Età del Realismo

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Età del Realismo
Il Realismo caratterizzò la cultura europea della seconda metà dell’800, allorché si diede importanza esclusivamente ai fatti concreti, abbandonando i problemi metafisici e sentimentali del Romanticismo. Il termine realismo indica letteralmente ogni rappresentazione fedele della realtà. Assume diversi nomi:
1. Positivismo → in filosofia.
2. Naturalismo → in letteratura francese.
3. Verismo → in letteratura italiana.
Le ragioni storiche della nascita del Realismo vanno ricercate nel fallimento dei moti insurrezionali del 1948, e nella nascita della Seconda Rivoluzione Industriale, caratterizzata da numerose invenzioni. Tutto questo portò ad avere più fiducia, più speranza ed ottimismo verso il futuro e nei confronti della scienza.
La nascita del Realismo è legata anche a questioni biologiche: si diffondono le nuove dottrine biologiche ed evoluzionistiche di Darwin, secondo le quali l’uomo, in quanto essere umano, è determinato nella sua evoluzione da fattori biologici ereditari, dall’ambiente e dagli eventi storici. Nascono nuove scienze: psicologia (Freud), pedagogia, sociologia (Comte).
Il Realismo è anche il periodo di massima affermazione della borghesia → nasce nell’uomo la convinzione sicura di un progresso, in quanto migliorano le condizioni di vita, e aumenta l’età della vita media.
Nasce inoltre la grande massa operaia, che vive e lavora in condizioni estreme (periodo di scioperi e rivolte).
1. Positivismo
Dalla nuova corrente nasce una nuova filosofia, il Positivismo, così chiamata perché lo studio dell’uomo si fondava sul dato positivo, ovvero tangibile della realtà fenomenica. Con questi termini potrebbe sembrare simile all’Illuminismo, ma in realtà è molto differente: l’Illuminismo era mosso da principi di uguaglianza, libertà e fraternità, e vedeva la natura e l’uomo come soggetti statici sottoposti a leggi fisico.matematiche: il Realismo non muovo da principi di fratellanza, anzi porta ai conflitti tra le classi sociali, e considera l’uomo e la natura soggetti dinamici, sottoposti alle leggi di evoluzione in senso del progresso → nasce il mito del progresso: scienza e istruzione sono strumenti non solo contro l’ignoranza e la superstizione, ma anche conto la malattia, il dolore, la sofferenza e l’infelicità.
2. Naturalismo
Il pensatore da cui il Naturalismo trae i suoi fondamenti teoretici è H. Taine. Egli affermava che i fenomeni spirituali sono prodotti dalla fisiologia umana e determinata dall’ambiente in cui l’uomo vive. Come critico applicò lui stesso tali concezioni nelle sue opere, auspicando che la letteratura divenisse un’analisi scientifica della realtà. In un saggio del 1858, Taine indica come scrittore scienziato H. De Balzac, autore della “Comédie Humaine”, in cui propone un quadro della società francese nell’età della Restaurazione. Oltre a Balzac ci furono altri romanzieri realisti degli anni 50 e 60: Flaubert, autore di “Madame Bovary”, è importante per la teoria dell’impersonalità → paragonava l’autore con la sua opera a Dio con la creazione, come Dio è invisibile e onnipresente, non si vede, ma si percepisce ovunque, allo stesso modo deve essere l’autore. I fratelli Goncourt furono importanti per la cura dei dettagli degli ambienti sociali che rappresentavano nei loro romanzi, e perché furono tra i primi a dedicarsi ai ceti inferiori, più umili, e a fenomeni di degradazione sociale. Fu tuttavia Emile Zola a usare per la prima vota il termine Naturalismo per indicare una narrativa capace di aderire alla realtà. Le concezioni che stanno alla base della narrativa zoliana si trovano esposte nel saggio “Le Roman Expérimental” del 1880, come spiega l’autore stesso, il romanzo tende a svilupparsi per via sperimentale da premesse socio-ambientali che determinano il comportamento e il destino ei personaggi.
I canoni del romanzo sono quindi: scientificità, impersonalità e funzione sociale.
Questi principi sono applicati nell’opera di Zola “I Rougon-Macquart, storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero”, in cui rifacendosi al modello della “Comédie Humaine” di Balzac, lo scrittore traccia un quadro della società francese del Secondo Impero attraverso le vicende dei membri della famiglia. In Zola. Però, sono presenti ancora alcune caratteristiche romantiche, come la rappresentazione della natura e la grandiosità delle scene.
3. Verismo
Il Verismo nasce come rielaborazione italiana del Naturalismo francese, e si diffonde nell’ultimo trentennio del XIX secolo. Il verista si propone di rappresentare la verità oggettivamente senza nessun interesse soggettivo, emozione o ideologia, procedendo secondo lo studio scientifico dei fatti → la letteratura diventa un mezzo di studio del vero. Il mito del progresso però, non viene condiviso dagli scrittori italiani, perché l’Italia non era partecipe del movimento industriale diffuso nel resto d’Europa. Agli scrittori italiani mancava la convinzione del progresso sicuro: l’Italia era in ritardo avendo raggiunto da poco l’unificazione dello Stato, il 75% della popolazione era analfabeta, ed era presenta una spaccatura tra in Nord sviluppato e il Sud ancora agricolo (nascita del brigantismo: rappresentazione della rivolta popolare). Il Verismo avrà un carattere regionale e provinciale, rappresentando la vita delle plebi contadine e artigiane. Gli esponenti principali sono Capuana e Verga, entrambi di origine siciliana e attivi a Milano.
4. Differenze tra Naturalismo e Verismo

Naturalismo Verismo
* Ambienti e classi sociali di studio:
Borghesi poveri, la vita dei quartieri Vita stentata e primitiva della piccola
Periferici delle grandi metropoli. borghesia e delle classi più umili.
* Modo di porsi di fronte alla realtà:
Rappresentanti attivi, polemici, Rappresentanti contemplativi, non
Denunciano le ingiustizie sociali e attivi, ritraggono con sincera pietà
Hanno fiducia nel superamento di tale le miserie e le pene degli umili, senza
Situazione. fiducia nel loro riscatto.
* Rapporti tra scrittore e pubblico:
I Naturalisti operano in una società I Veristi operano in una società
Matura ed evoluta, in ansia di arretrata sia a livello delle plebi, sia a
Rinnovamento. Livello della borghesia e aristocrazia.
* Successo del movimento:
Carattere nazionale Carattere meridionale, regionale e dialettale.

5. I principi della nuova letteratura sono:
* L’ arte deve rappresentare il vero → gli autori si dedicano a ritrarre il vero, i comportamenti e gli ambienti più umili, in quanto gli umili sono certamente più vicini alla natura e la vero.
* L’imperosnalità dell’arte → l’artista deve ritrarre il vero in modo distaccato e impersonale, analogo a quello con cui gli scienziato descrivono un fenomeno in natura. L’opera d’arte - disse lo stesso verga - deve dare l’impressione di essersi fatta da se.
* Romanzo sociale → si abbandona il romanzo storico, che lasciava spazio alla fantasia e al libero arbitrio dello scrittore, e si arriva al romanzo sociale, teso a rappresentare obiettivamente personaggi, caratteri e costumi della società.

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