La comunicazione e il giornale

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Testo

Damiano Turriziani 2°I

Agli inizi del terzo millennio le frontiere dell’informazione e della comunicazione si sono spinte oltre ogni immaginazione ed ipotesi futuristica o fantascientifica.
La tecnologia avanzata ha perfezionato i mezzi di comunicazione, i cosiddetti “new-media”, rendendoli sempre più veloci e completi: in tempo reale è possibile ricevere notizie da tutte le parti del mondo, interagire con le fonti. Addirittura si va profilando l’idea che, grazie alla rete telematica, ognuno potrebbe attingere direttamente alle fonti, scegliendo e creando egli stesso il “giornale” in base a ciò che più lo interessa o che lo colpisce.
I nuovi mezzi di comunicazione permettono inoltre di annullare i limiti dello spazio e del tempo, consentono all’utente di fruire del servizio in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, lo rendono soggetto attivo dell’informazione e non più un semplice lettore passivo.
Da un punto di vista generale poi, internet, la rete, le new-economy, accomunano milioni e milioni di persone, li avvicinano ad un sistema culturale omogeneo,una sorta di omologazione di gusti, di idee ecc.
Nello stesso tempo i new media possono offrire un’infinita pluralità di notizie, commenti, opinioni, immagini che, secondo me, può degenerare in un eccesso di informazione, un sistema incontrollabile in cui il semplice cittadino può perdersi o, peggio, confondersi ed essere oggetto di pericolose strumentalizzazioni.
Viene da pensare ovviamente che in questo scenario il giornale, il quotidiano vero e proprio, non abbia più un ruolo, i fogli di carta che ci hanno abituato ad avere le notizie in modo regolare e pacato. Già con l’avvento dei talk scho televisivi, delle tv satellitari sembrava la fine per la cultura della carta stampata, ma secondo me non è così.
Innanzitutto il sistema telematico è ancora privo di regole e di controllo sociale per cui spesso rappresenta un rischio ( chi ha controllato la fonte? Chi mi assicura che la notizia sia vera?), poi l’avere un flusso infinito di informazione riduce la capacità di riflessione, il piacere della lettura personale, il gusto di una notizia inattesa che si può cogliere sfogliando un giornale.
Infine dobbiamo anche considerare la complessità del linguaggio telematico che richiede comunque una minima competenza tecnologica, una conoscenza della lingua inglese e un certo livello economico culturale.
Pur considerando la straordinaria potenzialità dell’informazione multimediale quindi, il giornale resta ancora uno strumento fondamentale per la libera circolazione delle idee, per un’informazione che arrivi a tutti, all’operaio come al manager, al ragazzo della mia età come alla persona anziana.
Occorre secondo me riflettere sul potere dei new media e sul rischio di una comunicazione totalmente meccanizzata a cui non tutti ancora possono accedere e comprendere.

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