Polifonia occidentale e percussività africana

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Testo

La convergenza fra polifonia occidentale (la melodia, le armonie vocali in piu` parti, gli arrangiamenti) e percussivita` africana, che era stata il leitmotiv della musica popolare americana fin dagli albori, venne legittimata in Europa nella figura dei Beatles. I Beatles ebbero il grande merito di legittimare il rock presso un pubblico molto piu` ampio, virtualmente senza confini. Seppero interpretare lo spirito e le tecniche del rock and roll in un modo largamente emancipato dalle sue istanze sociali e in tal modo (disinnescando il potenziale esplosivo) lo resero accessibile a tutti, e non soltanto ai giovani ribelli. Mediocri musicisti e ancor piu` mediocri intellettuali, i Beatles avevano pero` l'intuito del saltimbanco che sa come divertire i contadini dopo una dura giornata di lavoro, un intuito trasferito nell'era della distribuzione di massa dei beni di consumo.
Ogni loro canzone e ogni loro album faceva seguito a canzoni e album altrui ben piu` salienti, ma, lungi dal semplice copiarli, le canzoni dei Beatles li riconducevano anche a una dimensione piu` borghese, ortodossa, conformista. Cosi` anche per le idee del tempo, dalla "contestazione" dei campus universitari al pacifismo di Dylan, dalla droga all'Oriente. Il loro veicolo era la melodia, una sorta di codice universale che dichiarava innocua la loro musica. Naturalmente altri complessi compirono la stessa operazione, e molti (dai Kinks agli Hollies, dai Beach Boys ai Mamas & Papas) produssero melodie forse piu` memorabili, ma i Beatles arrivarono al momento giusto e loro sarebbe rimasto il marchio di fabbrica sulla canzone melodica della seconda meta` del Novecento.
La ragione per cui furono loro ad essere prescelti dalle folle la troveranno i sociologhi, non i musicologhi. Fatto sta che la loro ascesa venne contrassegnata dalla "Beatlemania", un fenomeno di isteria di massa (lanciato nel 1963) che rappresento` l'apice della parabola dell'"idolo", una figura che si era venuta delineando attraverso i miti di Frank Sinatra ed Elvis Presley. Da quel momento in avanti, qualunque musica componessero i Beatles rimasero al centro dell'attenzione dei media.
Musicalmente, per quello che conta, i Beatles furono il prodotto di un'era che era stata preparata da gruppi vocali come gli Everly Brothers e da cantanti rock melodici come Buddy Holly; un'era che si espresse anche attraverso i girl-group, i complessi della Tamla e i complessi di musica surf. I Beatles hanno in comune con tutti questi (oltre a melodie quasi identiche) un concetto generale della canzone come melodia esuberante, cadenzata, ottimista.
I loro erano dischi di canzoni tradizionali, canzoni di tre minuti con il ritornello e tutto il resto, insomma canzoni come si facevano da secoli. Ma servivano un pubblico immenso, ben piu` numeroso di quello (hippie e contestatori) che voleva cambiare il mondo. I fans dei Beatles ignoravano o aborrivano i tanti musicisti rock che in quegli anni stavano sperimentando con il formato della suite, che stavano componendo lunghi brani free-form, che stavano usando la dissonanza, che stavano cambiando radicalmente il concetto di brano musicale. I fans dei Beatles pensavano (e molti lo pensano ancora oggi) che usare le trombe in una canzone rock fosse un fatto rivoluzionario, che usare qualche rumore di sottofondo (peraltro appena udibile) fosse un fatto ancor piu` rivoluzionario e che soltanto grandi geni musicali potessero svariare in cosi` tanti stili nell'arco di uno stesso album (proprio cio` che tanti musicisti rock stavano facendo in giro per il mondo, e con ben altre escursioni stilistiche).
Mentre i Velvet Underground, Frank Zappa, i Doors, i Pink Floyd, i Soft Machine e tanti altri componevano lunghe e ardite suite degne della musica d'avanguardia, ed elevavano la musica rock ad arte maggiore, i Beatles continuarono fino alla fine a sfornare canzoni di tre minuti impostate sul ritornello. Cio` non toglie che la Beatlemania trasformasse tutto in mito. I fans dei Beatles si esaltavano per venti secondi di tromba, anche se i Velvet Underground componevano suite di rumore di venti minuti. C'erano in realta` ordini e ordini di grandezza di differenza fra una tromba e il rumore, e fra venti secondi e venti minuti. Erano (musicalmente, sociologicamente, politicamente, artisticamente, ideologicamente) due pianeti diversi.
La Beatlemania provoco` una comica distorsione temporale. Molti fans dei Beatles rimasero convinti che il rock and roll fosse nato intorno ai primi anni '60, che il rock psichedelico e gli hippies fossero stati un fenomeno del 1967, che i disordini studenteschi fossero iniziati nel 1969, che le proteste pacifiste fossero esplore alla fine degli anni '60, e cosi` via. Molti fans dei Beatles rimasero convinti che i Beatles fossero stati i primi in tutto, mentre furono gli ultimi quasi in tutto. Il caso dei Beatles e` un esempio canonico di come il mito possa deformare la storia.
I Beatles ebbero la funzione storica di ritardare l'impatto delle innovazioni degli anni '60. Mentre fra il 1966 e il 1969 andava di modo la suite, la jam, il brano lungo dallo svolgimento piu` o meno libero (a cui i Beatles arrivarono soltanto alla fine della loro carriera), mentre il mondo era pieno di chitarristi, pianisti, bassisti, cantanti e batteristi che suonavano assoli e sperimentavano sul contrappunto, i Beatles si limitavano a battere il tempo e ad accompagnare la melodia. Ma la loro funzione storica fu anche quella di far accettare alcune di quelle innovazioni (la musica rock stessa) al pubblico piu` conservatore.
I Beatles, insomma, passarono alla storia piu` per il fenomeno di costume che per i meriti musicali. Come musicisti erano anzi l'epitome della mediocrita`: mai un volo di genio, mai un'idea rivoluzionaria, mai discostarsi dallo standard; accettare le novita` soltanto quando sono state accettate dall'establishment. Ma forse proprio quella cronica mediocrita` fece la loro fortuna: laddove gli altri complessi cercavano di superare il proprio pubblico, di stare sempre due passi avanti alla miopia dei loro fans, di aprire strade sempre piu` tortuose e territori sempre piu` avventurosi, i Beatles furono sempre attenti a condurre i propri fans per mano lungo un rettilineo senza curve e, soprattutto, senza salite.
I fans dei Beatles possono cambiare a piacimento il significato del termine "artistico", ma la verita` e` che il valore artistico dell'intera opera dei Beatles e` bassissimo. I Beatles fecero soltanto canzoni, anzi canzonette. Canzoni senza pretese. Melodie tanto orecchiabili quanto quelle di tanti altri cantanti di musica leggera. Il valore artistico di quelle canzoni e` il valore artistico di una canzone: per quanto ben fatta (ed e` persino discutibile quante delle loro canzoni fossero davvero superiori alla media e quante fossero semplicemente le canzoni del gruppo piu` pubblicizzato del mondo), rimane una canzone. Esattamente come un dentifricio rimane un dentifricio, e non diventa un quadro d'arte soltanto perche' e` molto pubblicizzato.
I Beatles vengono giustamente giudicati per le belle melodie che scrissero. Ma quelle melodie erano "belle" soltanto paragonate alle melodie di quelli che non cercavano di scrivere melodie, ai musicisti che stavano rivoluzionando il concetto di musica popolare con suite, jam, rumori, etc. Molti contemporanei di Beethoven scrissero minuetti che Beethoven non scrisse mai: ma forse perche' Beethoven stava cercando di scrivere altro, anzi stava proprio cercando di creare una musica che non fosse fatta di banali minuetti.
Le melodie dei Beatles erano invece forse inferiori alle melodie di chi cercava di scrivere melodie, ai tanti compositori di musica leggera che rappresentano tuttora la vera concorrenza per la musica dei Beatles (ma che erano infinitamente meno famosi e pertanto meno ascoltati).
Le canzoni dei Beatles avevano dei testi discretamente sciocchi per quell'epoca, un'epoca in cui innumerevoli cantautori e complessi tentavano di dire qualcosa di intelligente. I testi dei Beatles erano ancora legati alla tradizione della canzone leggera, mentre nella musica rock dilagavano narrazioni fortemente psicologiche, satire anti-establishment, arringhe politiche, droga, sesso e morte (giusto o sbagliato che fosse).
Il fatto piu` artistico e innovativo alla fin fine erano gli arrangiamenti di George Martin.
In quanto icone popolari, personaggi celeberrimi, etc, i Beatles furono certamente influenti sul loro tempo (benche' molto meno di quanto i loro fans suppongano). Anche Richard Nixon, il presidente Americano della guerra del Vietnam e del Watergate, fu influente sul suo tempo e sulle generazioni successive: cio` non ne fa un grande musicista.
Oggi le loro canzoni sono suonate per lo piu` nei supermercati. Ma il loro mito, come quello di Rodolfo Valentino e Frank Sinatra, vivra` finche' vivranno i fans che ci hanno creduto.
I Crickets ("grilli") avevano di fatto inventato il concetto moderno di complesso rock. Indirettamente avevano anche lanciato la moda di battezzare un complesso rock con una parola plurale (come i complessi doo-wop prima di loro) ma una parola comica invece che seria. In breve spuntarono complessi come i Crickets dappertutto e quasi tutti con nomi di una parola plurale. A dilagare furono gli insetti. I piu` famosi furono i Beatles.
Costruiti piu` che altro per portare in Europa lo spirito spensierato, le melodie semplici e le armonie vocali dei Beach Boys (la novita` americana di turno), i Beatles finirono per diventare loro malgrado il massimo successo discografico del loro tempo. Detto che ne' i Beatles ne' i Beach Boys appartengono alla storia maggiore della musica, entrambi furono pero` influenti nel conferire credibilita` commerciale alla musica rock sperimentale.
Nel 1962 era esploso il fenomeno di Beach Boys e Four Seasons, due complessi che in realta` eseguivano musica melodica vocale ma che imitavano i Crickets nell'assetto. Quell'anno i Beatles cominciarono la transizione da gruppo di rhythm and blues (come tanti altri in Europa) a gruppo melodico vocale. Uno dei primi brani dei Beach Boys era stato una revisione di un brano di Chuck Berry. Uno dei primi brani dei Beatles sara` la revisione di un brano di Chuck Berry.
La "swinging London" degli anni '60 era un misto di rinnovamento, mediocrita` borghese, disimpegno, attrazione turistica, rinascita della cultura, frenesia di vivere, di istanze di ribellione sommerse dalle insegne luminose, di ragazzi capelloni e di ragazze in minigonne, di benessere e ipocrisia del benessere, di qualunquismo e dolce vita, e molte altre cose; i Beatles furono il prodotto piu` venduto di quella Londra ambigua e contraddittoria.
Originari di Liverpool, i Bealtes avevano fatto gavetta ad Amburgo prima di consolidarsi come quartetto nella formazione classica, e prima di essere scoperti da Brian Epstein. Einstein fu l'uomo che ne creo` l'immagine. George Martin fu l'uomo che ne creo` il sound. Martin era un produttore il cui gruppo Gerry & The Pacemakers aveva appena stabilito il record di canzoni al primo posto delle classifiche di vendita.
Il 1962 fu l'anno di Dylan, delle dimostrazioni pacifiste, delle canzoni di protesta. Proprio nel 1962, quasi agli antipodi di cio` che stava accadendo in USA, i Beatles esordirono con un 45 giri, Love Me Do, che era un gioviale rhythm and blues condotto dall'armonica. Il brano entro` in classifica alla fine dell'anno. Nel febbraio del 1963 il complesso raggiunse la prima posizione delle vendite con Please Please Me. Epstein aveva inventato la "Beatlemania" e trovato il contratto milionario con la EMI. Un'accorta campagna pubblicitaria scateno` nel giro di pochi mesi l'isterismo di massa: dischi che si esaurivano prima ancora di essere stampati, mass-media che seguivano passo-passo le avventure dei quattro eroi, moda che ne imitiva le pettinature a caschetto.
Di pari passo con il crescere del fanatismo procedeva anche il raffinamento del loro stile, che assimilava continuamente nuovi elementi e diventava sempre piu` melodico, rinnegando progressivamente le radici rhythm and blues da cui era partito. Attraverso From Me To You, la scalmanata She Loves You (con i primi selvaggi "yeah-yeah") e I Want To Hold Your Hand (con clapping e un ritmo piu` pesante), tutti al primo posto delle classifiche del 1963, si afferma una tecnica che fonde e sublima secoli di stili vocali (a cappella, innodia sacra, song elisabettiano, music-hall, ballata folk, gospel e doo-woop) in una forma armoniosa e cristallina di ritornello ottimista. Gli autori di quasi tutto il repertorio sono Lennon e Paul McCartney.
Negli States, ripuliti dalla feccia del rock and roll perverso e amorale, il loro beat attecchisce subito, e dopo la prima tournee` i loro 45 giri capeggiano saldamente anche le classifiche americane (nell'aprile del 1964 occupavano i primi cinque posti). D'altronde il loro sound e` saturo di musiche americane: lo stile vocale e` mutuato dagli hard-rocker come Little Richard e dai call-and-response soffici dei Drifters (l'echeggiarsi l'un l'altro, il protendere una parola per diverse battute, l'urlare "yeah" in modo scomposto ed emettere gridolini in falsetto), e lo stile strumentale si rifa` ai combo di twist.
Nel 1964 a Berkeley, in California, scoppiano i primi disordini studenteschi. I ragazzi protestano contro la guerra del Vietnam, ma in generale protestano contro l'establishment. La ribellione che covava dagli anni '50 trova un veicolo intellettuale. I Beatles non ne sanno nulla e quell'anno registrano Can't Buy Me Love, A Hard Day's Night e I Feel Fine, canzoni sempre piu` esuberanti con ritornelli sempre piu` memorabili, tutte ai primi posti su entrambi i lati dell'Atlantico; girano il primo dei documentari surreali dedicati alla loro vita quotidiana; vengono pubblicate due biografie. Con queste canzoni e con i loro atteggiamenti pubblici i Beatles impongono uno stile di essere giovani piu` fantasioso e provocatorio.
Il meglio del loro cliche' e` riassunto da un celebre aneddoto: intervistato durante la tournee americana, alla domanda "come avete trovato l'America?" Lennon rispose "abbiamo preso a sinistra in Groenlandia!" In quest'humour anarchico e surreale e` racchiuso il merito piu` grande del quartetto.
Il pubblico che ama i Beatles va dai bambini alle vecchiette. L'illusione che quei quattro volti sorridenti, dietro cui si celano quattro mediocri musicisti e quattro miliardari snob, fossero il simbolo di una ribellione, si spegne subito. I Beatles ottimisti ed effervescenti rappresentano soltanto il bisogno di svago dell'inglese medio. Trasferiscono semplicemente in musica l'entusiasmo delle masse e, di ritorno, vengono acclamati con entusiasmo dalle stesse masse; il ciclo rasenta il moto perpetuo.
Dal 1965 il long-playing, che nei due anni precedenti era servito soltanto come raccolta di successi e rifacimenti, oppure come colonna sonora dei film, diventa la nuova unita` di misura del loro lavoro. Rubber Soul e` la prima raccolta organica di canzoni originali: le tenere Girl e, soprattutto, Michelle (uno dei loro classici "lenti" d'atmosfera, per sola chitarra ritmica, coro e basso melodico), le aggressive Drive My Car e Run For Your Life, gli indianismi di Norwegian Wood (con il primo sitar) e la proto-psichedelica Rain, spazzolano un repertorio armonico molto ampio per i tempi.
Il 1965 e` l'anno dell'estate degli hippie a San Francisco, della musica psichedelica, dei guru indiani. I Beatles non ne sanno nulla e registrano Eight Days A Week, Ticket To Ride, e We Can Work It Out, la piu` melodica del lotto, d'atmosfera francese (organetto da strada, fisarmonica). I Beatles sfoderano soprattutto un talento formidabile per la canzone d'amore, soprattutto per la ballata malinconica I Don't Want To Spoil The Party e You've Got To Hide Your Love Away, e Yesterday, il "lento" per eccellenza (con sezione d'archi). Il meglio si trova pero` nei brani piu` aggressivi, come Help, un gospel adattato al loro stile surreale e pieno di vita, e Day Tripper, con il riff piu` duro, forse la loro (timida) risposta a Satisfaction dei Rolling Stones e a You Really Got Me dei Kinks, i due brani "duri" che avevano scosso le classifiche di quell'anno (uscite rispettivamente a gennaio e l'anno prima).
Il nuovo genere di canzone sofisticata trova la sua sublimazione nell'LP del 1966, Revolver, estremamente curato e ancor piu` vario del precedente: un altro brano psichedelico, Tomorrow Never Knows, un altro brano orientaleggiante, Love You Too, uno classicheggiante, Eleonor Rigby, un vaudeville, Goodday Sunshine. Ma i due filoni principali rimangono le tenere effusioni di I'm Only Sleeping, Here There And Everywhere e For No One, e i rhythm and blues di Got To Get You Into My Life e Dr. Robert. Come raccolta di canzoni melodiche, Revolver rimarra` un classico.
La perfezione formale del loro melodismo si rivela anche nei 45 giri di quell'anno: quello cripto-elettronico di Penny Lane / Strawberry Fields Forever (il primo a non raggiungere la cima delle classifiche e uno dei loro massimi capolavori), quello psichedelico di Paperback Writer, e quello goliardico di Yellow Submarine, mosaico di gag sonore e di cori da pub. Penny Lane rappresenta l'apice manieristico dell'arrangiamento: ritmo vaudeville, melodia ipnotica, trombe rinascimentali, flauti folk, triangoli.
Il 1967 fu l'anno delle radio FM che cominciavano a trasmettere lunghi brani strumentali. In Gran Bretagna fu anche l'anno del rock psichedelico: in Aprile si tenne il Technicolor Dream, che segno` l'apice del fervore psichedelico a Londra, facendo seguito a vari eventi dell'UFO Club, e i Pink Floyd destarono scalpore con i loro singoli psichedelici.
Puntualmente i Beatles registrano Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band (1967), l'album concept che esce in tarda stagione psichedelica e pieno rinascimento californiano. Non tanto la scandalosa Lucy In The Sky With Diamonds (le cui iniziali dicono "LSD"), con sitar, organi scordati e acuti indianeggianti, ne` le canzoncine delle origini come Lovely Rita, ne` il nuovo melodismo straniato di With A Little Help, ne` le trovate stupidine disseminate qua e la` per darsi l'aria di avanguardisti (When I'm Sixty Four, un ragtime d'epoca alla Bonzos, Fixing A Hole e soprattutto Being For The Benefit Of Mr Kite), in realta` tutte mediate dal music-hall, dal circo e dalle bande di paese, quanto piuttosto il momento magico mai piu` ripetuto di A Day In The Life, gioiello della carriera onesta e mediocre di John Lennon, commosso tributo lisergico e dura denuncia dello squallore borghese. Sempre all'insegna di un melodismo di prima qualita`, ora potenziato da arrangiamenti d'alta fedelta`, e svariando con la solita disinvoltura dalla ballata folk al vaudeville di periferia, dal soul alle marce da fiera, dall'Oriente allo swing, dalla musica da camera alla psichedelia, dal tip-tap alle orchestrine del parco. Il tutto fuso in un flusso continuo che ricorda il susseguersi di sketch di uno spettacolo di varieta`.
Sgt Pepper fu anche la loro risposta all'album Pet Sounds dei Beach Boys, uscito un anno e tre mesi prima. I Beatles erano sempre stati ossessionati dai Beach Boys, dei quali avevano copiato le armonie vocali a piu` parti, lo stile melodico e l'atteggiamento di pazzerelli (tutta la carriera dei Beatles dal 1963 al 1968 ricalca praticamente quella dei Beach Boys, con un anno o due di ritardo). Pet Sounds aveva fatto scalpore, in quanto trasportava in una sofisticata arte di studio il melodismo naif della musica surf. I Beatles fecero Sgt Pepper sulla falsariga di Pet Sounds. Le differenze sono principalmente due: Pet Sounds venne arrangiato, orchestrato e prodotto da Brian Wilson in persona, non da un produttore esterno come George Martin; e i Beatles erano, come al solito, in ritardo sui tempi (non solo Pet Sounds era gia` uscito da un anno quando i Beatles cominciarono a registrare Sgt Pepper, ma erano gia` centinaia i dischi influenzati da Pet Sounds).
Sgt Pepper fu il primo album dei Beatles di cui usci` una sola versione in tutto il mondo e quella versione era stata pensata per essere un album (infatti nessuna delle sue canzoni usci` su singolo).
Per quanto dichiaratamente "sperimentale", anche Sgt Pepper rimaneva ancora un disco di musica leggera. I Beatles del 1967 facevano ancora canzoncine di tre minuti, mentre i Red Crayola e i Pink Floyd (per citare due gruppi psichedelici di quell'epoca) suonavano lunghe suite in formato libero, talvolta persino cacofoniche, spesso puramente strumentali, al limite della musica d'avanguardia. I Beatles non fecero mai una canzone che non fosse imperniata su un ritornello. Il gruppo nel 1967 cominciava a sentirsi superato dai tempi e tento` di aggiornarsi alla moda. Ma non riuscirono mai ad andare oltre la forma della canzonetta (probabilmente per il semplice fatto che non ne erano capaci, cosi` come Marilyn Monroe non sarebbe stata capace di recitare Shakespeare).
Sgt Pepper e` il disco di un complesso di musica commerciale che aveva fiutato il cambiamento nell'aria e aveva adeguato il proprio stile agli hippie. E, arrivando buon ultimo, fini` per sancire la fine di un'epoca. Usci` nel giugno 1967 dopo che Velvet Underground & Nico (gennaio), The Doors (gennaio) e Surrealistic Pillow dei Jefferson Airplane (febbraio) avevano cambiato per sempre la storia della musica rock. Il successo strepitoso di Sgt Pepper trasferi` quelle innovazioni dall'underground americano alle cucine di mezzo mondo.
Con Sgt Pepper culmino` il programma socialogico iniziato con il rock and roll melodico del 1963. La musica dei Beatles rendeva gli eventi (musicali e non) del tempo filtrati attraverso gli occhi della borghesia che non ne era protagonista ma solo spettatrice (perplessa e un po' spaventata). Quel programma aveva avuto il pregio di sdrammatizzare e di conferire un tono leggero e naif ad eventi che stavano causando disordini politici e una rivoluzione morale. Ebbero il merito di rassicurare la borghesia.
Tutti gli arrangiamenti di questo periodo (i clavicembali e i flauti, i nastri pre-registrati e gli effetti elettronici) furono dovuti all'accorto lavoro di produzione di Martin, ex membro dilettante di una banda marciante domenicale di St. James Park.
Al tempo stesso, il manager che li aveva resi celebri, Epstein, mori` proprio nei mesi di Sgt Pepper, imbottito di alcohol e di droga. Venne cosi` a mancare una figura che era stata fondamentale per il loro sviluppo.
Sono di quel periodo, a cavallo fra due epoche, un paio di progetti realizzati con spirito insolito: il programma televisivo Magical Mystery Tour e il cartone animato Yellow Submarine. In essi si possono trovare alcune delle idee piu` geniali del quartetto: rispettivamente il grottesco incubo schizoide di I Am The Walrus e il trip caleidoscopico di It's All Too Much, semplici esercizi di surrealismo e psichedelia applicati al beat. Nel primo si trovano anche la ballata pastorale The Fool On The Hill, la psichedelica Blue Jay Way e il mantra di Baby You`re A Rich Man.
Nel frattempo gli hit continuano a fioccare e risentono del clima sperimentale: Magical Mystery Tour, sigla dello show, con trombe, cambi di ritmo, pianismo jazz e andamento da imbonitore di fiore, Your Mother Should Know, altro classico vaudeville, All You Need Is Love, quasi il loro inno, Hello Goodbye, altro ritornello memorabile deformato da giochi psichedelici, Lady Madonna in forma di boogie alla Fats Domino. Hey Jude, una "lunga" (per i Beatles) jam di blues-rock psichedelico (ma in realta` un altro "lento" storico), usci` quando la popolarita` dei Cream e delle loro lunghe jam dal vivo era al culmine.
Fissato lo standard melodico del decennio, il quartetto lo implementava su tutti i sistemi armonici che mano a mano venivano proposti dalla moda. E percio`, un po' alla volta, il sound complessivo veniva acquisendo virilita`: ritmi duri, chitarre distorte, parti strumentali. Applicando la legge industriale della continua riconversione, i Beatles seppero rimanere sempre sulla cresta dell'onda. Tanta varieta` di arrangiamenti sfocio` in un vero e proprio manierismo, un'attenzione estrema per il dettaglio e per l'ornamento. Gli album del terzo periodo oscillano infatti fra il collage di miniature e la fantasia melodica, ferma restando in ogni caso una sapiente coesione armonica fra ogni brano e il successivo, fino a ricalcare, consciamente o meno, la struttura dell'operetta.
Dal 1968 al 1970, nonostante le pagine dei giornali si riempiano ancora delle loro stucchevoli avventure mondane (conversioni religiose e politiche, riconoscimenti professionali e civili, imprese letterarie e cinematografiche, megalomanie e affarismi vari), si compie la lenta decadenza commerciale che li portera` alla tomba.
La galleria di restauri del doppio The Beatles (1968) trova un nuovo sfogo nel blues-rock (Rocky Raccoon, Why Don't We Do It) e in particolare in vertiginosi iper-boogie (Birthday e Helter Skelter), con un insolito corredo di esperimenti: brani classici (Piggies), folk acustico (Blackbird), cori da party (Bungalow Bill), tenere serenate (Cry Baby Cry), e la solita sfilata di vaudeville (Don't Pass Me By, Martha My Dear, Obladi Oblada), con l'apice in While My Guitar Gently Weeps, fiore estremo del loro melodismo, per finire con una jam d'avanguardia (Revolution N. 9).
Il cosiddetto White Album risente del cambiamento d'umore nella musica rock (da Dylan ai Grateful Dead il rock americano stava virando verso il country-rock), e soprattutto risente della scomparsa di Epstein.
E l'operetta vaudeville Abbey Road (1969) fondera` tutti i generi del loro repertorio in un flusso continuo di melodie e arrangiamenti, formalmente perfetti, un summa enciclopedico della loro carriera, una serie di vignette quasi auto-parodistiche che rubano il verso a saltimbanchi (Maxwell's Silver Hammer), crooner (Oh Darling), hillbilly (Octopus's Garden), e culminano nella travolgente suite poutpourrit della seconda facciata, che dall'esuberanza naive di You Never Give Me Your Money e Mean Mr Mustard, attraverso l'incalzare di Polytheme Pam e She Came In Thru The Bathroom Window, va a spegnersi malinconicamente in Carry That Weight, l'ennesimo coro goliardico.
Nonostante gli sforzi di coesione le loro personalita` divergevano ormai troppo nettamente: il mesto hippie George Harrison attratto dallo spiritualismo orientale (sue le canzoni piu` suggestive del periodo: Something, 1969, Here Comes The Sun, 1969, Across The Universe, 1970); il sorridente borghese McCartney sempre piu` immerso nella musica leggera (sue tutte le filastrocche); il pensieroso intellettuale Lennon proteso verso la confessione intimista, l'impegno politico e un suono piu` duro e psichedelico (Revolution, 1968, Get Back, 1969, Come Together, 1969, Let It Be, 1970).
La musica dei Beatles si era adeguata di anno in anno alle mode di turno: il Merseybeat, il garage-rock, la psichedelia, il country-rock. Pochi complessi cambiarono stile cosi` drasticamente di anno in anno.
I Beatles cominciarono forse a sentirsi obsoleti con i concerti dei Cream. Quei concerti furono il primo fenomeno musicale a far epoca come la Beatlemania. I Cream fecero sembrare tutto il Merseybeat terribilmente vecchio, cosi` come i Beatles avevano fatto sembrare Elvis Presley vecchio. Nel 1969 i Led Zeppelin cambiarono completamente l'aspetto delle radio e delle classifiche. Per i Beatles era stato relativamente facile inseguire tutte le mode precedenti (compresa la psichedelia), facendo sempre leva sul melodismo, ma l'hard-rock era addirittura l'antitesi di tutta la Beatlemania: l'idolo non era piu` il cantante, ma lo strumento; l'eccitazione derivava dal riff non dal ritornello; il pubblico si sfogava in concerti oceanici per cappelloni drogati, non in teatri gremiti da ragazzine isteriche. L'hard-rock era la negazione del loro melodismo. Non e` una coincidenza che l'avvento dell'hard-rock decreto` la fine dei Beatles.
Nel 1970 i Beatles si sciolsero e ognuno intraprese una carriera solista. Lennon (assassinato nel 1981 da un fanatico), pur essendo di gran lunga il migliore, al di la` delle vicende politiche e sentimentali, non sarebbe mai stato conosciuto per i suoi dischi se non fosse stato un reduce dei Beatles.
Dopo lo scioglimento divenne ancor piu` evidente il ruolo giocato da Martin nel ruolo di produttore. Non sapremo mai cosa sarebbero stati i Beatles se non avessero incontrato Martin, ma sappiamo cos'era stato Martin prima di incontrare i Beatles: esattamente lo stesso, un produttore di successo che aveva portato ai vertici delle classiche una serie di canzonette. E sappiamo cosa furono i Beatles senza Martin, dopo lo scioglimento: quattro cantautori mediocri. Quanto fossero bravi i Beatles a sperimentare da soli (senza Martin) lo dimostrarono con i loro dischi solisti.
I loro ritornelli immortali (Love Me Do, Hard Day's Night, I Feel Fine, We Can Work It Out, Penny Lane, Hello Goodbye, A Little Help, Lucy In The Sky) portarono il rock sul piano dello humour giocondo e infantile, allontanandolo dalle sue origini violente e ribelli. In tal senso i Bealtes segnarono una regressione al cantante melodico degli anni '50.
L'influenza che i Beatles esercitarono non e` certamente di carattere musicale. La musica rock che scaturi` da quegli anni fu tutt'altro: lunghi brani sperimentali, ballate di protesta, suite strumentali, jam improvvisate di blues. I Beatles facevano canzonette. I musicisti rock di quell'epoca facevano tutto meno che canzonette, perche' il rock era nato appunto come alternativa alla canzonetta. Le radio FM nacquero per suonare musica rock e non canzonette. Le riviste di musica rock nacquero per recensire la musica rock e non canzonette. Ad ascoltare i Beatles erano anzi proprio i giovani a cui dava fastidio il rock.
I Beatles sono passati alla storia per le melodie e per gli arrangiamenti, ma in realta` la Beatlemania fu dovuta, e giustificata, dal rock and roll esuberante che suonavano nel 1963 (con strumenti elettrici e batteria) e che rivitalizzo` il genere, in quegli anni affondato nelle melense canzoni orchestrali dei "teenage idols". Revolver ha indubbiamente il merito di aver creato una sofisticata arte di rock melodico. Il loro album piu` celebre, Sgt Pepper, e` in realta` un'opera ipocritamente commerciale, un'opera di canzonette tradizionali camuffate per sembrare musica psichedelica d'avanguardia, ma costituisce comunque il preludio alla suite barocca di Abbey Road, loro apice formale. Parabole simili le possono vantare quasi tutti i complessi dell'epoca, ma pochi conoscono i dischi degli altri complessi dell'epoca. Anche nei momenti migliori, pero`, i Beatles non espressero mai lo spirito della loro epoca: erano in ritardo sui tempi, o addirittura controcorrente. Espressero per lo piu` i valori dell'epoca precedente, quella puritana degli anni '40, i valori di ordine e rispetto (morali, musicali, sociali) che il rock and roll aveva attaccato negli anni '50. Non sorprende pertanto che le loro canzoni assomiglino (testi, musiche e arrangiamenti) a quelle di Tin Pan Alley.
La loro influenza sul costume dell'epoca e` indubbia, ma sul costume in senso stretto. La loro influenza, nel bene e nel male, sui grandi fenomeni degli anni '60 fu nulla: a differenza di Bob Dylan, non causarono disordini studenteschi; a differenza di Jefferson Airplane e Grateful Dead, non causarono il fenomeno degli hippie; a differenza di Jim Morrison e Jimi Hendrix, non causarono il mito della droga; a differenza di Mick Jagger e Frank Zappa, non ebbero alcun impatto sulla rivoluzione sessuale. Anzi, i Beatles, come icone di costume, espressero proprio l'opposto: il desiderio di arginare tutti questi fenomeni. Nelle canzoni dei Beatles non c'e` la guerra del Vietnam, non c'e` la politica, non ci sono i milioni di ragazzi in strada, non ci sono promiscuita` sessuali, non ci sono drogati e non ci sono teppisti. Il mondo dei Beatles e` un mondo in cui si conservava l'ordine sociale degli anni '40-50. Al massimo furono influenti sui sogni proibiti di qualche ragazzina "ye-ye" e sulla capigliatura a caschetto di qualche ragazzino di buona famiglia.
I Beatles ebbero la funzione storica di paladini della reazione. I loro sorrisi e i loro ritornelli tennero nascosti i fatti rivoluzionari di quell'epoca per la borghesia che non voleva sapere nulla dell'insofferenza dei giovani e dell'underground emergente.
Non avevano nulla da dire, e infatti non lo dissero.

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