Materie: | Appunti |
Categoria: | Ricerche |
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Data: | 08.05.2001 |
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LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
George Orwell (1903 - 1950)
Il padrone di una fattoria Manor, avido e crudele, maltratta e sfrutta gli animali che un giorno si ribellano e lo cacciano, cercando di instaurare una propria democrazia. I capi della rivolta sono Napoleon e Palla di neve, due maiali molto diversi tra loro. Napoleon è un accentratore che vuole sempre fare a modo suo, Palla di neve è soprattutto un tecnico e un organizzatore. Dopo aver vinto la battaglia contro l'uomo, gli animali riescono a creare un nuovo ordine fondato su sette comandamenti che riassumono i principi dell'animalismo: 1) tutto ciò che va su due gambe è nemico; 2) tutto ciò che va su quattro gambe o ha le ali è amico; 3) nessun animale vestirà abiti; 4) nessun animale dormirà in un letto; 5) nessun animale berrà alcolici; 6) nessun animale ucciderà un altro animale; 7) tutti gli animali sono uguali. I primi tempi tutto procede bene, ma poi tra Napoleon e Palla di neve iniziano i contrasti che diventano ben presto un dissidio insanabile, tanto che Palla di neve è costretto a fuggire. Tra i maiali emerge una nuova classe di burocrati (guidati ovviamente da Napoleon) che si comportano da sfruttatori nei confronti degli altri animali. Un triste giorno i maiali si presentano ritti su due zampe; tra loro e l'uomo non ci sono più differenze e per gli altri animali inizia una nuova tirannia. Gli ideali di uguaglianza e di fraternità vengono traditi e i sette comandamenti si riducono a uno solo: tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Napoleon accentra su di sé tutto il potere, si impadronisce degli utili della fattoria e sotto il dominio dei maiali gli animali conoscono gli stessi maltrattamenti di prima. E' chiaro il riferimento a Stalin e alla rivoluzione L'autore non si preoccupa affatto di mascherare i riferimenti politici con la dittatura comunista, che nella sua critica, nello stile leggero e fiabesco del racconto, appare precisa e spietata. La similitudine finale tra maiali e uomini si traduce, in realtà, nella similitudine tra il regime comunista, così come evolutosi, e il capitalismo. Il disprezzo di Orwell è indirizzato, non verso le buone intenzioni degli animali, ma verso il sistema tirannico, l'inevitabile capitalismo, che risorge sempre dalle sue ceneri, pronto a sfruttare i più deboli e concedere privilegi ai forti.Sintomatico ad esempio l'utilizzo del nome Napoleon per indicare il maiale rivoluzionario. Napoleone Bonaparte fu anche lui un chiaro esempio dell'idea di Orwell: figlio dalla rivoluzione francese, combatté contro le monarchie d'Europa, ma anche lui, alla fine, si ritrovò su posizioni conservatrici e aristocratiche;"Tutti gli animali sono uguali", diceva uno slogan della fattoria all'inizio della rivoluzione, ma qualcuno vi aggiungerà poi, "ma alcuni sono più uguali degli altri." E con questa felice massima, Orwell liquida l'utopia del comunismo, che combatte contro un "padrone", il quale purtroppo non è fuori di noi, nel prossimo, bensì racchiuso in ciascuno di noi e sempre pronto a riemergere.