GLI EFFETTI ECONOMICI DELL'IMPOSIZIONE

Materie:Altro
Categoria:Scienze Delle Finanze

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GLI EFFETTI ECONOMICI DELL’IMPOSIZIONE

L’imposizione dei tributi ha ripercussioni sull’economia nazionale in quanto incide sulla produzione, sul risparmio, sugli investimenti e sulla distribuzione della ricchezza, tali effetti variano a seconda della pressione complessiva fiscale e delle caratteristiche delle singole imposte. Il prelievo fiscale sottrae risorse al settore privato riducendo la capacità di spesa delle famiglie e delle imprese. Pertanto un aumento della pressione tributaria provoca una contrazione dei consumi e degli investimenti portando una riduzione della domanda globale. Gli effetti complessivi della pressione tributaria dipendono dal suo livello e sono negativi quando questo è molto elevato poiché comporta una riduzione dei consumi e degli investimenti privati, riduzione della formazione di risparmio, riduzione della produzione e inflazione da costi. Quando invece si riferisce alle singole imposte si ricollegano al comportamento del contribuente il quale modifica le proprie scelte economiche in modo da ridurre o evitare il peso dell’imposizione. Vi è poi il punto critico cioè il livello oltre il quale la pressione fiscale comincia a produrre effetti negativi, tali effetti però variano a seconda del paese e a seconda di come il carico tributario è ripartito fra le categorie di cittadini e i vari settori di attività.
Il comportamento del contribuente è illecito quando egli si sottrae al pagamento del tributo occultando l’esistenza della materia imponibile. È questa l’evasione, che oltre a danneggiare il fisco, sconvolge la distribuzione del carico tributario e produce effetti economici negativi perché altera le condizioni della concorrenza sul mercato, poiché gli operatori che evadono sono avvantaggiati perché fra i loro costi non devono comunicare il peso dell’imposta.
Gli stessi effetti negativi per il fisco, per gli altri contribuenti e per il mercato si verificano quando il contribuente compie operazioni economiche che, per non essendo illecite, non hanno alcuna giustificazione economica, e sono volte soltanto ad aggirare obblighi e divieti imposti dalle norme tributarie, questa è l’elusione.
Diversa è l’evasione cioè quando il contribuente, per evitare il prelievo rinuncia a svolgere l’attività oggetto dell’imposta, il suo effetto economico è una riduzione della produzione o dei consumi o degli affari nel settore tassato. In determinate situazioni può anche accadere l’inverso, cioè il contribuente aumenti la propria attività produttiva per comunicare la diminuzione di reddito dovuta al prelievo. L’elisione si verifica quando i redditi familiari sono molti bassi.
Quando l’imposta ha per oggetto beni e servizi destinati allo scambio, il contribuente colpito può scaricare il peso del prelievo su altri soggetti mediante una modificazione del prezzo sempre che sia modificabile. Questa è la traslazione che colpisce il venditore e il suo peso si scarica sugli acquirenti mediante un aumento del prezzo.
In regime di concorrenza la traslazione si verifica in quanto gli operatori colpiti dall’imposta si ritirano dal mercato o si spostano in altri settori, sicché nel settore colpito l’offerta diminuisce e il prezzo aumenta. Si deve tenere conto comunque dell’elasticità della domanda, della mobilità dei capitali e dall’andamento dei costi di produzione.
In regime di monopolio l’imposta proporzionale al reddito non si trasferisce perché il monopolista, modificando il prezzo, si allontanerebbe dalla situazione di equilibrio che gli assicura il massimo profitto. È facile invece la traslazione di un’imposta commisurata alla quantità prodotta.

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