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Categoria: | Ricerche |
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Data: | 08.02.2001 |
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Testo
LA SITUAZIONE NEGLI USA
Pur essendo uno degli stati più evoluti del mondo e avendo un teoricamente efficiente sistema legislativo, negli USA ci sono molte discriminazioni verso alcuni gruppi di persone.
MALATI DI MENTE
Molte persone affette da ritardi o malattie mentali sono attualmente ospitate nei bracci della morte. Amnesty International ha documentato i casi di oltre 50 detenuti affetti da gravi problemi mentali giustiziati a partire dal 1982, in contrasto con la risoluzione 1989/64 del Consiglio Economico e Sociale dell'ONU nella quale si raccomanda l'eliminazione della pena capitale per coloro che sono affetti malattie mentali o che hanno capacità mentali estremamente limitate.
In diversi stati la soglia di capacità mentale fissata al di sotto della quale non si può giustiziare una persona è estremamente bassa, e solo nove stati proibiscono l'inflizione di una condanna a morte quando l'imputato è mentalmente ritardato. La soglia di ritardo mentale è un QI di 70.
Johnny Frank Garrett: nel febbraio 1992 fu giustiziato per lo stupro e l'omicidio di un'anziana suora nel 1981, quando aveva solo 17 anni. Psicotico cronico, aveva subito danni al cervello e da bambino aveva subito violenze fisiche e sessuali (la giuria non fu messa al corrente di quest'ultima circostanza). Molti ordini di suore e il Papa chiesero la grazia, che non fu concessa.
Nollie Martin: giustiziato in Florida nel maggio 1992, aveva QI 59. Soffriva inoltre delle conseguenze di gravi ferite alla testa riportate quand'era bambino, e anch'egli aveva subito violenze fisiche e sessuali. Fu condannato a morte nel 1978 per l'omicidio di una donna bianca; Martin trascorse oltre 13 anni nel braccio della morte rotolandosi sul pavimento della cella. Aveva continuo bisogno di cure mediche a causa delle allucinazioni di cui soffriva; sbatteva la testa e i pugni contro la parete della cella e tentava di mutilarsi, a quanto pare a causa del rimorso per il crimine commesso.
NERI
Più del 40% dei condannati a morte negli USA sono neri, sebbene essi costituiscano soltanto il 12% della popolazione totale. Circa l'80% dei condannati a morte sono riconosciuti colpevoli di omicidi di bianchi, nonostante neri e bianchi siano vittime di omicidi in misura simile. Solo nel 1986 la Corte Suprema stabilì che i procuratori non potevano escludere potenziali giurati solamente in base alla razza (caso Batson vs. Kentucky).
Combinazione razziale
assassino-vittima
(dati del 1977)
(a)
stima n°
assassini
(b)
assassini
condannati
a morte
(c)=(b)/(a)
probabilità
di condanna
a morte
Florida
Nero uccide bianco
240
53
22,1%
Bianco uccide bianco
1768
82
4,6%
Nero uccide nero
1922
12
0,6%
Bianco uccide nero
80
0,0%
Georgia
Nero uccide bianco
258
42
16,3%
Bianco uccide bianco
1006
43
4,3%
Nero uccide nero
2458
12
0,5%
Bianco uccide nero
71
2
2,8%
Texas
Nero uccide bianco
344
30
8,7%
Bianco uccide bianco
3616
56
1,5%
Nero uccide nero
2597
2
0,1%
Bianco uccide nero
143
1
0,7%
Ohio
Nero uccide bianco
173
44
25,4%
Bianco uccide bianco
803
37
4,6%
Nero uccide nero
1170
20
1,7%
Bianco uccide nero
47
0,0%
Inoltre, negli USA e in pochi altri stati (negli ultimi anni Nigeria, Pakistan, Iran, Iraq, Rwanda, Bangladesh, Barbados, Arabia Saudita) può essere condannato a morte e giustiziato anche chi era minorenne al momento del reato. In alcuni processi, la giovane età non è neppure introdotta nel dibattimento in quanto circostanza attenuante. Otto condannati minorenni su nove sono neri o ispanici; la maggioranza proviene da ambienti estremamente degradati e aveva subito violenze sessuali e fisiche da bambini, aveva un basso QI, soffriva di malattie mentali o aveva subito danni al cervello.
In Indiana e Vermont il limite d'età per il quale è prevista la pena di morte è 10 anni.
Charles Rumbaugh: il primo criminale minorenne giustiziato negli USA dal 1964 (11 settembre 1985). Fu condannato a morte nel 1980 per un omicidio commesso nel corso di una rapina effettuata all'età di 17 anni.
LA SITUAZIONE OGGI NEL MONDO
La pena di morte è l'attuazione del principio etico-giuridico in base al quale lo Stato può decidere legittimamente di togliere la vita ad una persona. Ma di fronte agli elenchi di alcolizzati, malati di mente, emarginati di ogni tipo mandati a morte si ha l'impressione di essere davanti ad un potere che disinfesta, un "potere giardiniere", che si incarica di estirpare le erbacce. Ad essere giustiziati non sono soltanto gli omicidi, ma anche i responsabili di reati economici, talvolta molto lievi.
Spesso i processi non sono equi e regolari. In Iran negli anni scorsi sono stati celebrati processi della durata di pochi minuti, davanti ad un giudice non indipendente (un'autorità politico-religiosa), e si sono conclusi con una sentenza di morte, inappellabile, eseguita quasi immediatamente. Negli USA, in un sistema giudiziario assai evoluto, un errore commesso da un avvocato d'ufficio inesperto (come, ad esempio, un leggero ritardo nella presentazione di elementi a discarico) può comportare la fine di ogni speranza per l'imputato.
LA SITUAZIONE IN ARABIA SAUDITA
Si viene giudicati in base alla Shâri'a, la legge sacra; nel mese sacro del Ramadan viene osservata una tradizionale moratoria delle esecuzioni. La pena di morte viene comminata per reati sessuali, di droga, sabotaggio, corruzione, stregoneria, masticazione di qat, produzione/distribuzione/assunzione di alcol. Le esecuzioni hanno normalmente luogo al termine di processi iniqui, nell'ambito dei quali mancano le più elementari garanzie. Gli imputati possono non essere rappresentati da avvocati difensori e le confessioni, anche se ottenute mediante tortura, sono accettate come prove valide dalle corti e possono addirittura costituire l'unica prova a fondamento della condanna a morte. I metodi usati sono la decapitazione con una spada affilata per gli uomini e il plotone di esecuzione per le donne; le donne sposate riconosciute colpevoli di adulterio possono anche essere lapidate.
Le esecuzioni hanno luogo nei principali centri del Regno, di solito in occasione delle preghiere del venerdì pomeriggio, in una piazza davani al palazzo del governatore provinciale; un medico è presente ed ha il compito di certificare il decesso del condannato. Il metodo della decapitazione è particolarmente violento sia per la vittima che per coloro che vi assistono: la morte inflitta con questo sistema viene comunemente ritenuta veloce e pietosa, in realtà in diversi casi sono stati necessari più colpi prima che la vittima venisse dichiarata morta dopo essere stata sottoposta ad una sofferenza indicibile.
LA SITUAZIONE IN CINA
La Cina è il paese dove si contano il maggior numero di condannati a morte, anche se mancano statistiche ufficiali in materia. Tra i circa 65 reati vi sono l'omicidio, il traffico di droga, alcuni reati economici, politici, d'opinione, il commercio di pornografia, l'uccisione di alcuni animali sacri.
Vengono spesso organizzate manifestazioni di massa per la lettura della sentenza di morte, e l'esecuzione viene compiuta subito dopo: i condannati vengono mostrati al pubblico con la testa reclinata, le mani legate dietro la schiena ed un cartello con il nome e l'indicazione dei crimini commessi legato al collo. Vi è una violazione dei diritti fondamentali: molti trascorrono il periodo che va dalla condanna a morte all'esecuzione ammanettati e coi ferri alle caviglie; inoltre vengono quasi sempre espiantati gli organi del condannato, ma senza chiedere il consenso alla famiglia.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
In Italia, tutti gli stati preunitari ad eccezione della Toscana prevedevano la pena di morte, che nel 1889 fu tuttavia abolita dall'ordinamento del Regno d'Italia con il codice Zanardelli. Reintrodotta dal fascismo per i più gravi delitti politici nel 1926, e per quelli comuni nel 1930, fu definitivamente sostituita con un decreto legislativo dell'agosto 1944, dopo la caduta del fascismo, dall'ergastolo. La Costituzione italiana, ribadendone all'articolo 27 il divieto e riaffermando il principio secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso dell'umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, ha lasciato in vigore la pena di morte solo per i casi previsti dalle leggi militari di guerra; anche questi casi sono però definitivamente caduti nel 1994.
L'UE CONTRO LA PENA DI MORTE
Il 29 giugno 1998 a Lussemburgo i 15 ministri degli Esteri dei Paesi dell'Unione Europea si sono schierati compatti per l'abolizione universale della pena capitale, per una battaglia che diventa un elemento intrinseco della politica UE in materia di diritti umani; l'UE infatti pone tra le condizioni per l'adesione la non applicazione della pena di morte. Questa crociata è sostenuta inoltre da un forte movimento di opinione pubblica.
Durante la riunione dei ministri dell'UE, si è ricordato un dato importante: l'84% delle esecuzioni mondiali avviene in quattro paesi; nel 1997, in Cina sono state eseguite 1644 condanne a morte, in Iran 143, in Arabia Saudita (dove viene praticata la decapitazione) 122, negli USA 74. E tutto ciò senza riuscire a debellare la criminalità, come si prefiggevano i sostenitori della pena capitale. Inoltre, in alcuni Paesi (fra cui gli USA) vengono giustiziati anche minori, mentre in Cina i soldati dei plotoni di esecuzione puntano solo contro certe parti del corpo dei condannati per preservarne altre che vengono destinate agli espianti e quindi al commercio d'organi.
L'Italia è in prima linea in questa battaglia, infatti fu l'Italia che a Ginevra presentò la mozione contro la pena di morte alla commissione per i diritti umani dell'ONU.
PAESI CHE HANNO ABOLITO LA PENA DI MORTE AL 31 MARZO 1998 (fonte Amnesty International)
Paesi nei quali la pena di morte è stata abolita per ogni crimine
Paese
Data di abolizione per ogni crimine
Data di abolizione per i crimini ordinari
Data dell'ultima esecuzione
ANDORRA
1990
1943
ANGOLA
1992
AUSTRALIA
1985
1984
1967
AUSTRIA
1968
1950
1950
AZERBAIJAN
1998
1993
BELGIO
1996
1950
CAMBOGIA
1989
CAPO VERDE
1981
1835
CECA, REPUBBLICA
1990
COLOMBIA
1910
1909
COSTA RICA
1877
CROAZIA
1990
DANIMARCA
1978
1933
1950
DOMINICANA, REPUBBLICA
1966
ECUADOR
1906
ESTONIA
1998
1991
FINLANDIA
1972
1949
1944
FRANCIA
1981
1977
GEORGIA
1997
1994 (K)
GERMANIA
1987
GRECIA
1993
1972
GUINEA-BISSAU
1993
1986 (K)
HAITI
1987
1972 (K)
HONDURAS
1956
1940
ISLANDA
1928
1830
IRLANDA
1990
1954
ITALIA
1994
1947
1947
KIRIBATI
(I)
LIECHTENSTEIN
1987
1785
LUSSEMBURGO
1979
1949
MACEDONIA
MARSHALL, ISOLE
(I)
MAURITIUS
1985
1987
MICRONESIA
(I)
MOLDAVIA
1995
MONACO
1962
1847
MOZAMBICO
1990
1986
NAMIBIA
1990
1988 (K)
NEPAL
1997
1990
1979
NUOVA ZELANDA
1989
1961
1957
NICARAGUA
1979
1930
NORVEGIA
1979
1905
1948
PAESI BASSI
1982
1870
1952
PALAU
PANAMA
1903 (K)
PARAGUAY
1992
1928
POLONIA
1997
1988
PORTOGALLO
1976
1867
1849 (K)
ROMANIA
1989
1989
SALOMONE, ISOLE
1966
(I)
SAN MARINO
1865
1848
1468 (K)
SAO TOMÉ E PRINCIPE
1990
(I)
SLOVACCHIA
1990
SLOVENIA
1989
SPAGNA
1995
1978
1975
SVEZIA
1972
1921
1910
SVIZZERA
1992
1942
1944
TUVALU
(I)
UNGHERIA
1990
1988
URUGUAY
1907
VANUATU
(I)
VATICANO, CITTÀ DEL
1969
VENEZUELA
1863
TOTALE: 63 Paesi
(K) = Data dell'ultima esecuzione nota
(I) = Nessuna esecuzione dall'indipendenza
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Paesi nei quali la pena di morte è stata abolita solo per i crimini ordinari
Paese
Data di abolizione per i crimini ordinari
Data dell'ultima esecuzione
ARGENTINA
1984
BOLIVIA
1997
1974
BOSNIA-ERZEGOVINA
1997
BRASILE
1979
1855
CANADA
1976
1962
CIPRO
1983
1962
COOK, ISOLE
EL SALVADOR
1983
1973 (K)
FIJI
1979
1964
ISRAELE
1954
1962
MALTA
1971
1943
MESSICO
1937
PERÙ
1979
1979
REGNO UNITO
1973
1964
SEYCHELLES
(I)
SUD AFRICA
1995
1991
TOTALE: 16 Paesi
(K) = Data dell'ultima esecuzione nota
(I) = Nessuna esecuzione dall'indipendenza
Torna all'inizio
Paesi nei quali la pena di morte è stata abolita di fatto
Paese
Data dell'ultima esecuzione
ALBANIA
BERMUDA
1977
BHUTAN
1964 (K)
BRUNEI DARUSSALAM
1957 (K)
CENTRAFRICANA, REPUBBLICA
1981
CONGO
1982
COSTA D'AVORIO
FILIPPINE
1976
GAMBIA
1981
GIBUTI
(I)
GRENADA
1978
MADAGASCAR
1958 (K)
MALDIVE
1952 (K)
MALI
1980
NAURU
(I)
NIGER
1976 (K)
PAPUA NUOVA GUINEA
1950
RUANDA
1982
SAMOA OCCIDENTALE
(I)
SENEGAL
1967
SRI LANKA
1976
SURINAME
1982
TOGO
TONGA
1982
TURCHIA
1984
TOTALE: 25 Paesi e territori
(K) = Data dell'ultima esecuzione nota
(I) = Nessuna esecuzione dall'indipendenza
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PAESI IN CUI LA PENA DI MORTE È ATTUALMENTE IN VIGORE
AFGHANISTAN
ALGERIA
ANTIGUA E BARBUDA
ARABIA SAUDITA
ARMENIA
BAHAMAS
BAHRAIN
BANGLADESH
BARBADOS
BELIZE
BENIN
BIELORUSSIA
BIRMANIA
BOTSWANA
BULGARIA
BURKINA FASO
BURUNDI
CAMERUN
CILE
CINA
CIAD
COMORE
CONGO
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
CUBA
DOMINICA
EGITTO
EMIRATI ARABI UNITI
ERITREA
ETIOPIA
GABON
GHANA
GIAMAICA
GIAPPONE
GIORDANIA
GUATEMALA
GUINEA
GUINEA EQUATORIALE
GUYANA
INDIA
INDONESIA
IRAN
IRAQ
KAZAKSTAN
KENYA
KUWAIT
KIRGHIZISTAN
LAOS
LESOTHO
LETTONIA
LIBANO
LIBERIA
LIBIA
LITUANIA
MALAWI
MALAYSIA
MAROCCO
MAURITANIA
MONGOLIA
NIGERIA
OMAN
PAKISTAN
PALESTINA
QATAR
RUSSIA
SAINT CHRISTOPHER E NEVIS
SAINT LUCIA
SAINT VINCENT E GRENADINES
SIERRA LEONE
SINGAPORE
SIRIA
SOMALIA
STATI UNITI D'AMERICA
SUDAN
SWAZILAND
TAILANDIA
TAIWAN
TAJIKISTAN
TANZANIA
TRINIDAD E TOBAGO
TUNISIA
TURKMENISTAN
UCRAINA
UGANDA
UZBEKISTAN
VIET NAM
YEMEN
YUGOSLAVIA
ZAMBIA
ZIMBABWE
TOTALE: 91 Paesi e territori