E’ ampiamente riconosciuta essere la migliore soluzione a lungo termine. Essa richiede impegni diversi e localmente adatti, oltre alla collaborazione di tutti gli interessati.
In ultima analisi quali i vantaggi e quali gli svantaggi?
Vantaggi
Il Golden rice potrebbe risultare vantaggioso, in tempi brevi, per le popolazioni dei paesi sottosviluppati la cui alimentazione limitata è carente di vitamine essenziali e per le quali non si possono utilizzare in tempi brevi le strategie sopra menzionate. Le conseguenze più gravi di questa carente alimentazione sono la morte prematura e la cecità. Il discorso è particolarmente valido per le zone dell’Asia, dove la maggior parte della popolazione si nutre esclusivamente di riso.
Svantaggi
Gli scettici temono che le popolazioni povere dei paesi sottosviluppati possano diventare troppo dipendenti dal benestante e tecnologicamente avanzato mondo occidentale .
Non è inoltre del tutto accertato quale sia la quantità giornaliera di riso pro capite necessaria per ricevere un adeguato apporto di vitamina A. Inoltre, per trasformare la pro vitamina A in vitamina A, l’organismo ha bisogno di un adeguato apporto in grassi, di cui le popolazioni denutrite sono carenti.
Secondo gli oppositori, nel breve termine il riso GM sarebbe il metodo più costoso ed ecologicamente più rischioso per affrontare la carenza di vitamina.A, mentre a lungo termine, le monoculture di riso GM potrebbero rappresentare una minaccia per l’ambiente e la sicurezza alimentare.

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