Materie: | Tesina |
Categoria: | Ricerche |
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Data: | 17.04.2007 |
Numero di pagine: | 39 |
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Testo
Tesina sul Novecento
INDICE:
Letteratura:
L’ermetismo......................................................................................pag. 4
Vita e Opere di Eugenio Montale.....................................................pag. 4
Gli Ossi di Seppia.............................................................................pag. 6
Meriggiare Pallido e Assorto............................................................pag. 7
Commento e Versione in Prosa.........................................................pag. 8
Storia:
Il secondo dopoguerra
Le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale..............................pag. 9
L’olocausto........................................................................................pag. 9
La Pace e la situazione territoriale in Germania.............................pag. 11
Gli Organismi Internazionali.........................................................pag. 13
La Guerra Fredda............................................................................pag. 14
Il Piano Marshall............................................................................pag. 14
Il dopoguerra in Italia.....................................................................pag. 16
Geografia:
Gli Stati Uniti
Il territorio......................................................................................pag. 21
Storia..............................................................................................pag. 23
Le città più importanti....................................................................pag. 24
L’economia......................................................................................pag. 25
I problemi........................................................................................pag. 25
L’agricoltura...................................................................................pag. 25
La popolazione................................................................................pag. 26
Inglese
Education
Education in the USA......................................................................pag. 27
Education in Britain.........................................................................pag. 27 Scienze:
Le reazioni nucleari..........................................................................pag. 29
La bomba atomica.............................................................................pag. 32
Educazione Tecnica:
L’energia nucleare
I Reattori nucleari.............................................................................pag. 34
Le centrali nucleari...........................................................................pag. 35
La centrale nucleare di Chernobil.....................................................pag. 36
Educazione Fisica:
Le Olimpiadi
Le Olimpiadi moderne......................................................................pag. 37
Le Olimpiadi Antiche.......................................................................pag. 37
Lo sport oggi.....................................................................................pag. 37
Educazione Artistica:
L’arte nel Novecento.........................................................................pag. 39
L’Espressionismo..............................................................................pag. 39
Educazione Musicale:
Il jazz
Le origini del jazz.............................................................................pag. 42
Il blues..............................................................................................pag. 43
Il jazz a New Orleans.......................................................................pag. 44
LETTERATURA:
L’ermetismo
Nel Novecento si forma una corrente letteraria che prende il nome di Ermetismo. In un certo senso viene inteso come la continuazione del Decadentismo, solo che diviene più pieno e consapevole. Dal decadentismo, esso accoglie la sfiducia nella ragione dell’uomo ed il mistero dell’esistenza.
L’ermetismo scioglie decisamente dalla poesia tutte le regole grammaticali e sintattiche per dare alla parola una sensibilità nuova.
Questa poesia è sostenuta soprattutto da un'intelligenza critica che stimola il lettore e lo fa partecipare attivamente all’opera del poeta, ricreandone i momenti fondamentali in un’unica armoniosità.
Le origini dell’ermetismo sono date dalla poesia simbolica francese e in Italia inizia nel 1914 con una rivista, ma si sviluppa soprattutto dopo la prima guerra mondiale. I poeti ermetici vogliono far affiorare il mondo del subconscio spingendosi oltre la soglia del mondo cosciente ed infatti il linguaggio della poesia ermetica è basato non su legami logici ma intuitivi.
Infatti tuttora, ancora non si è riusciti a dare un giudizio definitivo agli ermetici, perché la loro poesia è ancora incomprensibile e oscura.
I più grandi esponenti della poesia ermetica sono: Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo.
Vita e Opere di Eugenio Montale
L’infanzia e la giovinezza di Montale, che nacque a Genova nel 1896 da una agiata famiglia borghese, sono caratterizzate da una grande passione per il canto e da uno stretto contatto con la propria terra d’origine, Genova e Monterosso. I paesaggi liguri sono elementi essenziali nella sua prima stagione poetica che inizia nel 1916, data della prima stesura di Meriggiare pallido e assorto, il più vecchio degli Ossi di seppia. Subito dopo Montale partecipa come volontario alla prima guerra mondiale, ma, a differenza di altri scrittori-soldati come Ungaretti, questa esperienza non lascia che deboli tracce nella sua opera. Il trauma che lo spinge a scrivere è esistenziale ed intimo, perché lui stesso affermò che fin dalla nascita aveva sentito una totale disarmonia con la realtà che lo circondava. Questo senso di una profonda estraneità alla vita e al mondo sta all’origine della sua poesia perché egli affermò che l’arte è la forma di vita di chi veramente non vive: un compenso o un surrogato, ciò però non significa affatto che il poeta deve rinunciare alla vita perché è la vita che si deve incaricare di sfuggirgli.
Al ritorno dalla guerra, da Genova dove risiede, Montale prende contatto con l’ambiente liberale torinese. Collabora come critico letterario ad alcune riviste e pubblica alcuni versi che hanno formato qualche tempo più tardi la prima raccolta Ossi di Seppia. L’esperienza torinese vale anche come scuola di antifascismo.
Montale nello stesso anno degli Ossi di seppia firma il manifesto degli intellettuali antifascisti e a questa scelta di politica e morale non verrà mai meno.
A Genova, Montale, non ha un’occupazione che gli consenta l’indipendenza dalla famiglia, così la cerca prima a Milano senza fortuna, poi a Firenze, dove si trasferisce nel 1927, impiegandosi prima da un editore, poi dal 1929 in poi dirigendo il Gabinetto Vieneux, una celebre biblioteca della città. Tenne l’incarico fino al 1938, quando venne licenziato perché malvisto dal regime per non aver voluto accettare la tessera fascista. Negli ultimi anni d’anteguerra collabora alle riviste dell’ermetismo fiorentino, i cui giovani rappresentanti lo sentono e lo leggono come un maestro. Se quella degli ermetici sarà una poetica della parola, quella di Montale è una poetica di cose ed oggetti. Molto più della prima, incide sulla poesia montaliana la seconda guerra mondiale. Per il poeta è come il fascismo, una catastrofe che accentua il senso di disagio esistenziale. Montale pubblica nel luglio 1943 in Svizzera, le liriche di Finisterre, che sono un riflesso personale di quella “bufera”, con un’epigrafe contro i tiranni che la rendeva assolutamente impubblicabile in Italia.
Il disagio espresso nella politica montaliana spiega le ragioni che alla fine della guerra hanno indotto Montale a far parte per se stesso. Il mondo della guerra fredda, minacciato da un conflitto atomico, e la società europea avviata verso un intenso sviluppo economico ripropongono in lui ancor più vivo il senso di un rapporto disarmonico con la realtà. Pubblicato nel 1956 La bufera ed altro, Montale tace come poeta perché si dedica al giornalismo. Le prose giornalistiche, a cui affianca le nuove riflessioni spesso ironiche e caustiche, più tardi vengono pubblicate in diverse importanti raccolte, come Farfalla di Dinard e Auto da fè.
Quando Montale riprende a scrivere versi, negli anni sessanta, la sua poesia appare molto mutata nelle forme e nei toni e sorprende tutti. Nella nuova poesia di Montale si da più spazio alla contingenza storica e meno al simbolo.
Escono tra il 1972 e il 1980: Satura, Diario del ’71 e del ’72, Quaderno di quattro anni e altri versi. Ma non viene meno alla propria natura profonda perché anche se in forma nuova tocca i temi di sempre. Anzi, una delle spinte decisive a riprendere la penna sembra venire dalla morte della moglie, avvenuta nel 1963, che lo rimette di fronte a una situazione talvolta oggetto di poesia, l’assenza della donna. A partire dagli anni cinquanta arrivano al poeta alcuni riconoscimenti, tra cui la Legion d’onore, la nomina a senatore a vita nel 1967, cittadinanze onorarie, lauree honoris causa e infine nel 1975 il premio nobel. Montale, ormai uomo pubblico di primo piano e comunque appartato e scontroso, muore nel 1981, poco dopo l’edizione critica della sua Opera in versi. Al suo funerale presenziarono oltre quarantamila persone.
Gli Ossi di Seppia
Gli Ossi di seppia non saranno forse l’opera montaliana migliore in assoluto, che alcuni identificano nella Bufera, ma sono un opera che ha profondamente inciso nella cultura novecentesca e certo la raccolta montaliana più popolare. Con quest’opera Montale entra di diritto e precocemente nella categoria di quei poeti del Novecento che hanno dato voce al disagio dell’uomo contemporaneo.
Disarmonia, angoscia, male di vivere in un paesaggio scabro, sono i temi essenziali e veramente significativi degli Ossi di seppia. Come Leopardi, Montale afferma che per lui la vita è male, noia, legge di sofferenza. Così nascono le metafore più celebri di quest’opera: Camminare lungo un muro invalicabile e trovarsi impigliato fra le maglie di una rete e così via.
Eppure Montale si sente vicino al quid rivelatore e liberatore, a un passo dall’afferrare la vita, dare un senso all’esistere. A questa condizione alludono metafore altrettanto celebri come una smagliatura nella rete.
“Meriggiare pallido e assorto”
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni gli sterpi
schiocchi di merli frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o sulla veccia
spiar le file di rosse formiche
che ora si rompono e ora si intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra fondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andare nel sole che abbaglia,
sentire con triste meraviglie
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
“Meriggiare pallido e assorto” di Eugenio Montale
Commento
Meriggiare pallido e assorto è una poesia giovanile fu scritta da Montale nel 1916 e pubblicata nella raccolta Ossi di Seppia nel 1925. In questa poesia sono raccolti i temi di sempre, quelli che saranno costanti in tutta la produzione poetica di Montale.
In questa poesia, il poeta descrive la sua solitudine nel camminare nel rovente calore di un pomeriggio estivo: la natura appare arida e disseccata, immobile e bruciata, eppure non del tutto priva di segni di vita. Abbagliato dal sole egli non può spingere lo sguardo molto lontano e lo spazio ristretto delimitato da un muro molto alto, diviene una metafora dell’esistenza umana, vista come esperienza limitata e dolorosa.
Versione in prosa
Sono le prime ore di un pomeriggio estivo, tutte le cose appaiono sbiadite a causa dell’accecante luce solare, il poeta si ferma appoggiandosi a un muro ad ascoltare tra gli arbusti spinosi e i rami secchi i fischi acuti dei merli e i fruscii dei serpenti. Tra le crepe che si sono formate nel suolo e sulla veccia, una pianta da foraggio, si vede un’infinita fila di formiche rosse che si incontrano e si allontanano in cima a piccoli mucchietti di terra. Tra i rami degli alberi si possono osservare in lontananza i riflessi del mare, mentre si levano nell’aria i versi di cicale, simili a scricchiolii stridenti, dalle colline prive di vegetazione. E mentre il sole abbaglia gli occhi, il poeta sente con meraviglia che tutta la vita è un dolore ed è come camminare lungo un muro alto e invalicabile che ha in cima dei cocci aguzzi di una bottiglia rotta.
Storia:
Il secondo dopoguerra
Le conseguenze della seconda Guerra Mondiale
Questo ricercare un senso dell’esistere pervade con la noia, il male, la legge di sofferenza, buona parte della seconda metà del Novecento, a causa della seconda guerra mondiale che aveva lasciato innumerevoli danni e molta gente si era ritrovata senza casa, soprattutto in Germania e in Giappone che risultarono gli stati più colpiti.
Le conseguenze economiche furono terribili perché l’economia di tutti i paesi che avevano partecipato al conflitto era a pezzi e la popolazione moriva di fame, soprattutto in URSS dove in ogni regione tutte le risorse economiche erano state annientate sia dai tedeschi che dai russi. Questi ultimi, infatti, battendo in ritirata distrussero ogni possibile fonte di rifornimento per il nemico.
In Germania, anche se le case erano ridotte a cumuli di macerie, il 90% degli impianti industriali era praticamente intatto e le industrie erano già produttive.
Nei primi anni del dopoguerra in molti paesi i trasporti interrotti e le devastazioni delle campagne rendevano difficilissimo l’approvvigionamento delle città. Le case erano molto spesso prive di riscaldamento e la mancanza di combustibile impediva il ritorno delle fabbriche ad una normale produttività. I prezzi salivano e il mercato nero era fiorente, vendendo a prezzi nettamente superiori a quelli stabiliti per legge.
L’invio di aiuti da parte degli Stati Uniti alleviava in piccola parte questi disagi, ma non poteva far tacere la protesta nei paesi più colpiti dalla miseria.
L’olocausto
I danni morali invece furono inestimabili e irreparabili.
Dalla Germania occupata giunsero le prime testimonianze dirette di un fenomeno che negli anni precedenti non era del tutto sconosciuto, ma che molti preferirono ignorare: l’olocausto. Milioni di uomini furono umiliati, torturati e uccisi nei luoghi di sterminio creati dai nazisti, dove uccidere era una cosa di tutti i giorni. Nel 1946, dopo la guerra, si tenne un processo a Norimberga dove furono giudicati alti esponenti nazisti per “crimini contro l’umanità”, ma alcuni si erano già messi in salvo fuggendo soprattutto in Spagna e nell’America Latina.
I campi di concentramento avevano dato prova degli atti di ferocia commessi dai nazisti, e posero la questione delle responsabilità del popolo tedesco, che si trovò imputato di fronte all’intera umanità. Un fatto, però, rimane incontestabile: in quegli anni tragici una minoranza aveva preso l’impegno di combattere contro il nazismo e il fascismo fino al sacrificio della propria vita. Fu proprio l’esempio di coloro che avevano animato la resistenza ad accendere nel dopoguerra le speranze per il futuro.
La pace e la situazione territoriale
in Germania
In questa situazione drammatica un dato emergeva chiaramente: la guerra aveva dato in realtà due soli vincitori, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.
Gli Stati Uniti erano usciti quasi indenni dal conflitto e la loro immagine, nei paesi occidentali, era quella dei liberatori, i loro aiuti salvavano le popolazioni dalla morte, senza distinzione tra vinti e vincitori.
Il prestigio dell’Unione Sovietica era altrettanto alto perché i cittadini si erano sacrificati per costruire, dopo il regime zarista, un potente stato socialista.
Tra il luglio e l’ottobre 1946, l’URSS, gli USA e la Gran Bretagna, stabilirono le condizioni della pace nella conferenza di Parigi. Da questa conferenza emerse un’Europa completamente diversa da quella dell’anteguerra. L’Italia perse tutti i territori conquistati prima e durante la guerra e in più tutte le sue colonie.
La vittima di questa spartizione fu però la Germania che fu divisa prima in quattro zone d'occupazione (sovietica, britannica, francese e americana), poi fu spaccata in due tronconi perché le tre zone occidentali occupate da Francia, USA e Gran Bretagna furono unificate dando luogo alla Repubblica Federale tedesca, sotto la guida del cancelliere Adenauer. L’URSS, poi, creò nella sua zona d’occupazione, la Repubblica Democratica Tedesca. Da questa situazione, l’Europa fu divisa in due, ad ovest la sfera d’influenza degli Stati Uniti e ad est, quella dell’Unione Sovietica. Quando le tre zone d’occupazione in Germania furono unificate, i sovietici considerarono questa mossa pericolosa e risposero con il blocco terrestre di Berlino che restò priva di rifornimenti perché in piena area sovietica. Gli Stati Uniti risposero istituendo un ponte aereo che assicurava alla città approvvigionamenti. Dopo un anno Stalin ritenne non insistere oltre. La Germania risultò così divisa in due. La Germania orientale era governata dall’Unione Sovietica che la trasformò radicalmente: le industrie e le banche furono nazionalizzate, le grandi proprietà terriere già appartenenti ai nobili prussiani vennero confiscate e trasformate in aziende di Stato, la direzione politica venne affidata al partito comunista che era l’unico partito ammesso, il paese fu tenuto costantemente sotto controllo militare in condizioni di vita assai dure perché impegnato nello sforzo della ricostruzione e del pagamento delle riparazioni di guerra in Russia.
La Germania occidentale, invece, sorretta dagli aiuti economici americani rifiorì rapidamente.
Questo scompenso tra le due Germanie provocò frequenti sconfinamenti da parte dei tedeschi dell’Est nella Germania dell’Ovest, attraverso la frontiera rimasta aperta all’interno di Berlino. Per mettere argine al fenomeno dello sconfinamento venne eretto un muro nel mezzo della città nell’agosto del 1961 che venne soprannominato “Muro della Vergogna”.
A parte l’Italia e la Germania, nazioni sconfitte, grandi difficoltà opprimevano anche i paesi neutrali, ma coinvolti ugualmente nella guerra, come il Belgio e l’Olanda o i vincitori come la Francia. Quest’ultima usciva in realtà, da un buio periodo d'occupazione nazista, che aveva visto la popolazione dividersi tra collaborazionisti, che avevano aiutato il nemico, e resistenti, che lo avevano combattuto a prezzo della vita.
Qui e in Italia, la delusione verso i governi che avevano portato il paese alla rovina, rafforzò la formazione di forti partiti comunisti, che guardavano all’URSS come ad un modello da imitare.
In Inghilterra Churchill era considerato un eroe di guerra e la battaglia d’Inghilterra restava motivo d’ottimismo e d’orgoglio. Nonostante ciò, anche la Gran Bretagna era in crisi.
Gli organismi internazionali
Proprio questa debolezza spinse i governi europei a cercare un accordo di cooperazione economica da contrastare la concorrenza nazionale.
Il primo organismo economico europeo fu la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio che assicurò ed assicura tuttora vantaggi considerevoli agli stati membri. Il presidente Roosvelt aveva lanciato, alla conferenza di Yalta l’idea di un'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Poco dopo Roosvelt morì, ma Truman, suo successore, aveva presieduto alla nascita dell’ONU. Oltre a questa promessa di una pace durevole, se n'era accompagnata un’altra: era stato riconosciuto il diritto di ogni popolo a scegliere la forma di governo dello stato in cui avrebbe dovuto vivere. Nel 1949 Stalin istituì il COMECON, una specie di risposta al piano Marshall, che legava all’URSS tutti i paesi della sfera sovietica. L’adesione al COMECON fu rifiutata solo dalla Iugoslavia, che restò isolata sia da uno sia dall’altro blocco. La mossa successiva, da parte degli USA fu la creazione della NATO, che poneva tutti i paesi occidentali sotto la protezione nucleare americana.
I 12 paesi della NATO sono tuttora impegnati in un patto d'autodifesa collettiva contro qualunque attacco esterno, ma conservano
ancora i loro eserciti autonomi. Nel 1955 i sovietici risposero creando il Patto di Varsavia, un analogo sistema d'alleanza militare dal quale furono escluse solo l’Albania e la Iugoslavia.
La Guerra Fredda
Subito dopo la vittoria, gli Stati Uniti e l’URSS cominciarono a manifestare una violenta e reciproca ostilità perché troppe diversità le separavano.
A questo si aggiungeva da parte americana l’allarme nel costatare che nei territori compresi nella sfera sovietica, il dominio del governo di Mosca si faceva sempre più pesante e l’avanzata del comunismo appariva inarrestabile.
Nel 1947 nacque un “ufficio d'informazione” sovietico, il cominform, che serviva da organo di collegamento tra i partiti comunisti di tutto il mondo.
L’amicizia timorosa degli Stati Uniti verso i russi cominciò a trasformarsi in aperta ostilità e la fiducia che Roosvelt diede ai russi si trasformò sotto Truman in panico per l’allargarsi in Europa dei regimi comunisti legati a Stalin.
Nel 1947 la creazione della CIA, un’agenzia incaricata di ricavare informazioni sui piani dell’ex alleato e di contrastarli segretamente, fu la prova del cambiamento di rotta del governo americano. Nello stesso anno, il presidente Truman decise di intervenire in soccorso di ogni governo intenzionato a lottare contro il comunismo.
Ormai il mondo era diviso in due blocchi che si affrontavano in una guerra combattuta diplomatica-mente, ideologicamente e politicamente, ma sempre sul punto di esplodere. Negli Stati Uniti un paese basato su libertà e democrazia, durante la guerra fredda, la libertà di pensiero fu considerata un crimine ed una minaccia per la nazione. Il fatto che gli USA fossero gli unici possedere i segreti della bomba atomica preoccupò molto Stalin, che varò un programma nucleare urgentissimo e assunse scienziati comunisti occidentali che gli permisero di mettersi all’avanguardia. Nell’URSS in nome della ricostruzione, per colmare il divario economico con gli USA, s'instaurò un clima di sacrifici per la popolazione, i paesi satelliti furono sfruttati per fornire materie prime in nome della difesa del socialismo.
Il Piano Marshall
A distanza di pochi mesi fu compiuto un altro passo importante, che prese il nome di piano Marshall dal nome del generale che propose, infatti, a tutti gli europei un aiuto collettivo per quattro anni, attraverso doni in natura, consentendo così una più rapida ripresa economica.
Il piano Marshall si proponevo tre obiettivi principali:
- aiutare le popolazioni stremate dalla guerra garantendo la distribuzione gratuita di beni di prima necessità, specialmente alimentari;
- salvare l’economia statunitense che correva il rischio di entrare in una pericolosissima fase di sovrapproduzione, infatti gli americani mandavano in Europa ciò che non riuscivano a vendere in patria;
- aiutare i partiti anticomunisti sia con finanziamenti diretti, sia con un’intensa propaganda che esaltava le pessime condizioni di vita dell’est europeo governato dai comunisti.
Per questo a tutti i comunisti il piano Marshall apparve come il nemico da combattere. In Cecoslovacchia il governo formato da socialisti e comunisti si spaccò sulla decisione di accettare o rifiutare gli aiuti del Piano. I socialisti favorevoli furono cacciati e i comunisti assunsero il potere compiendo un colpo di stato noto come Colpo di Praga.
Il dopoguerra in Italia
In Italia gli anni del dopoguerra accesero grandi speranze: la popolazione credeva in un futuro diverso fatto di libertà e progresso. Molti credevano che una rivoluzione avrebbe cacciato via le classi compromesse con il vecchio regime e instaurato un regime socialista. Queste attese erano vive soprattutto nel Nord, dove la popolazione aveva subito più a lungo l’occupazione militare nazifascista. Qui si erano sviluppate le forze politiche di sinistra, soprattutto il partito comunista e il partito socialista, ma c’era anche uno schieramento moderato che voleva imporre una politica a piccoli passi e che costruisse un regime di tipo parlamentare. Nella politica estera il primo schieramento puntava all’unione Sovietica, mentre il secondo si batteva invece per l’adesione dell’Italia alla sfera d’influenza americana. I problemi politici erano due: decidere sul mantenimento della monarchia ed elaborare una nuova Costituzione, che assicurasse uno stabile sviluppo democratico del paese. Il 2 giugno 1946 il popolo italiano fu chiamato a votare su entrambi i problemi. Questa fu la prima elezione a suffragio universale nella storia dell’Italia cioè estesa anche alle donne.
La scelta tra monarchia e repubblica fu affidata a un referendum dal quale risultò che la maggior parte degli italiani votò a favore della repubblica. Così il re fu condannato all’esilio e nacque la Repubblica Italiana.
Il compito di elaborare la nuova Costituzione fu affidato ad un’Assemblea Costituente eletta lo stesso giorno del referendum.
Uno dei primi atti della Costituente fu l’elezione del Presidente della Repubblica. La scelta cadde su Enrico De Nicola, un giurista liberale apprezzato per le sue capacità di mediazione.
Le elezioni per la Costituente disegnarono anche il quadro delle forze politiche italiane. Esse decretarono il successo di tre partiti: la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista e il Partito Comunista, che complessivamente raccolsero più della maggioranza dei voti, mentre altri partiti si spartirono il resto.
La Democrazia Cristiana si qualificò come partito di maggioranza, per questo al suo segretario, Alcide De Gasperi, spettò l’incarico di formare il nuovo governo, che comprendeva oltre ai democristiani, socialisti, comunisti e repubblicani.
La Democrazia Cristiana si ispirava al vecchio partito popolare di Don Luigi Sturzo, e come quest’ultimo aveva una caratteristica interclassista, sosteneva cioè l’esigenza di conciliare le esigenze delle varie classi sociali escludendo la lotta di classe e si fondava sui valori del cattolicesimo.
La Democrazia Cristiana si era presentata alle elezioni come un partito non favorevole a qualsiasi avventura rivoluzionaria e il successo elettorale ottenuto fu dovuto al consenso che aveva saputo trovare tra le masse cattoliche e l’elettorato moderato. La Democrazia Cristiana divenne così l’ago della bilancia tra una sinistra forte ma divisa in due partiti e una destra elettoralmente debole.
Il partito Socialista aveva una grande tradizione nella politica italiana, perché era stato il maggiore gruppo oppositore nell’Italia pre-fascista. All’interno di questo partito c’erano due tendenze opposte: la prima era favorevole all’alleanza di tutte le sinistre, la seconda ostile ai comunisti guardava con favore al dialogo con le masse cattoliche. I sostenitori della seconda linea uscirono dal partito e diedero vita a una formazione politica moderata che prese il nome di Partito Socialdemocratico.
La forza più compatta della sinistra era il Partito Comunista Italiano che nelle elezioni era arrivato al terzo posto fra tutti i partiti. Il segretario comunista Palmiro Togliatti era consapevole della gravità che il problema comunista rappresentava nel nostro sistema politico. L’Italia apparteneva, infatti, alla sfera d’influenza americana, e ciò rendeva molto probabile l’intervento alleato a un primo accenno di rivoluzione. Togliatti si impegnò a convincere i militanti del partito comunista che non era ancora tempo per la rivoluzione e sostenne la necessità di collaborare con altre forze politiche, in segno della ricostruzione e della conciliazione nazionale. Questa scelta in politica interna creavano però un certo contrasto con gli orientamenti del partito in politica estera, perché Togliatti e l’intero gruppo dirigente comunista non misero in discussione il mito di Stalin e dell’Unione Sovietica. Questo duplice atteggiamento attirava la critica degli avversari che accusavano i comunisti di fare il “doppio gioco” approfittando della situazione per rafforzarsi e scatenare la rivoluzione al momento opportuno.
La pace firmata a Parigi non ebbe per l’Italia conseguenze troppo gravi perché De Gasperi condusse le trattative con fermezza e dignità, sostenendo che il popolo italiano non aveva voluto quella guerra imposta dal regime e che in ogni modo si era riscattato con la resistenza al fascismo e al nazismo. Egli, infatti, poteva ricordare agli alleati che quasi tutte le grandi città italiane erano state liberate dai partigiani prima dell’arrivo delle loro truppe. Così l’abilità di De Gasperi e l’atteggiamento degli Americani limitarono i danni della sconfitta.
Il 1° Gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione Repubblicana, nella quale vennero riconosciute come diritti fondamentali di tutti i cittadini quelle libertà politiche e civili di cui il fascismo aveva privato il popolo italiano. Nonostante questi importanti risultati, le elezioni politiche del ’48 si svolsero in un clima aspro e teso, perché la guerra fredda si rifletteva sui temi dello scontro politico. La scelta per la Democrazia Cristiana divenne una scelta per l’occidente americano, mentre quello per i socialisti e per i comunisti un’adesione all’oriente sovietico. I condizionamenti della politica estera sulle elezioni furono molto forti, perché pochi giorni prima delle elezioni il governo statunitense dichiarò che in caso di vittoria socialcomunista ogni aiuto economico all’Italia sarebbe stato sospeso. Anche le vicende dell’Europa orientale, dove i comunisti s'impadronivano del potere eliminando con la forza qualsiasi opposizione, ebbero un peso sulle scelte degli elettori.
La Democrazia Cristiana ebbe un successo enorme e conquistò la maggioranza in assoluto dei seggi in parlamento, quindi il popolo italiano dichiarò la sua adesione al blocco occidentale.
Si chiuse, in questo modo, la fase più incerta del dopoguerra, l’Italia si avviò verso l’industrializzazione, si spensero le speranze delle sinistre di conquistare il potere e si rafforzò la prevalenza del partito cattolico.
Geografia:
Gli Stati Uniti d’America
Il territorio
Se in questo momento noi viviamo in questa situazione notevolmente migliore di quella dei paesi che non hanno beneficiato del Piano Marshall, dobbiamo ringraziare gli Stati Uniti che conservano tuttora il ruolo di prima potenza economica del mondo, nonostante la concorrenza che si sono creati con i loro aiuti nel mercato europeo.
Gli Stati Uniti sono una realtà composta in cui si trovano elementi completamente diversi come New York con la sua grande megalopoli e gli spazi sterminati dei deserti, l’avanguardia artistica e di costume, ma anche il mondo un po’ chiuso e tradizionalista di provincia, i negozi più famosi del mondo, ma anche i quartieri degli emarginati che vivono in condizioni durissime. Gli USA sono organizzati politicamente in una repubblica federale costituita da 50 stati e un distretto federale (quello della Columbia), nella quale il presidente è anche capo del governo. Ogni stato statunitense ha il suo governatore, eletto dal popolo, e il suo Parlamento che può votare autonomamente le sue leggi; tra questi stati variano alcune cose come le politiche fiscali che fanno variare i prezzi da uno stato all’altro e sono diverse alcune leggi come la pena di morte che non è in vigore in 13 stati su 50, quasi tutti del nord.
Il territorio statunitense presenta aspetti e climi molto vari. La costa orientale appare pianeggiante e qui sorgono alcune delle città più importanti del paese come New York, Boston e Filadelfia, che con altre città come Washington e Baltimora costituiscono un’unica fascia urbana, la più popolata del mondo, che ha preso il nome di Megalopoli. Qui vi è concentrata una ricchezza immensa e vi si trovano luoghi di grande importanza per la nazione e per il mondo come la Casa Bianca residenza del presidente americano che attualmente è Bill Clinton, famose università come la Columbia University e il Pentagono il più potente complesso militare del mondo. Più all’interno il paesaggio diventa montuoso con la catena degli Appalachi, che raggiungono la vetta più alta con il monte Mitchell che raggiunge i 2000 metri. A Nord di questa catena montuosa si estende la regione dei Grandi Laghi, fortemente urbanizzata, nella quale si trovano città come Chicago, Detroit. La parte centro-occidentale appare montuosa con l’imponente catena delle Montagne Rocciose.
A Ovest degli Appalachi si stende un’area di fertili pianure basata essenzialmente sull’agricoltura praticata però in modo intensivo, che produce principalmente mais e frumento. Gli stati del sud Atlantico sono tradizionalmente caratterizzati dalle piantagioni di cotone e di tabacco ma anche l’industria, le attività estrattive e il turismo forniscono altri redditi. Negli stati del sud, la fascia del sole, prevale un paesaggio pianeggiante interrotto da numerosi corsi d’acqua tra cui il più importante è il Mississippi che costituisce una via di commercializzazione di prodotti agricoli. Qui le paludi hanno lasciato il posto a coltivazioni e spazi per l’allevamento ma l’area nel complesso appare tra le più povere degli USA. Solo il Texas e la Louisiana, forti delle ricchezze del sottosuolo hanno radicalmente modificato l’economia tradizionale dedicandosi alla produzione di petrolio e gas naturali. Gli stati che affacciano sul Pacifico sono attraversati da due catene montuose che si estendono parallele alla costa, una interna, la Sierra Nevada, e una esterna, la Catena Costiera. A nord l’abbondanza delle acque è sfruttata per produrre energia idroelettrica. L’aridità a sud è molto intensa ed è affrontata con imponenti opere idrauliche che rendono la regione una delle più intensamente coltivate del mondo. Sulla costa occidentale si trovano altre città importanti come San Francisco, Los Angeles e San Diego. Qui si sta formando un’altra megalopoli che per fama e potere economico-amministrativo è in concorrenza con quella di nord-est. Nei pressi di Los Angeles sorgono il più famoso centro cinematografico del mondo, Holliwood, e il più celebre parco dei divertimenti, Disneyland. Del territorio statunitense, fanno parte anche l’Alaska e le Hawaii. L’Alaska è entrata a far parte degli USA una quarantina di anni fa, è molto estesa, ed è molto importante per la sua posizione e le sue risorse naturali, infatti petrolio, oro, pesca e legname sono le fondamentali fonti di reddito. Le Hawaii sono formate da otto isole dominate da alti vulcani, e sono importanti per la loro posizione poiché sono un grande centro di turismo di lusso e sono un’importante base aereo spaziale statunitense.
Storia
Il territorio statunitense fu popolato in origine dai pellirossa, in seguito fu colonizzato dai francesi, dagli inglesi, dagli olandesi e dagli spagnoli. Dopo alcune vicende, i coloni americani si ribellarono alla madre patria inglese e scoppiò una guerra, durante la quale gli americani dichiararono la loro indipendenza che dopo aver sconfitto gli inglesi, fu riconosciuta col trattato di Parigi e in seguito la convenzione di Filadelfia redasse una costituzione che è in parte tuttora vigente. Il primo presidente del paese che prese la struttura di uno stato federale, dove cioè il governo centrale si occupa della gestione degli affari comuni, mentre ogni singolo stato si occupa della gestione degli affari locali, fu George Washington. Per conquistare nuove terre ebbe inizio la colonizzazione dell’ovest che era popolato dai pellirossa, i quali furono ben presto ridotti in schiavitù o sterminati. Nella seconda metà dell’Ottocento, scoppiò la guerra di secessione, che vide affrontarsi gli stati del sud, agricoli e schiavisti, e gli stati del nord, industrializzati e antischiavisti. Il tentativo del sud di formare uno stato indipendente fallì, perché vinse il nord, sotto la guida del presidente Lincoln.
Le città più importanti
Le città più importanti degli Stati Uniti sono:
- Washington, è la capitale, si trova nel piccolo distretto federale di Columbia, ed è la sede della Casa Bianca, la residenza del presidente;
02- New Orleans, è una città stupenda, si trova nella Lousiana ed è la capitale del jazz, la musica dei neri che è famosa in tutto il mondo.
- New York, è la più popolosa metropoli americana. È un centro finanziario, commerciale, industriale e politico di grande importanza.
È formata da cinque nuclei urbani, disposti intorno alla foce del fiume Hudson, questi sono: Manhattan, Bronx, Queens, Brooklyn e Richmond. In questa metropoli si trovano un po’ tutte le razze e le culture del mondo, però è la città che accoglie la borghesia e la classe media più colte d’America, ma anche molti criminali. A New York vivono gli alti esponenti della mafia che controlla il mercato della droga e del gioco d’azzardo. Questa città nacque all’inizio del diciassettesimo secolo, come scalo commerciale sulla punta della penisola di Manhattan, ma si sviluppo come centro manifatturiero sotto il governo inglese, fino a quando divenne la capitale economica del paese dopo la guerra d’indipendenza. Tra i più importanti monumenti della città ci sono il ponte di Brooklyn e
la Statua della Libertà che sono divenuti i simboli della città e degli USA. Altri monumenti importanti sono la St. Paul’s Chapel , la Trinity Church e la St. Paul Chathedral, gli edifici della Columbia University.
L’economia
Quasi un secolo fa, gli USA ebbero un fondamentale sviluppo in tutti i settori dell’economia. I principali fattori della fiorente economia statunitense sono due:
- la disponibilità di un territorio molto esteso e ricchissimo di risorse naturali, il cui sfruttamento ha consentito l’accumulo di capitali che è alla base di tutti i progressi avvenuti successivamente;
- l’afflusso di milioni di uomini da ogni parte del mondo che in cerca di una situazione migliore, hanno accresciuto la popolazione delle città.
Gli USA hanno attraversato un periodo di crisi tra il 1945, appena usciti dalla seconda guerra mondiale, e il 1973, quando i principali paesi petroliferi imposero un grande aumento del prezzo di questa materia prima. Oggi hanno ripreso a produrre grazie all’impiego di capitali all’estero, favorendo l’evoluzione tecnologica.
I problemi
Non si può dire che gli Stati Uniti siano assolutamente uno stato senza problemi ma certamente non hanno i problemi dei paesi del terzo mondo, in confronto ai quali i problemi degli USA non sono niente. Gli Stati Uniti devono fronteggiare e controllare il degrado dell’ambiente, collegato all’urbanizzazione del loro territorio e all’aumento della richiesta di prodotti industriali. Inoltre, devono affrontare l’emarginazione degli anziani e dei poveri, l’aumento dell’immigrazione che comporta la diffusione della droga e, per alcune metropoli, della criminalità sia organizzata, sia di basso livello. Gli Stati Uniti hanno il problema di conciliare il mantenimento della loro potenza economica con le ingenti spese destinate alle forze armate. Infine esiste il problema di assicurare una convivenza pacifica tra le tante etnie, civiltà e razze che compongono la popolazione statunitense.
L’agricoltura
Il clima e il territorio statunitense sono stati alcuni dei fattori che hanno consentito un grande sviluppo dell’agricoltura statunitense. Si deve tenere conto che oltre alle risorse naturali, l’agricoltura è organizzata benissimo. Per sfruttare in modo adeguato le risorse del territorio, l’agricoltura e l’allevamento sono state organizzate in belts o cinture.
Ogni belt è adeguato alle possibilità naturali dei vari ambienti. Ci sono varie cinture fondate sulle colture prevalenti. L’insieme dei prodotti coltivati dalle varie cinture forniscono sul mercato una grande varietà di prodotti, i quali sono divisi poiché alcuni vengono venduti nel mercato interno, altri vengono esportati, come il cotone.
La popolazione
Lo sviluppo demografico degli stati Uniti è stato molto rapido a causa dell’alto numero di immigrati provenienti da tutto il mondo. Gli Usa sono definiti la terra del melting pot, cioè della mescolanza delle razze. Ciò è vero solo in parte perché episodi di razzismo verso gli individui con un colore della pelle diverso sono frequenti. La razza dominante è quella bianca di origine inglese, che si è poco integrato con altre popolazioni bianche come gli italiani e i messicani. Il gruppo razziale più emarginato è quello nero di origine africana che fu deportato dai mercanti di sciavi, esso è presente soprattutto negli stati del sud, dove era usato per coltivare la terra. Questo fu liberato dalla schiavitù solo dopo la guerra di secessione e fu abolita ogni minima forma di schiavitù da tutto il paese.
Gli indiani, eredi della popolazione originaria, oggi sono meno di un milione e per la maggior parte vivono in riserve, cioè in territori a loro destinati secondo gli accordi con il governo degli Stati Uniti. La loro vita in questa riserve è molto dura per la diffusione di malattie, per la miseria e per la degradazione.
Inglese: Education in Britain and in the USA
Tra sistema scolastico statunitense, che più o meno simile a quello britannico, e il sistema scolastico italiano ci sono molte differenze.
Education in the USA
American children begin school at about six years of age, attending six years of primary school. They then go to secondary school, which usually consists of two tree-years programmes: junior high school and senior high school.
After finishing high school, when they are seventeen or eighteen years old, the US students may move on to college, university or professional school.
In the USA there are basically two types of high schools, college preparatory who is called college prep, and vocational. A college prep high school is one which prepares student for university study. A vocational high school prepares students for a particular job or trade. In their last years of high school the student who studied vocational courses already have a good preparation for their future jobs. Students who want to college, on the contrary, must demonstrate that they will be capable of getting good grades and doing good work. They must take a national standardized examination to demonstrate their capability. It is called SAT (Scholastic Aptitude Test). SAT is a tree-hour, multiple choice examination divided into six parts of thirty minutes each.
Other information is used to judge the students’academic capabilities.
The GPA is formed from all the grades the student has got during high school
in America you can choose other courses besides the basic compulsory courses.
University prefer accept students who have chosen the most difficult ones.
Education in Britain
Compulsory education in Britain starts at five years with primary school where
children learn to read and white and they study basic subjects like: Arithmetic,
Geography, History, Painting and Physical Education.
Secondary education starts at eleven years and the students can go either
to a state or a public school.
The state school is called comprehensive school and offers courses for all interest and abilities. Students attend this schools from eleven to sixteen years. Then they can either leave school or attend the sixth form which is a tree years course for student who want to attend higher education that is university, polytechnic or college. A small percentage of pupils go to a public school, which is private and very expensive. The most famous school in Britain are Eton, Harrow, Winchester and Rugby. At sixteen years the student pass the GCSE (General Certificate of Secondary Education) which is usually written and there is one for each subject.
After the sixth form students have to pass another exam “A” level (advanced). Entrance to university is largely based on students “A” level results. Each school in Britain has its own uniform with distinctive colours and students are obliged to wear it, in this way class differences are supposed to be eliminated.
Every school day starts with an assembly and a short religious service held by the Headmaster, it lasts from nine a.m. to four p.m.; the school week finishes on Friday and the school year is divided into terms. State school are free and also textbooks and exercise books are provided without charge.
scienze:
Le reazioni nucleari e la bomba atomica
Le reazioni nucleari
Forse il più importante progresso nella tecnologia del Novecento è stato la scoperta delle reazioni nucleari, che permettono di sfruttare un nuovo tipo di energia meno inquinante ma molto più pericolosa delle altre: l’energia nucleare.
Tutta la materia che ci circonda compreso il nostro corpo è formata da atomi organizzati in molecole. Gli atomi sono piccolissimi e invisibili per l’occhio umano. L’atomo è costituito da diverse particelle:
- gli elettroni, che hanno carica elettrica negativa e che si muovono intorno al nucleo dell’atomo;
- i protoni, che hanno carica elettrica positiva;
- i neutroni che non hanno carica elettrica.
Nell’atomo si trova un nucleo formato da protoni e da neutroni.
Il numero degli elettroni, dei neutroni e dei protoni è caratteristico per ogni elemento.
L’elemento naturale più pesante è l’uranio, perché esso ha il nucleo più grosso tra tutti gli elementi.
I processi fondamentali che permettono di ricavare energia dalla materia sono due:
- la fissione nucleare;
- la fusione nucleare;
La fissione nucleare fu scoperta da un fisico tedesco Otto Hahn che aveva ottenuto la prima reazione di fissione (cioè di scissione) nucleare in laboratorio. Enrico Fermi, un fisico italiano che si trasferì negli Stati Uniti, formulò la prima la teoria sulla possibilità di ottenere energia atomica dalla fissione dell’atomo. Questo era il maggiore esperto al mondo di neutroni , le particelle del nucleo atomico con cui si bombardano gli atomi. Egli, inoltre, aveva scoperto che rallentando i neutroni con acqua essi aumentavano il loro potere collisionatore invece di ridurlo. Fermi aveva come obiettivo la realizzazione di elementi radioattivi artificiali , ma senza accorgersene ottenne la scissione dell’atomo.
Messo al corrente della scoperta ,del fisico tedesco, capì che con la fissione nucleare, si potevano ottenere tanti neutroni quanti se ne voleva. La fissione nucleare avviene quando un nucleo di particolari elementi si scinde producendo una grande quantità di energia.
Questi particolari elementi sono l’Uranio e i tre isotopi di questo: 238U che ha 92 protoni e 146 neutroni ed è molto diffuso ,235U che ha 92 protoni e 143 neutroni e l’233U . È l‘235U che può subire la fissione se viene bombardato dai neutroni, da questa si originano due frammenti, un atomo di bario e un atomo di kripton, due neutroni e mezzo, molta energia e un neutrino. Di conseguenza la reazione nucleare di fissione si potrà indicare così:
235U+n=139Ba+94Kr+E+2,5n+y
I neutroni emessi mediante la fissione di un nucleo di uranio possono a loro volta produrre altri neutroni che sono capaci di provocare la fissione di altri nuclei, solo se rallentati con acqua e riscaldati, neutroni termici, perché altrimenti si trovano ad alta velocità mentre occorrono che siano lenti in modo che girino intorno al nucleo di uranio e possano entrarvi lentamente. Questo processo costituisce una reazione a catena.
La fusione nucleare o reazione termonucleare è il processo opposto alla fissione, è una reazione nella quale si ha l’associazione o fusione di più nuclei leggeri per darne uno di peso atomico maggiore.
Di solito si ottiene utilizzando i due isotopi dell’idrogeno: il deuterio, 2H , che possiede un protone e un neutrone, e il trizio, 3H , che possiede un protone e due neutroni. La fusione nucleare può avvenire mediante la fusione di due nuclei di deuterio o un nucleo di deuterio e uno di trizio.
Dall’associazione di questi due nuclei, si ottiene un nucleo di un elemento più pesante che è in questo caso un gas nobile, l’elio. Oltre alla formazione di quest’elemento, si ottiene energia, un neutrone e un neutrino. Di conseguenza possiamo indicarla così:
2H+2H=3He+E+n oppure 2H+3H=4He+E+n
La fusione e la fissione sono reazioni che partendo da nuclei meno stabili (molto leggeri o molto pesanti) producono nuclei di massa intermedia e quindi più stabili, da ciò si può liberare una grande quantità di energia che è pari alla differenza di energia di legame dei nuclei risultanti e dei nuclei iniziali. In entrambi i casi le masse dei prodotti sono inferiori a quelle di partenza, perché il difetto di massa è stato tramutato in energia, secondo la teoria di Einstein. L’eccessiva temperatura necessaria per far avvenire la fusione nucleare ha spinto numerosi scienziati a cercare nuove soluzioni. Negli USA alcuni chimici hanno elaborato un metodo che consente di provocare la “fusione a freddo”, cioè senza ricorrere ai circa 100 milioni di gradi di temperatura. In Italia il professore Scaramuzzi ha ripetuto l’esperimento seguendo un metodo più semplice ed è giunto allo stesso risultato. La fusione nucleare a freddo consiste nel provocare la fusione dei nuclei atomici comprimendoli con metodi chimici e fisici a temperatura ambiente o sottozero. I ricercatori americani hanno usato particolari metalli quali il titanio e il palladio che agendo come spugne s’imbevono di deuterio creando una reazione elettrochimica che innesca la fusione nucleare. Il metodo seguito dal professore Scaramuzzi è più semplice: in particolari condizioni di temperatura e pressione il titanio viene posto a contatto con il deuterio allo stato gassoso innescando cosi la fusione.
Gli esperimenti continueranno per cercare di ottenere un’energia pulita e abbondante che segnerà una nuova era per l’umanità.
La bomba atomica
Nella bomba nucleare o bomba atomica avviene una reazione nucleare a catena non controllata. Nel corso della seconda guerra mondiale gli Stati Uniti realizzarono una manovra offensiva ai danni del Giappone intervenendo con massicci bombardamenti .
Una bomba atomica era già stata sganciata in via sperimentale nella pianura di Jornada del Muerto, nel nuovo Messico, il 16 luglio 1945. Un’altra bomba all’235U fu sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945. I danni furono gravissimi: gli edifici risultarono per ¾ distrutti; dei 350.000 abitanti circa 100.000 morirono al momento della esplosione, decine di migliaia negli anni seguenti a causa di numerose malattie insorte a causa delle radiazioni; negli anni successivi nacquero numerosi bambini con tremende malformazioni e mutilazioni.
Una seconda bomba atomica al 238Pl ottenuto dal bombardamento dell’uranio naturale con neutroni, fu sganciata il 9 agosto 1945 su Nagasaki.
I danni causati dall’esplosione furono minori di quelli causati tre giorni prima a Hiroshima, le vittime furono circa 40.000.
Le due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, oltre a quella sganciata sulla pianura di Jornada del Muerto, furono le uniche bombe atomiche allora costruite. Allora il governo statunitense decise di costruirne altre ancora più potenti, ma era necessario sperimentarle fu scelto di farlo sull’atollo di Bikini nell’Oceano Pacifico. La popolazione che viveva qui fu trasferita in un’altra isola e cominciarono gli esperimenti che furono 23 in tutto e si svolsero dal 1948 al 1956. Su Bikini venne sperimentata la bomba H, o ad idrogeno, ottenuta mediante la fusione nucleare dell’idrogeno. La potenza di questa bomba venne sottovalutata poiché le radiazioni raggiunsero un’isola che si trovava a 200 km di distanza ed un peschereccio giapponese, uno dei marinai morì nei giorni seguenti e tre dei quattro bambini ustionati per aver giocato nell’acqua inquinata dalle radiazioni, svilupparono negli anni seguenti, tumori alla tiroide e uno di questi morì circa vent’anni dopo per leucemia.
Le bombe atomiche aprirono una nuova era , quella in cui le armi costruite dall’uomo sarebbero state in grado di distruggere la vita sul pianeta.
ED. TECNICA:
L’energia nucleare
I reattori nucleari
I reattori nucleari, sono costituiti da un ”nocciolo” o “cuore”, che è una parte centrale contenente il combustibile, e da un complesso di servizi, il tutto racchiuso in un involucro protettivo.
Il reattore nucleare è un dispositivo che serve ad ottenere energia da reazione
nucleare, la quale si
manifesta in genere sotto forma di calore che può essere utilizzato per riscaldare un fluido che si espanda nelle tradizionali macchine termiche (turbine per centrali termiche,
motori navali, ecc.) allo scopo di ottenere energia elettrica o lavoro meccanico.
I costituenti di un reattore nucleare sono: combustibile (generalmente Uranio 235), moderatori e sostanze che provocano il rallentamento dei neutroni, fluido refrigerante (un tempo era usato gas, oggi in quasi tutte le centrali è usata l’acqua). Il fluido refrigerante trasporta il calore dall’interno del reattore all’esterno, raffredda il reattore e si riscalda. Poi viene costretto a passare per uno scambiatore di calore dove cede il suo calore all’acqua.
Le Centrali Nucleari
Esistono due tipi di centrali nucleari, che variano a seconda del fluido refrigerante usato, ci sono le centrali ad acqua pressurizzata e la centrale ad acqua bollente. L’acqua pressurizzata e l’acqua bollente sono i due tipi di fluido refrigerante che viene usato per trasportare il calore dal nocciolo, sotto forma di vapore, per azionare la turbina e per azionare l’alternatore di un sistema di generazione elettrica. Nella centrale ad acqua pressurizzata (o in pressione), il raffreddamento avviene con acqua che circola in un circuito primario, ad alta pressione, poi l’acqua del circuito primario cede il suo calore, una centrale di questo tipo è la centrale di Trino Vercellese. Nella centrale ad acqua bollente, invece, l’acqua circola direttamente nel nocciolo ed evapora, poi il vapore viene separato dall’acqua e inviato nella turbina, questo modello è usato nelle centrali di Latina e di Caorso.
Alcune volte il refrigerante non entra nella turbina, ma cede la sua energia termica, tramite uno scambiatore di calore, a un circuito secondario, dove si genera il vapore che provvede ad azionare la turbina. I reattori autofertilizzanti, che tra una decina d’anni raddoppieranno la disponibilità di combustibile atomico, ne aumentano di circa sessanta volte il rendimento. Il loro funzionamento è complicato perché hanno bisogno di una grande quantità di materiale fissile, normalmente plutonio, e visto che
quest’elemento è impiegato per fabbricare le armi nucleari c’è molta preoccupazione. Una possibilità sfruttabile tecnicamente per produrre energia nucleare è la fusione nucleare. Fino ad ora non è stato possibile controllare questo processo, ma se in futuro si riuscisse a fare ciò il mondo disporrebbe di una quantità enorme di energia a basso costo.
La Centrale Nucleare di Chernobil
Le centrali nucleari sfruttano pochissimo combustibile, e producono una piccola quantità di scorie, pericolosissime però al punto di essere mortali.
Il 26 Aprile del 1987, a Chernobil una località dell’Ucraina, alcuni tecnici tentarono degli esperimenti molto rischiosi per un impianto di tipo antiquato come quello della centrale nucleare dell’Ucraina.
La centrale aveva un reattore con moderatore costruito da grafite e raffreddato ad acqua. L’interruzione del circuito di raffreddamento ad acqua provocò il surriscaldamento e quindi la fusione delle barre di uranio: l’enorme temperatura raggiunta produsse la combustione della grafite, che è carbonio puro.
Dopo questo disastro molte conseguenze rimasero irrimediabili, perché quasi tutte le nazioni europee furono investite da nubi radioattive portate dai venti.
È stato tentato di dare un primo bilancio dell’impatto sanitario dell’incidente di Chernobil sulla popolazione italiana. Alcuni esperti hanno calcolato che il solo 131Iodio ( ottenuto dalla fissione dell’Uranio), disseminato in Italia dalla nube radioattiva provocherà 1200 tumori addizionali alla tiroide, di cui circa sessanta mortali. Per gli altri radionuclidi come il 134Cesio, il 137Cesio, e lo 90Stronzio ( che sono anch’essi prodotti dalla fissione dell’Uranio) non è stata ancora possibile una stima analoga perché questi elementi rimangono nell’ambiente per tempi più lunghi.
Ed. fisica:
Le Olimpiadi
Le Olimpiadi Moderne
Il Novecento non è solo un secolo di invenzioni o di guerra, ma è un secolo in cui si sta cercando di stabilire una convivenza pacifica di tutti i cittadini. Le olimpiadi moderne nacquero nel 1893 dall’iniziativa di Pierre De Couberten che convocò un congresso internazionale delle varie organizzazioni sportive.
La partecipazione era aperta a tutte le nazioni o almeno quelle riconosciute tali e gli atleti dovevano possedere un solo requisito: essere dilettanti. Nelle ultime olimpiadi vennero disputate gare appartenenti alle discipline di atletica leggera, canottaggio, ciclismo, ginnastica, lotta, pugilato, scherma, sollevamento pesi, sport equestri, vela, calcio, canoa, judo, pallavolo, hockey.
Parallelamente all’inizio delle Olimpiadi di Parigi vennero inaugurate le Olimpiadi invernali a Chamonix. Pierre De Couberten lo fece secondo me soprattutto per un solo scopo quello di far socializzare i partecipanti infatti il suo motto è “l’importante non è vincere ma partecipare”.
Le Olimpiadi Antiche
Egli prese spunto dalle olimpiadi antiche sono degli antichi giochi che venivano celebrati nell’antichità classica, durante le feste olimpie che avevano luogo nella città greca di Olimpia. Le olimpiadi ricorrevano ogni quattro anni, duravano cinque giorni: il primo era dedicato a cerimonie religiose e agli esami dei concorrenti, nel quinto venivano premiati i vincitori. Le tre giornate centrali (seconda, terza e quarta) erano dedicate esclusivamente alle gare dei fanciulli, degli adulti e con i cavalli.
Dapprima le gare comprendevano soltanto la corsa a piedi, poi il penthaon (la corsa a squadriglia), le corse a cavallo e il pancrazio.
Lo Sport oggi
In questi ultimi decenni lo sport è diventato molto importante sia per i ragazzi che per gli adulti. I ragazzi prendono lo sport al contrario degli adulti, come una cosa seria, magari una cosa che potrà continuare in futuro. La maggior parte dei ragazzi smettono di allenarsi sia perché si accorgono che continuando non avrebbero più il tempo necessario per studiare, sia perché vorrebbero dedicare il loro tempo adatto. Una minoranza però, crede veramente nello sport che ha scelto perché le piace e continua ad allenarsi cercando di dare il meglio di sé perché pensa che potrebbe essere un buon lavoro per il futuro e così nascono i veri campioni. Per me alcuni adulti non prendono lo sport come una cosa seria, per loro questo diventa un hobby o un’occasione di svago per uscire dall’ambiente domestico, per incontrare gli amici e smaltire i grassi accumulati durante la settimana, infatti gli adulti svolgono sport quasi sempre nei fine settimana, quando sono liberi dal lavoro.
Ed. artistica: Il Novecento e l’Espressionismo
L’arte del novecento
Fin dalle origini l’arte è stata legata ai più importanti fenomeni storici, politici ed economici della società di cui era espressione. Nel Novecento il progresso tecnologico, industriale e culturale, subisce una forte accelerazione che porta bruschi cambiamenti nella società. Si sente perciò l’esigenza di modificare l’arte, di renderla più attuale, adeguandola alle esigenze dei tempi che cambiarono. Il desiderio di molti pittori è quello di rompere con la tradizione e con il passato, di creare una nuova di pittura. Queste nuove tendenze innovative mirano a riprodurre la realtà non così com’è, ma a rappresentarla attraverso il filtro delle proprie idee e delle proprie esperienze. Nascono così nuove correnti come l’Espressionismo che privilegia l’espressione dei sentimenti interiori, il Cubismo che mira a rappresentare la realtà come è in tutte le sue dimensioni, il Futurismo che vuole rappresentare gli aspetti della nuova civiltà delle macchine, come la velocità e il dinamismo, e infine l’Astrattismo che non riproduce più le forme esistenti in natura ma ne inventa di nuove che sono un’insieme di fantasia, linee e colori.
L’Espressionismo
Nei primi anni del Novecento attorno a Henri Matisse si riunisce un gruppo di giovani pittori accomunati dal desiderio di rompere con l’Art Noveau e il realismo impressionista. A questi, della pittura legata all’Art Noveau non piacevano il carattere decorativo e i contenuti simbolici e fantastici, mentre la tradizione impressionista appariva ormai superata dalle nuove ricerche di Seurat, Gauguin e Cézanne. Proprio questi tre artisti influenzarono profondamente il giovane Matisse: Seurat, per l’uso del colore puro, Gauguin e Cézanne per la semplicità delle forme. Matisse e gli altri pittori espongono le loro tele a Parigi, provocando subito un grande scandalo. Essi prendono il nome di Fauves che significa belve, perché così vengono definiti da un critico. Questi tendono a semplificare la struttura delle loro opere, rifiutando le regole della prospettiva e predicando un’assoluta libertà creativa, soprattutto nell’uso del colore, che diventa il protagonista delle opere dei Fauves. Dopo qualche anno Matisse si concentra sull’espressività della linea, che crea alcune forme che vengono riempite da colori puri, come nel dipinto “La stanza rossa”.
Un’altra personalità importante nel gruppo dei Fauves è Andrè Derain che nel Ponte di Westminister e nella Donna in Camicia offre un’interpretazione e non una rappresentazione della realtà.
ED. Musicale:
Il Jazz
Le Origini del Jazz
Ascoltando un brano jazz, a volte si ha l’impressione che sia una musica allegra, festosa. In realtà, il jazz affonda le sue radici nella storia dolorosa di un popolo strappato violentemente alla propria patria, l’Africa, incatenato e costretto a salire sulle navi dei mercanti di schiavi, e trasferito nelle immense piantagioni americane. Ridotto in schiavitù, viene costretto a lavorare in condizioni disumane per i bianchi, emarginato dalla vita sociale, in un mondo completamente estraneo per la lingua, i costumi e per la civiltà. Il negro all’inizio non trova altra consolazione del canto, inni e nenie che gli ricordano la terra lontana e gli rendono meno insopportabile il lavoro. Ma quelle canzoni che erano nate in Africa e parlavano di caccia e di pesca, di feste e di lavori domestici, finiscono per perdere in breve tempo la loro aria libera e felice, e il dolore, la fatica e la nostalgia ne diventano i temi costanti. Nascono così i work-songs, o canti di lavoro, che costituiscono le prime lontani origini del jazz. L’esecuzione intendeva stimolare l’energia del lavoratore, dargli ritmo e sollevarlo dalla noia e dalla fatica. A questo scopo occorreva che l’organizzazione melodica si armonizzasse con le azioni compiute, ecco allora le frasi brevi e ripetute, il ritmo energico, le pause. Dopo qualche generazione i negri d’America avevano finito inevitabilmente con l’accostarsi almeno in parte alla civiltà dei bianchi. Ne avevano appreso la lingua, si erano convertiti alla religione cristiana, avevano subito l’influenza della loro musica attraverso gli inni delle chiese protestanti e i canti e le marce dei colonizzatori. Dalla diffusione fra tradizione musicale occidentale e tendenze di origine africana si sviluppò un ricco patrimonio di canti folcloristici: le ballate, i blues, gli spirituals e i canti del Vangelo, che esprimono con commossi accenti religiosi le speranze e gli affanni dei neri. Molti ritengono che la musica nera, e i canti jazz che da essa sono derivati, sia rustica e primitiva. In realtà è una musica ricca di originalità e per certi aspetti, come ad esempio il ritmo, assai più varia e imprevedibile della nostra. I ritmi costituiscono la più chiara sopravvivenza africana nella musica afro-americana. I tamburi venivano usati come strumento di comunicazione, su questi non si batteva semplicemente, come si credeva una volta una specie di alfabeto Morse, ma si riproducevano fonicamente le parole: il risultato fu che gli africani svilupparono un raffinato e complesso senso ritmico. Per quanto riguarda la melodia, la musica africana si differenzia nell’interpretazione vocale del cantante. Infatti la tecnica della voce un po’ rauca dei canti di lavoro e dei blues, proviene direttamente dall’Africa occidentale. Nelle lingue africane si può mutare il significato di una parole semplicemente modificandone la intonazione o l’accento. Questo procedimento, si trasmise poi ai neri d’America.
Il Blues
Fra i canti neri-americani indubbiamente quello che ha avuto più successo è il blues. Questo narra quasi sempre casi dolorosi: le pene della vita, le sofferenze legate alla povertà e all’intolleranza razziale. In esso vi è l’anima dei neri d’America, la loro storia, la loro filosofia amara. Dal punto di vista musicale questo brano si caratterizza per una particolare vibrazione languida e triste dovuta all’uso di una scala particolare detta blu, ottenuta attraverso l’inserimento nella scala maggiore occidentale di due note alterate, la terza e la settima, rispettivamente mi bemolle e si bemolle. La presenza di queste note ha una spiegazione storica, pare infatti che i neri nell’imparare i canti europei dai missionari incontrassero un a certa difficoltà nell’intonare il terzo e il settimo grado della scala occidentale. La chiarezza e la serenità della scala vengono turbate dall’aggiunta di questi due suoni, che diventano il perno di un dondolamento continuo, di una tensione ora dolce, ora amara, che sospende i normali collegamenti fra i gradi della scala. Di qui la sensazione di incertezza, di varietà, di ambiguità del blues e di tutto il jazz.
Il jazz a New Orleans
Se i canti di lavoro, gli spirituals e i blues costituiscono gli antecedenti del blues, questo assume la caratteristica definitiva che noi conosciamo a New Orleans, una popolosa e prospera città alla foce del Mississippi. I numerosi negri che dopo la guerra di secessione e dopo l’abolizione della schiavitù si erano stabiliti in questa città, intrapresero i più umili e diversi mestieri, e non pochi di essi trovarono lavoro come musicanti acquistando gli strumenti a fiato scartati dai suonatori degli eserciti della Guerra di Secessione, e costituendo delle fanfare che giravano le strade di New Orleans suonando, precedendo le feste carnevalesche, i matrimoni e anche i cortei funebri. Pochi degli esecutori avevano un’istruzione musicale, quasi tutti suonavano ad orecchio e spesso variavano le parti. Nacque cosi la pratica dell’improvvisazione che è uno degli elementi caratteristici del jazz.
Il jazz oggi
Successivamente molte di queste orchestrine divennero stabili trovando impiego nei locali notturni del centro di divertimento della città. I seguito alcuni complessi ottennero grande notorietà basti ricordare quelli di King Oliver e Louise Armstrong.
Il jazz è divenuto ai nostri tempi una musica largamente diffusa e ben accettata. Nomi come Ella Fitzgerald, Louise Armstrong, Lionel Hampton sono attualmente di dominio comune; molti bianchi hanno cercato di imitarli, tanto che non mancano ottimi jazzmen europei.
Pian piano, però, la natura essenzialmente negra e la carica protestataria del jazz primitivo, si sono andate perdendo, la grandi orchestre hanno sostituito i piccoli complessi e il jazz è divenuto uno dei tanti prodotti culturali della nostra epoca, un genere destinato alla vendita agli appassionati e non è più la musica personale e sofferta di un popolo.
Alla fine della seconda guerra mondiale si è avuto.
Però, un brusco risveglio che contemporaneamente alla affermazione per i diritti dei neri d’America, ha portato al rifiuto della commercializzazione e all’accentuazione delle ragioni polemiche e protestatarie del jazz.
Alcuni musicisti, come Charlie Parker e Kenni Clarke, hanno dato vita a un nuovo rivoluzionario stile jazzistico, a volte contorto e difficile che ha gettato scompiglio fra tutti gli appassionati irritati anche per l’atteggiamento scostante degli esecutori. Essi infatti parevano completamente disinteressarsi al pubblico girandogli le spalle appena finito un pezzo e incominciandone un altro senza badare agli applausi. Questo nuovo stile venne detto prima bebop poi cool jazz, jazz freddo, calmo e in contrapposizione col jazz tradizionale, hot jazz.
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