Materie: | Appunti |
Categoria: | Ricerche |
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Data: | 02.02.2001 |
Numero di pagine: | 2 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Sovrasfruttamento delle risorse naturali: il problema del nuovo millennio.
Oggi, alle soglie del nuovo millennio, la specie Homo Sapiens Sapiens, che si è mostrata capace di intervenire sugli ecosistemi con alterazioni di entità e qualità tali da modificare gli stessi processi ecologici naturali, trascorsi circa 10.000 anni da quando iniziò a produrre cibo, utilizzando le tecniche dell’agricoltura e dell’allevamento, ha chiuso definitivamente Chernobyl e, con lei un’era: l’epoca del nucleare che comunque rimane il 6% delle fonti energetiche mondiali. Infatti lo sfruttamento disordinato e spregiudicato dell’uranio è stato accantonato, ma, di certo, non a favore delle energie rinnovabili, in quanto, oggi, l’unica vera risorsa energetica, e di guadagno, è il petrolio. E se l’andamento del costo dell’oro nero ci preoccupa non poco l’intero globo a causa della forte influenza che ha sul prezzo di luce, benzina e materiali derivati, la società rimane incurante dello squilibrio, creatosi proprio a seguito di questo utilizzo sfrenato e senza regole delle risorse planetarie. Oggi un quinto dell’umanità- quello più ricco- consuma circa il 58% dell’energia mondiale, parallelamente al quinto più povero che ne utilizza meno del 4%, e che, tuttora, non ha elettricità e ricorre alla biomassa. Ormai è chiaro: se l’evoluzione del sistema mondiale verrà lasciata proseguire secondo le tendenze attuali senza interventi mirati e consapevoli, si produrrà una crisi su scala mondiale verso la metà del secolo. Eppure, nonostante il forte allarme lanciato dai più autorevoli studiosi, sono ancora deboli i segni di una inversione degli attuali rapporti tra la natura e l’uomo, che, invece, concentra tutta la sua attenzione sul progresso tecnologico e delle telecomunicazioni che, paradossalmente, invece di diventare un mezzo utile e determinante alla miglior resa delle fonti energetiche, ha suggerito l’idea di superiorità e indipendenza dal mondo naturale. Così, da una lato la scienza viene riconosciuta come la forza liberatrice, dall’altro come sfruttamento smisurato e spregiudicato. E dal momento che la correttezza delle scelte ambientali dipende da quanto gli uomini sono capaci di riconoscere e accettare la propria natura biologica, allora è ovvio che qualcosa deve cambiare a partire dall’economia di rapina dei singoli stati in ordine ad una ecologicamente sostenibile. Ma se ciò non avverrà, quello che è un rischio si trasformerà in realtà, e allora l’uomo non avrà più nessun’altra scelta, se non quella di accettare la sua completa rovina e distruzione.