Pompei

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Pompei
Antica città della Campania, situata alla foce del fiume Sarno, pochi chilometri a sud del Vesuvio, tra Ercolano e Stabia. Fu fondata intorno al 600 a.C. dagli osci e successivamente conquistata dai sanniti (V secolo a.C.); coinvolta nelle guerre sannitiche (343-290 a.C.), in seguito nella seconda guerra punica (218-201 a.C.), poi nella guerra sociale (90-89 a.C.), fu attaccata e vinta da Silla. Nell'80 a.C. divenne colonia romana e raggiunse una popolazione di 20.000 abitanti all'inizio dell'era cristiana. La città, al centro di una fertile pianura, era un importante nodo commerciale e costituiva lo sbocco sul mare per Nola e altre città dell'entroterra. Gravemente danneggiata da un terremoto nel 62 d.C., fu sepolta, con Ercolano e Stabia, nel 79 d.C. da un'eruzione del Vesuvio (che deviò il corso del Sarno ed estese la costa, sicché le rovine della città finirono per trovarsi a notevole distanza da entrambi).
La città, cinta da mura entro cui si aprono numerose porte, ha una forma irregolare, che a sud e a ovest coincide con i lati del terrazzo sul quale è costruita. L'impianto urbanistico rispecchia lo sviluppo dell'insediamento: a sud-ovest, attorno al foro e agli edifici religiosi e civili che vi si affacciano (tempio di Giove, basilica, edificio di Eumachia), si estende il quartiere più antico, con un impianto non molto regolare e strade non rettilinee. Esso comprende i templi di Venere e di Apollo e l'area del foro triangolare, accanto a cui si dispongono la palestra sannitica, il tempio di Iside, il teatro, l'odeon. Il resto della città presenta una pianificazione per quartieri unitari, con isolati rettangolari separati da strade rettilinee. La parte sudorientale è meno intensamente popolata, con orti e giardini e gli spazi per vasti complessi come la palestra grande e l'anfiteatro. Altri edifici pubblici sono le terme: quelle Stabiane, più antiche (II secolo a.C.) e quelle del foro (I secolo a.C.).
Alcune abitazioni risultano particolarmente estese e lussuose, come le case del Fauno, del Labirinto, degli Amorini dorati, del Menandro, dei Vettii, di Sallustio, del Chirurgo. Fuori dalle porte principali della città sono disposte le necropoli, come quella di Porta Nocera e quella della Porta Ercolano, lungo la via dei Sepolcri, sulla quale si affacciano anche le ville suburbane più sontuose, come quella di Diomede e quella dei Misteri, così chiamata dall'importante affresco di un ambiente che illustra una scena di iniziazione.
Per oltre 1500 anni Pompei restò sotto cumuli di cenere, fino a quando, a partire dal 1748, il governo borbonico di Napoli intraprese una campagna sistematica di scavo. Fra Otto e Novecento si riportarono alla luce il quartiere del foro e altre ampie porzioni della città. Gli esempi di ricca edilizia privata sono non solo inestimabili per la sontuosità degli arredi e importanti per ricostruire particolari della vita privata dell'epoca, ma soprattutto affascinanti e commoventi scorci di una civiltà che l'eruzione fermò per sempre come in un'istantanea.
Danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e restaurata, Pompei è oggetto di scavi e ricerche tuttora in corso. Più di un quarto dell'antica città rimane ancora oggi sepolto. Tra gli aspetti più importanti delle scoperte vi è l'eccellente stato di conservazione degli oggetti, comprese minute testimonianze della vita quotidiana: dal pane appena sfornato ai graffiti sui muri, ai "manifesti elettorali". La pioggia di cenere e lapilli che accompagnò l'eruzione formò un sigillo ermetico che mantenne pressoché intatti edifici pubblici, templi, teatri, terme, botteghe e abitazioni private. Inoltre, sono stati trovati i resti di alcune delle duemila vittime: uomini e donne in fuga, bambini, un cane molosso alla catena e, anche, gladiatori incatenati per evitare la fuga o il suicidio.
Le ceneri, mischiandosi con la pioggia, si sono sedimentate attorno ai corpi, trasformandosi in stampi che, una volta raffreddatasi la cenere, hanno conservato la forma umana anche dopo che il cadavere, all'interno, si era polverizzato. In alcuni di essi gli archeologi (tra i quali Amedeo Maiuri) hanno versato gesso liquido, ricavandone calchi oggi conservati in parte nel deposito nei pressi di Porta Marina, una delle otto porte della città. Buona parte degli abitanti sfuggì all'eruzione e in seguito scavò passaggi fino alle case e agli edifici pubblici allo scopo di recuperare quanto possibile: ciononostante, moltissimi furono gli oggetti di valore sepolti dall'eruzione e poi scoperti a Pompei. Quasi tutti quelli trasportabili e alcuni tra gli affreschi e i mosaici pavimentali più belli sono stati trasferiti al Museo archeologico di Napoli. Nel loro insieme, i monumenti e i reperti archeologici di Pompei forniscono un quadro realistico e completo della vita in una città latina di provincia nel I secolo d.C. Gli edifici costituiscono una testimonianza insostituibile per lo studio dell'architettura romana.

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