S Maria della consolazione

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S. MARIA DELLA CONSOLAZIONE (TODI)

La chiesa di S. Maria della Consolazione si trova appena fuori dal centro abitato di Todi.
Il tempio di Todi può essere considerato una rielaborazione del progetto di Bramante per S. Pietro, la cui pianta l’architetto aveva immaginato come un quadrato con lati absidati ed ingressi su ogni lato.
Questo progetto bramantesco, fu interpretato in modi diversi dagli architetti che si avvicendarono nel corso della costruzione della chiesa della Consolazione, protrattasi per lungo tempo.
Alcuni documenti cinquecenteschi e seicenteschi indicano nell’artista marchigiano l’autore dell’edificio, resta tuttavia palese il carattere “bramantesco” di questa struttura architettonica, da altri avviata e condotta a compimento.
La costruzione fu iniziata il 15 novembre 1508, durante la costruzione furono consultati molti architetti di primo piano fra i quali Baldassarre Peruzzi ed Antonio da Sangallo il Giovane che apportarono il contributo della loro esperienza romana.
Entrambi, come allievi, avevano ereditato parte dei disegni di Bramante alla sua morte e con lui avevano attivamente lavorato alla fabbrica di S. Pietro in Vaticano.
La pianta è a croce greca, con tre absidi poligonali ed una, quella a nord, la prima realizzata, semicircolare, esse rappresentano quasi un momento preparatorio allo slancio della cupola centrale.
Ogni abside presenta due ordini di pilastri corinzi con capitelli scolpiti da artisti diversi come Ambrogio da Milano, Francesco da Vita e Rocco di Tommaso.
La peculiarità degli esterni consiste nell’ordinato equilibrio delle decorazioni plastiche: le lesene doriche in doppio ordine, le cornici e tutte le membrature, in pronunciato aggetto, ripartiscono le superfici e definiscono i volumi.
Le numerose finestre, con frontoni triangolari e ricurvi alternati, movimentano i prospetti, rigidamente ordinati per masse volumetriche di sorprendente chiarezza.
Al di sopra della cornice di coronamento, con breve attico finestrato, le quattro semicalotte che coprono le absidi riassumono e riconducono ad unità il ritmo degli elementi architettonici e contribuiscono a creare un sistema organico in ogni sua parte.

Al di sopra delle semicalotte si leva una terrazza quadrata con balaustrata e quattro aquile su mensole agli angoli, emblemi della città di Todi, opera di Antonio Rosignoli.
Dalla terrazza si innalza il tamburo attribuito a Francesco Casella, che amplifica il motivo del doppio pilastro ionico e della finestra con timpano, l’interno, di sobria eleganza, semplicità e chiarezza, è pervaso dalla luce che penetra abbondantemente dalle numerose aperture: gli elementi architettonici in pietra chiara suddividono gli spazi negli ampi semicerchi absidali, scanditi da due ordini di lesene con cornici e, nei catini, da costoloni rastremati.
Più forte si addensa la decorazione plastica nei sottarchi, ornati da rosoni classici, nei pennacchi e nella robusta cornice che cinge l’anello di base della cupola.
La decorazione degli archivolti di quest’ultima si deve a Filippo Meli, i pennacchi con gli Evangelisti a Giovan Battista Gardona e Francesco Casella.
Nelle nicchie delle absidi sono collocate le grandi statue che raffigurano i dodici Apostoli, di scuola dello Scalza.
Gli altari barocchi hanno incorporato quelli più antichi, mentre quello maggiore è sovrastato da un affresco quattrocentesco con la Madonna della Consolazione.

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