La pena di morte

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Testo

Anche tralasciando le statistiche, basta leggere le cronache per rendersi conto che, terrorismo o no, pena di morte o no, il livello di criminalità urbana negli USA non ha paragoni in nessun paese dell'Europa occidentale, Italia compresa. Già questo dovrebbe bastare a dimostrare l'inefficacia deterrente della PdM, se già la semplice logica non fosse più che sufficiente.
Infatti Gli Stati Uniti d'America, la Nazione più avanzata e potente del mondo, sono l'unico Paese dell'Occidente ad applicare la pena di morte. La pena capitale è stata reintrodotta negli USA nel 1976 da una famosa sentenza della Corte Suprema. Da quell' anno ben 38 dei 50 Stati dell'Unione l'hanno adottata, soprattutto quelli del Sud come Texas e Virginia. Ma oltre agli USA essa è ancora prevista ed applicata in numerosi Stati del Terzo Mondo ed in Paesi importanti come Cina, Giappone, alcuni paesi islamici .....i cui abitanti sembrano non condividere il proposito abolizionista degli europei e considerano la pena capitale una giusta punizione ed un argine alla dilagante criminalità, mentre molti governi la usano anche per fini repressivi o elettorali. La Cina è uno dei più accaniti sostenitori della pena capitale, ed ha sempre respinto le iniziative occidentali per le esecuzioni e una loro futura abolizione. In Asia orientale anche Stati occidentalizzati come Giappone, in cui i familiari del condannato sono avvertiti ad esecuzione avvenuta, Filippine e Singapore, spietata coi trafficanti di droga, applicano la pena di morte cosi' come i residui Stati comunisti del mondo: Vietnam, Cuba e Corea del Nord. Di solito è punito con la morte l'omicidio volontario e la condanna si esegue in vari modi: sedia elettrica, iniezione letale, impiccagione, fucilazione.
Ogni anno la Cina esegue più condanne capitali del resto del mondo messo assieme, anche se il loro numero esatto è considerato "segreto di stato" e non si conosce. Scopo di queste condanne capitali è mostrare la durezza e la determinatezza del regime di fronte alla criminalità in vertiginoso aumento, ma soprattutto dissuadere ed intimidire la gente.La cosa che più inorridisce il mio animo è che qui si procede all'espianto degli organi dei condannati a morte prima della loro esecuzione. Tali organi sono poi usati per i trapianti o avviati sul mercato clandestino fino in Occidente.
Il significato della pena di morte è un gesto liberatorio delle nostre paure, della paura che abbiamo, non solo del prossimo, ma anche di quel incontrollabile "animale" che è in noi e che sappiamo più o meno controllare con la ragione. Contro la pena di morte sono i pacifisti, le persone più miti e mature, quelli che sanno con la ragione dominare i propri istinti. Vedo, invece, nel mio piccolo, che per la pena di morte sono i più rozzi, ottusi, quelli che fanno una gran fatica a dominarsi e nel giustiziato vedono la morte della parte più "animale" di se stessi, quella che dominano così a fatica.
Si arriverà un giorno a trovare pene alternative e verrà decisa l'abolizione della pena di morte in tutto il mondo?
Penso che anche la pena di morte con il tempo è destinata a scomparire, soprattutto negli Stati Uniti, poichè tutti i paesi più progrediti culturalmente l'hanno abolita da tempo. Gli americani devono ancora fare molti passi avanti su questa strada, sono ancora molto indietro culturalmente, e non bisogna dimenticare che il livello tecnologico che hanno raggiunto lo devono quasi unicamente ai "cervelli" provenienti dall'Europa.
Dunque è da uno spirito di libertà e fratellanza che deve essere nella coscienza dei singoli cittadini che dovrebbe provenire spontaneamente, l'infondatezza di ogni pretesa di qualsiasi uomo di decretare, anche in nome dello Stato, la morte di un altro uomo.
La pena di morte è una "giustizia" inaccettabile; non si può, se uno ha ucciso, imitarlo uccidendolo, ma bisogna fargli capire che ha sbagliato scontando la pena nel carcere e quindi dargli il tempo per capire l'errore commesso facendolo vivere nel rimorso. Sono fermamente contrario all’esecuzione della pena di morte e inoltre sostengo che quello spettacolo deve essere svolto con la massima riservatezza e non diventare fruizione per i mass-media.
Così ricordo che “errare è umano, perdonare è divino”

Sappiamo che la nostra voce è meno di un granello di sabbia nell'immenso deserto e siamo consapevoli che gli adulti hanno un potere che a noi ragazzi di 13 anni manca, ma sentiamo che non è possibile restare indifferenti di fronte a fatti così grandi e inspiegabili per noi giovani. A scuola si parla di fratellanza e rispetto umano, di perdono e comprensione, di giustizia sociale e via di seguito. Siamo anche noi in grado di distinguere il bene dal male, nel nostro piccolo, di capire che nella vita si può sbagliare ma non riusciamo ad accettare l'idea che chi sbaglia debba essere ucciso, eliminato con razionalità. La pena di morte è una "giustizia" inaccettabile.
Se uno ha ucciso, non bisogna imitarlo uccidendolo, ma aiutarlo a capire che quel che ha fatto è stato un grave errore. E' meglio fargli scontare la pena, magari duramente, e dargli il tempo per capire l'errore commesso magari vivendo nel rimorso. Ci chiediamo:
_Chi dà al boia il coraggio di uccidere? _
Chi dà al governatore il coraggio di prendere questa decisione? Ha mai pensato che un domani potrebbe toccare a suo figlio?
_Chi dà il coraggio alla gente chiamata ad assistere alla condanna, di restare impassibile di fronte ad uno spettacolo così atroce?
Il potere di togliere una vita non è compito degli uomini, ma di Dio.
Chi crede che uccidere sia una pena, si sbaglia di grosso. Infatti lo toglie da un mondo spietato per darlo a uno perfetto.
Siamo fermamente contrari alla pena di morte e soprattutto allo spettacolo barbarico offerto dall'esecuzione. Sosteniamo che questo spettacolo, là dove purtroppo esiste, debba essere svolto nella massima riservatezza e non diventare "pane" per i mass-media. E' bene anche ricordare che "errare è umano, perdonare è divino".

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