Mineralogia del museo di storia naturale di Milano

Materie:Tesina
Categoria:Scienze Della Terra

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Testo

La sezione di Mineralogia del Museo
di Storia Naturale di Milano
Il museo è aperto
dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 18,00
e il sabato dalle 9,30 alle 18,30.
L’ingresso è gratuito. La Sezione Didattica del Museo organizza
visite guidate a tema per le scolaresche.
Per informazioni:
lunedì-venerdì dalle ore 9,00 alle ore 14,00.
Tel. 02 88463289 / 02 88463293
Il Museo Civico di Storia Naturale di Milano è il
più grande museo italiano di scienze naturali. Dopo
la sua fondazione, avvenuta nel 1843, divenne
ben presto uno dei musei naturalistici più importanti
d’Europa; purtroppo l’edificio e le collezioni antiche
vennero gravemente danneggiate durante un
bombardamento, nel 1943. Il museo fu riaperto nel
1952 e da allora le sue collezioni sono state ampliate
e incrementate. Oggi, le bacheche espongono solo
una minima parte del materiale del museo: molte
collezioni sono conservate e ordinate in stanze non
aperte al pubblico, in modo che occupino meno spazio.
Il nostro itinerario riguarderà solo la sala 3, dedicata
alla sistematica dei minerali e alla pedologia, la
scienza che studia i suoli, ma tutte le 23 sale del museo
sono molto interessanti e meritano certamente di
essere visitate.
Le prime 41 vetrine della sala 3 (le uniche su cui ci
soffermeremo) illustrano la classificazione dei minerali
basata sulle loro caratteristiche cristallochimiche,
vale a dire sulla composizione chimica e sulla struttura
dei reticoli cristallini (da cui dipende la forma dei
cristalli2). Per ciascuna delle 9 classi mineralogiche
sono esposti i minerali più importanti, dei quali vengono
descritte la composizione chimica, la cristallografia,
la struttura reticolare, le proprietà fisiche, la
genesi, la distribuzione dei giacimenti e gli usi.
(Ulteriori informazioni sul Museo di Storia Naturale
di Milano sono presentate nell’itinerario 11.)
PIANO DI VISITA
La vetrina 1 raccoglie campioni
di oro, zolfo, diamante,
grafite e di altri elementi
che si trovano in natura
allo stato nativo (cioè puri,
non combinati con altri).
Spesso gli elementi nativi
non si presentano in cristalli
ma in ammassi granulari (come
l’oro che puoi vedere nella
fotografia) o lamellari.
PRIMA TAPPA
Gli elementi nativi
Le vetrine dalla 2 alla 6
contengono minerali appartenenti
alla classe dei solfuri,
che derivano dalla combinazione
di elementi metallici
con lo zolfo.
SECONDA TAPPA
I solfuri
Iminerali appartenenti alla
classe degli alogenuri occupano
le tre vetrine successive
(7-8-9). Gli alogenuri sono
costituiti dalla combinazione
di uno o più elementi con il
cloro, il fluoro, lo iodio o il
bromo (elementi che, nel loro
complesso, prendono il
nome di alogeni).
TERZA TAPPA
Gli alogenuri
La fluorite cristallizza comunemente
in forme cubiche e ottaedriche.
La fluorite è costituita da
calcio e fluoro; la sua formula
chimica è CaF2 e 1 kg di minerale
contiene 511 g di calcio e
498 di fluoro. La fluorite pura è
incolore e trasparente, ma può
assumere altre colorazioni; può
essere, per esempio, viola, verde,
gialla, azzurra, a seconda delle
«impurezze» (cioè elementi
diversi dal calcio e dal fluoro)
che contiene nei suoi reticoli cristallini.
I cristalli di fluorite (di
qualsiasi forma) si sfaldano lungo
le facce di un ottaedro: è
questa una delle proprietà che
consentono di identificare il minerale.
La pirite (FeS2) si presenta in
cristalli cubici, ottaedrici (cioè con
8 facce triangolari equilatere) oppure
formati da 12 facce pentagonali,
talvolta combinate con
quelle delle altre forme (come
puoi osservare nella fotografia).
Osservando gli esemplari nella
vetrina 4, noterai che le facce dei
cristalli cubici mostrano delle
striature caratteristiche, parallele
a una coppia di lati e perpendicolari
alle striature delle facce adiacenti.
Queste striature sono tipiche
della pirite e consentono di
identificarla con chiarezza.
2
Nelle vetrine 10-13 sono
contenuti i minerali appartenenti
alla classe degli ossidi,
cioè formati dalla combinazione
di uno o più elementi,
di solito metalli, con
l’ossigeno. Appartengono a
questo gruppo la magnetite
(Fe3O4), l’ematite (Fe2O3), la
cassiterite (SnO2). Molto interessante
è il corindone
(Al2O3), inferiore per durezza
solo al diamante; talvolta
si presenta in varietà limpide
di colore rosso, chiamate rubino,
e blu, chiamate zaffiro.
QUARTA TAPPA
Gli ossidi
Icarbonati (vetrine 14, 15 e
16) occupano un posto di
rilievo nella costituzione della
crosta terrestre. Sono composti
da uno o più ioni positivi
combinati con uno ione
carbonato (CO3)2–.
Il rappresentante più comune
della classe è la calcite
(CaCO3), un minerale di origine
sedimentaria3 che si forma
sia per evaporazione di soluzioni
ricche di carbonato di
calcio, sia per estrazione dalle
acque marine o continentali
ad opera di organismi. La calcite
è il principale costituente
delle rocce calcaree.
QUINTA TAPPA

I carbonati
La vetrina 17 raccoglie i
borati, un piccolo gruppo
di minerali molto importanti
dal punto di vista delle applicazioni
pratiche. Nel passato,
grandi quantità di borati
provenivano dalla zona dei
soffioni boriferi di Larderello,
in Toscana, oggi nota soprattutto
per la produzione
di energia geotermica. I borati
derivano dalla combinazione
di uno o più ioni positivi
con lo ione borato
(BO3)3–.
SESTA TAPPA
I borati
Nelle bacheche dalla 18
alla 22 sono esposti
esemplari appartenenti alla
classe dei solfati, della quale
fanno parte circa 300 specie
di minerali.
I solfati sono composti in
cui lo zolfo è presente sotto
forma di ione solfato
(SO4)2–. Tra i minerali più
comuni della classe troviamo
il gesso, la barite (BaSO4), la
celestina (SrSO4).
SETTIMA TAPPA
I solfati
L’aragonite ha la stessa composizione
chimica della calcite,
ma gli atomi nel suo reticolo cristallino
sono distribuiti
in modo
diverso. L’aragonite
costituisce
lo scheletro di
molti organismi
viventi e di altri
fossilizzati di recente.
Spesso i cristalli di gesso
(CaSO4•2H2O: solfato di calcio
legato a due molecole d’acqua)
si presentano geminati, cioè associati
secondo regole precise. I
cristalli della fotografia sono geminati
per contatto (lungo una
superficie piana). Anche i minerali
comunemente chiamati «rose
del deserto» (vetrina 19) sono
formati da gesso: minuti cristalli
di gesso a forma di lente,
deposti dall’acqua che risale in
superficie
nel deserto
dopo
aver attraversato
strati del
minerale
presenti in
profondità.
< I cristalli di ematite sono neri,
piuttosto appiattiti e, in genere,
disposti come i petali di una rosa.
La polvere che si ottiene dall’ematite
non è nera, come ci si
potrebbe aspettare, ma rosso
scuro; questa è una caratteristica
che consente di distinguere l’ematite
dalla magnetite (un altro
ossido di ferro), che dà invece
una polvere nera.
La londonite è un borato.ITINERARIO
Ifosfati trovano posto nelle
vetrine 23-25. I minerali
di questa classe contengono
uno ione fosfato (dato dalla
combinazione di fosforo e
ossigeno) legato a uno o più
elementi metallici. Gli atomi
di fosforo e ossigeno sono legati
a formare strutture tetraedriche,
al centro delle
quali si trova il fosforo, mentre
i vertici sono occupati
dall’ossigeno.
OTTAVA TAPPA
I fosfati
Isilicati sono i minerali più
abbondanti della crosta
terrestre e a essi è dedicata
un’ampia parte dell’esposizione
sistematica del museo
(bacheche 26-41). La struttura
di base del reticolo cristallino
di tutti i silicati è un
tetraedro formato da 4 ioni
ossigeno (O2–) che circondano
uno ione silicio (Si4+). Il
tetraedro nel suo complesso è
detto gruppo silicatico
(SiO4)4–, dotato di 4 cariche
negative che, per poter dare
un composto elettricamente
neutro, devono essere compensate
da 4 cariche positive.
Questa condizione può essere
raggiunta in due modi:
– il gruppo silicatico può legarsi
ad altri ioni di carica
opposta (positiva);
– il gruppo silicatico può
condividere lo ione ossigeno
con altri tetraedri.
NONA TAPPA
I silicati
Il quarzo è un silicato nel quale
tutti gli ioni ossigeno sono condivisi
tra tetraedri. Può trovarsi in cristalli
ben formati, anche di dimensioni
enormi (osserva le vetrine non numerate
al centro della sala), o in
masse compatte formate da cristalli
microscopici. La dimensione dei cristalli
dipende dalle condizioni nelle
quali si è verificata la cristallizzazione
del magma5 da cui derivano. Di solito
il quarzo è bianco, ma ne esistono
molte varietà: il campione raffigurato
è un quarzo ametista, viola, su quarzo
incolore, a sua volta su feldspato.
L’apatite è un minerale molto
comune, pesante e molto fragile.
Il colore è variabile (verde, incolore,
viola, bianco) ma la polvere
che se ne ricava è sempre
bianca. Nell’industria viene utilizzata
come base per alcuni tipi di
fertilizzanti.
I

Esempio