La struttura dei monasteri

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Testo

IL MONASTERO
(dal greco, vivere solo ) canonicamente identico al convento, ossia luogo dove risiede una comunità religiosa maschile o femminile. Nell’uso comune la parola monastero indica quei conventi antichi di cui i membri ( monaci o canonici regolari ), uomini o donne, esprimono voti solenni, e che sono regolati dalla clausura papale. Solitamente costituiti da monaci, sacerdoti, e da fratelli laici, che tendono ai lavori domestici. Nell’antichità cristiana e nel medioevo esistevano i monasteri doppi, ossia monasteri di uomini e donne rigorosamente separati. scomparvero nel secolo XIII. i monasteri sono in genere costruiti secondo uno stesso disegno e formati da una galleria sulla quale si aprono le celle, dal refettorio per i pasti in comune, dalla sala capitolare, da una biblioteca, infermeria, cucina, ecc. La sala capitolare è il luogo di riunione del capitolo: così chiamato perché in origine, ogni giorno dopo la preghiera, un monaco vi leggeva ad alta voce il capitolo della regola. L’assemblea, presieduta dall’abate, circondato dai monaci disposti in ordine di anzianità, affronta tutti i problemi – materiale e spirituali – della comunità; quand’è il caso, svolge anche la funzione di consiglio di disciplina.
Nella miniatura vediamo l’abate Bernardo di Chiaravalle che mette i suoi confratelli in guardia contro le tentazioni del demonio.

I monasteri di solito sono uniti a una chiesa. Caratteristica del monastero è il chiostro. I primi veri monasteri, diversi dai primordiali cenobi sorsero in Siria e in Egitto alla metà del V secolo (monastero di San Pacomio, in Egitto nel 323: in meno di 25 anni agli fonderà nove monasteri maschili e, insieme ala sorella Maria, due femminili ). A partire dal V secolo, il modello conventuale si diffonde in Siria e in Palestina, poi anche in Occidente. In Italia, con sant’Ambrogio (340-397) vescovo di Milano; in Gallia con san Martino di Tours ( 315-397) fondatore dei monasteri di Ligugé (361) e di Marmoutier (372).
I monasteri si possono essere divisi in due tipi:
- quelli costruiti nell’alto medioevo sono in luoghi isolati
- quelli costruiti in basso medioevo (dopo il 1100) si trovano nelle città
Anche i monasteri assumevano delle caratteristiche analoghe in base all’ordine che seguivano tuttavia si hanno forme artistiche comuni in tutta Europa, essi venivano gestiti da un Abate (dall’aramaico abba, cioè padre ) e da una Badessa senza essere dipendenti dalla diocesi diventando così una forma di religiosità alternativa rispetto a quella del Papa.
Nel basso medioevo la chiesa sviluppa uno stretto legame con l’aristocrazia mentre il monastero era formato dal ceto popolare.

1. Chiesa
2. 1° cortile (chiostro )
3. 2° cortile (chiostro )
4. Sagrestia
5. Farmacia
6. Refettorio
7. Cella
8. Orto
La chiesa era costruita con i principi della chiesa paleocristiana ( croce latina, navate, abside ). L’unica differenza è che sotto il presbiterio compare la cripta dove venivano riposti i resti dei monaci. I chiostri erano formati da
- da una parte a cielo aperto contornata da un portico dal richiamo romano
- le costruzioni tutt’intorno avevano il concetto cristiano, cioè di comunità, erano infatti disposte in cerchio ed erano tutte uguali
- i luoghi comuni (sacrestia, farmacia, refettorio, magazzini ) erano intorno al 1° cortile
- le celle con l’orto (una cella è un orto per ogni frate ) intorno al 2° cortile
La vita nel monastero è scandita dai tempi di preghiera, secondo le regole stabilite dal canone (diritto liturgico). I monaci si radunano nove volte al giorno per recitare l’ufficio divino ( ore canoniche ) e per la celebrazione della messa. Le ore canoniche sono otto, e corrispondono alle antiche divisioni della giornata fissate dai Greci e dai Romani: mattutino, lodi, prima, terza, sesta, nona, vespro, compieta. Celebrati inizialmente da tutti i cristiani, questi otto uffici, incompatibili con una vita attiva, verranno via via abbandonati dai comuni fedeli. In molti luoghi si conservano ancora i vespri domenicali.
IL MONASTERO DI MONTE CASSINO
Fondato nel 529 da Benedetto da Norcia (480-547) sul sito di un antico tempio di Apollo, è una vera e propria roccaforte addossata alla montagna. L’abbazia fu bruciata dai Longobardi nel 584. Saccheggiato e restaurato a più riprese, il monastero era celebre soprattutto per il suo laboratorio di amanuensi ( trascrittori e miniatori di pergamene ). Qui San Benedetto redasse la celebre Regola che porta il suo nome e con cui l’ordine benedettino si diffuse in tutta Europa. Benedetto rimase così scandalizzato dalla corruzione dei costumi romani, che decise di vivere in solitudine: ma ben presto capì che avrebbe servito meglio il Signore e la Chiesa in una comunità dedita “al lavoro e alla preghiera” (ora et labora)
Nel 590, per la prima volta, un monaco diventa papa. Gregorio I – detto poi Magno- è un discepolo di San Benedetto, e la sua ascesa al soglio pontificio sancisce il trionfo della regola benedettina, che soppianta quella di San Colombano.
Nell’arco di un secolo, sull’onda di uno straordinario slancio di fede collettiva, sorgono centinai di monasteri che riportano vita e speranza alle campagne devastate e quasi del tutto abbandonate.Ogni monastero benedettino è una comunità autonoma, e deve produrre tutto il necessario alla propria esistenza, a cominciare dagli alimenti.La collettività monastica si trasforma quindi in una specie di fattoria modello, la produzione è nettamente superiore alla media, grazie alla distribuzione razionale dei compiti e alla sperimentazione di nuovi metodi colturali.Si aprono laboratori di filatura, tessitura, arte vasaria….
Ci si prende cura dei malati, si assistono i più bisognosi, gli invalidi, gli orfani. Vengono create scuole a beneficio di quanti vogliono istruirsi: si favorisce così lo sbocciare di vocazioni religiose, poiché la chiesa ha bisogno di clero ! Le abbazie costituiscono anche luoghi di sosta lungo le strade dei grandi pellegrinaggi. Vengono accolti i viaggiatori, e in qualche caso è possibile ospitare anche personaggi di riguardo. A questo ruolo economico e sociale si aggiunge una funzione culturale di primo piano: i manoscritti, le opere d’arte, gli strumenti musicali che sono stati salvati dal saccheggio e dalla distruzione vengono accuratamente conservati nei monasteri.

Esempio



  


  1. Gianmatteo Mori

    Sto cercando appunti e disegni riguardo al modello architettonico del monastero. Sostengo una tesi in architettura. politecnico di Milano.

  2. gianmatteo mori

    Sto cercando appunti e disegni riguardo al modello architettonico del monastero per svolgere una tesi. Politecnico di Milano, facoltà di architettura.

  3. Gianmatteo Mori

    Sto cercando appunti sul tema del convento per svolgere una tesi relativa a un progetto di un nuovo modello di carcere. Politecnico di Milano, facoltà di Architettura.