La clonazione umana ed il rispetto per la vita

Materie:Appunti
Categoria:Ricerche

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Testo

Clonazione umana / bioetica

Quello che noi stiamo vivendo è proprio un mondo molto violento: non passa giorno senza una notizia sconvolgente. Nel corso degli ultimi due mesi ho memorizzato alcuni titoli di giornale a caratteri cubitali con notizie veramente shoccanti quali:
- attacco alle torri gemelle di ny con 6000 morti
- massacrati 500 talebani a Mazar i Sharif
- strage a Gerusalemme - kamikaze ed autobomba
- sgozzati 100 fedeli in chiesa ad Algeri
- milioni di bambini morti di fame in Africa
- ecatombe di embrioni umani nei laboratori di ricerca
La notizia del giorno che occupa tutte le pagine dei giornali di tutto il mondo è quella relativa alla “clonazione degli embrioni umani” realizzata negli Stati Uniti dalla Società americana ACT (advanced cell technology). Questo risultato ha scatenato un autentico putiferio a tutti i livelli: politici, religiosi, sociali e della più autorevole medicina.
Tuona subito il Pontefice “bisogna difendere la vita umana” e “bloccare la cultura della morte”. Gli fa eco il presidente degli USA Bush “la clonazione è moralmente sbagliata , non possiamo crescere una vita per poi distruggerla. Il cardinal Martini ha affermato che la “clonazione lede la dignità dell’uomo” e “l’uomo non può essere una realtà fabbricata con la tecnica” e “la vita è un bene fondamentale che non può essere soddisfatto dai soli meccanismi di mercato”. Il Comitato Nazionale di Bioetica ha definito l’esperimento di clonazione umana “contro natura e distruttivo”. Il protocollo del Consiglio d’Europa approvato con legge dal Parlamenento Italiano vieta “ogni trattamento volto a creare un essere umano geneticamente identico ad un altro vivente o morto” in quanto contrario alla dignità della persona. Lo stesso ricercatore “creatore della pecora Dolly” è intervenuto in modo pesante affermando che “una volta che si fa nascere un bambino, non si può rimandarlo al mittente perché difettoso. Si è arrivati alla pecora Dolly dopo aver provato la bellezza di 267 volte!
Ma si tratta di una sconfitta morale o di una vittoria della scienza?
Personalmente ritengo che si ponga un grave problema di responsabilità morale degli scienziati nell’ambito del rapporto tra “scienza ed etica”. Compito della Scienza è quello di fare ricerche ma, quando essa travalica i limiti del rispetto della natura dell’uomo, allora urge intervenire per controllarla e disciplinarla. Per questo è sorta una nuova disciplina, la bioetica, che indaga i risvolti di carattere etico posto dallo sviluppo delle scienze bio-mediche. La parola bioetica risulta infatti dalla fusione di Bios(vita) ed etica(asp. Morali).
La storia si ripete: spesso gli scienziati sono portati a pensare che gli esiti delle loro ricerche abbiano un valore a se stante, autonomo dai possibili vantaggi o svantaggi che ne potrebbero derivare all’umanità.
La storia recente è piena di esempi di questo tipo: pensiamo agli scienziati che con la loro attività hanno permesso la costruzione di armi micidiali, nucleari, batteriologiche e chimiche.
Il problema sta quindi nel considerare la responsabilità o meno degli scienziati i quali per spirito di ricerca hanno realizzato “strumenti di morte”.
Anche lo scienziato dovrebbe sapere bene quando è arrivato il momento di fermarsi, disponendo di un codice morale di comportamento per non prodourre danni irreversibili all’intera umanità.
Una Scienza davvero al servizio dell’umanità deve avere, a mio avviso, tra i suoi caratteri principali il rispetto dell’uomo e dell’ordine naturale. Le leggi della natura non possono essere violate ed infrante. La scienza dovrebbe infatti essere sempre accompagnata da grande umiltà perché la consapevolezza di ciò che è lecito e di ciò che non lo è deve indurre ad un controllo con rinuncia agli esperimenti selvaggi.
Nel caso specifico si dovrebbe infatti porre un freno alla produzione incontrollata di embrioni per essere poi manipolati e quindi soppressi.
I problemi di bioetica ci hanno fatto capire che le soluzioni ai dilemmi posti dal progresso scientifico e tecnologico possono essere rispettivamente utili o inquietanti per l’umanità intera.
Il problema principale in conclusione sta nell’uso delle cellule dell’embrione umano; ogni avanzamento scientifico può avere risvolti potenzialmente negativi o positivi.
La scoperta ad esempio di nuove metodologie e, o farmaci per la cura di persone affette da gravi malattie (vedi Alzheimer o Parkinson) porterebbe risultati molto positivi per tutta l’umanità.
Vorrei tuttavia nuovamente aggiungere che anche “certa scienza” ha bisogno di darsi una regolata; una decisa sterzata nell’area del buon senso (“horse sense o senso del cavallo) cioè della sana direzione di marcia.

Esempio