Ricerca sul capuologo toscano : Firenze

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Firиnze
La cittаCittа della Toscana , capol. della prov. omonima e della regione: comune di 102,41 km2 con
385.766 abitanti (stima del 1995). И situata a 50 m su entrambe le sponde dell'Arno, in un'ampia
conca pianeggiante limitata da ameni colli boscosi, sulle cui pendici sorgono numerosi i centri
abitati e le dimore isolate . Nella seconda metа di questo secolo la cittа si и notevolmente
espansa fino a dare vita a una vera e propria area metropolitana, che - da un punto di vista
amministrativo - и parte della prov. di F. e - da un punto di vista urbanistico - parte della piщ
ampia area metropolitana F.-Prato-Pistoia. Si tratta di una sorta di conurbazione, delineatasi fin
dagli anni Sessanta e Settanta in seguito a una forte espansione, specie residenziale, dei nuclei
principali lungo la direttrice pedemontana. Questa cosiddetta "Grande F." и costituita oltre che dal
comune capol., dai comuni del suo intorno che gravitano su di esso per motivi commerciali, di
lavoro e di studio: si tratta di una superficie complessiva di 543 km2, con un carico demografico
di oltre 660.000 abitanti. F. и il polo organizzatore di quest'area e al tempo stesso il centro dal
quale si и mossa l'espansione dell'intera area metropolitana. EconomiaSotto il profilo economico presenta un notevole eclettismo, svolgendo funzioni culturali e
produttive rivolte non solo all'ambito locale ma anche a quello regionale e nazionale. Le attivitа
industriali manifestano un'elevata diversificazione e, quanto a dimensioni, si articolano in unitа
piccole e medie. Fra i settori industriali assorbono un maggior numero di addetti i complessi
meccanici, del vestiario, dell'abbigliamento e dell'arredamento, chimico-farmaceutico, poligrafico-
editoriale, del legno, delle pelli e del cuoio. Assai attivo и tuttora l'artigianato, fiorente nei settori
dell'abbigliamento, della paglia, dei soprammobili, delle pelletterie. Nel campo commerciale il
capol. toscano dispone di una cospicua rete sia di unitа all'ingrosso sia di punti vendita al
minuto, nonchй di numerose attivitа di intermediazione. Un ruolo importante nella promozione
delle attivitа commerciali и svolto dalle manifestazioni fieristiche, che si tengono a F. con
regolaritа, in particolare quelle della moda pronta, che hanno per sfondo le sale di palazzo Pitti o
dei maggiori alberghi cittadini. La cittа и sede della Borsa Valori, dell'Universitа, dell'Istituto
Universitario Europeo, di altre Universitа straniere e della Curia vescovile. Il movimento turistico
и assai intenso, favorito da un'efficiente attrezzatura ricettiva e dai buoni collegamenti stradali.
Nell'alluvione del 4 novembre 1966 F. ha subito gravissimi danni, con perdite enormi per il
patrimonio artistico e culturale. StoriaQuando nel 187 a. C. la via Cassia fu prolungata da Arezzo a Bologna, sorse sulla riva destra
dell'Arno, dove esisteva un guado, un posto di guardia romano. Al tempo di Silla, quando l'agro
fiesolano fu colonizzato, il territorio della futura F. fu assegnato alla tribщ Scaptia che governava
il municipio di Fiesole, ma il piccolo centro non ebbe importanza fino alla metа del secolo
successivo, quando assunse l'aspetto di una cittа romana in miniatura, col foro, il campidoglio,
l'anfiteatro, le terme, l'acquedotto. Si presume dal nome dei primi santi protettori, Miniato e
Reparata, che il cristianesimo sia stato portato a F. da mercanti orientali. Si sa inoltre che fu sede
di un vescovo dalla prima metа del sec. IV. Poco si sa dell'etа barbarica: la distruzione da parte
di Totila re dei Goti (541-552) и pura leggenda; tanto meno probabile и il passaggio di Attila
menzionato da Dante. Certamente vi dominarono i Bizantini, come si deduce dal ritrovamento di
un pavimento nella primitiva cattedrale; di una dominazione longobarda dopo il 574 fanno fede
alcuni reperti archeologici. Carlo Magno, durante la sua seconda discesa, celebrт a F. il Natale
del 776, ma и leggenda che abbia ricostruito la cittа o qualche parte di essa. Retta da conti
imperiali prima e da vescovi-conti poi - per concessione di Ottone I di Sassonia - F. fra i sec. X e
XI fu centro di lotte contro il clero simoniaco (S. Giovanni Gualberto contro il vescovo Pietro
Mezzabarba) e di lotte per le investiture da parte dei marchesi di Toscana e in special modo della
contessa Matilde. Fu in questo periodo che il popolo fiorentino acquistт coscienza del proprio
potere. La concessione di una certa autonomia da parte della contessa Matilde, fautrice del
papato, e l'insieme dei rapporti che legavano i banchieri e i mercanti fiorentini alla curia romana,
fecero sм che F., da tempo in condizioni di inferioritа rispetto a Pisa, solido porto commerciale, e a
Lucca, sede del marchesato, divenisse e rimanesse cittа guelfa e lottasse quindi contro le cittа
ghibelline, soprattutto per motivi economici. Una delle prime manifestazioni dell'ormai libero
Comune fu la guerra contro Fiesole, vinta definitivamente nel 1125, contro Siena, Pisa e i
feudatari del contado, come i potenti Cadolingi. L'impossibilitа del nuovo imperatore Lotario II di
intervenire subito in Italia favorм il rafforzarsi della magistratura consolare, sostenuta dalla
nobiltа cittadina, dagli ecclesiastici e dai mercanti di Calimala, specialmente dopo la battaglia di
Legnano (1176), che pose fine alla rinnovata minaccia di un intervento imperiale. La natura dei
rapporti di F. guelfa con le cittа vicine (Arezzo, Siena, Pistoia, Lucca, la Romagna e Pisa) si andт
man mano modificando e divenne una vera egemonia, mentre la costituzione del governo
cittadino da magistratura consolare si trasformava in signoria retta da un unico podestа. Piщ tardi,
quando stavano per esplodere le lotte civili tra guelfi e ghibellini, venne chiamato al governo un
podestа forestiero per garanzia di imparzialitа fra le fazioni.
La vittoria dei guelfi segnт anche il trionfo del popolo delle Arti ("primo popolo" o "popolo
vecchio"), che partecipт al potere pubblico contro i feudatari ghibellini. F. guelfa, inoltre, potй
instaurare una sempre piщ sicura egemonia sulle cittа ghibelline. Questo processo fu interrotto
due volte, per pochi anni, dall'intervento di Federico II e di suo figlio Manfredi. Dopo la morte di
Federico II (1250) le compagnie delle Arti insorsero contro gli Uberti e richiamarono i guelfi
fuorusciti. In quegli anni, caratterizzati dalle vittorie su Volterra e su Pisa, fu coniato per la prima
volta il fiorino d'oro, che sarebbe divenuto una delle monete piщ pregiate d'Europa. Dopo la
sconfitta di Benevento e la morte di Manfredi (1266), i guelfi ripresero il sopravvento e i ghibellini
furono cacciati definitivamente. La nuova costituzione fu detta del "secondo popolo", con nuovi
magistrati (capitani di parte), mentre la signoria formale veniva affidata per dieci anni a Carlo
d'Angiт. Da questo momento la storia di F. diviene quanto mai convulsa, fra tentativi di
pacificazione e mutamenti di costituzione: i 12 "buoni uomini" che si affiancarono al podestа e al
capitano del popolo; i priori delle Arti, e infine gli Ordinamenti di giustizia del priore Giano della
Bella (1293); l'istituzione del gonfaloniere di giustizia al quale era demandato il potere esecutivo;
la scissione del partito guelfo nelle due fazioni dei Bianchi e dei Neri, l'una guidata dai Cerchi e
costituita dal "popolo grasso" (banchieri e grandi mercanti) e da una parte dei nobili; l'altra
capeggiata dai Donati e costituita dai nobili contrari agli Ordinamenti e dal "popolo minuto"
(borghesia artigiana e del medio commercio). La lotta fra le due fazioni costituisce quasi una
storia a parte: anche Dante e il padre del Petrarca furono costretti all'esilio quando i Neri ebbero
buon gioco (1302) col favore di Bonifacio VIII. In questo periodo F. riuscм a estendere il suo
predominio su varie parti della Toscana (Siena, battaglia di Colle Val d'Elsa, 1269; Arezzo,
battaglia di Campaldino, 1289; Pisa, Pace di Fucecchio, 1293; Pistoia, 1306, e gran parte del
Mugello). Nella prima metа del Trecento il Comune fiorentino fu costretto per due volte a chiamare
al governo signori stranieri per far fronte alle minacce esterne: nel 1325 (Carlo di Calabria) e nel
1342 (Gualtiero di Brienne). In un'alternativa quasi ininterrotta di conquiste territoriali, di patti di
alleanza e di lotte con le cittа ghibelline, F. continuт per tutto il secolo la sua politica di
predominio. Verso la fine del Trecento scoppiarono fieri contrasti fra le classi sociali e per la
prima volta comparve il nome della famiglia de' Medici, destinata ad assumere la signoria della
cittа, con Salvestro, gonfaloniere di giustizia, che presentт infatti nel 1378 alcune proposte contro
le grandi famiglie che capeggiavano la parte guelfa (Albizzi, Strozzi, ecc.). Tuttavia le riforme
scontentarono tutti: esplose allora il tumulto dei Ciompi e fu instaurata una nuova signoria a
carattere popolare, che dopo i primi successi fu sopraffatta dal popolo grasso che riprese il
potere e lo conservт fino al tempo dei Medici. Agli inizi del sec. XV F. fu minacciata dalla
pressione espansionistica di Gian Galeazzo Visconti, che terminт con la morte del duca. Dopo la
conquista di Pisa (1406), F. ebbe il dominio su tutta la Toscana, eccettuate Lucca e Siena. La
minaccia milanese si ripetй piщ tardi per opera di Filippo Maria Visconti, e F., oltre ad assoldare
truppe mercenarie, dovette allearsi con Venezia per cercare di contrastarla (1425). Dal 1434 ha
inizio la signoria dei Medici, che parve necessaria a causa dei gravi disaccordi esistenti tra le
fazioni oligarchiche e fu favorita dal popolo. Fu Cosimo il Vecchio che, tornato dall'esilio cui
l'aveva condannato la signoria alleata ai suoi oppositori, cominciт a governare di fatto F., pur
rimanendo apparentemente in disparte e lasciando in vita quasi tutte le antiche istituzioni della
Repubblica, affidate a persone di sua fiducia. Cosimo iniziт quella politica di equilibrio fra gli
Stati italiani che, dopo l'infelice parentesi di suo figlio Piero il Gottoso, fu ripresa splendidamente
dal nipote Lorenzo il Magnifico, il quale accelerт fra l'altro il processo di estinzione della
Repubblica, tendendo apertamente al principato. La Repubblica fu restaurata nel 1494, due anni
dopo la morte del Magnifico, quando suo figlio Piero venne cacciato per aver mostrato
un'eccessiva debolezza di fronte a Carlo VIII di Francia. F. fu retta praticamente dal battagliero
frate domenicano Girolamo Savonarola e dopo la sua tragica scomparsa la nuova costituzione si
mostrт sempre piщ debole specialmente durante la guerra per la riconquista di Pisa (1509). I
Medici tornarono a F. approfittando della partenza dei Francesi e ripresero il potere che tennero
fino al 1527, quando, giunta a F. la notizia del sacco di Roma da parte delle truppe di Carlo V, i
Fiorentini restaurarono la Repubblica e decisero di allearsi coi Francesi. Fu allora che F. venne
assediata (v. oltre). Termina qui la storia di F. (1530) e ha inizio quella della capitale del
Granducato di Toscana che prima sotto i Medici, poi sotto gli Asburgo-Lorena, allargт i suoi
confini (Siena nel 1555, lo Stato dei Presidi nel 1807, Lucca nel 1847) e fu annessa infine per
plebiscito popolare al nuovo Regno d'Italia (1860). Per cinque anni, dal 1865 al 1871, fu capitale
del regno. Mai venne meno la vitalitа politica della cittа, dove si affermarono gruppi radicali che
parteciparono da protagonisti all'evoluzione dello Stato italiano. Incisivo e per molti aspetti
esemplare и stato il contributo dato dagli antifascisti operanti in F. attorno ai giornali Non mollare!
, Italia Libera, Giustizia e Libertа. Il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale si и scontrato
coraggiosamente con l'invasore nazista fino alla liberazione della cittа avvenuta nell'estate
1944. UrbanisticaSull'Arno, presso l'antica confluenza del Mugnone, accanto a un primo insediamento italico, nel
sec. I a. C. sorse la colonia romana di Florentia, su impianto cardodecumanico a orientamento
polare, con una cinta di mura giа scavalcata dall'abitato di etа imperiale.
I saggi di ricerca effettuati nel 1974 in piazza della Signoria (che era rimasta intatta dopo il 1250,
anno dell'ultima sua ristrutturazione, a seguito della distruzione del quartiere degli Uberti) hanno
portato all'individuazione di un edificio termale in funzione dal II al IV-V sec. d. C., di cui si sono
esplorati il calidarium e il frigidarium. Le dimensioni del complesso dovevano essere notevoli;
infatti il salone, lastricato, copriva un'area di 30ґ45 metri. Nel corso dello scavo sono inoltre
venuti alla luce diversi materiali ascrivibili all'Etа del Bronzo e al Neolitico. Significativi, fra tutti,
un piede di tripode di impasto inquadrabile nel Neolitico sardo e attestante perciт rapporti
commerciali fin dalla metа del III millennio a. C. Sempre nell'area urbana и stato rinvenuto un
sepolcreto villanoviano e, reimpiegati nella facciata di alcuni palazzi cittadini, sono visibili alcuni
cippi funerari fiesolani arcaici, ognuno dei quali deve essere ritenuto pertinente in antiquo a un
tumulo gentilizio. Dopo la regressione altomedievale, che vide sovrabbondante la superficie
romana e la cittа emarginata dalla viabilitа primaria, F. si sviluppт con l'autonomia comunale e
nei sec. XI e XII si allargт tutt'intorno, raggiungendo a S la riva destra dell'Arno, oltre il quale
sorsero i primi borghi, cosicchй nel 1172 venne eretta una seconda cinta di mura. All'interno della
prima cinta lo spazio si riempм fittamente delle case-torri difensive dell'aristocrazia feudale
trasferitasi in cittа, mentre il tracciato viario romano si suddivise in vicoli tortuosi con piccoli
slarghi irregolari. Tra la prima e la seconda cinta, nei borghi abitati dai commercianti e dagli
artigiani, prevalse invece un'edilizia piщ rada e regolare, con case affiancate fornite di piccole
facciate sulla strada. Ma la massima espansione urbana si verificт nei due secoli successivi (XIII
e XIV) sia intorno al nucleo originario (con tracciato viario radiale rispetto al castro romano) sia
Oltrarno. Tra il 1284 e il 1333 venne realizzata la terza cinta muraria, lunga 8,5 km, che contenne
ogni ulteriore ampliamento urbano fino al sec. XIX. Contemporaneamente (1296-99), con la
costruzione del duomo nuovo e del palazzo della Signoria, venivano definiti il centro religioso e
quello politico. Tra la seconda e la terza cerchia di mura, le grandi chiese degli ordini religiosi
fondati nel sec. XIII (serviti, domenicani, minori, agostiniani) divennero centro propulsore della
formazione dei borghi, inframmezzati, fino a tutto il sec. XVIII, da ampi spazi verdi. Nei sec. XV e
XVI in questo tessuto urbano medievale si inserirono palazzi nobiliari e chiese rinascimentali e
furono aperte piazze regolari (Annunziata). Soltanto nel sec. XIX F. iniziт una nuova fase di
espansione urbana e si verificт una concentrazione edilizia nel centro antico (riempimento di orti
e giardini interni, sopraelevazioni, nuovi quartieri nelle zone rimaste libere). Nel 1847-48 venne
eretta la stazione, quasi nel centro storico. Nel 1865-71 F. capitale ebbe un ampliamento su piani
di G. Poggi: furono abbattute le mura, sostituite da grandi viali a imitazione di quelli parigini, e
tutt'intorno alla cittа furono create ampie zone residenziali a maglie ortogonali. Al Poggi si deve
anche la realizzazione del viale dei colli. Nel 1885-95 venne effettuata la ristrutturazione del
centro, con la demolizione delle case medievali, l'apertura di piazza Vittorio Emanuele, ora
piazza della Repubblica, al posto del Mercato Vecchio e la costruzione di blocchi regolari di
edifici per uffici e abitazione. Il successivo ampliamento urbano, avvenuto verso l'esterno a
macchia d'olio, non ha seguito criteri di razionalitа ma fini puramente speculativi (piano
regolatore del 1915-24, in vigore fino al 1949), mentre le distruzioni dell'ultima guerra hanno
accentuato il deterioramento del centro storico. Nel 1949-52 venne redatto un piano che per primo
tentт di opporsi all'espansione continua e concentrica della cittа; seguм nel 1962 il piano Detti,
che cercт di comporre uno scenario equilibrato tra centro, collina e periferia. Nonostante ciт gli
anni Settanta hanno visto lo sviluppo delle periferie e dei paesi satelliti specialmente lungo la
direttrice nord F.-Prato-Pistoia. Nel 1985 и stato proposto da G. Astengo e G. Campos Venuti un
preliminare di piano che, basato sull'analisi morfologica dell'esistente, contempla un intervento
per parti urbane, con moderata espansione residenziale, disponibilitа al recupero, salvaguardia
sociale e ambientale del centro, e indica luoghi e modi per l'espansione e il riuso. ArteMassimi esempi della scuola romanica fiorentina sono le chiese di S. Miniato al Monte e dei SS.
Apostoli e il Battistero, caratterizzati dal gusto geometrizzante nel paramento di marmi bianchi e
verdi e da un classicismo non solo decorativo ma strutturale, significativa anticipazione del
Rinascimento. Il Battistero (consacrato nel 1059), ottagonale ad arcate cieche, и celebre per le tre
porte in bronzo dorato di Andrea Pisano (porta S, 1330-36) e L. Ghiberti (porte N, 1403-24, ed E,
1425-52). L'interno contiene sculture di Donatello e mosaici bizantineggianti del Duecento nella
cupola. S. Miniato (sec. XI) ha un'eccezionale facciata ad arcate su colonne, finestra a timpano e
cornicione classico, e un interno basilicale coperto a capriate (in sagrestia affreschi di Spi nello
Aretino; nella cappella del cardinale di Portogallo sculture di A. Rossellino e Luca della Robbia e
Annunciazione a fresco di A. Baldovinetti). Gli edifici piщ rappresentativi di F. risalgono perт alla
fine del Duecento e al primo Trecento.
Il duomo (S. Maria del Fiore) fu cominciato da Arnolfo di Cambio nel 1296, proseguito per tutto il
sec. XIV secondo il progetto originario (tre navate con volte a crociera, terminazione a trifoglio
con chiara impostazione centrale) e compiuto nel 1420-34 dal Brunelleschi nella celebre cupola
; la facciata и un falso del 1871-87. All'interno si trovano importanti sculture (Pietа di
Michelangelo; Reliquiario di S. Zanobi del Ghiberti; sculture di Tino da Camaino e Luca della
Robbia) e pitture del Rinascimento (monumenti di Giovanni Acuto e di Niccolт da Tolentino, dipinti
a chiaroscuro rispettivamente da Paolo Uccello e Andrea del Castagno; vetrate negli oculi del
tamburo, su disegni di Ghiberti, Donatello, Paolo Uccello, Andrea del Castagno). Il vicino
campanile (iniziato nel 1334 su disegno di Giotto) ha nel basamento importanti sculture di Andrea
Pisano. La chiesa di S. Croce dei francescani, ricostruita probabilmente da Arnolfo di Cambio,
presenta tre navate divise da pilastri ottagonali, arcate trasversali, copertura a capriate, pianta a
T di tipo conventuale; la facciata и un falso del 1863. Sulle pareti delle navate si allineano
importanti sculture del Rinascimento (Crocifisso ligneo e Annunciazione di Donatello; tomba di
Leonardo Bruni, di B. Rossellino; tomba Marsuppini, di Desiderio da Settignano). Le cappelle
terminali sono affrescate con cicli trecenteschi di eccezionale importanza. Si ricordano quelli di
Giotto, Maso di Banco, B. Daddi, Taddeo Gaddi, Giovanni da Milano. S. Maria Novella dei
domenicani, a croce latina con volte ogivali e pilastri polistili, ebbe nel 1456-70 la facciata
rinascimentale di L. B. Alberti . L'interno conserva affreschi di Masaccio (Trinitа, 1427), del
Ghirlandaio (ciclo dell'abside, 1485-90), di Filippino Lippi (cappella Strozzi, 1502), tavole di Giotto
(Crocifissione) e Orcagna, sculture di Brunelleschi (Crocifisso), Benedetto da Maiano, B.
Rossellino, Giambologna: il Chiostro Verde era decorato con eccezionali affreschi di Paolo
Uccello, ora staccati. La chiesa di S. Trinita (iniziata nel 1258) ha una cappella con affreschi e
pala di Lorenzo Monaco e un'altra con affreschi e pala del Ghirlandaio (1483-86). Orsanmichele,
giа mercato del grano (1337), trasformato in chiesa nel 1380, и ornato all'esterno con le statue
dei santi patroni delle Arti, che documentano lo sviluppo della scultura fiorentina del
Rinascimento, da Nanni di Banco al Ghiberti, da Donatello al Verrocchio; all'interno si trova un
tabernacolo marmoreo tardogotico dell'Orcagna (1349-59). Il Palazzo Vecchio o della Signoria , eretto probabilmente su progetto di Arnolfo di Cambio (1299), venne ampliato nel Cinquecento da
Vasari e Buontalenti ed и uno splendido esempio di architettura civile fiorentina. Gli appartamenti
interni sono di grande interesse per la conoscenza del secondo manierismo (affreschi del Vasari
e Vittoria di Michelangelo nel Salone dei Cinquecento; quartiere di Eleonora d'Aragona con
cappella dipinta dal Bronzino; studiolo di Francesco I). Altri edifici civili medievali sono il palazzo
del Podestа o del Bargello (1255-1320), il Ponte Vecchio (rifatto nel 1345 ma costruito forse giа
all'epoca della colonia romana e piщ volte distrutto, con doppia fila di botteghe riservate, dal 1500
ca., agli orafi) , il palazzo dell'Arte della Lana, la Loggia del Bigallo, alcune residue case-torri
(in via Por S. Maria e altrove). Davanti al Palazzo Vecchio la Giuditta di Donatello и il preludio a
uno straordinario museo all'aperto di statue rinascimentali: Perseo del Cellini, Ratto delle Sabine
del Giambologna, David di Michelangelo (copia), alcune raccolte sotto la Loggia dei Lanzi. Nel
corso del sec. XV furono eretti a F. alcuni edifici che segnano l'inizio del Rinascimento in
architettura e quindi una svolta fondamentale nella storia dell'arte europea. Si ricordano le chiese
e i palazzi del Brunelleschi (Loggia degli Innocenti, 1421-24; chiese di S. Lorenzo, S. Spirito e S.
Maria degli Angeli; Sagrestia vecchia di S. Lorenzo, con sculture di Donatello e del Verrocchio;
Cappella de' Pazzi; palazzo Pitti), Michelozzo (palazzo Medici Riccardi, con affreschi di Benozzo
Gozzoli), L. B. Alberti (volute della facciata di S. Maria Novella, palazzo Rucellai, tribuna
dell'Annunziata), Benedetto da Maiano (palazzo Strozzi), Giuliano da Sangallo (palazzo Gondi),
Cronaca (S. Salvatore al Monte). Tra i cicli pittorici e le sculture rinascimentali si ricordano, oltre
alle opere giа citate, gli affreschi di Masaccio e Masolino nella Cappella Brancacci in S. Maria del
Carmine (1425-27), del Beato Angelico nel convento domenicano di S. Marco, di Andrea del
Castagno nel cenacolo di S. Apollonia (1450-57). Agli inizi del sec. XVI, con il soggiorno di
Raffaello (1504-08) e l'attivitа di Michelangelo e di Leonardo, impegnati nei cartoni delle Battaglie
(1504), F. continuт a essere uno dei massimi centri del Rinascimento italiano. I piщ fecondi e
tipici esponenti del classicismo fiorentino del primo Cinquecento, formatisi su Raffaello e
Leonardo, sono Fra' Bartolomeo e Andrea del Sarto (chiostro dello Scalzo, portico
dell'Annunziata). Ma con la caduta della Repubblica fiorentina si manifestarono precocemente
tendenze anticlassiche e manieristiche i cui massimi rappresentanti furono Rosso Fiorentino e il
Pontormo (Deposizione di S. Felicita, Visitazione di Carmignano, affreschi della certosa del
Galluzzo e della villa medicea del Poggio a Caiano). Negli stessi anni Michelangelo creт a F.
opere schiettamente manieristiche (vestibolo e scalone della Biblioteca Laurenziana, 1524;
Sagrestia nuova a S. Lorenzo con le tombe medicee, 1521-33).
Le successive fasi del manierismo sono rappresentate dalle pitture del Vasari, del Pontormo, del
Bronzino, di Francesco Salviati (che operт anche nel campo dell'arazzeria); dalle sculture di
Cellini, Montorsoli, Baccio Bandinelli, Giambologna; dalle architetture del Vasari (palazzo degli
Uffizi, iniziato nel 1560), dell'Ammannati (ponte S. Trinita, 1567-69; cortile di palazzo Pitti, 1560;
fontana di piazza della Signoria, 1563-67), del Buontalenti, che fu anche scenografo (Casino
mediceo, 1574; Belvedere , 1590-95; Giardini di Boboli, iniziati nel 1550 dal Tribolo e
compiuti dal Buontalenti che vi ideт la grotta e la fontana dell'Oceano con le statue del
Giambologna). La tradizione manieristica continuт nel primo Seicento con le pitture di Alessandro
e Cristofano Allori, di Santi di Tito, dell'Empoli, del Cigoli, del Passignano, del Pomarancio; con le
scenografie di Giulio Parigi e di Jacques Callot; con le sculture del Tacca e le architetture di
Matteo Nigetti (cappella dei Principi in S. Lorenzo, 1604 e seguenti). Solo dopo il 1637, con gli
affreschi di Pietro da Cortona e del Volterrano in palazzo Pitti, e piщ ancora con quelli di Luca
Giordano in palazzo Medici Riccardi (1682-86) e di Sebastiano Ricci in palazzo Fenzi Marucelli
(1706-07), si affermт la grande decorazione barocca. Tra le architetture neoclassiche si ricordano
il Teatro della Pergola (1826) e la villa di Poggio Imperiale. F. annovera anche alcune buone
architetture moderne (stadio comunale di Pier Luigi Nervi, 1930-32; stazione centrale, 1933-36, e
Cassa di Risparmio di Firenze, 1957, di G. Michelucci).MuseiOltre alla Galleria degli Uffizi, alla Galleria Palatina o Pitti, al Museo Nazionale del Bargello, F.
annovera altri prestigiosi musei. Il Museo dell'Opera del Duomo raccoglie numerosi capolavori
della scultura fiorentina dei sec. XIV e XV provenienti dall'interno e dall'esterno del duomo (la
facciata trecentesca, incompiuta, fu demolita nel 1587) e dal vicino campanile (Madonna col
Bambino benedicente di Arnolfo di Cambio; Donna con cornucopia di Tino da Camaino; S. Luca di
Nanni di Banco; S. Giovanni e Abacuc di Donatello; le due celebri cantorie di Donatello e di Luca
della Robbia, 1431-39). Oltre alle sculture vi sono ricami (alcuni su disegno di A. Pollaiolo),
oreficerie, di cui F. vanta una lunga tradizione, frammenti architettonici, modelli e disegni per la
cupola e la facciata del duomo. Il Museo dell'Opera di S. Croce raccoglie opere di straordinaria
importanza, tra le quali il Crocifisso di Cimabue e il S. Ludovico, in bronzo, di Donatello. La
Galleria dell'Accademia contiene dipinti di scuola toscana dal sec. XIII al XVI e un gruppo di
sculture di Michelangelo: quattro abbozzi di Prigioni, incompiuti, per la tomba di Giulio II (1518),
la Pietа di Palestrina (ca. 1520), il S. Matteo, incompiuto, il David (1501-05). Altre opere di
Michelangelo (preziosi disegni e i due rilievi giovanili della Madonna della Scala e della
Battaglia fra Centauri e Lapiti) si trovano in casa Buonarroti. Il Museo di S. Marco raccoglie un
eccezionale complesso di tavole e affreschi del Beato Angelico (dei dipinti su tavola ricordiamo:
il Tabernacolo dei Linaioli, la Deposizione dalla croce, proveniente da S. Trinita e il Giudizio
Universale, proveniente da S. Maria Nuova) e anche affreschi eseguiti da Domenico Ghirlandaio
e da Fra' Bartolomeo per lo stesso convento. Il Museo Horne contiene dipinti toscani su tavola
dei sec. XIV e XV (S. Stefano di Giotto; opere di Pietro Lorenzetti, Sassetta, Filippino Lippi). Il
Museo Archeologico raccoglie grandiose testimonianze delle civiltа etrusca e greca, dalle statue
in bronzo alle pitture, dalla coroplastica ai sarcofagi e alla ceramica attica. Il Museo Bardini
raccoglie sculture dall'antichitа al Rinascimento, con particolare riguardo al Quattrocento toscano,
e inoltre mobili, tappeti e arazzi. Il Museo Stibbert и dedicato alle arti minori (mobili, porcellane,
tessuti, armi e armature antiche italiane, spagnole, islamiche e asiatiche).ArazziF. fu sede di importanti fabbriche di arazzi e di ceramiche. La manifattura di arazzi fu la piщ
importante d'Italia ed ebbe una felice e ricca produzione grazie al mecenatismo dei Medici. Nel
1546 Cosimo I istituм l'arazzeria di corte, affidandone la direzione ai fiamminghi J. Rost e N.
Karcher, chiamati uno da Ferrara e l'altro da Mantova. La prima serie tessuta, le Storie di
Giuseppe, 20 pezzi su disegni del Bronzino, del Pontormo e del Salviati, mostra, oltre a un ricco
cromatismo e a uno spiccato senso decorativo, una ricerca di mezzi espressivi inediti che
diverrа una caratteristica della produzione fiorentina. Presso l'arazzeria medicea lavorarono
come cartonisti anche il Bachiacca (I mesi), il Vasari, lo Stradano (Le cacce di Poggio a Caiano),
A. Allori, ecc. Tra gli arazzieri che succedettero come direttori a Rost e Karcher si ricordano B.
Squilli, G. Scanditi, G. Papini, J. M. van Hassel, P. Lefebvre. Quest'ultimo introdusse la tessitura
ad alto liccio, considerata superiore in Francia, e fu necessario rinnovare i cartoni, che tuttavia si
rifecero ai moduli precedenti; la serie piщ originale и quella delle Ore, conservata ancora in loco,
a Palazzo Vecchio, come d'altronde quasi tutta la produzione fiorentina.
Nel Settecento la maniera dei francesi cedette il passo a un rinnovamento impostato dagli italiani
G. B. Termini, A. Bronconi, G. Pieri; vi contribuм l'abilissimo arazziere Leonardo Bernini
(coadiuvato dal 1717 al 1731 da Vittorio Demignot), autore fra l'altro delle Quattro parti del mondo
su disegni di Giovanni Sagrestani e Gerolamo Papi, e del Ratto di Proserpina su disegno di
Giovanni Grisoni. L'arazzeria fu chiusa nel 1737 quando si estinse la casa dei Medici. CeramicheCome centro ceramico F. si distinse per la produzione delle maioliche. Sotto la spinta dei Della
Robbia, i maiolicari fiorentini si svincolarono dai vecchi repertori ornamentali, introducendo,
intorno alla metа del sec. XV, temi nuovi. Gli esemplari cinquecenteschi riflettono lo stile desunto
dalle opere del Botticelli. Nel forno sorto nei Giardini di Boboli per volere di Francesco de' Medici
fu scoperta nel 1575 una pseudo-porcellana di pasta tenera detta porcellana Medici. Biblioteche e archiviLa Biblioteca Nazionale Centrale и la maggior biblioteca d'Italia quanto a dimensioni, con circa
cinque milioni di volumi e 24.000 manoscritti. Intitolata ad Antonio Magliabechi (1633-1714), che
ne creт il nucleo originario lasciandolo per testamento in uso pubblico, ebbe fin dal Settecento
accessioni di fondi ricchissimi: le biblioteche private Marmi, Gaddi, Biscioni, Strozzi, ecc. fino
alla Landau-Finaly (1948). И Biblioteca Nazionale dal 1861 quando fu unita con la Palatina, di
formazione lorenese, Nazionale Centrale dal 1885; nel 1886 ha iniziato la pubblicazione del
Bollettino delle pubblicazioni italiane, oggi Bibliografia Nazionale Italiana. Nel 1935 si trasferм dai
vecchi locali degli Uffizi nella nuova sede, costruita sulle rive dell'Arno, che fu devastata
dall'alluvione del 1966. I danni ingentissimi, e in parte irreparabili, furono contenuti grazie
all'impegno di bibliotecari e giovani accorsi da tutte le parti del mondo e da una sapiente opera di
restauro condotta negli anni successivi. Tra i suoi direttori sono da ricordare Desiderio Chilovi
(1885-1905) ed Emanuele Casamassima (1965-1970). La Biblioteca Medicea Laurenziana,
fondata da Cosimo il Vecchio come biblioteca privata, fu aperta al pubblico nella sua sede
michelangiolesca nel 1571. La Biblioteca Marucelliana, nata nel 1702 da un lascito del patrizio
fiorentino abate Francesco Marucelli, fu aperta al pubblico nel 1752. La Biblioteca Riccardiana,
creata dalla famiglia Riccardi verso la fine del Cinquecento, divenne pubblica nel 1815. Il
Gabinetto scientifico-letterario G. P. Vieusseux, istituto di cultura generale fondato da G. P.
Vieusseux nel 1819, fu uno dei piщ importanti centri europei della cultura romantica, ed и notevole
oggi per l'Archivio Contemporaneo. § L'Archivio di Stato и uno dei maggiori archivi italiani,
particolarmente importante per i suoi fondi rinascimentali. И stato un centro determinante della
cultura storico-archivistica italiana tra l'Ottocento e il Novecento e al suo ambito и legato anche
l'Archivio storico italiano fondato nel 1842 da G. P. Vieusseux. SpettacoloManifestazioni religiose, grandiose processioni con carri fantasiosamente e riccamente
addobbati e cerimonie profane caratterizzarono lo spettacolo medievale anche in questa cittа. Ma
fu col Rinascimento che F. acquistт una grande importanza: qui prese forma la sacra
rappresentazione con tutto il suo fasto scenografico e qui furono presentate, spesso in sedi
private, le piщ significative commedie erudite. Contemporaneamente i Medici incoraggiarono
spettacoli di impegno chiaman do a collaborare artisti di prestigio, soprattutto nell'ultimo
trentennio del sec. XVI. Nel 1565, per le feste in onore della nuora di Cosimo I, Giorgio Vasari
allestм La Cofanaria di F. D'Ambra in Palazzo Vecchio, riprese le macchine dell'Annunciazione del
Brunelleschi in S. Spirito, organizzт mascherate, cortei, parate militari, ecc. Nel 1586, per le
nozze di Cesare d'Este con Virginia de' Medici, B. Buontalenti inscenт con effetti di grande
suggestione L'amico fido di Giovanni de' Bardi, membro rilevante di quella Camerata Fiorentina
che fu all'origine del melodramma, e tre anni dopo, in occasione di un altro matrimonio, diede
eccitante veste scenica alla Pellegrina di G. Bargagli, recitata dagli Intronati di Siena con
intermezzi della Camerata. Altro genere importante fu l'opera-torneo, dove contavano molto gli
apparati scenografici e coreografici. I luoghi teatrali erano Palazzo Vecchio e gli Uffizi, le
residenze cittadine dei nobili e le ville medicee, le accademie e gli oratori. I primi teatri
permanenti furono quello del Cocomero, fondato nel 1650 dall'Accademia degli Immobili, divenuto
teatro pubblico nel sec. XVIII e ribattezzato nell'Ottocento Teatro Niccolini, e il Teatro della
Pergola, costruito in legno da dissidenti degli Immobili su disegno di F. Tacca (1656) e rifatto in
muratura nel 1755 su progetto di G. Mannaioni e A. Galli Bibbiena. Oggi l'edificio и monumento
nazionale e accoglie normali stagioni di prosa. La lirica ha invece sede al Teatro Comunale,
eretto nel 1862 come Politeama Fiorentino. La cittа, che non ha un teatro stabile, ospita
annualmente due manifestazioni di grande rilievo, il Maggio musicale fiorentino, inaugurato nel
1933, e la Rassegna internazionale dei Teatri Stabili, che ha avuto la sua prima edizione nel
1965. Le prime scuole musicali pubbliche furono aperte agli inizi dell'Ottocento; dal 1912 и attivo
il Conservatorio L. Cherubini, con ricca biblioteca e museo. La provinciaLa provincia di F. (44 comuni; 3514 km2; 954.661 ab., stima del 1995) con l'istituzione della prov.
di Prato ha perso 7 comuni.
Essa и la terza della Toscana per estensione dopo quelle di Grosseto e Siena, ma la piщ
popolosa in assoluto della regione, confina con quelle toscane di Pistoia, Lucca, Pisa, Siena,
Arezzo, Prato e con le province di Bologna, Ravenna e Forlм, nell'Emilia-Romagna.
Morfologicamente comprende: il versante tirrenico del tratto di Appennino Tosco-Emiliano tra il
Passo della Futa e il m. Falterona; parte del versante adriatico, corrispondente agli alti bacini
imbriferi del Santerno, del Senio, del Lamone, del Montone e del Rabbi; il settore nord-occid. del
gruppo montuoso del Pratomagno; i rilievi situati tra il Mugello e la piana di F.; il m. Albano e
quelli che si estendono a S dell'Arno fino ai m. del Chianti e alle Colline Metallifere. Tra questi
rilievi si aprono aree depresse piщ o meno estese, che si presentano a volte in forma di ampie e
fertili pianure interne, quali il Mugello, corrispondente alla sezione longitudinale della valle del f.
Sieve, la piana di F. e parte di quella di Empoli, separate tra loro dal m. Albano e dalle estreme
propaggini dei m. del Chianti. Il fiume principale и l'Arno, al quale tributano quasi tutti i corsi
d'acqua della provincia, che scendono a W dello spartiacque appenninico: i suoi principali
tributari sono la Sieve, il Mugnone e l'Ombrone da destra, la Greve, la Pesa e l'Elsa da sinistra. Il
clima presenta caratteri di semicontinentalitа, con escursioni termiche stagionali piuttosto
marcate e precipitazioni modeste, concentrate in buona parte nei mesi autunnali. L'industria
costituisce la principale risorsa economica della provincia, insieme alle attivitа agricole e
commerciali, ai servizi e al movimento turistico, che ha nel capoluogo il centro di maggior
richiamo. I settori meglio rappresentati sono il metalmeccanico, il meccanico di precisione, il
chimico, l'alimentare, del vetro, delle calzature, delle pelletterie e dell'abbigliamento.
L'agricoltura produce cereali, ortaggi e frutta, ma anche tabacco e barbabietole da zucchero nelle
aree pianeggianti e uva da vino e olive in quelle collinari. Discreto importanza ha anche
l'allevamento del bestiame. I centri principali, dopo il capoluogo, sono Bagno a Ripoli, Campi
Bisenzio, Empoli, Fucecchio, Scandicci e Sesto Fiorentino, nella pianura dell'Arno; Figline
Valdarno e Reggello, nel Valdarno superiore; Pontassieve, allo sbocco della valle della Sieve;
Borgo San Lorenzo, nel Mugello; Fiesole, sulle colline fiorentine; Greve in Chianti, San Casciano
in Val di Pesa, Castelfiorentino e Certaldo, nelle valli che incidono la regione collinare a S
dell'Arno. Assedio di FirenzeIl 14 ottobre 1529 in seguito alla pacificazione tra Carlo V e Clemente VII, fissata a Barcellona, gli
imperiali guidati dal principe d'Orange posero l'assedio a Firenze. Per quasi un anno la cittа
tenne testa alle truppe assedianti ricorrendo a sortite audaci come quella dell'11 dicembre,
resasi vana per il tradimento del Baglioni; del marzo, del maggio e del giugno 1530 che
alleggerirono la pressione degli imperiali tuttavia rafforzati dall'arrivo di nuove truppe. Alcuni
giorni prima della resa (12 agosto), che avrebbe consentito ai Medici di rientrare a F., ci fu
l'azione di F. Ferrucci conclusasi infelicemente a Gavinana, ultimo tentativo della cittа prima
della capitolazione.Concilio di FirenzeV. Ferrara (Concilio di Ferrara-Firenze).Trattati di FirenzeIl 3 luglio 1557, in seguito alla resa di Siena dell'aprile 1555, Cosimo I de' Medici e Filippo II di
Spagna conclusero un trattato in base al quale Cosimo I acquistava il possesso del dominio
senese a eccezione delle cittа di Orbetello, Talamone, Monte Argentario, Porto Ercole e Porto
Santo Stefano che costituirono lo Stato dei Presidi sotto la Spagna. § Un altro trattato di pace fu
stipulato il 28 marzo 1801 tra Ferdinando IV di Napoli e Napoleone primo console. In forza di
esso il re di Napoli si staccava dalla coalizione antifrancese, evacuava Roma e si impegnava a
interdire i porti del regno alle navi inglesi e turche. Cedeva inoltre alla Francia Piombino e l'isola
d'Elba, si assoggettava all'occupazione temporanea di Otranto, Taranto e Brindisi e prometteva
un'amnistia generale a tutti i condannati politici.BibliografiaOpere di carattere generale e geografiche: G. Amerighi, La cittа di Firenze, Firenze,
1961; M. L. Guaita, Firenze, Firenze, 1962; P. Bargellini, Questa и Firenze, Firenze, 1968; Autori
Vari, Le grandi cittа italiane. Saggi geografici e urbanistici, Milano, 1971; S. Bertone, Guida alla
civiltа di Firenze, Milano, 1986. Per la storia: N. Ottokar, Firenze, cenni di storia e di cultura
fiorentine, Firenze, 1940; G. Spini, Cosimo I dei Medici, Firenze, 1945; G. Pieraccini, La stirpe de'
Medici di Cafaggiolo, Firenze, 1948; A. Simioni, Le Signorie, Milano, 1950; J. Burckhardt, La
civiltа del Rinascimento in Italia, Firenze, 1952; R. Davidsohn, Storia di Firenze, Firenze, 1956-
65; G. Spini, Storia dell'etа moderna, Roma, 1960; P. Bargellini, La splendida storia di Firenze, 4
voll., Firenze, 1964-69; A. Lugli, Firenze ritrovata, Firenze, 1971; L. Artusi, Le arti e i mestieri a
Firenze, Roma, 1990. Per l'arte: E. Allodoli, Le chiese di Firenze, Firenze, 1954; M. Jacorossi,
Incontro con Firenze, Firenze, 1968; P. Bargellini, Orsanmichele, Firenze, 1969; E. Detti, Firenze
scomparsa, Firenze, 1970; A. Lugli, Firenze ritrovata, Firenze, 1971; C. Marchi, I segreti delle
cattedrali, Milano, 1972; U. Takashi, A. Glenn, L'arte a Firenze, Udine, 1990.

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